RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 7 DICEMBRE 2021 

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

7 DICEMBRE 2021 

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Dubbio. Non deve significa altro che essere vigilanti: diversamente, potrebbe divenire pericoloso.

GEORG Ch. LICHTENBERG, Osservazioni e pensieri, Einaudi, 1966, pag. 154

 

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SOMMARIO

IL POST COLONIALISMO DELLE BICICLETTE “GREEN”
L’identità del nuovo essere umano: un QR code
Il consenso è estorto. E non era “informato”.
Così i miliardari tagliano il ramo su cui sono seduti?
ESISTI SE SEI DENTRO I MEDIA
Der Impfpass – Un racconto kafkiano
Vangelo e vaccino: il manifesto della Caritas sulla ‘salvezza’ fa discutere
MORTI MISTERIOSE E NESSUNA CORRELAZIONE
UE: niente “buon Natale”. Imam Pallavicini (Coreis): “imbarazzante negare augurio spontaneo”
6 Dicembre 2021, 17:18
La Siria denuncia il saccheggio dell’80% del suo petrolio da parte di USA e milizie curde
Russia e India firmano accordi in ambito militare
IL NUOVO ORDINE DIGITALE
Meluzzi: accelerano, temono che la strage diventi vistosa
Altro che verde: le banche finanziano petrolio e carbone
L’inflazione sta bruciando i risparmi, chi si salverà?
IL DIRITTO REALE DI GODIMENTO ASSOLUTO DELLA LIBERTÀ
Chi è Ursula von der Leyen: marito, figli, età, altezza, peso, biografia e curriculum
Il trattato Draghi-Macron secondo Meyssan
Covid e clima, Galloni: chi inventa le emergenze, e perché
Effetto domino, ecco perché si parla sempre più di elezioni anticipate. Il retroscena
“Misure sanitarie”? La deroga al Super Green Pass con cui il governo Draghi getta (definitivamente) la maschera

 

 

 

EDITORIALE

IL POST COLONIALISMO DELLE BICICLETTE “GREEN”

Il post colonialismo delle biciclette “green”In molti avrete notato che il livello di intensità della propaganda in favore della mobilità verde sta crescendo esponenzialmente. Vengono elencate e analizzate le potenzialità ecologiche, ma sono occultati i costi economici e umani causati da questa mirabolante svolta! In rete, alcuni periodici molto attenti ad allinearsi al pensiero dominante, con un atteggiamento finto-obiettivo hanno comunicato che il balzo delle vendite delle biciclette sta creando un mercato di 9 miliardi di euro. Viene diffusa la vendita di 350mila pezzi senza citare una fonte al riguardo e facendo riferimento ad un ministero che non è specificato, né la pagina che contiene questa interessante informazione.

Considerato che si parla di cifre importanti, di nuovo, non viene citata la fonte dello studio bancario Ifis della interessante vendita di oltre due milioni di biciclette. La recezione del rapporto è acritica, fideistica: va tutto bene! Nemmeno una riga di sospetto viene scritta sul fatto che tale rapporto viene elaborato da una banca che è sicuramente parte in causa di tale conversione. Quindi, parliamo di conflitto di interessi: il macellaio dice sempre che la sua carne è buona! Correttamente, è stato detto che il vertiginoso ed artificioso balzo in alto delle tariffe elettriche rende antieconomici i mezzi pubblici elettrici. Ma non bisognerebbe fermarsi qui! Parimenti, bisognerebbe andare oltre ed evidenziare i titanici costi delle cosiddette piste ciclabili che, in città come Roma, hanno allungato i tempi di trasporto e di spostamento con un traffico da Città del Messico generando un balzo di costi umani e di ore-uomo che andrebbe considerato come costo. Nessuno evidenzia che in città collinari come Roma (che ne ha sette!), tale mezzo di trasporto non avrà mai l’espansione sperata, ma questo è un dettaglio trascurabile, ovviamente!

In passato, con grande correttezza ed attenzione, Il Sole24ore ha analizzato i problemi del traffico e dei suoi costi economici ed umani in termini di ore-uomo sprecati. Oggi, lo stesso importante quotidiano economico e finanziario, accuratamente e furbescamente, tace sugli enormi oneri economici ed umani provocati dalla scelta ideologica del sostenibile-che-deve-passare-per-forza. Aggiungo che sarebbe palese se fosse data la giusta evidenza e visibilità al problema che le ridette piste sono state una scelta ideologica per sostenere ad ogni costo un ”green” ancora quasi totalmente alimentato da combustibili fossili. 

Infine, si continua ad occultare ipocritamente che l’elettrico è costruito su batterie prodotte dal Coltan, un materiale altamente tossico estratto da bambini africani inferiori a dieci anni e la cui morte non interessa nessuno perché getta una ignobile ombra sul megaprogetto neomalthusiano pauperista in corso. Si continua a tacere sui problemi dello smaltimento delle batterie sfruttate e con altissimo livello di inquinamento. Anche questi sono dettagli trascurabili, ovviamente! Nonostante la martellante e pervasiva propaganda pauperista globalista buonista neomaccartista, trovo che trasformare la penisola in una megalopoli asiatica e/o indiana infestata di biciclette e di ciclotaxi non sarà mai un segno di progresso, ma di povertà e arretratezza post-coloniale di ritorno, camuffata da pauperismo buonista.

È il “green” bellezza!

FONTE: https://www.opinione.it/societa/2021/12/06/manlio-lo-presti_livello-di-intensit%C3%A0-della-propaganda-ifis-il-sole24ore-citt%C3%A0-del-messico-coltan-green-bellezza-post-colonialismo/

 

 

 

IN EVIDENZA

L’identità del nuovo essere umano: un QR code

di Maurizio Lucca – 5 12 2021

ComeDonChisciotte.org

 

L’ordinanza 26 novembre 2021, n. 551, della sez. I del TAR Emilia – Romagna, Bologna, interviene per sospendere l’esclusione all’ammissione ad una prova selettiva per mancato riconoscimento del QR code da parte dell’app. “Verifica C19” se il soggetto presenta una certificazione cartacea della vaccinazione.

Il Green pass (GP) supera l’identità e la sua fisicità, il digitale segna la vita dal confinamento al lavoro, senza il riconoscimento e il controllo nulla può essere svolto, ciò che un tempo appariva fantasioso o impossibile ora (adesso) è la normalità, e se il sistema di riconoscimento sanitario non regge al traffico dei dati (nella rete da remoto) siamo esclusi (espulsi) dalla possibilità del bene della vita: poter sostenere una prova d’esame, dopo la prova dell’immunità vaccinale o da tampone (test antigenico rapido o molecolare).

Il GA affronta una questiona spinosa, essendo i ricorrenti non ammessi allo svolgimento del test di ammissione al corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia – Odontoiatria e Protesi Dentaria: i protocolli anti contagio sono rigidi non tanto nel verificare la presenza del virus quanto del documento digitale verde: il nuovo parametro costituzionale (a Costituzione invariata) sul quale si fonda l’ordine democratico e la solidarietà sociale, escludendo ogni forma di discriminazione verso coloro che pensano in modo diverso dal pensiero solidale (il c.d. mainstream): una visione mondialista del genere neutro dove all’umano si sostituisce un QR code.

Nel caso di specie, i ricorrenti sono stati esclusi dalla partecipazione al test di ammissione al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia con la testuale motivazione «Green pass non valido … escluso in quanto privo del Green pass (pur avendo quest’ultimo dimostrato l’avvenuta vaccinazione il…)».

Tuttavia, la parte resistente non ha chiarito la motivazione tecnico/giuridica dell’esclusione: i giudici, infatti, riferiscono che «non è possibile evincere con esattezza le ragioni dell’asserita predetta “non validità”, in ipotesi dipendente da possibile errore di lettura da parte dell’app. Verifica C19 o da tipologia di QR Code non scansionabile».

A nulla è valso (dura lex, sed lex) da parte dei ricorrenti la produzione (analogica) in sede di ammissione del “lasciapassare”, di cui al comma 2 dell’articolo 9, Certificazioni verdi COVID-19, del decreto legge del 22 aprile 2021 n. 52, munita di QR code.

Nell’ordinanza si osserva che:

«la contestata esclusione appare “prima facie” illegittima dal momento che il mancato riconoscimento del QR code da parte dell’app.VerificaC19 (in assenza di fondati dubbi sulla relativa autenticità) appare sanabile mediante esibizione della certificazione, comunque fidefaciente, circa l’avvenuta effettuazione del vaccino».

In termini più concreti, si evidenzia che la presentazione non digitale della certificazione di aver effettuato il siero legittima l’ingresso al test, visto che diversamente «opinando l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito (artt. 33 e 34 Cost.) quale il diritto allo studio o l’accesso ai pubblici uffici (artt. 51 e 97 Cost.) sarebbe inopinatamente condizionato dal funzionamento di un applicativo mobile»: disponendo, conseguentemente, l’ammissione urgente con riserva a sostenere la prova d’esame per l’accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, anche in sovrannumero rispetto ai posti disponibili.

