RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 15 GENNAIO 2021

Lai Xiaomin
https://comedonchisciotte.org/forum/notizie-dal-mondo/cina-sembra-che-il-potere-dei-soldi-possa-essere-limitato/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

15 GENNAIO 2021

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Se non rispondo di me, chi risponderà di me?

Ma se non rispondo che di me, sono ancora io?

Se non ora quando?

PINKEI ABOT. Le massime dei Padri,  1,14

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

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SOMMARIO

Un’eccellente analisi dell’amico Armando Colin.
Cavie di tutto il mondo, unitevi!
Magistrato GIORGIANNI a SALVINI: “Sul Covid c’è dietro un progetto di governo mondiale”
LA FABBRICA DEI COMPLOTTISTI
I nostri indegni governanti, campioni dell’eversione
L’ELEFANTE NELLA STANZA
#IOAPRO: l’ultima resistenza dei ristoratori italiani
Ammutinamento militare negli USA?
Nota filosofica a margine sul tema della “Libertà di parola”
Come reagire a censure ed esclusioni?
Rizzo (comunisti) critica gli Usa e Facebook gli blocca l’account. «Censura»
Robert David STEELE, Charlie WARD e Simon PARKES sui retroscena in USA dopo l’assalto del Campidoglio
Corporations, entità sovranazionale
Decreto legge 5 gennaio 2021: Tso autorizzato?
Disonora il padre e la madre
Il negazionista Trump ha vaccinato più dei liberalprogressisti
Tutte le truffe che i popoli hanno subito e subiranno a breve in eterna accelerazione
Cina: sembra che il potere dei soldi possa essere limitato.
Renzi è il puparo dell’Alta Finanza globalista

 

 

IN EVIDENZA

Un’eccellente analisi dell’amico Armando Colin.

Paolo Bardicchia

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Le responsabilità dei nostri governanti sono chiaramente spiegate da 2 semplici grafici, da essi stessi prodotti (le 2 immagini che allego al post, e sto per spiegare).

Riporto infatti due semplici grafici ufficiali del Ministero della Sanità Italiana, che dimostrano senza necessità di essere “complottisti” la inesistenza della cosiddetta “pandemia”, e la ingiustificata risposta imposta al popolo italiano in tutto il 2020, e anche nel 2021 da poco iniziato con la stessa musica del 2020.

Primo grafico: prende in esame tutti i 2,3 milioni di casi Covid Italia da inizio epidemia virale (nome corretto invece di pandemia).

Le colonne blu sono i casi distribuiti per fasce di età della popolazione. Le fette rosse sono i decessi, che sono stati da Feb.2020 ad oggi il 3% dei CASI. Questo 3%, come si vede benissimo graficamente, è praticamente tutto nelle 3 fasce 70-79 (anni), 80-90 e >= 90.

Sono gli over 70 che andrebbero difesi, e vaccinati. Segnalo (dati sempre ufficiali Min. Salute) che ad oggi abbiamo ricevuto circa 1 milione di dosi di vaccino, e ne sono state già somministrate circa 730.000 (circa 74% già somministrate). Quindi, di questo passo saremmo in grado i dare una difesa ai più deboli in 3 mesi al massimo.

Secondo grafico: evidenzia gli stessi 2,3 milioni di casi Italia per fasce di età e per fasce di gravità del contagio (verde asintomatico, blu paucisintomatico, giallo lieve, arancio severo, rosso critico). Vedete bene come fino a 60 anni non c’è praticamente severità e criticità, che si vedono solo nelle fasce 60-69, 70-79, 80-89, e >0=90 (arancione e quelle fettine quasi invisibili di rosso).

Infatti (tabellina nel secondo grafico), il 72% dei 2,3 milioni di casi Italia sono già guariti, ed il 24% sono positivi in cura domiciliare (o quarantena). Il totale è 96%, cioè praticamente quasi tutti.

Conclusioni:

– il virus esiste (non è possibile essere negazionista) in quanto ci sono stati 2,3 milioni di casi (su 28,1 milioni di tamponi però, che fa 8%).

– il 96% dei contagiati guarisce (cioè quasi tutti).

– il 3% che muore è tutto in fasce di età maggiori di 60 anni (e per l’85% oltre i 70 anni).

– gli over 70enni andrebbero vaccinati prima possibile (e già 1 milione di dosi e’ arrivata in Italia), ma sono coloro che sono già usciti dal mondo lavorativo in quanto pensionati.

– i nostri governanti hanno imprigionato 60 milioni di Italiani per 11 mesi per curare (male) 80.000 persone decedute, tutte o quasi ahimè anziane e già malate, che il nostro Stato non è stato capace di curare. Non sono stati capaci di curarli perché la Spesa Pubblica Sanitaria e’ stata decimata nei decenni passati, e il Sistema Sanitario Nazionale è stato colto impreparato 11 mesi fa dalla epidemia. Ma ciò è successo appunto 11 mesi fa: cosa hanno fatto i nostri governanti in 11 mesi per porre rimedio a questa impreparazione del SSN? Niente, o quasi (però si permettono quotidianamente di attribuire colpe al popolo, che ha fino ad ora pazientemente fatto quanto deciso dai governanti stessi).

Peraltro, con MES e RECOVERY FUND ci sono quasi 250 miliardi di euro da investire per il bene della nazione, quindi si possono destinare fondi immediati per potenziare e riorganizzare la Sanità pubblica (in special modo terapie sub intensive ed intensive che sono state il collo di bottiglia di questi 11 mesi).

Le responsabilità dei nostri governanti sono chiare. Hanno devastato una intera economia, distrutto il tessuto sociale e portato alla depressione psicologica 60 milioni di lavoratori e studenti, il tutto perché non sono stati capaci (loro, non noi cittadini per giunta colpevolizzati) di mettere in pratica una attività di problem solving, che nelle aziende private è richiesta anche agli stagisti appena assunti.

A questo punto basta fasce, restrizioni, ristori, coprifuoco e altre misure inutili. Focus sui 70enni, per vaccinarli e curarli, e LIBERTA’ per tutti gli altri. Concludo ricordando a noi tutti che la libertà individuale è qualcosa che viene tutelato (o dovrebbe esserlo) da Carta Europea dei diritti del cittadino, Costituzione Italiana e Codice Penale. Quindi tutti i DPCM e DL emanati non sono in linea con le leggi primarie.

Cittadini Italiani, chi vuole si vaccini (e’ un suo diritto), ma chi vuole vivere e lavorare anche ha diritto di farlo. Fatevi sentire in ogni modo possibile (con civiltà e senza violenza). Ma fatevi sentire, stanno calpestando ininterrottamente da 11 mesi, e senza averne diritto costituzionale e ragione di reale emergenza sanitaria, i vostri diritti umani, i vostri redditi e patrimoni familiari (prosciugati da 11 mesi di crisi decisa da loro) e la vostra storia fatta di libertà.

FATEVI SENTIRE.

Consiglio in primis di non vedere più i TG e non comprare giornali, così velocemente calo di audience e di acquisto di quotidiani saranno notati dagli analisti ed evidenziati ai nostri cari politici. E capiranno che la gente sta capendo. Se vi servono informazioni c’è internet, fino a quando l’informazione pubblica tornerà imparziale e corretta.

Armando Colin (cittadino).

FONTE: https://www.facebook.com/paolo.bardicchia/posts/3862298270482087

 

 

Cavie di tutto il mondo, unitevi!

Gilad Atzmon

Non  sono molti i paesi sono abbastanza coraggiosi o sconsiderati da eseguire un vasto esperimento medico su tutta la loro popolazione e mettere a rischio le persone vulnerabili. Gran Bretagna e Israele lo hanno  fatto.

L’8 dicembre, la Gran Bretagna è stata il primo paese occidentale a iniziare a “immunizzare la sua popolazione”. Due settimane dopo, solo pochi giorni prima di Natale, la Gran Bretagna si è resa conto di essere in guai seri. Covid-19, il virus che avrebbe dovuto scomparire dalle nostre vite, si è trasformato in qualcos’altro. Il 19 dicembre, il primo ministro Boris Johnson ha ammesso che gli scienziati britannici avevano identificato un nuovo mutante Covid-19 che è “il 70% più trasmissibile” dei suoi antenati.

La Gran Bretagna ha introdotto restrizioni locali più severe, ma nonostante queste, insieme alla vasta campagna di vaccinazioni, il numero di casi di Covid-19, ricoveri e decessi ha continuato a crescere. Stanno aumentando esponenzialmente su base giornaliera.

 Israele ha lanciato la sua campagna di vaccinazioni di massa pochi giorni dopo la Gran Bretagna. Nelle due settimane successive Israele è riuscita a vaccinare quasi il 20% della sua popolazione. Israele è di gran lunga il vincitore mondiale quando si tratta del concorso di vaccinazione di massa, ma anche il paese è in grossi guai. Come la Gran Bretagna, Israele sta affrontando un’enorme ondata di Covid-19. Il suo sistema sanitario nazionale è sull’orlo del collasso e la domanda inevitabile è se queste crisi sanitarie simili (se non identiche) siano correlate a entrambe le vaste campagne di vaccinazione covid-19.

