Il nobile pentimento di Rampini

Il nobile “pentimento” di Rampini

Manlio Lo Presti – 25 novembre 2020

 

Nel suo libro “Il tradimento”, il noto giornalista Federico Rampini, aprtamente collocato nella sinistra Dem – sezione classe alta, con formazione in costosissime ed elitarie università americane progressiste – dimostra una grande onestà nel descrivere minuziosamente come il liberismo, il buonismo ed il politicamente corretto di marca Dem non abbiano risolto i problemi delle diseguaglianze sociali ed economiche che si sono inasprite negli USA proprio sotto la guida di presidenti democratici.

Le presidenze democratiche hanno promesso molto e mantenuto pochissimo, specialmente nel settore bancario e finanziario, ne settore informatico (Apple, Microsoft, Facebook), distributivo (Amazon, Walmart, McDonald, ecc.) .  Le élites  progressiste non hanno impedito a questi colossi di evadere le tasse  dopo aver spostato le residenze fiscali in Stati che hanno ceduto ai ricatti delle multinazionali offrendo loro una tassazione di entità ridicola. Fra loro il posto d’nore spetta all’Irlanda, ma seguono a pari merito l’Olanda, la repubblica di S. Marino, il Liechtenstein, Andorra, il Lussemburgo il cui gotha bancario e finanziario è riuscito a insediare ai vertici di Bruxelles un loro uomo!

Il testo si snoda in cinque capitoli e finisce con tre conclusioni su come “salvare la democrazia”. L’Autore affronta argomenti difficili come l’immigrazione, la Jihad, come l’estremismo delle formazioni combattenti non vada identificato con la religione islamica. Tuttavia, non indaga su coloro che hanno e stanno finanziando le “primavere arabe” e le formazioni che imperversano ovunque oggi.

Sul tema dell’immigrazione, l’Autore non nasconde le sue opinioni buoniste affermando, dimostrandolo con una semplice citazione di studi ovviamente nordamericani dei quali Egli si fida ciecamente e idelogicamente a priori, che gli immigrati della prima ondata rappresentano dei costi  a carico della collettività. La seconda generazione invece produce reddito ed è in grado di pagare le tasse coprendo i costi. Qusto studio citato riguarda il sistema USA.

Sul sistema europeo, egli tace …

Con ottimo stile giornalistico egli evidenzia il peso crescente della Cina sulla scena mondiale. Un Paese in impetuosacrscita che sta condizionando le strategie USA.

Il libro parla anche di Putin ma con enfasi minore. Fa capire fra le righe – e fuori dal compatticcismo coro buonista i mmigrazionista chic – di non credere alla volontà russa di incidere sulle scelte elettorali del presidente USA.

Sul terrorismo Rampini si fa più guardingo. Spiega, con buona volontà didattica e diligente, i pericoli del terrorismo arrivando a citare perfino Assange e il suo sito https://wikileaks.org/ , non mancando di porre in evidenza le critiche sulla faziosità antiamericana di Assange.

L’Autore è da sempre apertamente e incondizionatamente filoamericano.

Negli USA ha fatto la sua fortuna professionale anche se egli non manca di puntualizzare di essere stato nei 3/4 delle terre emerse del pianeta.

Rampini offre qualche buona intuizione economica contro le disuguaglianze, evidenzia i pericoli della robotica che sta eliminando gran parte del lavoro umano attuale. Nessuno si sta occupando seriamente, egli dice, dei pericoli della robotizazione. Una tendenza che danneggia i livelli occupazionali e aumenta vertiginosamente il numero degli espulsi dai cicli produttivi, incrementando così l’esercito dei senza-lavoro.

Nelle tre conclusioni, racchiuse nel tema “salvare la democrazia” l’Autore mostra equilibrio e sua personale immunità alle propagande progressiste.

Non manca di precisare, sia pure sotto la abile copertura di argomentazioni condivisibili, che coloro che votano a destra hanno una istruzione inferiore. Egli cita analisi di centri studi americani, ovviamente, ma non evidenzia le tendenze ideologiche di questi centri.

La generica accusa di inferiorità culturale della destra è un argomento che viene strombazzato da tutta la megamacchina informativa in mani Dem, con tracce di odio-emesso-dalla-parte-giusta.

Infine, Egli precisa, con acribia ultranotarile, che gli  Stati di destra sono collocati prevalentemente all’interno degli USA. I progressisti si concentrano nelle coste, nelle metropoli simbolo di progresso (quale?) di mescolanza razziale, di inclusione (quale?), di multiculturalismo: insomma, lo stremuentario del buon proigressista ottimista che c’è in lui.

Comunque, come direbbe Shakespeare, “egli è uomo d’onore” e quindi  merita il mio aperto apprezzamento, per il peso che può avere la mia opinione …

Il libro ha molte informazioni, si legge senza fatica, scorre e incuriosisce, se non altro per il coraggio e l’onestà intellettuale di un Autore notoriamente buonista, atlantista, globalista, dem affermando che gran parte dei suoi sodali, e anche lui, hanno sbagliato e hanno tradito le promesse di uguaglianza, di anticlassismo, di sviluppo economico e sociale.

Chapeau!

Federico Rampini, Il tradimento, Mondadori, 2016, Pag. 197, € 17,00

 

TEMI TRATTATI

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