In assenza della certificazione vaccinale cartacea si viene lecitamente esclusi dalla partecipazione alle prove d’ingresso, ai sensi dell’art. 9 bis, lett. i) del decreto legge del 22 aprile 2021 n. 52, che a far data dal 6 agosto 2021 è consentito l’accesso ai concorsi pubblici esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all’articolo 9, comma 2 e che, ai sensi dell’art. 13 DPCM 17 giugno 2021 [1].

Conclude il Tribunale che il ritardo nell’emissione della certificazione potrà essere oggetto di eventuale responsabilità civile del Ministero della Salute.

La sentenza nella sua chiara rappresentazione consolida un dato fattuale: senza QR code possiamo rischiare l’esclusione dalla vita sociale, è indispensabile portare la prova dell’avvenuta vaccinazione (ovvero, si potrebbe aggiungere, dell’avvenuta guarigione secondo le cure mediche esistenti, non necessariamente alternative alla vaccinazione).

La vaccinazione un obbligo imposto piuttosto che una scelta consapevole.

Ed allora se questo è il principio, se la vaccinazione può escludere il green pass, viene meno la sostanziale finalità di sanità pubblica complessivamente sottesa al sistema: «esso è, infatti, efficace a fini epidemiologici nella misura in cui il certificato sia soggetto a verifiche periodiche sulla sua persistente validità; ciò che è reso possibile dal costante aggiornamento, mediante la piattaforma nazionale DGC, dei certificati in base alle risultanze diagnostiche eventualmente sopravvenute» [2].

Ed in effetti, nemmeno risulta rilevante l’attività del medico del lavoro (ex d.lgs. n. 81/2008) in relazione alla sorveglianza sanitaria in ambito lavorativo, ossia la verifica dello stato di salute del lavoratore, visto che si può limitare l’ingresso al lavoro e la sua prestazione in base ad una sola valutazione sostanzialmente giuridica, fondata su un presupposto di natura tecnico-documentale (e non, quindi, su una visita medica): l’avvenuta sottoposizione alla procedura vaccinale in assenza della quale (per talune categorie professionali, in attesa dell’estensione tout court) i lavoratori devono considerarsi temporaneamente non idonei allo svolgimento delle normali attività lavorative [3].

La vaccinazione quale condizione (temporanea, ad effetti instabili) negoziale per definire le capacità lavorative (peraltro, verificata in sede concorsuale di assunzione, ex art. 97 Cost.): un presupposto del tutto estraneo al sinallagma contrattuale, oltre ai doveri di fedeltà verso il datore di lavoro (ex art. 2105 c.c.), ma tuttavia prevista quale requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021 [4].

Invero, scaduta la promozione vaccinale e l’emergenza sanitaria la capacità professionale si riespande dal deficit professionale e l’interessato (il lavoratore o il professionista) riprende tutte le abilità temporaneamente sospese: anche questo è un effetto avverso della pandemia.

La norma del comma 5, parte finale, dell’art. 1 del D.L. n. 127/2021, consente «al fine di semplificare e razionalizzare le verifiche …, i lavoratori possono richiedere di consegnare al proprio datore di lavoro copia della propria certificazione verde COVID-19», sottraendosi «per tutta la durata della relativa validità… dai controlli da parte dei rispettivi datori di lavoro» (una visione della c.d. privacy che in altri contesti non viene ammessa dalla legge e dal Regolamento UE 679/2016) [5], confermando, di riflesso, lo scopo evidente del “salvacondotto” che non risiede nell’accertare o meno la diffusione del virus (ossia, il contagio), come nelle intenzioni originarie dello strumento (misure transfrontaliere), quanto la “spinta gentile” (c.d. nudge) all’obbligo vaccinale, con una lettura a contrario degli artt. 2 e 32 Cost.: le contrarie “convinzioni personali” dei singoli, che trova rifugio nella lettura testuale delle norme cit., non possono essere bilanciate con il dovere di solidarietà sociale, correlato alla tutela collettiva del diritto alla salute [6].

Si potrebbe argomentare che esistono due verità (due pesi e due misure, dal Libro dei Proverbi di Salomone, Pv. 20/10): due alternanze dall’intervento autoritativo del c.d. biopotere, a tutela della salute pubblica (ex art. 32 Cost.), quale interesse della collettività e nei luoghi di lavoro, un bilanciamento di lecita imposizione (il vaccino) e concessa libertà (il GP).

È quanto mai desolante comprendere che le libertà naturali e individuali, raggiunte in secoli di Storia Patria, patrimonio di Trattati internazionali e Carte dei diritti dell’uomo, si possano piegare, distendere con una lettura orientata delle fonti in nome di un dogma sanitario, che non ammette rivali, quando ognuno di noi indistintamente è proiettato al bene comune: al benessere collettivo, quale patrimonio etico dell’umanità [7].

Appare evidente, senza andare oltre alle valutazioni fattuali e ai dati epidemiologici pubblici sui soggetti che possono contagiare (vaccinati e non vaccinati), il green pass più che uno strumento sanitario è uno strumento di controllo sociale, di sospensione temporanea di una moltitudine di libertà (quelle di movimento e di manifestare sono alcune), di intrusione abnorme e ingiustificata sulla sfera privata, addomesticando le menti al controllo del QR code, e correlato tracciamento[8], quale strumento necessario e utile di convivenza sociale: nel nostro interesse, d’altronde il vaccino è gratis (cosa pretendere? not else).

Maurizio Lucca

 

[1] La verifica delle certificazioni verdi COVID-19 è effettuata mediante la lettura del codice a barre bidimensionale, utilizzando esclusivamente l’applicazione mobile, che consente unicamente di controllare l’autenticità, la validità e l’integrità della certificazione, e di conoscere le generalità dell’intestatario, TAR Emilia – Romagna, Bologna sez. I, ord. 27 ottobre 2021, n. 496. Vedi, anche, D.P.C.M. 12 ottobre 2021Adozione delle linee guida in materia di condotta delle pubbliche amministrazioni per l’applicazione della disciplina in materia di obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde COVID-19 da parte del personale.

[3] Cfr. TAR Veneto, sez. III, 14 settembre 2021, n. 1084 e Cons. Stato, sez. III, 20 ottobre 2021, n. 7045, dove annota che «la profilassi vaccinale è efficace nell’evitare non solo la malattia, per lo più totalmente o, comunque, nelle sue forme più gravi, ma anche il contagio». Sul punto, vedi, AIFA, Informazioni generali sulla vaccinazione per COVID-19, aggiornamento 26 novembre 2021, FAQ 4, «Le persone vaccinate possono trasmettere comunque l’infezione ad altre persone? Lo scopo degli studi registrativi era di valutare l’efficacia dei vaccini nel proteggere dalla malattia COVID-19. Gli studi per stabilire se le persone vaccinate, infettate in modo asintomatico, possano contagiare altre persone sono in corso. Poiché è possibile che, nonostante l’immunità protettiva, in qualche caso il virus possa persistere nascosto nella mucosa nasale, le persone vaccinate e quelle che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19».

[4] Cfr. TAR Puglia, Lecce, sez. II, 5 agosto 2021, n. 480.

[5] Vedi, Garante PrivacyGreen Pass, le palestre non possono conservarne copia né registrare la data di scadenza, garanteprivacy.it, 3 settembre 2021, dove un componente del Garante per la protezione dei dati personali, evidenziava che «la disciplina sul Green Pass prevede che lo stesso debba – nei soli luoghi nei quali è necessario ai sensi di quanto previsto dalla legge – essere semplicemente esibito all’ingresso e debba essere letto dagli incaricati esclusivamente attraverso l’apposita App Verifica Covid-19 messa a punto dal Governo», escludendo il «titolo per acquisire la data di scadenza del Green Pass e conservare gli altri dati personali contenuti nel medesimo documento».

[6] Cfr. Cons. Stato, sez. III, ord., 11 novembre 2021, n. 6098 e TAR Friuli Venezia Giulia, Trieste, sez. I, 10 novembre 2021, n. 333, sul bilanciamento delle libertà individuali e il limite nell’adempimento dei doveri solidaristici, imposti a ciascuno per il bene della comunità cui appartiene, dove l’obbligo vaccinale garantirebbe che il diritto al lavoro del singolo si eserciti nel rispetto dell’interesse alla tutela della salute collettiva.