Oggi, nel più grande canale di notizie israeliano News12,  gli scienziati informatici israeliani hanno  rivelato che la British Mutation sta per diventare il ceppo Covid-19 dominante in Israele.   C’è da chiedersi come il ceppo mutante britannico sia riuscito a  fare  Aliya  e stabilirsi così comodamente nello Stato ebraico. L’articolo di News 12 potrebbe rispondere alla domanda. “I casi in Israele non crescono in modo uniforme: c’è un rallentamento significativo nel settore arabo (israeliano), che in passato era la principale area di preoccupazione. D’altra parte, c’è una grave epidemia nel settore ultraortodosso (ebraico). Questa settimana l’1,3% di tutti gli ultraortodossi è uscito verificato e il tasso di aumento dei casi di bambini (63%) questa settimana è stato quasi il doppio di quello degli adulti. Tra il settore ultraortodosso, c’è stato un aumento  16 volte  del numero di persone positive  entro quattro settimane: si tratta di un raddoppio ogni settimana – da 100 persone verificate al giorno (per milione di persone) a 1.600 persone verificate, e tutte entro un mese. Un tale tasso di crescita non si osserva in tutta la peste ed è probabilmente dovuto almeno in parte al mutante britannico. Si stima che il mutante britannico sia circa il 20% di tutti gli ultraortodossi verificati “.

Questo deve sollevare le sopracciglia. Perché il ceppo mutante britannico si sarebbe diffuso così ampiamente tra gli ebrei ortodossi? Perché non si diffonde altrettanto rapidamente nella popolazione araba?

Potremmo essere in grado di imbatterci in un’informazione molto cruciale qui. Gli arabi israeliani potrebbero stare meglio sul fronte del Covid-19 perché molti di loro sembrano essere riluttanti al vaccino.

 Il titolo del Marker israeliano del 27 dicembre affermava: “Un motivo di preoccupazione: gli arabi (israeliani) non vengono a farsi vaccinare”. Il Marker ha sottolineato che i cittadini ebrei di tutto Israele si recano nei villaggi e nelle città arabe per ricevere i vaccini designati per gli arabi. Secondo un responsabile di turno di un centro di vaccinazione a Nazareth, il 70-80% di coloro che vengono a ricevere il vaccino erano ebrei. Alcuni di loro percorrono fino a 50 km per farlo.

Ma la storia non finisce qui. Il 3 gennaio, il sito web di notizie israeliano  Walla ha  riferito che “gli ultraortodossi stanno guidando la campagna di vaccinazione della popolazione”. Walla ha confermato che “la percentuale di persone vaccinate contro la corona nella società ultraortodossa è più alta rispetto al resto della popolazione di tutte le età”.

È al di là della mia comprensione  il motivo per cui gli israeliani hanno deciso di diventare cavie in questo arrischiato esperimento non-scientifico nelle vite umane. Un’opzione che non può essere ignorata è che Israele si sta nuovamente dirigendo verso un’elezione ed è più che probabile che i leader israeliani credessero che una campagna di vaccinazione di massa possa tradursi in un successo elettorale.

Allo stato attuale delle cose, è difficile negare la possibilità di una correlazione tra la vaccinazione di massa e un forte picco nei casi di Covid-19 sia in Israele che in Gran Bretagna. È difficile negare il fatto che gli arabi israeliani che in genere evitano il vaccino stanno   cavandosela  molto meglio degli ebrei ortodossi  –   che sembrano credere anche nella Pfizer.

Oltre alle rivelazioni sul ceppo britannico, abbiamo anche appreso di un ceppo sudafricano che è altamente pericoloso e probabilmente resistente agli attuali vaccini. Ci vuole pochissima ricerca per capire che il Sudafrica, insieme a Brasile e Gran Bretagna, è stato il banco di prova per i nuovi  test sui vaccini da settembre.  Non è più un segreto che questo sia stato più o meno nello stesso periodo in cui i nuovi mutanti sono stati  scoperti almeno in Gran Bretagna.

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/cavie-di-tutto-il-mondo-unitevi/

 

 

 

Magistrato GIORGIANNI a SALVINI: “Sul Covid c’è dietro un progetto di governo mondiale”
641 visualizzazioni•16 ott 2020

Magistrato GIORGIANNI a SALVINI: “Dietro il Covid c’è un progetto di governo mondiale, una lotta tra bene e male”

VIDEO QUI: https://youtu.be/WersB_c-aEY

FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=WersB_c-aEY

LA FABBRICA DEI COMPLOTTISTI
Andrea Zhok – 13 01 2021
Ecco, sembra ieri che ci dicevano che eravamo tutti una grande famiglia senza confini e appartenenze. Eravamo tutti parte di un policromo villaggio globale dove regnava la libertà, e dove eravamo tutti virtualmente uguali, dove potevamo trovarci a comunicare tra pari da un capo all’altro del globo, uniti in un grande dialogo habermasiano.
Certo, le vicissitudini del mercato avevano creato dei monopoli mondiali delle comunicazioni telematiche, e tuttavia, levare sospetti su quei giovani americani brillanti, filantropi d’animo nobile e lieve, emblemi del successo nella terra delle opportunità, beh, era veramente meschino.
E dopo tutto non erano gli americani ad averci salvato da tutte le dittature del passato e del futuro, non sono loro gli abitanti della land of the free and the home of the brave, quelli che proverbialmente se fanno qualcosa, lo fanno per il bene dell’umanità (come qualunque film americano può autorevolmente testimoniare )?
E poi un bel giorno, capita che accendi la TV e senti che Amazon e Google stanno facendo la guerra a social media reputati ‘di destra’ (c’è dunque un censimento preventivo per l’accesso ai social?). Poi senti che le app sgradite vengono tolte dai Google Stores, che le piattaforme monopolistiche di Amazon e Google sospendono e cacciano le pagine del ‘nemico’, che Google vuole bloccare l’indicizzazione dei siti avversari, ecc.
E poi, cambi canale e senti un giornalista bel bello, col viso rasato di fresco, che ti dice, che insomma non c’è niente di cui stupirsi, visto che “dopo tutto la Silicon Valley è notoriamente il cuore della California democratica”.
Ah.
Alla faccia del villaggio globale.
In sostanza:
1) tutto ciò che non passa su pizzini, dal denaro, ai documenti, all’organizzazione militare, alla totalità dell’informazione, alle comunicazioni private, ecc. oggi poggia su piattaforme online;
2) i monopolisti della rete mondiale sono materialmente in grado, in varie forme, di manipolarne o influenzarne ogni snodo e ogni processo;
3) come ora stiamo serenamente ammettendo, dopo averlo negato o nascosto per anni, questi monopolisti non sono affatto ‘neutrali uomini d’affari’ (ne fossero mai esistiti), ma soggetti politicamente attivi;
4) l’unico concreto potere di limitazione del loro operato è rappresentato dalle capacità di controllo da parte dell’autorità statale USA, e specificamente dai loro servizi di sicurezza (che notoriamente hanno a cuore il bene dell’universa umanità).
In sostanza stiamo notando, così, in punta di penna, che chi domina le reti di comunicazione mondiale, è materialmente concentrato in un pezzetto di mondo, ha una perfetta omogeneità di interessi economici, geopolitici e di solito anche politici.
Ecco, la domandona ora è:
sotto queste condizioni, com’è che ci sono così pochi complottisti?
Com’è che non siamo governati da una forma universale e ininterrotta di paranoia, legata all’operare oscuro di poteri su ogni processo possibile, dalla finanza internazionale alle votazioni online?
Beninteso, bisogna ribadire con forza che il cosiddetto “complottismo” è un serio problema nel contesto contemporaneo, nella misura in cui esso si voglia democratico.
È un problema perché il “complottismo” è una modalità di formulazione di congetture brade, che non hanno le condizioni per essere confermate o smentite, e che perciò aumentano soltanto il rumore di fondo nel dibattito pubblico.
Proprio per questa loro natura, legata più all’ispirazione emozionale che alla possibilità di trovare un appiglio nella realtà, i complottisti sono anche estremamente manipolabili. Perciò il “complottismo” oscilla sempre tra l’irrilevanza e la strumentalizzazione.
Ma proprio perché il “complottismo” è un problema reale, è necessario sgombrare il campo da una tipica illusione di comodo: i complottisti non sono esseri antropologicamente diversi e inferiori, tipo i Morlock di H. G. Wells, che si nutrono di carne umana e vivono nelle viscere della terra. I “complottisti” sono la naturale espressione di una tendenza strutturale accuratamente coltivata.
Per resistere alle inclinazioni “complottiste” o si possiede una rara combinazione di consapevolezza della loro sterilità e di ampiezza di informazione disponibile, oppure, più semplicemente, si ha una fantasia piuttosto pigra.
In assenza di queste condizioni la strada della formulazione fantastica di complotti e teorie della cospirazione è necessariamente spalancata, molto semplicemente perché le condizioni per una partecipazione consapevole ai processi decisionali NON CI SONO PIÙ, neanche in tracce.
In questi giorni, per un momento ‘umorale’ nella politica americana, si è visto venire alla superficie il potere immenso di una manciata di soggetti californiani. Non c’è dubbio che a questa breve emersione seguirà un rapido inabissamento sotto il pelo dell’acqua.
Ma il problema rimane tutto in tavola: con che faccia stiamo qui a parlare dei ‘pericoli per la democrazia’ rappresentati da qualche maleodorante milizia di suprematisti bianchi, quando la trasmissione di informazione telematica sul pianeta è saldamente nelle mani di una manciata di attori, politicamente, culturalmente e territorialmente omogenei?
Di quale democrazia mai stiamo parlando?

FONTE: https://www.facebook.com/andrea.zhok.5/posts/1751300958384629

 

 

 

I nostri indegni governanti, campioni dell’eversione

Federica Francesconi – 13 01 2021

Mentre il Paese va sempre più a fondo i nostri indegni governanti, campioni dell’eversione, fanno i giochetti dietro le quinte con ricatti e minacce per fare una nuova spartizione di poltrone e cariche istituzionali.
Devo essere sincera e dire quel che penso?
Il PD è la peste bubbonica del XXI secolo, il vero virus potenzialmente e di fatto mortale utilizzato dalla cricca mondialista per uccidere l’Italia con la fame, la miseria e la disperazione. Non che il centro-destra sia meglio, sia chiaro, soprattutto considerando la finta opposizione che il suo leader ha finora fatto a colpi di Nutella e tisane digestive. Ma siccome in questo momento di crisi epocale al governo c’è il PD insieme ai suoi cagnolini bastardini tenuti al guinzaglio, cioè i 5 Stelle, la responsabilità ricade al 90% su questa feccia subumana, da sempre schifosamente attestata su posizioni di anti-italianità. Feccia subumana lo sono anche i cittidani che hanno votato e sostengono questo governo di mercenari al soldo dell’Alta Finanza Hi-tech. Cittadini appartenenti in gran parte agli strati benestanti della società o comunque che svolgono professioni e ruoli protetti, che non hanno nulla da pardere dalla crisi innescata dalla dittatura sanitaria. Nel mio Stato ideale codesta feccia finirebbe a zappare la terra o a servire nelle mense per i poveri, in modo da apprendere l’esperienza che nella loro infima vita da privilegiati non hanno mai fatto della dignità quando si è dall’altra parte della barricata. Ma siccome la sottoscritta, essendo un’irriducibile idealista e allo stesso tempo una rassegnata realista, sa che questo suo Stato ideale non avrà mai attuazione, almeno in questa vita, l’unico augurio che posso fare alla feccia subumana del PD è che rinasca in qualche luogo sperduto dell’Asia o dell’Africa a concimare la terra o a chiedere l’elemosina per strada. La feccia, infatti, pu redimersi solo attraverso una potente lezione karmica: se in vita hai disprezzato chi non occupava posizioni di prestigio e i meno fortunati, sarai condannato a vivere sulla tua pelle la loro infelice esperienza e ad essere un invisibile. La giustizia karmica si fonda sull’equilibrio: ciò che riceverai sarà corrispondente a ciò che hai dato nella tua precedente vita. Stiano perciò attenti i sodali del PD: in questa vita gli è andata bene, nella prossima potrebbe andargli molto peggio.
FONTE: https://www.facebook.com/federica.francesconi.3/posts/10221189950836096

 

 

 

ATTUALITÁ SOCIETÀ COSTUME

L’ELEFANTE NELLA STANZA
Andrea Zhok – 9 01 2021
Mi pare ci sia una considerevole incomprensione circa il significato della sospensione degli account FB e Twitter di Donald Trump.
Il problema non è Donald Trump, non sono le sciocchezze minatorie che ha detto o può dire, non è la sua figura politica né personale.
Concentrarsi su questo significa pulire la polvere dai mobili, senza notare l’elefante che defeca nella stanza.
Tutte le questioni di merito specifico intorno a Trump, o se è per questo intorno a chiunque altro, sono qui irrilevanti.
Il problema, di gravità straordinaria, e che nessuno pensa di affrontare, è il fatto che i più estesi e influenti mezzi di dibattito pubblico rimasti a disposizione sul pianeta (o almeno nel mondo occidentale) possano essere gestiti in maniera arbitraria da parte di piattaforme private, sulla scorta di decisioni che non devono rispondere a nessuno.
Il caso di Trump è semplicemente emblematico: se un politico, miliardario, e presidente ancora in carica della nazione più potente del mondo, può essere silenziato sui social media, qualcuno delle frotte di amanti della libertà che ora si fregano le mani capisce che chiunque può essere messo a tacere in ogni momento, con qualunque pretesto?
E, sì, certo che se postate gattini, applausi servili, opinioni della Gruber e inni al libero mercato non avete niente da temere.
Perché non avete niente da dire.
Che questo colpisca oggi un signore assai discutibile e che sta sulle scatole ai più è irrilevante. Resta un tizio che è stato votato nel suo paese da quasi metà di chi si è recato alle urne. E se togliergli la parola nell’arena pubblica non vi mette in allerta, avete qualche problema con le idee di democrazia e libertà di espressione.
Trump è solo il caso impossibile da mettere sotto il tappeto di qualcosa che succede da anni, silenziosamente e in modo crescente. In altre occasioni sono stati stoppati siti e pagine sia di destra che di sinistra, palestinesi, curdi, filorussi, ecc. Pagine satiriche e personali, pagine che ospitavano campioni d’arte o letteratura dove comparivano immagini o parole ‘proibite’, ecc.
Se non vedete il problema è perché qualcosa di brutto vi è successo. Dopo aver dato la caccia senza tregua a un sacco di ‘fascisti’ veri o presunti, di oppressori, di autocrati totalitari e liberticidi, vi siete dimenticati di controllare in un ultimo luogo: il vostro specchio.
—-
Due argomenti a questo proposito vanno tolti di mezzo con la massima decisione.
A)
Il primo argomento è di ordine pragmatico: qualcuno si può chiedere cosa dovremmo fare se un sito o una pagina o un soggetto mettono in giro informazioni ritenute palesemente false. Lasciarlo fare non sarebbe forse irresponsabile?
E la risposta qui è però piuttosto semplice.
Premesso che lasciare il discorso pubblico fare il suo corso potrebbe essere comunque una strategia preferenziale, tuttavia, se proprio una certa menzogna grida vendetta, ebbene si può procedere così.
Lo stesso oscuro sorvegliante del web che ora rimuove pagine e commina sanzioni, si suppone che lo faccia perché ha accesso a fonti più autorevoli che smentiscono quanto riportato (altrimenti sarebbe solo il suo pregiudizio contro quello altrui). Ma allora, se si vuole conservare almeno l’apparenza della democrazia e della libertà d’espressione, basterebbe inserire nella pagina ‘malvagia’ un avviso di una riga in cui si dice: a) che la veridicità dei contenuti è contestata; b) che la base della contestazione si può trovare in… segue link alle fonti che smentiscono l’eventuale fake news.
Così la libertà di parola è mantenuta e il dibattito pubblico matura.
Continuando invece ad operare con semplici censure unilaterali ogni dibattito pubblico diviene semplicemente una prova di forza, dove chi la forza ce l’ha già (il denaro, il potere) farà passare ciò che lo favorisce o almeno non lo ostacola.
B)
Il secondo argomento da sopprimere è quello per cui queste sarebbero piattaforme private e dunque possono fare quello che gli pare, tanto è casa loro.
Ora, in primo luogo, questa visione della proprietà privata è, nel suo complesso, destituita di ogni fondamento. Ogni proprietà privata al mondo ha i poteri che le sono assegnati dalla legislazione pubblica, e solo quelli, e i margini di ciò che la proprietà privata di qualcosa consente di fare o non fare sono definiti sulla base dell’interesse pubblico.
Ergo, non è affatto vero che avere la proprietà di qualcosa significa poterne fare quello che ti pare. Posso avere la proprietà privata di un parco, ma questo non significa che posso sparare in testa a chi eventualmente ci entra e seppellirlo sotto i gerani, né che posso farci un deposito di scorie nucleari, né che posso darci fuoco, o farne una palude, ecc.
Chi ha la proprietà privata di un social media, che è uno spazio di comunicazione pubblico (lo era sin all’inizio, e lo è diventato sempre di più) dovrebbe gestirlo in forme che rispettino quel progetto di comunicazione pubblica.
Ma naturalmente qui il punto essenziale è cosa prevede la legge, perché se questa non interviene ponendo limiti e condizioni, allora al detentore del bene privato resta il diritto di fare tutto ciò che non gli è vietato.
La situazione odierna dei social media può essere colta con una similitudine.
Supponiamo che due grandi fiere in un paese siano i poli commerciali cui tutti i piccoli produttori portano le proprie merci per approvvigionarsi e scambiare beni. Un tempo ognuno arrivava artigianalmente prima all’uno e poi all’altro dei poli. Ci arrivavano con sentieri privati nel bosco, battuti solo da chi li percorreva, stretti e fangosi, ma sufficienti alla bisogna.
Un bel dì i gestori privati delle due fiere (i ‘baroni’ del posto) decisero di costruire con fondi propri una grande strada ad anello che congiungesse le due fiere e fosse facilmente raggiungibile da un gran numero di singole fattorie. Quest’opera incrementava i traffici e dunque per i gestori delle fiere rappresentava un investimento, non beneficenza. Ma sia come sia, la comodità della strada era grande e uno dopo l’altro tutti i piccoli produttori cominciarono a usare la grande strada, abbandonando i sentieri accidentati, che per il disuso la vegetazione aveva reso impercorribili.
Ora dunque tutti o quasi usavano la grande strada e le comunicazioni erano cresciute.
E’ a questo punto che i ‘baroni’ decisero di esercitare discrezionalità nello scegliere chi far passare, e quando. Tanto oramai la ‘grande strada’ aveva imposto uno standard sui tempi di percorrenza ed era pressoché obbligatorio usarla, se si voleva scambiare con gli altri. E chi veniva escluso non aveva comunque più a disposizione il mondo di prima cui ritornare.
Così, i nostri baroni si sono ritagliati una posizione da cui le proprie volontà non possono essere sfidate da nessuno. Se non vogliono far arrivare delle merci al mercato possono farlo. Se vogliono far arrivare solo le merci di un produttore amico e non quelle di uno ostile, possono farlo. Di fatto divengono il principale arbitro degli scambi e lo sono anche se il loro potere viene esercitato con discrezione, più con la minaccia o il suggerimento che con il divieto espresso.
Ecco, in questa situazione i ‘baroni’ hanno ottenuto una forma di gestione sostanzialmente monopolistica dell’approvvigionamento primario, e lo hanno fatto senza esercitare inizialmente alcuna costrizione, anzi, facendo apparente dono alla comunità di un grande vantaggio comune.
Per evitare che i ‘baroni’ divengano i regnanti effettivi, al sovrano (allo Stato) rimarrebbero solo due opzioni: o rilevare la gestione della grande strada, o obbligare i baroni a farne un uso non discriminatorio.
Uscendo dalla metafora, gli Stati oggi devono agire e possono farlo secondo due strategie possibili: o nazionalizzano i social media, rendendoli beni a gestione pubblica, oppure obbligano a termini di legge i medesimi ad adottare una gestione meramente formale dei medesimi, senza intervenire sulla scelta dei contenuti, giacché i gestori dei social NON HANNO ALCUN TITOLO PER FARLO.
—-
Un’ultima notazione. In questa discussione si dà per scontata una base di discussione che accoglie democrazia e libertà di opinione e parola come capisaldi. Ma naturalmente qualcuno potrebbe mettere in discussione questa base, e la cattiva salute dell’odierna democrazia non rende questa prospettiva così estemporanea.
Insomma, se volessimo mettere in discussione la sacralità della libertà di parola e opinione, non dovremmo forse rivedere queste considerazioni? Non potremmo forse mettere in discussione l’idea che il vero debba emergere innanzitutto dalla dialettica, dalla libertà di pensiero e discussione?
Ebbene, se, per amor di discussione, vogliamo considerare questa opzione dobbiamo dire che in tal caso, a maggior ragione, sarebbe impensabile attribuire ad un soggetto privato la selezione delle opinioni ‘kosher’.
Se decidessimo di togliere fiducia alla libera discussione pubblica, alla dialettica di posizioni diverse (plausibilmente, sempre in parte sbagliate), se volessimo accreditare una ‘repubblica dei dotti’, benissimo, ma allora l’elaborazione ‘tecnocratica’ del Vero andrebbe presa terribilmente sul serio.
L’alternativa alla libertà di discussione è certo concepibile, ma non certo come dogmatismo privato accidentale di qualche lobby benpensante, di qualche pubblicitario ammanicato. Se qualcuno vuole dilettarsi ad elaborare un’alternativa alla libertà di pubblica discussione, deve farsi carico di preparare canali controllati, autorevoli, selezionati di elaborazione del Vero Ufficiale, canali esenti da interessi politici ed economici.
Allo stato dell’arte l’implementazione della Πολιτεία di Platone sembra maggiormente a portata di mano.