[7] I vincoli dell’uomo dovrebbero spingersi ad un fine comune, «le cose hanno verso l’uomo il rapporto di mezzo, le persone il rapporto di fine. Da questi due rapporti fondamentali discendono tutte le leggi morali che devono indirizzare il comportamento dell’uomo verso le cose e le persone… “L’uomo deve trattare le persone come un fine, cioè come aventi un proprio fine”», ROSMINI, Filosofia della politica, Siena, 2021, pag. 139 ss.

[8] Inteso come sorveglianza, con una proiezione verso la privazione della privacy personale dovuta al costante monitoraggio, «un nuovo cittadino che sia “programmabile”; un individuo che abbia rinunciato alla propria personalità… e che sia sempre “connesso” (quindi tracciato e schedato in tutti i suoi movimenti e abitudini) e che sia un entusiasta sostenitore dell’innovazione», PERUCCHIETTI, Cyberuomo. Dall’intelligenza artificiale all’ibrido uomo-macchina. L’alba del transumanesimo e il tramonto dell’umanità, Bologna, 2019, pag. 92.

FONTE: https://comedonchisciotte.org/lidentita-del-nuovo-essere-umano-un-qr-code/

 

 

 

Il consenso è estorto. E non era “informato”.

Come dubitare dei giudici italiani?  La Vedova può essere sicura della loro fedeltà e obbedienza a qualunque progetto richiesto nella logge estere. Qui abbiamo il caso di un povero carabiniere, morto a causa del  vaccino Covid ;  la causalità è stata provata; ma siccome la vittima  aveva firmato il “consenso informato” a farsi inoculare, non si può più fare nulla.  Non chiedere, soprattutto, risarcimento allo Stato.

Inutile sottolineare la gravità della sentenza. E  la sua disonesta radicale, insultante per  la dignità umana. Basta a lumeggiarla  l’esame dei due termini, “consenso “ “informato”.

consenso-informato

Il consenso è stato estorto – 

a scanso di perdita del lavoro e minaccia allo stipendio, arretramento delle mansioni, persino divieto di mangiare alla mensa comune.  Un carabiniere non può esimersi, semplicemente.

Informato”  ? – Quanto informato è stato lo sventurato carabiniere? Gli inoculatori gli hanno fornito l’informazione che  l’inoculazione poteva portare alla sua propria morte? Informano di solito, gli inoculatori, di questo rischio e degli altri possibili effetti avversi neurologici, infartuali, pericardici e miocardici, grosso modo 10 volte più frequenti dei casi di decesso post-siero?  Ovviamente no. L’esistenza di effetti avversi vengono negati ufficialmente.

Il consenso non solè stato estorto, ma l’informazione al poveretto è stata dolosamente taciuta. Ma naturamente la magistratura italiana sta sistematicamente al giooco e contro il cittadino, particolarmente l’innocente.

Giusto per confronto di magistratura, ecco la notizia dall’India:

IL PRIMO CASO AL MONDO DI OMICIDIO per mezzo di VACCINO CONTRO BILL GATES DEPOSITATO PRESSO L’ALTA CORTE INDIANA

Il firmatario ha cercato di perseguire il produttore di AstraZeneca (Covishield) Bill Gates, il suo partner Adar Poonawalla e altri funzionari e leader governativi coinvolti nell’omicidio di un uomo di 23 anni, che ha perso la vita a causa della vaccinazione. Il defunto ha preso il vaccino Covishield credendo nella falsa narrativa che il vaccino sia completamente sicuro e anche a causa del requisito di conformità fissato dalle Ferrovie che solo le persone con doppia vaccinazione potrebbero viaggiare.

Il comitato AEFI (Adverse Event Following Immunisation) del governo indiano ha recentemente ammesso che la morte del Dr.SnehalLunawat è stata dovuta agli effetti collaterali del vaccino Covishield. Il suddetto rapporto ha messo in luce la falsità dell’affermazione fatta dal sindacato dei vaccini secondo cui i vaccini sono totalmente sicuri.

Il firmatario ha rivendicato  Rs. 1000 crore ($ 134 milioni di dollari)  e ha chiesto un risarcimento provvisorio di  Rs. 100 crore ($ 13,4 milioni di dollari).

…. Il firmatario ha anche cercato il rivelatore di bugie, il test di analisi dei narcotici dell’accusato Bill Gates e altri.

In una causa dinanzi alla Corte americana relativa agli effetti collaterali dei vaccini MR, la Corte ha accettato la liquidazione di un risarcimento di 101 milioni di dollari USA (circa 752 crore di rupie) alla vittima.

In un altro caso in America, la CIA, l’ufficio di indagine penale della FDA, ha recuperato circa 10,2 miliardi di dollari USA (circa Rs.76,00 crore) dalla società farmaceutica GlaxoSmithKline per vari reati tra cui la soppressione degli effetti collaterali dei medicinali e la messa a morte di americani in pericolo.

La promozione illegale da parte dell’azienda di determinati farmaci da prescrizione, la mancata comunicazione di determinati dati sulla sicurezza e la sua responsabilità civile per presunte pratiche di segnalazione di prezzi falsi.

Gli Stati Uniti affermano inoltre che GSK ha sponsorizzato programmi per cene, pranzi, programmi termali e attività simili per promuovere l’uso di Paxil nei bambini e negli adolescenti. GSK ha pagato un oratore per parlare con un pubblico di medici e ha pagato il pasto o le cure termali per i medici che hanno partecipato.

Tra il 2001 e il 2007, GSK non ha incluso alcuni dati sulla sicurezza dell’Avandia, un farmaco per il diabete.

Le informazioni mancanti includevano dati relativi ad alcuni studi post-marketing, nonché dati relativi a due studi intrapresi in risposta alle preoccupazioni dei regolatori europei sulla sicurezza cardiovascolare di Avandia. Dal 2007, la FDA ha aggiunto due avvertenze sulla scatola nera all’etichetta Avandia per avvisare i medici del potenziale aumento del rischio di (1) insufficienza cardiaca congestizia e (2) infarto miocardico (infarto).

[…]

Diverse organizzazioni sociali e persone comuni hanno deciso di esercitare il diritto di cittadinanza ad arrestare l’imputato come previsto  dall’articolo 43 del Cr.PC  Secondo la suddetta sezione, ogni cittadino può arrestare Bill Gates, Adar Poonawalla e altri imputati e consegnarli alla polizia.

 

Persino nell’Australia che ha aperto i campi d’internameto  per i  positivi,  la gente  pensa di avere magistrati migliori:

Più di 10.000 australiani hanno presentato reclami per lesioni da vaccino contro il coronavirus

I contribuenti stanno affrontando un pesante conto per lesioni da vaccino contro il coronavirus rare ma significative, con almeno 10.000 persone che intendono richiedere un risarcimento nell’ambito del regime di indennizzo senza colpa del governo federale.

Services Australia sta costruendo un portale online, da lanciare il mese prossimo, per richieste illimitate superiori a $ 5000 da coloro che hanno subito lesioni e perdita di reddito a causa del loro vaccino COVID-19, con un risarcimento per le spese mediche e la perdita di salario a carico del governo .

Clare Eves, capo della negligenza medica di Shine Lawyers, ha affermato che l’importo delle affermazioni “potrebbe essere davvero significativo” per le persone che hanno sperimentato reazioni avverse al vaccino rare ma gravi, come ictus e infiammazione del cuore.

Quando hai a che fare con qualcosa come un ictus, potresti avere qualcuno che è un camionista e non può tornare al lavoro, o un contabile che non può più elaborare grandi numeri”, ha detto.

“Nei casi più gravi, le persone continuano ad avere più ictus e potrebbero aver bisogno di cure 24 ore su 24”.

Le reazioni avverse da trattare  includeranno le condizioni cardiache miocardite e pericardite, la trombosi del disturbo della coagulazione del sangue con trombocitopenia, la rara condizione neurologica sindrome di Guillain-Barré e la trombocitopenia immunitaria.

Tutte quelle affezioni che in Italia si nascondono  -e  grazie ai “giudici”,  non si risarciscono

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-consenso-e-estorto-e-non-era-informato/

 

 

 

Così i miliardari tagliano il ramo su cui sono seduti?

Un lettore mi scrive:

Carissimo Direttore,
Temo che il piano che ha in mente l’elite per il cambiamento della società sia per lo più ancora incompreso a noi comuni mortali che ci arrabattiamo tra un decreto e un tampone appellandoci finanche ai diritti costituzionali negati. Nulla di tutto ciò colpisce la loro attenzione.

Loro viaggiano su altre dimensioni temporali e spaziali. E molto probabilmente hanno altri referenti di cui noi nella migliore delle ipotesi possiamo vedere solo dal nostro punto di vista come il
demonio.