FONTE: https://www.facebook.com/andrea.zhok.5/posts/1748542171993841

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Locandina del movimento “IO APRO”

Marco Di Mauro per Comedonchisciotte

Più di 60mila ristoratori italiani dal 15 gennaio in avanti resteranno aperti anche la sera, in aperta violazione dei DPCM. E sarebbero stati molti di più, se 390mila imprese non avessero chiuso i battenti nell’anno appena trascorso. Il movimento è cresciuto esponenzialmente sui social negli ultimi giorni, e già il coro mediatico cerca di apporci la propria etichetta: populisti che applaudono e sinistri che condannano.

Per avere un punto di vista onesto e rispettoso della protesta di chi sta perdendo tutto, abbiamo scelto di dare la parola a uno degli organizzatori. Per dare voce e sostegno alla loro causa.

Tutte le proteste muoiono, restare è l’obiettivo. Cosa chiedete al governo?

Noi chiediamo semplicemente di poter lavorare. Solo questo. Il movimento chiede di poter tornare non dico alla vita, ma al lavoro di prima. I ristoratori, che ad oggi aprono a pranzo e adottano delle norme anti-Covid, possono aprire a cena adottando le stesse norme o anche più restrittive, purché si dia ai lavoratori della ristorazione l’opportunità di lavorare, come alle palestre e ai centri estetici. Non ha senso avere un orario di lavoro, ha senso adottare misure di precauzione e lo faremo dalla sera del 15 gennaio ad oltranza. Abbiamo sfidato il governo adottando misure ancor più restrittive dei DPCM, per lanciare il messaggio che noi vogliamo solo lavorare: non ribellarci alle misure anti-Covid, ma alla chiusura insensata delle nostre attività.

le regole del "dpcm autonomo" scritto dai ristoratori
Le regole del “dpcm autonomo” scritto dai ristoratori

Effettivamente, la chiusura delle attività imposta dagli ultimi DPCM è priva di fondamento empirico. È più facile contagiarsi in un ristorante che adotta tutte le precauzioni o in un autobus affollato?

È questo il punto. In nessuna città sono riusciti a risolvere il problema dell’affollamento di mezzi e luoghi pubblici, ma se la sono presa con ristoranti, palestre, centri estetici e li hanno ridotti allo stremo. Possiamo dire con certezza che nessun focolaio è partito dalle attività italiane, che sono sempre state ligie, prova a entrare in un negozio senza la mascherina e vedi cosa succede. Quello che noi combattiamo è il senso di colpa instillato negli italiani da un governo che ha scaricato su di noi la sua incompetenza nella gestione dell’emergenza Covid.

A che punto è l’organizzazione a livello nazionale? Se ho un’attività o sono un cliente come posso aderire al movimento?

Al di là del movimento nazionale, che sta organizzando l’evento del 15, ci stiamo strutturando a livello regionale e cittadino. Per aderire, potete scriverci sulla pagina Facebook e sarete contattati. Oppure si può aderire al gruppo Telegram della propria regione o città (digitando “ioapro+nome regione o città”) e lì contattare l’admin che vi inserirà nella lista dei ristoranti aperti visibile nel gruppo, aperto anche ai clienti. I gruppi che ieri avevano 200 iscritti oggi stanno già a quasi duemila. Ovviamente esercenti e clienti non sono soli, ma saranno guidati da una rete di legali che li instraderà verso i giusti comportamenti da adottare.

lista ristoranti aperti sul gruppo telegram
Lista ristoranti aperti su un gruppo Telegram regionale

Come tutelate esattamente clienti ed esercenti dai rischi legali?

C’è un gruppo indipendente di avvocati che sta dando indicazioni su come non incorrere in rischi legali più grandi. È ovvio che il rischio c’è, ma dato che i DPCM violano palesemente più di un articolo della Costituzione, verrà impugnata ogni singola sanzione da una squadra di legali che si è messa a disposizione gratuitamente.

lista avvocati per tutelare chi aderisce a "io apro"
Lista avvocati a tutela di “Io Apro” dal gruppo Telegram.

Quali categorie rappresentate adesso?

Al momento, quasi tutti ristoratori, con poche attività di altro tipo. Ma contiamo nella reazione a catena. Noi vogliamo dimostrare nei fatti che aprire non vuol dire diffondere il virus, e che se si può lavorare in sicurezza la mattina, non c’è motivo di non aprire anche la sera.

Marco Di Mauro

Lista gruppi Telegram per aderire a “IO APRO”

FONTE: https://comedonchisciotte.org/ioapro-lultima-resistenza-dei-ristoratori-italiani/

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Ammutinamento militare negli USA?

“Niente ribellioni. Dal 20 gennaio il nuovo comandante in capo sarà Joe Biden”: questo il messaggio che sette generali e un ammiraglio hanno scritto, rivolgendosi direttamente alle forze armate. Un pronunciamento firmato dai vertici militari, che non ha precedenti e riflette una preoccupazione da non sottovalutare. Basti pensare che tra i rivoltosi filo Trump, che hanno assediato il Congresso, c’erano diversi veterani e anche personale militare in servizio. E infatti, per scongiurare un replay di quanto accaduto, i sevizi segreti e l’Fbi stanno facendo un attento controllo dei 20mila militari della Guardia nazionale che saranno schierati a Washington il giorno dell’insediamento del nuovo presidente. Si temono o infiltrazioni di personale anti Biden, che potrebbe scatenare ammutinamenti.

I timori dei vertici militari non sono infondati, visto che dopo l’attacco a Capitol Hill, si è scoperto che tra i 25 accusati di terrorismo interno potrebbero esserci anche militari. E sicuramente – come riporta il Giornale – fra i 170 rivoltosi individuati ci sono veterani e personale ancora in servizio. La prima identificata è il capitano Emily Rainey, esperta di guerra psicologica. Coinvolto anche un ex ufficiale più alto in grado, il tenente colonnello dell’aeronautica Larry Rendall Brock, già finito in manette. Senza dimenticare Ashli Babbitt, uccisa durante l’assalto al Congresso, che era una veterana dell’Irak e dell’Afghanistan. 

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Trump è popolarissimo tra i militari perché non ha mandato gente a morire in qualche guerra in MO per gli interessi di Israele. Non è però popolare tra i vertici i quali sono soliti, dopo che sono andati in pensione, occupare posti ben remunerati nel complesso militare industriale.

FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/notizie-dal-mondo/ammutinamento-militare-negli-usa/

 

 

 

CULTURA

Nota filosofica a margine sul tema della “Libertà di parola”

In tutta la discussione che si è innescata in questi giorni a partire dal caso Trump, sembra che ci sia un punto di potenziale confusione, che produce slittamenti nella riflessione.
 
In molti dicono, del tutto ragionevolmente, che non sempre è possibile lasciare completa libertà di parola. Vi sono casi in cui un’espressione verbale rappresenta manifestamente ed immediatamente un pericolo, e va limitata.
 
Certamente è così.
Tuttavia qui bisogna imparar a separare atti linguistici di tipo rappresentativo/assertivo da atti linguistici di tipo performativo, che sono essi stessi delle azioni. (Il riferimento qui è alle riflessioni sugli atti linguistici di Reinach, Austin, Searle, ecc.)
 
Esistono, non solo sui social ma in ogni contesto, frasi con un uso performativo improprio, ad esempio pericoloso per l’ordine pubblico o per l’incolumità di una persona, ecc.
Queste frasi sono già sempre soggette a limitazione a termini di legge.
 
Per esempio, gridare “Al fuoco, al fuoco” durante una rappresentazione teatrale, se non c’è alcun fuoco, non è meramente un “giudizio falso”, ma è un atto linguistico performativo pericoloso, e perciò illegale a termini di legge. La ‘perlocuzione’ della frase genera panico e il panico può provocare danni a cose e persone.
 
Nello stesso senso se chiamo alla rivolta contro la polizia o l’ordine costituito, questo è un atto linguistico performativo, di principio illegale e perseguibile.
 
Se minaccio qualcuno di gravi conseguenze, è la stessa cosa.
 
Se aggredisco verbalmente, diffamo o offendo qualcuno, è la stessa cosa.
 
Se incito qualcuno al suicidio, è la stessa cosa.
 
Ecc. ecc.
 
In verità la gran parte del linguaggio comune si dispiega in espressioni che hanno valore performativo, e che come tali sono già potenziale oggetto di sanzioni a termini di legge.
 
La libertà di parola è una richiesta con un terreno molto ben definito e limitato, ovvero le proposizioni di tipo rappresentativo, dotate di una pretesa di verità, di un ‘valore di verità’, cioè soggette di principio a verifica o smentita.
E naturalmente, a fortiori, rientrano in questo spazio le formulazioni dubitative e interrogative (domande, dubbi, interrogativi, problematizzazioni), che aprono la possibilità delle espressioni rappresentative/assertive.
 
La libertà di parola si muove solo su questo terreno.
 
Tutte le altre fattispecie sono già coperte da limitazioni e sanzioni possibili a termini di legge.
 
In ogni caso, la libertà di parola non implica affatto che queste parole non debbano avere repliche. Prendere la parola per formulare un’asserzione sottopone alla possibilità di essere contrastati da altre asserzioni, di essere smentiti e confutati.
 
L’unico contenuto di libertà qui sta nel non sottostare ad una censura preventiva, e a non poter essere perseguiti o sanzionati per il contenuto dell’asserzione (non essere perseguiti non esime dal portare la responsabilità morale delle proprie asserzioni, di cui ciascuno può essere chiamato a rispondere personalmente).
 
Qualcuno può dire che non sempre i casi sono così netti e chiari.
E questo è di nuovo vero (nel mondo i confini chiari e netti sono solo quelli tracciati artificialmente).
Esistono casi limite, casi rari, ma reali.
 
Se le asserzioni che formulo rappresentano le istruzioni per la costruzione di una bomba, ad esempio, questo è un caso limite: formalmente sto facendo semplici asserzioni verofunzionali, ma di fatto sto anche conferendo una grave capacità di nuocere ad altri soggetti.
Questa fattispecie è infatti, di nuovo, vietata.
 
Oppure, ancora, posso esprimere in forma neutralmente verofunzionale dei contenuti che non ero legittimato a riportare (ad esempio una conversazione privata, un segreto militare). Anche qui si apre un potenziale contenzioso (anche se il reato sanzionabile qui sta nel fatto di essermi appropriato originariamente di quell’informazione, non nel fatto di ripeterla.) Anche questo è un caso che può richiedere una riflessione attenta.
 
Tuttavia è assolutamente necessario tenere fermo un punto: se si prende la strada dei ragionamenti da ‘pendio scivoloso‘ (slippery slope), per cui, siccome ci sono casi limite controversi, allora tutto finisce per essere di diritto controverso e sanzionabile, beh deve essere chiaro che con ciò la libertà di parola e opinione è finita, stecchita, morta e sepolta.
 
Se si immagina di dover fare le normative ordinarie pensando capziosamente agli stati di eccezione, alle casistiche dubbie, deve essere chiaro che con ciò arriviamo direttamente allo stato di polizia.
E uno stato di polizia in un mondo a trazione privatistica, governato dalla forza degli interessi privati, è assai peggio di qualunque distopia orwelliana possiamo immaginare.
 
Quando si comincia a chiedere di correggere moralmente il linguaggio, come quando si chiede di bloccare preventivamente l’espressione del falso, deve essere chiaro che pretese del genere potrebbero avere un senso (un senso rischioso, beninteso) soltanto in un mondo in cui ogni sforzo pubblico viene fatto per costruire una solida e condivisa morale pubblica, ed una solida e condivisa conoscenza pubblica.
 
Siccome il mondo in cui oggi ci muoviamo va, più di ogni altra epoca nella storia, in direzione esattamente opposta a quell’edificazione di una morale e conoscenza pubblicamente accomunante, ne segue che ogni pretesa di limitazione di cui sopra, nel nome della morale e del vero, finisce per essere di fatto solo un esercizio di prevaricazione lobbystica, solo l’ennesima espressione del diritto del più forte.

FONTE: http://antropologiafilosofica.altervista.org/nota-filosofica-a-margine-sul-tema-della-liberta-di-parola/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Come reagire a censure ed esclusioni?

Marcello Veneziani, La Verità 12 gennaio 2021

Europa o mezza America si sente oppressa, esclusa, censurata, offesa. Si sente oppressa per le restrizioni che subisce a causa della pandemia, anche se in gran parte ne comprende la necessità, ma non intravede sbocchi, vede precipitare la situazione sociale e reputa folle il modo in cui si abbattono le misure, inefficaci alla prova dei dati e schizofreniche nello psicodramma a colori che stiamo vivendo.

Poi metà dell’opinione pubblica si sente censurata ed esclusa perché vede chiudersi ogni giorno spazi di libertà e di libero pensiero, vede sempre più allineati e conformi gli organi di informazione – che diventano sempre più organi di riproduzione del pensiero unico e organi adatti solo alla minzione; vede che persino strumenti privati e considerati neutrali, come i social media, adottano censure, espulsioni, sospensioni, oscuramenti (l’ultimo, Parler). Sempre e solo da un versante, il nostro.

Infine, metà opinione pubblica si sente offesa perché assimilata alle frange più estreme ed esagitate: chi ha opinioni diverse o difformi viene schiacciato sulle posizioni dei negazionisti, dei no vax, dei fanatici i che hanno invaso il Senato per un quarto d’ora di sovranità e per scattarsi le foto-ricordo. È come se riducessimo le opinioni dem o progressiste alle posizioni estreme degli antifa, dei black lives matter, di chi abbatte statue, degli anarco-insurrezionalisti o dei fanatici eversivi, terroristi o residui del comunismo.

Potremmo chiamarla reductio ad sciamanum, la riduzione di chi non la pensa come il Potere comanda alla figura caricaturale del cosiddetto sciamano (il caso Meloni è esemplare). Sarebbe interessante approfondire e chiedersi: se davvero come dicono i media lo “sciamano” guidava gli insorti di Washington perché ha agito indisturbato e in favore di telecamere, perché non è stato arrestato subito anziché consentirgli di fare quel lungo e assurdo show? Hanno perfino ucciso donne disarmate… Serviva un testimonial così per ridicolizzare chi sostiene Trump? Ma non perdiamoci nella dietrologia, guardiamo avanti.