È dal 2020 infatti che secondo molte scuole di pensiero (l’informazione l’ho presa da Wikipedia, quindi è abbastanza risaputa ormai) l’universo, seguendo il ciclo della precessione degli equinozi,
è entrato nell’era dell’acquario. Sarà per questo che stanno destrutturando la società tradizionale? Sarà per questo che stanno portando avanti l’idea di condivisione che senza il suo corollario
della perdita di sovranità – prima nazionale e poi via via sempre più calata nella dimensione del soggetto con la perdita della proprietà privata, poi dell’identità di genere e ora con la perdita
di sovranità sul proprio corpo (vaccino) – non può applicarsi?

La riflessione mi è sopraggiunta notando che le loro azioni portano al tracollo della tradizionale forma di arricchimento della quale si sono giovati per centinaia di anni. Insomma starebbero tagliando il ramo su cui sono seduti.

Ma fuori da queste preoccupazioni mondane, loro sembrano conoscere i nuovi paradigmi epocali entro cui dovrà correre l’umanità per i prossimi 2 millenni ed evidentemente avevano bisogno di un rituale di iniziazione per l’uomo del futuro: il vaccino iniettato a tutti i corpi è il battesimo che cercavano?

Parlare di transumanesimo senza capire questa cessione di sovranità e allontanamento da se stessi per confluire in una entità superindividuale (sentita come tale più che concreta..) mi sembra
come andar per farfalle.

Una nuova era si apre all’orizzonte e loro vogliono esserne i sacerdoti.

Resta da considerare che l’uso della menzogna e il nascondere alla gente che il loro fine ultimo ha qualcosa di millenaristico/esoterico (anziché medico sanitario…) non è assolutamente un buon segno.

La ringrazio come sempre per l’attenzione.
Buona notte

Rino Amedoro

Delle varie riflessioni e divagazioni (l’Acquario..) prendo una frase essenziale: l’idea che distruggendo l’economia i miliardari che hanno architettato il progetto si taglino il ramo su cui sono seduti. In realtà, con l’Impostura Covid, i lockdown e la distruzione dell’economia mondiale, hanno aumentato i loro profitti in misura senza pari nella storia.

Ma soprattutto bisogna capire chi sono questo capi, per comprendere la loro mentalità ed ideologia. Sono poche centinaia di persone (se fossero 3 mila mi stupirei) che s’incontrano e frequentano da decenni nei 7-8 consigli d’amministrazione che contano – pensi ai due maggiori colossi finanziari globali onnipotenti, BlackRock che dispone di 8 mila miliardi di dollari, la Vanguard che supera i 7 mila miliardi – che si possiedono l’un altro via partecipazioni incrociate e danno ordini a tutte le imprese di cui hanno preso quote azionarie – e BlackRock ha investito letteralmente in tutto, dagli alimentari ai tecnologici; che s’invitano a vicenda nei castelli e nei loro luoghi esclusivi di piaceri proibiti (tipo Epstein). Oltre che al World Economic Forum di Davos, che è la loro centrale ideologica e strategica per l’attuazione del Piano, ossia il Grand Reset .

Ebbene: questo gruppo di “amici” – da Bill Gates a Soros a Larry Fink, dai Rotschild a Bourla e ai Rockefeller, per citare i pochi di cui conosciamo i nomi – ciascuno dei quali con decine di miliardi disponibili – hanno deciso che i popoli sono per loro ormai “superflui”, come ha scritto Marco Della Luna (Oligarchie per popoli superflui): non hanno più bisogno di masse giovani, vigorose e sane per le guerre (bastando poche migliaia di mercenari e i robot), né sane e istruite per diventare tecnici ed operai della produzione di massa: anzi essi aborrono la produzione di massa – la produzione di auto ad esempio in milioni – di cui non hanno bisogno loro, ciascuno di loro potendosi far fabbricare da robot dotati di intelligenza artificiale una singola auto da 650 hp, o uno yacht con motore nucleare come pezzo unico. La produzione di massa per le masse? Inquina e “bisogna salvare il Clima” (una ossessione dei miliardari) – così come il turismo di massa, dove anche milioni della classe media ormai possono passare una settimana alle Maldive, grazie ai voli charter riempiti da 350 persone e la riduzione dei prezzi che ne consegue. Alle Maldive, le masse inquinano e rovinano la barriera corallina; non devono poterselo più permettere. Avrete notatao tutti che hanno fatto colpire dai loro lockdown soprattutto il turismo (ristoranti, palestre, alberghi) e compagnie aeree di massa: è una strategia deliberata. Allo stesso modo stanno abolendo sotto i nostri occhi la pubblica istruzione universale (con DAD) e i servizi sanitari gratuiti: servivano quando i popoli non erano superflui e dovevano essere mantenuti sani e istruiti per poter lavorare; oggi la sanità pubblica è un “costo” senza contropartite. La sanità se la paghi chi può permettersela – loro e i loro servitori di concetto, capi di governo e di banche centrali (che loro possiedono), anchormen televisivi da 2 milioni di euro perché utili a loro per addormentare le masse con le menzogne.

Stanno attuando un progetto di spopolamento che hanno elaborato da molto tempo: Henry Kissinger diceva da 40 anni che la popolazione andava ridotta.

kissinger-report

L’hanno fatto cambiando i costumi sessuali e diffondendo la pillola, che però ha ridotto l a demografia in Occidente soltanto. Adesso, gli avanzamenti tecnologici (a cui credono molto) danno loro la speranza di “sfoltire” l’uomo con sieri mRNA , sostituirlo con robot, bio-controllarlo a distanza con la rete digitale, sorvegliarlo col riconoscimento facciale, e così via. Così hanno cominciato ad attuare il proigetto che vevano in canna da decenni.

Le masse devono essere non solo ridotte demograficamente – il vaccino vi provvede – ma rese ammallazzate (effetti avversi) e ignoranti (DAD) e non addestrate, ossia incapaci di mantenersi da sé col lavoro, per renderle dipendenti da “reddito universale di base” che lorsignori hanno progettato di assegnare a tutti gli obbedienti, ossia coloro che si faranno vaccinare due volte l’anno.

La vaccinazione di massa al 100 per cento delle bocche inutili è loro necessaria per passare alla fase ulteriore del progetto, l’eliminazione del contante: serve un qualche tipo di puntura sottopelle che va rinnovata spesso per creare il portafoglio digitale. Fino a ieri chi diceva questo era un complottista allucinato. Oggi un a ONG chiamata ID2020 ha giusto lanciato il suo Good Health Pass Collaborative» – il Pass Buona Salute che contiene tutti, “dai pass elettronici ai portafogli digitali, da online banking agli account social; Digital ID consente di viaggiare, accedere a documenti finanziari e sanitari, ecc.”. Stupirà sapere che ID2020 è finanziata da Bill Gates?

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/cosi-i-miliardari-tagliano-il-ramo-su-cui-sono-seduti/

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

ESISTI SE SEI DENTRO I MEDIA

Domenico Mazzullo – 30 11 2021

Pur non essendo un cultore di Programmi televisivi, per mancanza di tempo, mi piace molto il Programma in onda il Sabato, in prima serata “Ballando con le Stelle”, prima di tutto perché è un Programma pulito e raffinato, a differenza di altri, e poi fornisce l’occasione per conoscere il volto umano di tante Persone come noi, che divenute “Personaggi” perdono apparentemente quella umanità che tutti noi abbiamo o dovremmo avere.
In questo Programma la riacquistano di nuovo e la mostrano a noi.
Tutto ciò è accaduto nella ultima trasmissione di Sabato scorso in cui un concorrente, Morgan, si è espresso con toni e accenti che non mi vergogno di definire commoventi, a proposito di un argomento che mi sta molto a cuore, e che sta diventando sempre più diffuso.
Sono uno psichiatra e psicoterapeuta, vedo quotidianamente molti adolescenti, parlo con Loro e ascolto le Loro confidenze e i Loro tormenti. Cerco di dare il mio aiuto.
Morgan ha parlato, con molta sincerità e molto pathos di un fenomeno assai diffuso in questo tempo, ma sconosciuto o misconosciuto e che invece costituisce una causa di sofferenza profonda per molti giovani.
E Morgan lo ha spiegato benissimo, ricorrendo, con grande umiltà, alla propria vicenda personale.
Si tratta, per chi non lo conosce e non lo ha provato, di quel fenomeno, diffuso tra adolescenti, per cui, dopo essersi amati, non importa se per un giorno, un mese o un anno, una delle due persone, cancella letteralmente l’altra dalla propria esistenza, senza spiegazione, senza un annuncio, senza una parola, interrompendo ogni rapporto con lei e bloccando all’altra persona ogni possibilità di contatto.
“Tu non esisti più”. Questo che potrebbe apparire come un fenomeno privato, per gli adolescenti nel nostro tempo, diviene invece pubblico, alla luce della estrema diffusione dei Social e della dimensione pubblica che noi diamo alla nostra vita. “Tu non esisti più, non solo per me, ma per nessuno”.
Morgan ha spiegato molto bene questo fenomeno, con parole commoventi ed emozionanti, nel dire, che quando si è detto ad una Persona “Ti amo”, non siamo obbligati ad amarla per sempre, ma ci siamo assunti verso quella Persona una responsabilità, per cui, se l’amore da parte nostra finisce, dobbiamo avere il coraggio di dirlo a voce, guardando l’altro o l’altra negli occhi, con parole chiare ed inequivocabili.
Se ciò non viene fatto commettiamo un grave atto di vigliaccheria, di cui ci rendiamo responsabili.
Morgan molto opportunamente ha parlato di “Rispetto”, parola magica, che purtroppo sta scomparendo dal nostro vocabolario. Comunicare all’altra persona il mutare dei nostri sentimenti verso di Lei è un atto di rispetto.
Per questo, nel complimentarmi con il Programma, per aver affrontato il problema, sinceramente mi sono stupito nel leggere un commento della dott.ssa Bruzzone , ripreso dalla Stampa in cui il fenomeno del Ghosting, veniva spiegato e ridotto al rango di Stolking, che nulla ha a che vedere con il primo.
Domenico Mazzullo
FONTE: https://www.facebook.com/domenico.mazzullo/posts/10224129522499220