Questa metà dell’opinione pubblica italo-occidentale (alla quale sentiamo di appartenere) si sente oppressa, censurata, esclusa e offesa e avverte l’impossibilità di cambiare le cose perché il suo voto è sottoposto a una serie di pressioni, ricatti, deviazioni, modificazioni che annullano i verdetti delle urne. E quando riesce a prevalere col voto avverte che è quasi impossibile governare senza subire sanzioni, conventio ad excludendum, empeachment, campagne di allarme e mobilitazione. Ha riguardato Trump, ha riguardato di striscio Salvini al governo, riguardò Berlusconi, riguarda Orban ma anche Johnson e altri leader eletti e rieletti con voto libero e democratico, che mai hanno aperto scenari di guerra o disastri sociali, dittature o persecuzioni, pur continuamente annunciati dal sistema globale. Dall’altra parte il mondo occidentale si inginocchia all’unica gigantesca dittatura che c’è sul pianeta, la Cina comunista…

Ora, bando al vittimismo e alle giaculatorie, cosa resta da fare? Innanzitutto l’autocritica è necessaria, per capire e non ripetere gli errori, per isolare i fanatici che sono ai margini estremi di ogni posizione; e per giudicare le cose con senso critico. Abbiamo sempre detto che Trump alla fine era preferibile ai suoi nemici, e lo confermiamo; ma senza risparmiarci di criticare i suoi errori, le sue colpe, il suo egotismo, le sue esagerazioni e la sua pacchianeria. Lo dicevamo ieri quando era al potere, lo diciamo oggi. Superate il trumpismo.

C’è chi propone di ritirarsi nei propri accampamenti: se i social censurano passiamo a quelli alternativi, dicono i passaparola, adottiamo social alternativi (Telegram, Signal, Rumble o piattaforme come MeWe.com, Parler). Ma sarebbe un’autoghettizzazione magari funzionale allo stesso potere dominante; può valere se si tratta di ristrette aristocrazie ma ha esiti inibitori se si rivolge a tutti e vuol incidere sulle masse. Sarebbe giusto aprire posizioni alternative ma senza escludersi da quelle dominanti (Facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, YouTube); finché è possibile.

C’è chi viceversa ritiene necessaria l’azione diretta, il conflitto aperto: ma l’abisso che si è scavato tra i due schieramenti, e l’assenza o il tradimento di chi dovrebbe essere superpartes o almeno extra partes, porta a una forma di guerra civile fredda, o tiepida. L’odio reciproco ha raggiunto livelli che solo una “guerra” o una rivoluzione può risolvere, in un modo o nell’altro. Ma la violenza è un male in sé, non è un rimedio e produce alla fine danni peggiori di quelli che vuole evitare. E non vince chi ha ragione, ma solo chi è più forte o ha più mezzi.

Le soluzioni che restano a questo punto sono di due tipi: una è quella di caldeggiare una risposta politica e culturale, realistica e strutturata e incalzare le opposizioni e chiamarle alle loro responsabilità; e dove il dissenso vada in piazza, preferire una forma di resistenza civile di tipo gandhiano, non violenta ma tenace; l’unica possibile quando ti opponi all’Apparato di un Impero.

L’altra, comprensibile soprattutto per i più anziani, è ritirarsi dalla vita pubblica, ripiegare nella propria vita, nei propri affetti, ideali e interessi, mantenere magari un giudizio e un atteggiamento di distanza e di critica, ma occupandosi d’altro e frequentando cenacoli ristretti in cui sentirsi a proprio agio. Altre soluzioni sono gradazioni intermedie tra queste due risposte, ma non fuori di esse. Ho provato a fare un discorso per adulti; se invece volete fiabe per bambini, tra mostri e war games, rivolgetevi ad altri.

FONTE: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/come-reagire-a-censure-ed-esclusioni/

 

 

Rizzo (comunisti) critica gli Usa e Facebook gli blocca l’account. «Censura»

Il segretario del Partito comunista: «Non ho violato la policy di Facebook, ma solo espresso un’opinione politica». Al centro un post che confronta il golpe in Ucraina e assalto a Capitol hill

Rizzo (comunisti) critica gli Usa e Facebook gli blocca l'account. «Censura»

Sospensione dell’account per 30 giorni, parziale oscuramento dei contenuti della pagina personale, rimozione di un post. Decisioni prese da Facebook nei confronti di Marco Rizzo, segretario del Partito comunista di cui il 21 gennaio si celebra il centenario della fondazione, dopo la pubblicazione sul social di un commento critico nei confronti degli Stati Uniti dopo i fatti dell’assalto a Capitol hill a Washington a seguito di un comizio di Donald Trump. Al presidente uscente degli Usa sono stati tolti gli account dei social, aprendo il dibattito sul tema della censura, e anche Rizzo protesta contro le scelte di Facebook.

Marco Rizzo

Marco Rizzo

Segretario, che cosa è accaduto?
«Martedì Facebook ha stabilito un ban totale per 30 giorni del mio account, salvo poi farlo decadere dopo poche ore, non so perché. Inoltre, la mia pagina ora funziona male, è lenta, c’è un parziale oscuramento dei contenuti. Terza cosa, rimozione di un post con elevatissimo consenso. Il motivo scatenante dell’intervento censorio del social è quest’ultimo».

Nel post si confronta quanto successo nel 2014 in Ucraina e i fatti del 6 gennaio negli Stati Uniti.
«Allora, in Ucraina, si parlò di un golpe in nome del popolo che si ribellava a una dittatura. Adesso, che tocca agli americani, gli autori dell’attacco sono descritti come eversivi. Nel post avevo aggiunto la foto del famoso sciamano. Nel mio profilo, dove segnalo ciò che ho subito, ora ho rimesso il testo ma senza foto, su consiglio dell’avvocato».

Facebook è intervenuto su segnalazione di utenti?
«Credo sia stato a causa di un algoritmo. Comunque, io non ho violato la policy di Facebook. Invece loro mi hanno anche inviato un messaggio per dire che la pagina potrebbe in futuro essere rimossa definitivamente. Ma io sono un leader di partito, ho espresso un’opinione politica. È in atto una grave violazione della Costituzione. Sto subendo un danno e valuterò che azioni legali prendere».

Facebook è una società privata.
«È una piattaforma privata che stipula contratti. Tuttavia, ha valore preminente nella comunicazione politica, i social sono una specie di monopolio, hanno una forza pubblica. Rammento per esempio che il premier Giuseppe Conte è su Facebook che comunicò il primo Dpcm anti-Covid. Ci vorrebbe una par condicio come per le tv. È intollerante e incredibile che i giganti del web possano decidere sui contenuti e a chi prestare la loro cassa di risonanza».

FONTE: https://www.corriere.it/politica/21_gennaio_13/rizzo-comunisti-critica-usa-facebook-blocca-l-account-censura-8809a252-5591-11eb-a877-0f4e7aa8047a.shtml

 

 

 

 

Robert David STEELE, Charlie WARD e Simon PARKES sui retroscena in USA dopo l’assalto del Campidoglio

 John Cooper –

VIDEO QUI:

In questo video Robert David Steele (Ex agente CIA), Charlie Ward e Simon Parkes, parlano dei possibili retroscena e di cosa può accadere ora in USA dopo l’assalto del Campidoglio avvenuto il 6 gennaio 2021. Tutti sembrano concordi sul fatto che si sia trattato di un evento pianificato, e che non si è trattatto invece di semplici cittadini esausti dei soprusi e della corruzione.

FONTE: https://www.detoxed.info/robert-david-steele-charlie-ward-simon-parkes-retroscena-usa-dopo-assalto-campidoglio/

 

ECONOMIA

Le Corporations (le chiamano così, ma si tratta – come sapete – di un’unica entità sovranazionale che condiziona i governi di tutto il mondo occidentale e detiene il potere di decidere della vita di ognuno di noi) fanno terra bruciata attorno al presidente uscente americano: dopo avergli chiuso tutti i social ed esser stato incriminato “per insurrezione”, gli Istituti di credito gli hanno chiuso i conti ed impedito l’utilizzo delle carte di credito. Intanto Facebook, Apple e Google bloccano milioni di profili, Airbnb cancella le prenotazioni degli alloggi ai suoi militanti, le Compagnie aeree cancellano i voli della famiglia di Trump e di tutti coloro che interagiscono con loro, Paypal blocca le raccolte fondi di WeThePeople e altre organizzazioni politiche vicine al Presidente.
Big Tech ha chiuso i server a Parler (che sembrava un’alternativa a Twitter) e Gab si muove tra mille difficoltà (anche al suo CEO ed alla famiglia hanno chiuso Conti bancari, Paypal, VISA etc..).
Whatsapp ha cambiato le regole di servizio, i suoi bot controlleranno ogni contenuto pubblicato e lo trasmetteranno ad un centro dati che lo immagazzinerà per 10 anni.
E’ tempo di uscire dai social, dalla moneta elettronica e dalle banche!
L'immagine può contenere: 1 persona, il seguente testo "Barron Trump @ActualBarron @ActualBarron 6 Following 30.3K Followers Account suspended Twitter suspends accounts that violate the Twitter Rules."
Le *colpe* ma poi quali colpe? Dei padri non dovrebbero ricadere sui figli.. Ed invece no siamo tornati indietro di 1000 anni..
E una società così concepita mi rivolta lo stomaco. Ma ancor di più mi rivolta lo stomaco di essere circondata da idioti che scambiano un influenza per una pandemia e stanno permettendo con la loro ipocondria e nell’indifferenza più totale tutto questo

FONTE: https://www.facebook.com/lisa.stanton111/posts/3899327980085449

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Decreto legge 5 gennaio 2021: Tso autorizzato?

Decreto legge 5 gennaio 2021: Tso autorizzato?

Sembra proprio che nell’ultimo decreto legge pubblicato in gazzetta ufficiale ci sia una brutta sorpresa per tutti coloro che credono nel diritto fondamentale alla libertà di scelta terapeutica: in barba alla legge sul consenso informato, si autorizza la possibilità di agire contro la volontà espressa dal paziente o dal suo tutore!
Stiamo parlando del DL n.1 del 5 gennaio 2021, che potete leggere integralmente qui, sul sito della Gazzetta Ufficale.

Gravissimi, a nostro avviso, i contenuti dell’articolo 5, che dovrebbero destare più di una preoccupazione in tutti coloro che hanno tra i propri cari persone che risiedono in strutture sanitarie (tra cui le famose RSA) e residenze per anziani.

Art. 5 
 
Manifestazione del consenso al trattamento sanitario del vaccino anti
  Covid-19  per  i  soggetti  incapaci  ricoverati  presso  strutture
  sanitarie assistite

Qui si descrivono quali accortezze vengono imposte nella proposta di vaccinazione per il Covid-19. Si fa un gran dire, inizialmente, di consenso informato, richiamando anche l’apposita legge che ricordiamo essere la 219 de 2017.

1.  Le  persone  incapaci  ricoverate  presso  strutture  sanitarie
assistite, comunque denominate, esprimono il consenso al  trattamento
sanitario per le vaccinazioni  anti  Covid-19  del  piano  strategico
nazionale di cui all'articolo 1, comma 457, della legge  30  dicembre
2020, n. 178, a mezzo del relativo tutore, curatore o  amministratore
di sostegno, ovvero del fiduciario di cui all'articolo 4 della  legge
22 dicembre 2017, n. 219, e comunque nel rispetto di quanto  previsto
dall'articolo 3 della stessa legge n. 219 del 2017 e  della  volonta'
eventualmente gia' espressa  dall'interessato  ai  sensi  del  citato
articolo 4 registrata nella banca dati di cui all'articolo  1,  comma
418, della legge 27 dicembre 2017,  n.  205,  ovvero  di  quella  che
avrebbe presumibilmente espresso ove capace di intendere e di volere.

si specifica anche che:

4. Il consenso di cui al comma 3, reso in conformita' alla volonta'
dell'interessato espressa ai sensi degli articoli 3 e 4  della  legge
n. 219 del 2017 o, in difetto, in conformita' a quella delle  persone
di cui al primo periodo dello stesso comma  3,  e'  immediatamente  e
definitivamente efficace. Il consenso non  puo'  essere  espresso  in
difformita' dalla volonta' dell'interessato, espressa ai sensi  degli
articoli 3 e 4 della legge n. 219 del 2017 o, in difetto,  da  quella
delle  persone  di  cui  al  primo  periodo  dello  stesso  comma  3.

Tutto bene, direte voi…I problemi arrivano dopo, quando si comincia a parlare di cosa può accadere in caso di rifiuto della vaccinazione proposta (da parte dell’interessato o dal conigue, parente, tutore, ecc). Prosegue l’art.4:

Nondimeno,  in  caso  di  rifiuto  di  queste  ultime,  il  direttore
sanitario,  o  il  responsabile  medico  della   struttura   in   cui
l'interessato e' ricoverato, ovvero il direttore sanitario della  ASL
o il suo delegato, puo' richiedere, con ricorso al  giudice  tutelare
ai sensi dell'articolo 3, comma 5 della legge 22  dicembre  2017,  n.
219, di essere autorizzato a effettuare comunque la vaccinazione.

Ci scusino, ma stiamo parlando della possibilità di imporre il vaccino anche contro la volontà del diretto interessato e suoi rappresentanti???
Ricordiamo che il vaccino contro il Covid-19 è un prodotto sperimentale, provvisto di sola autorizzazione “d’emergenza”, condizionata ai dati che verranno raccolti nei prossimi anni.

Non è una “cura” e non presenta ad oggi un profilo di sicurezza certo e stabilito in maniera incontrovertibile, così come non è garantita l’efficacia né la sua durata nel tempo!!!
Ma non è finita qui, purtroppo: il giudice tutelare ha ben (si fa per dire) 48h di tempo per convalidare o negare la convalida della richiesta di vaccinazione. Altre 48h sono il limite fissato per la comunicazione di tale convalida o diniego; ma passati questi termini, notare bene cosa accade:

9. Decorso il termine di  cui  al  comma  7  senza  che  sia  stata
effettuata la comunicazione ivi prevista,  il  consenso  espresso  ai
sensi del comma 5 si considera a ogni effetto convalidato e  acquista
definitiva efficacia ai fini della somministrazione del vaccino. "

In conclusione, ravvisiamo un pericolo molto grave soprattutto per quegli anziani ricoverati 
in RSA, ospizi, case di riposo: non solo vengono privati da mesi della possibilità di 
intrattenersi e ricevere visite regolari da parte dei parenti stretti; non solo si era già 
decretata l'impossibilità di chiederne le dimissioni durante l'emergenza, ora si arriva a 
prenderli come bersaglio di "consensi" che non sono affatto tali! Il coniuge, il figlio, 
chiunque rappresenti la famiglia e i parenti stretti, anche in caso di rifiuto potrà vedersi 
vaccinato il proprio caro, magari anche contro quelle che erano le sue volontà, per decisione 
diretta del dirigente o del responsabile sanitario, se non dal dirigente Asl, che magari 
nemmeno conoscono il diretto interessato...

Non abbiamo purtroppo consigli per potervi difendere da questa deriva, se non quello di vigilare attentamente, rendersi sempre reperibili e cercare di ottenere informazioni al riguardo, rivolgendosi anche ad un legale se si sospettano manovre poco chiare.
E’ gravissimo che si cerchi un modo per bypassare le volontà di persone che, si è deciso, devono invece essere sottoposte ad una sperimentazione, perdipiù richiamando quella stessa legge che avrebbe dovuto tutelarle.

Chiudiamo con la speranza che questo triste capitolo di storia si concluda al più presto.

FONTE: https://www.corvelva.it/approfondimenti/notizie/covid19/decreto-legge-5-gennaio-2021-tso-autorizzato.html

Disonora il padre e la madre

Marcello Veneziani 14 gennaio 2021

Genitore 1 a genitore 2, passo e chiudo la famiglia. Non è una comunicazione in codice della Volante ma è il nuovo codice della famiglia, già adottato in mezza Europa e ora negli Stati Uniti e ripristinato in questi giorni da noi da questo governo (come annunciato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, sulla carta d’identità dei minori tornerà la dicitura “genitore 1 e genitore 2”); noi che siamo provinciali e ci adeguiamo sempre “all’estero”, come dicono gli idioti, ma in differita. La cancel culture non cancella solo i grandi del passato, ma anche la madre e il padre. La famiglia finisce in coda, prendi il numeretto e ti metti in fila. Magari sarà previsto anche un genitore 3, 4, e così via o i genitori decimali, dopo la virgola. Non importa il sesso e l’effettivo rapporto col minore, basta avere i numeri.

L’abolizione del Padre, ente superfluo, ha preceduto solo di qualche anno la soppressione di un altro ente inutile, la Madre, anzi la Mamma come la chiamavano i mammiferi preistorici. Per le famiglie numerose procediamo alla separazione dei beni filiali, il genitore 1 si cura dei figli dalla fila dispari, il genitore 2 di quelli dalla fila pari. Io che sono figlio 4, sarei capitato con genitore 2, ma non so chi sarebbe stato dei due. Primo è il maschio, come si faceva nel tempo maschilista o vale il detto “nelle case dei galantuomini prima la femmina e poi l’omini”? Forse in ordine d’arrivo, come i numeretti alla posta. L’abolizione di padre e madre, ridotti a genere neutro, nasce dalla “delicatezza” di non offendere le unioni gay, ma è la prova, anche semantica, che il danno di cui ci preoccupiamo noi fanatici non è la legittimazione delle unioni gay ma l’abolizione della civiltà fondata sul padre e sulla madre.

Dopo genitore 1 e genitore 2, la giurisdemenza italoeuropea ha lanciato due nuove norme a tutela della doppiezza. Una è famosa, il doppio cognome. Perché complicare la vita delle persone affibbiando due cognomi? E quando si passa alla generazione seguente i cognomi saranno quattro e via via aumentano? Per ripararsi da cognomi infiniti che sembrano la caricatura dei duchi di una volta, le proposte in campo sono due: l’ordine alfabetico (così estinguendo i cognomi in V o Z) o la scelta. Ovvero a caso o a capriccio. Avrebbe più senso adottare il cognome materno piuttosto che questo doppio cognome con selezione alfabetica o a piacere. E perché non il nickname? L’importante è separare il singolo dalla famiglia.

Ma questa euro-idiozia è surclassata da quella adottata da molte università italiane, non solo angloamericane: gli studenti transessuali hanno diritto a due libretti universitari, uno al maschile e uno al femminile, e tu poi scegli come ti gira. Libretti sartoriali, cuciti ad personam e ad libitum. Ma se ti appelli al buonsenso, alla semplice realtà e alla storia del mondo, passi tu per rozzo e multifobico. In ambo i casi raddoppia la burocrazia e s’accoppia alla demenza. Da quell’unione insana nasce lo scemo a norma di legge. Libero di farsi e disfarsi, ribattezzarsi e far coppia da solo, con sesso e cognome a piacere. Cancellano il padre e la madre, il nome e il sesso, la ragione e la dignità umana.