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Der Impfpass – Un racconto kafkiano

ualcuno doveva aver denunciato Josef K, perché una mattina, senza aver fatto nulla di veramente sbagliato, fu arrestato.

La sua padrona di casa, Frau Grubach, aveva una cuoca che gli portava la colazione ogni giorno verso le otto, ma questa volta non si fece vedere. Invece, c’erano due signori in abiti grigio scuro in piedi vicino alla porta.

“Possiamo vedere il passaporto vaccinale?” chiesero.

Josef K, che era uno scapolo disoccupato e stava per lo più in casa, non sapeva che avrebbe dovuto prendere qualsiasi tipo di vaccino, tanto meno portare con sé un “passaporto vaccinale”, un concetto che non capiva bene anche se i due signori glielo spiegarono nei minimi dettagli.

Dopo aver negato di avere un passaporto vaccinale, un certificato, un QR-code o qualsiasi prova di vaccinazione attuale e aggiornata, i due signori lo dichiararono in arresto.

“Ma perché vengo arrestato?” chiese Josef K, timidamente e educatamente, poiché odiava essere scortese anche con gli estranei che lo svegliavano presto la mattina senza preavviso.

I due signori procedettero a spiegare che in città circolava una terribile malattia contagiosa, e siccome ormai i vaccini contro di essa erano obbligatori e lui non ne aveva fatto uno, né aveva il suddetto certificato di vaccinazione o passaporto, stava mettendo in pericolo la sicurezza e la salute pubblica.

Josef K rispose che non capiva come potesse mettere in pericolo qualcuno, tanto meno l’intera società, dal momento che non aveva mai avuto la malattia di cui si parlava, e quindi non poteva averla diffusa. Inoltre, in questi giorni non usciva quasi di casa. Ma non servì a niente.

I signori erano irremovibili sul fatto che fosse un criminale per non essersi sottoposto alla procedura medica ancora sperimentale, che, tuttavia, gli assicurarono, era “sicura ed efficace al 100%” .

“Ma perché questo vaccino è obbligatorio?” chiese. “Non può essere solo facoltativo per coloro che lo vogliono?”

La risposta fu che solo con una popolazione completamente vaccinata al 100%, che a quel punto significava due “inoculazioni” più un altro “richiamo” ogni sei mesi, la città poteva raggiungere l’ “immunità di gregge”, e quindi fermare la diffusione della malattia e porre fine alla pandemia.

“Quindi il vaccino contiene la diffusione della malattia?” , chiese Giuseppe.

Qui, i due signori dovettero fare una pausa imbarazzata e ammettere che non fermava la diffusione, e che in effetti c’erano stati più casi da quando era stato introdotto il vaccino, ma insistettero sul fatto che i non vaccinati erano il problema, perché essendo irresponsabilmente non vaccinati davano un cattivo esempio al resto della popolazione. Inoltre, il concetto di “passaporti vaccinali” non avrebbero funzionato pienamente se le persone non avessero ricevuto i vaccini obbligatori ogni sei mesi.

“Ma se il vaccino non contiene la diffusione, allora che senso hanno i passaporti vaccinali?” , chiese Josef.

Qui i due signori dovettero fare di nuovo una pausa imbarazzata, e informarlo che lo scopo dei passaporti vaccinali era obbligare le persone a farsi vaccinare, in modo che fossero protette dal contagio dei non vaccinati, anche se potevano ancora essere contagiate dai vaccinati, ma almeno poteva fornire utili informazioni di tracciamento alle autorità. Solo con la vaccinazione totale sarebbe stato possibile “tornare alla normalità”.

“Ma se abbiamo bisogno di un vaccino ogni sei mesi e di un ‘passaporto vaccinale’ per andare ovunque, e dobbiamo ancora indossare maschere in casa, e soffrire di blocchi ogni inverno, e nemmeno sbarazzarci della malattia, allora com’è possibile ‘tornare alla normalità?’”, chiese ancora una volta Josef.

Qui i signori iniziarono a perdere la pazienza. Uno di loro fece un gesto minaccioso e l’altro si mosse per bloccare la porta, nel caso Josef K stesse solo cercando di distrarli con domande complicate mentre progettava una fuga.

Josef K ancora non capiva perché cercassero di arrestarlo, né perché chiunque, sano o malato, potesse aver bisogno di un “passaporto vaccinale”, ma le regole erano regole.

Inoltre, i due signori lo informarono che avrebbe potuto evitare le multe e la lunga pena detentiva se solo li avesse seguiti lo stesso giorno al centro vaccinale più vicino.

Quindi fece come ordinato e si sottopose a una doppia inoculazione, più un paio di “booster”, per togliersi il pensiero.

La mattina dopo si svegliò da sogni inquieti e si trovò trasformato nel suo letto in un gigantesco insetto. Ma questa è un’altra storia…

 

Libera traduzione e adattamento da Der Impfpass – A Kafkian short story by Te Creus

Link: Der Impfpass – A Kafkian short story – OffGuardian (off-guardian.org)

FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/spazio-aperto/der-impfpass-un-racconto-kafkiano/

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Vangelo e vaccino: il manifesto della Caritas sulla ‘salvezza’ fa discutere

Che il vaccino sia il nuovo dogma va di pari passo col fatto che dietro, a sostenerlo, dev’esserci una ‘religione’. Ma finora l’approccio è stato invero molto laico, a suon di decreti e green pass i non convinti o i free vax si sono dovuti piegare al verbo per praticità o necessità. C’è chi, però, va oltre: come riporta La Verità, ad Asti la Caritas avrebbe organizzato una raccolta fondi a sostegno della campagna vaccinale in Sud Sudan.

Sul manifesto promozionale, in bella vista, sempre a quanto riferisce il pezzo scritto da Francesco Borgonovo, è apparsa una citazione evangelica che guiderebbe i fedeli lungo il cammino dell’Avvento: “I miei occhi hanno visto la salvezza” (Lc 2,30). A stridere col concetto dell’Avvento, sotto, una gigantesca immagine di una siringa. Ed è impossibile non notare la connessione tra la salvezza eterna e quella data dal vaccino, anche se, forse è solo una suggestione. D’altronde, per rimanere in tema, a pensar male si fa peccato ma raramente ci si sbaglia.

Inoltre, è sufficiente fare un rapido zapping per vedere come la narrazione sui no vax o ‘accusati’ tali ormai sia arrivata a metà tra la criminalizzazione e l’accusa di eresia. Chi, adesso, sta correndo ai ripari vaccinandosi per non finire vittima del super green pass, viene definito ‘pentito’, quasi come un pentito di mafia. Analogia che non è sfuggita, ad esempio, al Foglio, che definisce gli ‘ex no vax’ che vanno in tv a testimoniare ” i Buscetta del vaccino”. E come una sequela di ex criminali redenti, fioccano sul web e sulla carta stampata le testimonianze tragiche di chi invita i diffidenti a proteggersi col vaccino dopo aver rischiato la morte. A Siracusa, addirittura, un ‘pentito’ no vax, purtroppo deceduto (lo riporta Il Tempo) affida al suo necrologio quasi un pentimento o una confessione in punto di morte.

FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/vangelo-e-vaccino-il-manifesto-della-caritas-sulla-salvezza-fa-discutere/

 

 

 

MORTI MISTERIOSE E NESSUNA CORRELAZIONE

Augusto Sinagra – 2 12 2021

https://t.me/radiofogna

Tra le morti conseguenti all’assunzione dei sieri miracolosi senza che vi sia, ovviamente, nessuna correlazione, si devono aggiungere le morti misteriose di noti scienziati e medici sicuramente competenti che hanno rifiutato di accreditare le prodigiose capacità miracolistiche delle pozioni magiche delle quali è previsto l’obbligo della assunzione.
Tali morti misteriose si sono verificate prima e dopo (in USA e altrove) che il Dott. Giuseppe De Donno si fosse “suicidato” senza avere alcuna voglia o ragione per farlo.
A questo triste elenco di morti misteriose che, anch’esse, non hanno ovviamente alcuna correlazione con le pozioni magiche promosse dalla nota Grimilde (“Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del Reame?”), o dalla più nota Amelia “la strega che ammalia” notoriamente allocata in anfratti del Vesuvio, si aggiunge quella del Dottore tedesco Andreas Noack che, dopo avere scientificamente e documentalmente dimostrato la presenza di scagliette di idrossido di grafene nelle salvifiche pozioni, che tagliano i capillari distruggendo alla lunga le vene e le arterie e dopo avere spiegato come si sia in presenza di un tragico gioco alla roulette russa, sabato scorso 27 novembre 2021 si è autoavvelenato, così morendo. Nessuno osi pensare che vi sia alcuna correlazione o responsabilità tra i governanti o i produttori di tali prodotti miracolistici e l’autoavvelenamento del medico tedesco.
Per quel poco, anzi niente, che conto in tema di dubbi scientifici e di imputazioni di responsabilità a esponenti di vertice del governo o della Pubblica Amministrazione, desidero avvisare “l’Ufficio suicidi” che non ho alcuna intenzione di suicidarmi come avrebbe fatto anche quel poveretto di dirigente del Monte Paschi di Siena, buttandosi da una finestra.
Con l’occasione e con viva e vibrante gioia informo che il felice consorte della ex hippy Ursula von der Leyen il quale ha rilevanti e prestigiosi incarichi nel comparto farmaceutico della Pfizer, gode di ottima salute così come la Commissaria europea alla Salute (si fa per dire) la gentil signora Kirikiades (quella che negoziò e firmò i contratti milionari di acquisto dei miracolosi e salvifici prodotti medicinali) il cui altrettanto felice consorte ricevette, come fu spiegato, a titolo di “prestito” e senza garanzie (lui è uomo di parola …) sul suo conto presso una banca greco-cipriota la sommetta di 4 milioni di euro.

FONTE: https://www.facebook.com/100070758812209/posts/145778601124100/

 

 

 

 

UE: niente “buon Natale”. Imam Pallavicini (Coreis): “imbarazzante negare augurio spontaneo”

Mercatino di Natale a Vienna - Sputnik Italia, 1920, 05.12.2021
Foto di Tatiana Santi per il sito Sputnik Italia - Sputnik Italia
L’inclusiva e multiculturale Unione Europea ha deciso di evitare gli auguri di “buon Natale” preferendo un generico “buone feste” nelle comunicazioni interne. Il desiderio di oscurare la più importante festa cristiana ha provocato un mare di polemiche. Bruxelles fa dietrofront, ma non è il primo né l’ultimo tentativo di cancellare il Natale.
L’Unione Europea non si ferma sulle questioni legate al genere e alla famiglia, ora tocca alle tradizioni religiose: nelle corrispondenze interne è stato diffuso un documento dove si invita ad evitare il solito e caldo augurio di buon Natale e ad utilizzare un generico, ma molto “rispettoso”, buone feste.
In seguito ad una valanga di polemiche Bruxelles ha fatto marcia indietro spiegando che il documento non è ancora “maturo”. Quella di oscurare o di rendere più neutro possibile il Natale però è un vecchio refrain che si ripete ogni anno. Rispettare tutte le religioni significa nascondere le proprie tradizioni e il proprio credo? Può davvero un semplice augurio di “buon Natale” offendere i cittadini appartenenti ad altre confessioni?
Sputnik Italia ha contattato per un approfondimento la comunità ebraica e la comunità musulmana in Italia. L’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) e la Comunità Ebraica di Roma non hanno ancora risposto alla nostra richiesta, ma cercheremo di raccogliere la loro opinione. Qui di seguito proponiamo l’intervista in esclusiva all’imam Yahya Pallavicini, presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana (Coreis).
— C’è stata una marcia indietro da parte di Bruxelles viste le polemiche che ha suscitato questa decisione. Imam Yahya Pallavicini, che cosa ne pensa di questa vicenda?
— Sono contento che l’Ue abbia fatto marcia indietro e non abbia portato avanti l’orientamento iniziale di questa asettica ed esasperata neutralità dei sentimenti. È un artificio puritano che non ha nulla a che fare con il rispetto delle sensibilità dei cittadini e del pluralismo religioso culturale. Ero molto critico su questa prima decisione di esasperare l’interpretazione di una funzione istituzionale in qualche modo escludendo uno spontaneo sentimento e la consapevolezza dell’identità di un augurio da trasmettere ad un cittadino cristiano in quest’occasione.
— Non è una polemica nuova. Ogni anno esplodono vicende simili sui canti di Natale e sui presepi. Queste festività e l’albero di Natale nelle città italiane potrebbero davvero offendere le diverse comunità religioni presenti nel Paese?
— In alcuni momenti ciclici dell’anno si ripetono gli stessi errori e spesso capita in Italia e in Europa di dover nascondere una forma culturale e storica di una comunità, come quella cristiana, per sostituirla in maniera molto artificiale con le storie di Peter Pan o quant’altro. Parallelamente si assiste ad un’inclusione culturale di abitudini che qualche decennio fa non esistevano nel nostro Paese come Halloween. Ho l’impressione che tutto parta da un’ignoranza di ciò che è il valore aggiunto della religiosità nella società occidentale. A questa ignoranza si aggiunge in maniera pretestuosa una giustificazione tesa a tutelare le diversità religiose, come se gli altri credenti fossero nervosi per gli auguri di buone feste a dei credenti di un’altra religione.
Non è così. I veri credenti sono contenti di festeggiare e di dare i buoni auguri anche a dei fratelli e a delle sorelle di un’altra comunità religiosa. Non c’è alcun imbarazzo. Trovo imbarazzante invece che si voglia negare un augurio spontaneo e l’esplicitazione di una forma religiosa perché piano piano dall’escludere una forma si andrà ad escludere tutte le forme religiose. Si rischia di trasformare per eccesso la società europea in una società dove le religioni devono essere tutte nascoste e dove bisogna invece esagerare nell’adozione di feste che con l’Europa non hanno nulla a che vedere.

Un passante di fronte alla sede della Commissione Europea a Bruxelles - Sputnik Italia, 1920, 30.11.2021

“Buone feste” e non “Buon Natale”: l’Ue consiglia quali espressioni è meglio evitare
— I musulmani italiani festeggiano il Natale? Come vivono questa festività italiana?
— Per i musulmani la nascita di Gesù è parte integrante delle narrazioni divine contenute nel Sacro Corano. Noi crediamo che Gesù sia una figura storica di grande valore spirituale e che sia nato benedetto nella pace. Gesù con la sua grazia trasmette un messaggio di amore per tutti i credenti e per tutte le creature.
È chiaro che rispettiamo in modo differente la festa dei cristiani, però la rispettiamo con questa consapevolezza e con una particolare vicinanza dei musulmani al mistero della nascita di Gesù e all’amore di Dio per Gesù come narrazione coranica. Rispettiamo la differenza e a maggior ragione ci sentiamo vicini ai cristiani che festeggiano il Natale come ci sentiamo vicini in queste settimane agli ebrei che festeggiano Hannukkah. Anche se non coincide con la narrazione islamica è un simbolo di festa e di sensibilità spirituale dei fratelli ebrei.
Dobbiamo rispettare cose comuni, ma anche quelle diverse che hanno in comune una sensibilità spirituale. Penso dovrebbe essere questo il criterio comune. Diverso è il discorso per il Capodanno, non è una festa religiosa, però è un augurio che possiamo farci come cittadini credenti e non credenti perché speriamo che il nuovo anno sia un anno di salute e di sviluppo per ogni persona.

La sede della Commissione Europea - Sputnik Italia, 1920, 30.11.2021

Salvato il ‘Buon Natale’: сommissaria Dalli fa retromarcia sulla comunicazione inclusiva
— Per rispettarsi bisogna anche conoscersi. Sarebbe opportuno quindi non oscurare le religioni, ma al contrario conoscerle nella loro diversità, no?
— È una sintesi meravigliosa. È chiaro che si tratta di una sfida culturale. Conoscersi vuol dire conoscere qualcosa che è diverso da noi stessi. È una grande occasione di consapevolezza e di rispetto verso qualcosa che appartiene alla grammatica del sacro o delle feste convenzionali. Sono due grammatiche differenti che vanno riconosciute per poter favorire una migliore fratellanza, ma anche una migliore coesione sociale.
FONTE: https://it.sputniknews.com/20211205/ue-niente-buon-natale-imam-pallavicini-coreis-imbarazzante-negare-augurio-spontaneo-14054162.html

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

La Siria denuncia il saccheggio dell’80% del suo petrolio da parte di USA e milizie curde

“La nostra produzione di petrolio ammonta a 100.000 barili, di cui 20.000 lavorati nelle raffinerie del Paese, mentre circa 80.000 vengono rubati dalle truppe di occupazione e dalla loro milizia separatista [le cosiddette Forze Democratiche siriane] FDS” ha lamentato, ieri, il viceministro del Petrolio siriano Abdullah Khattab.