FONTE: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/disonora-il-padre-e-la-madre/

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Il negazionista Trump ha vaccinato più dei liberalprogressisti

Rosanna Spadini – 14 01 2021

A differenza di quanto ci raccontano i profeti della disinformazione liberal progressista, come Mentana, Gruber, Formigli, Vespa, Travaglio…

Negli Usa il “negazionista” Trump ha fatto meno morti di noi e ha vaccinato più di noi…

Che strano vero???

#Usa: morti per milione di ab 1187;
#Italia morti per milione di ab 1330

https://www.worldometers.info/coronavirus/

FONTE: https://www.facebook.com/rosanna.spadini/posts/4190630747631733

 

 

 

Tutte le truffe che i popoli hanno subito e subiranno a breve in eterna accelerazione

13 01 2021
Al netto di tutte le truffe che i popoli hanno subito e subiranno a breve in eterna accelerazione.
Al netto della stupidità umana, dell’ignoranza, degli errori e dei mea culpa mai espressi, dei pii desideri pubblicitari che verranno infranti insieme alle nostre ossa… la realtà è questa e per molti ancora non basta.
Come cani dovrebbero aver il muso pigiato nella propria urina… ma temo ancora non potrebbero capire cercando una giustificazione.
Poverini!
Il Papa è formalmente guida spirituale del Concilio del Capitalismo Inclusivo insieme a Rothschild, Rockfeller, VISA, ALLIANZ, Merck, Johnson & Johnson, Bank of America, BP, Brunello Cucinelli, Salesforce ecc. ecc.
Altro che guida e rappresentante dei popoli credenti.
Copio dal sito:
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Council for Inclusive Capitalism with the Vatican
OUR MEMBERS
The Council is led by Guardian CEOs and global leaders who commit their organizations to specific actions that create long-term value for all stakeholders. To build thriving economies and societies, we invite organizations and leaders to join as Stewards. Together with the Guardians, they will make their own commitments, scaling actions to improve outcomes for people and the planet.
$10.5 TRILLION
in assets under management
$2.1 TRILLION
in market capitalization
Representing over 200 MILLION WORKERS
Offices spread across 163 COUNTRIES and territories
MEET OUR GUARDIANS
BECOME A STEWARD
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Council for Inclusive Capitalism with the Vatican
INCLUSIVECAPITALISM.COM
Council for Inclusive Capitalism with the Vatican

Council for Inclusive Capitalism with the Vatican

FONTE: https://www.facebook.com/peter.saintbull

 

 

Cina: sembra che il potere dei soldi possa essere limitato.  

Trovo su Insideover questo articolo, che mi sembra fatto apposta per sollecitare commenti:
Condanne a morte e tycoon scomparsi: il terremoto interno che scuote la Cina
12 gennaio 2021

La misteriosa scomparsa di Jack Ma, l’uomo più ricco della Cina nonché 17esimo al mondo con un patrimonio di 56 miliardi di dollari. La condanna a morte di Lai Xiaomin, ex presidente di China Huarong Asset Management, una delle più grandi società di gestione patrimoniale controllate dalla Cina, per “corruzione e bigamia”. Il silenzio su Alibaba, azienda finita in una vicenda finanziaria più grande di lei. Che si tratti di un regolamento di conti interno al sistema politico cinese o di un tentativo di salvaguardarlo di fronte ad ambigue scalate, il punto non cambia. Oltre la Muraglia, è in corso una sorta di terremoto che, in un caso o nell’altro, scuoterà le fondamenta del gigante asiatico.

Per spiegare che cosa sta succedendo in Cina, e come potrebbe risolversi la faccenda, bisogna fare un’analisi molto più approfondita dei classici luoghi comuni tirati in ballo dai media negli ultimi giorni. Prima di tutto: qual è il filo rosso che lega Jack Ma e Lai Xiaomin? All’apparenza, non sembrerebbero esserci collegamenti. In realtà, le punizioni inflitte ai due paperoni cinesi convergono verso un unico punto, visto che entrambi, con le loro azioni, hanno osato mettere a repentaglio il mantenimento del sistema politico-economico alla base del successo della Cina.

Il limite da non superare

Ma ha cercato di trasformare la sua creatura, Ant Group (parte del colosso Alibaba, sempre di proprietà di Ma), in un colosso mai visto prima. Peccato che il più grande gruppo finanziario online, nonché più grande unicorno fintech al mondo, ha spaventato il Partito Comunista cinese al punto da costringerlo all’extrema ratio. Brevissima sintesi: Ant era pronta a essere quotata presso la Borsa cinese, in contemporanea a Shanghai e Hong Kong, attraverso una ipo (cioè un’offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato). In caso di fumata bianca, Ant avrebbe raggiunto un valore di 313 miliardi di dollari e il signor Ma intascato 34,5 miliardi.

Poco prima dell’operazione finanziaria, il governo cinese ha varato nuove leggi sul microcredito che hanno ridimensionato le potenzialità del gruppo. In seguito alle critiche di Jack Ma all’indirizzo dei regolatori cinesi, si sono perse le tracce dell’imprenditore (secondo alcuni si sarebbe semplicemente defilato dai riflettori), mentre Alibaba è finita sotto inchiesta per comportamento monopolistico. È possibile che quanto successo possa essere spiegato con la volontà di Pechino di prendere le redini di Ant? Non è da escludere, anche se la spiegazione potrebbe essere un’altra.

A difesa del sistema

Il patron di Alibaba e Ant è stato punito in maniera molto soft. Soprattutto se paragoniamo la sua scomparsa alla sorte capitata a Lai Xiaomin. Il signor Lai è stato giudicato colpevole dal Tribunale Secondario Intermedio del Popolo di Tianjin di aver ottenuto 215 milioni di euro in mazzette. Non solo: i giudici hanno sottolineato che le azioni del tycoon hanno messo a rischio (e avrebbero continuato a farlo) la sicurezza finanziaria del Paese. Morale della favola: pena capitale, che potrebbe essere commutata in un più morbido ergastolo. Sia chiaro, le colpe di Ma è Lai sono ben differenti: uno ha tentato un azzardo economico, seguito da qualche parola di troppo; l’altro ha intascato tangenti, macchiandosi di un vero e proprio reato. L’errore commesso dai due ricconi è però identico: sfidare il potere statale, cercando addirittura di superarlo.

In generale, la Cina dà ampio spazio al settore privato. Ma questo non può né potrà mai essere così ampio da poter dettare le proprie preferenze allo Stato (e dunque al Partito Comunista cinese). Il terremoto provocato da Pechino, quindi, può essere considerato alla stregua di una febbre autoindotta. Il fine ultimo di questa febbre? Eliminare le minacce organiche interne. I ricchissimi imprenditori cinesi e le super aziende possono operare in tutta tranquillità, a patto che non acquistino un ruolo politico – ovvero la capacità di imporre preferenze al governo – troppo ingombrante.

Federico Giuliani

Da qui:

Lai Xiaomin
IT.INSIDEOVER.COM “https://it.insideover.com/politica/condanne-a-morte-e-tycoon-scomparsi-il-terremoto-interno-che-scuote-la-cina.html”
Condanne a morte e tycoon scomparsi: il terremoto che scuote la Cina
La Cina dà ampio spazio al settore privato.
Questo non può tuttavia essere così ampio al punto di influenzare lo Stato

FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/notizie-dal-mondo/cina-sembra-che-il-potere-dei-soldi-possa-essere-limitato/

 

 

 

POLITICA

Renzi è il puparo dell’Alta Finanza globalista

Federica Francesconi – 14 01 2021
Renzi è il puparo dell’Alta Finanza globalista, l’esecutore del piano di distruzione che ha come mandante l’UE, reclutato da anni per freddare con un colpo alla nuca il corpo già martoriato del nostro paese. È, inoltre, l’amicone dell’establishment dei Democratici amaericani, coinvolto nei brogli elettorali delle Presidenziale USA insieme al suo amico Generale “baciamano”. Non mi sorprende cha abbia aperto la crisi di governo, una farsa, all’indomani della proclamazione da parte del Congresso di Biden come Presidente. L’elezione di Biden era il segnale che quest’essere, più viscido della vasellina, aspettava per dare inizio alle danze.
Non aspettatevi le elezioni anticipate. Sono tutti d’accordo con il cambio di guardia, da Conte, che finge di fare l’offeso in attesa di ricevere un nuovo incarico da ministro, ai parlamentari 5 Stelle, che sono diventati una cosa sola con le poltrone che occupano, fino all’entità che occupa il Quirinale, anche lui esecutore della sentenza di condanna a morte del Paese.
Il cambio di guardia può solo peggiorare le cose, inasprire le surreali condizioni di prigionia in cui si trovano 60 milioni di cittadini e aggravare lo sfacelo economico in atto.
Renzi e i suoi kapò sono gli aguzzini ideali per accelerare l’agonia dell’Italia.
Ne vedremo delle belle.
FONTE: https://www.facebook.com/federica.francesconi.3/posts/10221195911265103

 

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