Il vice ministro siriano ha ricordato che il Paese attualmente dipende dalle importazioni per garantire il fabbisogno di idrocarburi.

Come altri Paesi del mondo, ha proseguito, la Siria è stata colpita dalla crisi energetica globale causata dal cambiamento climatico e dalla tendenza all’utilizzo di energia pulita, che ha causato un significativo aumento della domanda di gas e, di conseguenza, un sensibile aumento dei prezzi dei derivati ??del petrolio in genere.

Tuttavia, nonostante il blocco e le enormi difficoltà che devono affrontare la Siria, da due mesi c’è stabilità nella fornitura di derivati ??del petrolio, ha spiegato

L’oro nero è stata un fattore di attrazione per diversi paesi, inclusi gli Stati Uniti e i suoi alleati. In modo tale che il petrolio greggio possa essere il fattore più importante nell’inizio e nel prolungamento della crisi in questo Paese, che dal 2011 ha affrontato un conflitto armato causato da gruppi armati e organizzazioni terroristiche.

Il governo siriano, presieduto da Bashar al-Assad, ha denunciato in diverse occasioniil saccheggio del suo petrolio da parte di Washington , sottolineando che i territori e le risorse naturali del Paese appartengono ai siriani, e Damasco, quindi, deve controllarli, e scacciare i invasori.

L’Ex Presidente Usa Donald Trump ammise che le  truppe statunitensi erano in Siria per rubare il petrolio.

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_siria_denuncia_il_saccheggio_dell80_del_suo_petrolio_da_parte_di_usa_e_milizie_curde/8_44238/

 

 

 

Russia e India firmano accordi in ambito militare

Russia e India firmano accordi in ambito militare

Russia e India si avvicinano. A confermarlo è il presidente russo Vladimir Putin che ricorda come i due paesi già conducano esercitazioni militari congiunte e intendono sviluppare questa cooperazione in ambito militare.

Secondo Putin, l’incontro dei ministri degli esteri e della difesa russo e indiano nel formato 2+2, all’apertura dei colloqui con il primo ministro indiano Narendra Modi, segnala “che continuiamo a sviluppare relazioni sull’arena internazionale e direttamente nella sfera militare”.

“Conduciamo esercitazioni militari congiunte sia in India che in Russia. Vi siamo grati per la vostra attenzione su questa componente del nostro lavoro. Intendiamo continuare a lavorare in questa direzione”, ha affermato Putin secondo quanto riporta l’agenzia Tass.

La Russia collabora con l’India nel settore tecnico-militare come nessun altro partner, ha sottolineato il leader russo. “Stiamo sviluppando congiuntamente prodotti e produzione militari ad alta tecnologia, anche in India”.

Russia e India hanno firmato a Nuova Delhi un accordo intergovernativo su un programma di cooperazione tecnico-militare per il 2021-2030. L’accordo prevede la cooperazione tra i vari rami delle forze armate, nonché la fornitura e lo sviluppo di armamenti e altro materiale militare.

“Sono lieto che siano stati firmati diversi accordi/contratti/protocolli relativi alle armi di piccolo calibro e alla cooperazione militare”, ha scritto sul suo account Twitter il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh, descrivendo i negoziati come “produttivi, fruttuosi e sostanziali”.

Il ministro ha indicato che il Paese “apprezza la partnership strategica speciale e privilegiata con la Russia”.

Il suo omologo russo, Sergei Shoigu, a sua volta ha sottolineato che il dialogo bilaterale è un contributo essenziale alla sicurezza globale e regionale. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha affermato che i negoziati rafforzano il partenariato strategico tra i due paesi, riferisce RIA Novosti.

I negoziati hanno preceduto il vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi.

Mosca e Nuova Delhi hanno diversi progetti militari congiunti, tra cui il missile da crociera supersonico BrahMos, il caccia multiruolo di quinta generazione FGFA, la produzione su licenza di aerei Su-30 e carri armati T-90 e la produzione di fucili automatici Kalashnikov nel Città indiana di Korwa, nello stato dell’Uttar Pradesh.

Il materiale bellico progettato dalla Russia rappresenta l’80% della Marina indiana e il 70% della sua aeronautica mlitare.

Negli ultimi anni, le esportazioni militari russe in India hanno incluso la fornitura di 5 complessi antimissile S-400 Triumf, quattro fregate del progetto 11356 e un grande lotto di sistemi missilistici antiaerei portatili Igla.

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-russia_e_india_firmano_accordi_in_ambito_militare/27922_44242/

 

 

CULTURA

IL NUOVO ORDINE DIGITALE

Phil osserva la sagoma solitaria sul molo, la sua figura piccolissima e immobile davanti ai volumi di metallo che giganteggiano tutt’attorno, regolati dal nuovo ordine digitale. Francis Fukuyama disse che la Storia era finita e che “l’ultimo uomo” sarebbe stato il prototipo del liberale. Si sbagliava: forse il vero “ultimo uomo” non lo conosciamo ancora, ma sappiamo bene che il suo ha fallito.

pppp
Per il professor Philip Wade, personaggio de I diavoli (di nuovo in libreria nella nuova edizione Rizzoli in occasione dell’uscita dell’omonima serie tv) e malinconico protagonista de La fine del tempo (La Nave di Teseo) di Guido Maria Brera, l’alba del nuovo ordine digitale sancisce anche il ritorno di un nuovo ineludibile scontro tra capitale e lavoro.
 
 
Seafort Dock, Liverpool, England. Oggi.
 
Ogni ritorno mescola il tempo come acqua in un mulinello. Philip Wade è di nuovo a casa. Liverpool, il Seafort Dock. L’estremità settentrionale del fronte del porto, a nord dell’estuario della Mersey. Il vecchio cuore della working class, dove pulsava la forza dei dockers. Dove lo spazio si accartoccia, dove il passato abbranca il futuro. Il porto di Liverpool, le rotte dello shipping. L’epica antica dei portuali e le applicazioni della tecnica. Macchine ed esseri umani. Tecnologia e lavoro. Ieri e domani, in una sospensione dell’oggi tra ciò che non è più e ciò che ancora deve essere. Nulla è mai finito davvero e il capitalismo è un buco nero in cui temporalità diverse collassano oltre l’orizzonte degli eventi.
Ieri e domani, in una sospensione tra ciò che non è più e ciò che ancora deve essere.
È di nuovo a casa, Phil il Rosso. Ha usato la scusa di una ricerca sulle rotte degli scambi globali al tempo della pandemia, per procurarsi un lasciapassare dai compagni delle Unions e accedere all’area portuale. Il professor Wade, l’appassionato docente di Storia del Birkbeck College. Phil, il figlio della classe operaia cresciuto a pane e labour. L’uomo di un’epoca lontana, deluso e mai sconfitto. Si aggira appesantito dagli anni, con un caschetto di protezione e un giubbotto fosforescente, a ridosso dei cancelli. Osserva quello che ha attorno come si osserva un mondo insieme familiare e diverso.
 
Il governo Johnson ha trasformato il porto in una zona franca, con regimi fiscali agevolati, pochi controlli e nessun onere doganale. Davanti a lui si muovono i tir, frenetici e organizzati. Ha l’impressione dell’attività di un formicaio, costruito con l’acciaio rilucente e la gomma di pneumatici. Ha l’impressione che le manovre degli autisti e i gesti dei foreman che ne dirigono l’azione siano automatici ed eterni.
 
È un osservatorio privilegiato questo nodo dei flussi delle merci, questo tempio della logistica. Da qui Philip non vede il cielo color piombo né il mare che si agita. Da qui scorge la filigrana segreta delle reti planetarie del capitale. Non sembra essere cambiato niente, anche se la pandemia ha sconvolto tutto. Gli ingranaggi dei congegni meccanici appaiono identici a sempre, l’inorganico delle merci si direbbe immune al virus.
Il nuovo ordine digitale non ha nemmeno scalfito la pandemia.
E invece Philip ha la sensazione che questi mesi abbiano dimostrato che il libero commercio globale non ha eliminato il pericolo. Che il sistema immunitario collettivo non sia mai stato così debole e privo di anticorpi contro la catastrofe. Il nuovo ordine digitale, secondo il professor Wade, non ha nemmeno scalfito la pandemia. Contro il virus, il mondo occidentale non è stato in grado di usare la tanto decantata tecnologia, smarrito nelle polemiche sulla pervasività del capitalismo della sorveglianza. Mentre i regimi autoritari in Asia hanno applicato pesanti misure disciplinari per limitarne l’impatto.
 
I tecnoentusiasti, riflette il professor Wade, si mantengono comunque devoti ad algoritmi che promettono di migliorare la vita, solo per rendere i comportamenti umani sempre più prevedibili e influenzabili. Candidamente, milioni di persone sintetizzano la propria esistenza in una stringa di big data, nella speranza di ricevere dividendi: di migliorare le proprie condizioni materiali. Purtroppo non c’è una correlazione tra benessere e tecnologia.
 
 
Quindici minuti più tardi
 
Ruote che girano trascinando imponenti tir. Rimorchi che scivolano oltre stanghe automatizzate. Mezzi parcheggiati al centimetro e agganciati da strutture di metallo, che li scaricano delle merci trasportate fin lì. E in cima a tutto, le gru si levano simili alle giraffe meccaniche di Filippo Tommaso Marinetti. Il professor Wade si è interessato al futurismo, come a qualcosa di esotico e distante, quand’era un giovane studente che a Roma seguiva le lezioni di Federico Caffè. Un camion dopo l’altro, su ognuno viene eseguita la stessa operazione. Nel terminal i container finiscono ordinati a terra, in file lunghe e torreggianti.
Ecco “il sogno di una cosa” nella versione del capitale: quel miraggio che rende possibile al capitale stesso di esistere senza forza lavoro. Ecco il container, che cancellò l’antica sapienza dei portuali di occupare lo spazio a disposizione nelle stive – lo stivaggio dei carichi. Il processo prevedeva tecnica e creatività, l’esperienza di mille albe contro il vento salmastro. Tolti l’autista di tir e il portuale che aiuta la manovra, ora l’organico sembra espulso dal processo, i corpi svaniti. Cancellati. Il mondo non odora più del sangue al tempo delle battaglie sociali: il presente è neutro all’olfatto, anestetico.
Eppure, l’unica grande certezza è che lo scontro tra capitale e lavoro sta tornando.
Una volta in ogni innovazione del capitale si intravedeva una lotta operaia che dettava alla controparte uno scarto, un salto di paradigma. Oggi il modello liberista converge verso quello autoritario in nome del progresso tecnologico libero dalle pressioni dei cicli di conflitto. Le bolle militanti dei social network scoppiano nell’impotenza, nell’incapacità di incidere sul serio. Ciò che funziona è la costruzione del consenso, la formattazione di un’ideologia che elimina alterità e contrapposizione. Chi si è prostrato al nuovo ordine digitale si ritrova senza punti di riferimento, stringendo una bussola impazzita che non segna alcuna direzione.
 
L’unica grande certezza è che lo scontro tra capitale e lavoro sta tornando. Insieme alla carne, e ai corpi. Uno scontro di cui Philip Wade ha memoria. E davanti ai container colorati e ai bracci meccanici che li sollevano, si dice che forse i ricordi delle lotte sono rimasti nell’inorganico del metallo e della pietra. Nelle forme non-umane che animano il porto della sua città. Si dice che nel regno dei congegni e della meccanica, anche qui, possono resistere le tracce di un tempo lontano. Pulsano ricordi di corpi di dockers in movimento, bicipiti sotto sforzo, schiene bagnate dal sudore. Sopravvivono come frammenti nell’aria i discorsi, i comizi, le discussioni sulla politica di quella working class che – dieci anni dopo la sconfitta dei miners – provò a tenere.
Phil il Rosso non può dimenticarli, i ventotto mesi di lotta che iniziarono nel 1995. Gli scontri, la serrata, l’anima viva dei portuali inglesi. Gli pare impossibile sia trascorso un quarto di secolo. Impossibile che quella schiera compatta di lavoratori sia così remota. Una comunità che presidiava il cuore della working class e dava battaglia per non farsi strappare diritti. Non può immaginare logori i giacconi che proteggevano quei corpi dal vento. Incurvate quelle spalle grosse, invecchiati quei volti seri che fronteggiavano la polizia.
 
 
Trenta minuti più tardi
 
Philip studia le operazioni che imbarcano i container sul cargo attraccato. Ha le mani in tasca, nell’ombra profonda che dalla nave copre la banchina. Nessuna tecnologia, pensa, sarà in grado di riequilibrare le componenti. D’altronde la gig economy non ha nulla di tecnologico: è il più elementare sfruttamento del lavoro old style. L’algoritmo che dirige i rider nasconde un cartello di aziende che derubano i lavoratori e ne fanno schiavi. Non è il Terzo millennio, sono i campi di cotone della Virginia d’inizio Ottocento.
Dunque la gig economy viene prima del fordismo, anche se è regolata da un algoritmo.
A coprire il cielo, le gru meccaniche che gli ricordano il Mafarka di Marinetti. L’organizzazione di questo porto all’avanguardia della modernità ha radici antichissime, nutrite dal sangue degli schiavi imprigionati nelle stive. Il professor Wade scuote la testa, osservando l’esattezza delle dinamiche che animano la banchina. La logistica al tempo dei viaggi su Marte si fonda sulla barbarie della tratta degli schiavi. L’uomo-merce.
 
Dunque la gig economy viene prima del fordismo, anche se è regolata da un algoritmo. È antica quanto la schiavitù. E fiorisce in Paesi che sfruttano il lavoro come avveniva nell’Ottocento. Attraversano le ombre delle metropoli d’Occidente, i nuovi schiavi, e al contempo lavorano nelle filiere di produzione delle grandi aziende manifatturiere.
 
Su un molo in lontananza un lavoratore, l’unico visibile nella vasta area, esamina i movimenti meccanici intorno al cargo. Phil era un ragazzo quando il sistema computerizzato del Seafort Dock iniziò a controllare ogni passaggio del carico-e scarico al terminal container. Sposta lo sguardo sui parallelepipedi colorati come giocattoli. Il capitale è in cerca di una nuova verginità, dice tra sé. E così in Europa si parla di Recovery Plan. E così nel mondo della finanza tutto deve diventare ESG, per intercettare i nuovi flussi di capitale.
 
Environmental, social and corporate governance: nient’altro che una grande lavatrice della corporate culture degli ultimi cento anni. Una centrifuga che pretende di smacchiare ciò che le grandi aziende hanno generato: distruzione dell’ambiente, discriminazione di genere, disuguaglianza sociale. Quindi le rotte del capitale vengono dirottate per placare la rabbia popolare. Ma perché la trasformazione abbia un minimo di credibilità, manca un elemento fondamentale: il legislatore che globalmente sia in grado di intervenire sulle leggi locali in tema di lavoro e immigrazione. Finché non si avrà quella trasformazione, l’ordine digitale continuerà a fondarsi su norme antiche, su retaggi disumani e presenti di un tempo remoto.
 
Le operazioni si concludono, Philip lo capisce. I mezzi si allontanano dalla banchina senza più container, improvvisamente nuda. Lassù nel cargo, le merci imbarcate si apprestano al loro viaggio sulle onde. Ogni cosa è al suo posto ma il professor Wade non riesce certo ad allontanarsi sereno.
Una centrifuga che pretende di smacchiare ciò che le grandi aziende hanno generato: distruzione dell’ambiente, discriminazione di genere, disuguaglianza sociale.
Rimugina sulla modalità con cui il nuovo ordine digitale prevede la distribuzione di stock options ai dipendenti, che diventano shareholders felici, ma distrugge la città. Esclude milioni di persone dalle vecchie realtà urbane, perché cannibalizza tutto. Muove i prezzi delle case, stravolge le vite dei loro abitanti, in funzione dell’andamento in borsa delle aziende.
 
Il nuovo ordine digitale, però, dovrà fare i conti col ritorno dei corpi all’alba di un mondo post-pandemico, che già si intravede nel grande rialzo delle materie prime e dell’acciaio, e nella ripresa dello shipping. I porti come il Seafort Dock torneranno a essere snodi decisivi, mentre le nuove generazioni iniziano a ragionare di sindacati e di nuove forme d’organizzazione: reali e non più virtuali. E la sanità dovrà essere il pilastro di un altro welfare, e la formazione un investimento strategico per il futuro.
 
Phil osserva l’uomo solitario sul molo, la sua figura piccolissima e immobile davanti ai volumi di metallo che giganteggiano tutt’attorno. Francis Fukuyama disse che la Storia era finita e che “l’ultimo uomo” sarebbe stato il prototipo del liberale. Si sbagliava: forse il vero “ultimo uomo” non lo conosciamo ancora, ma sappiamo bene che il suo ha fallito.

FONTE: https://www.idiavoli.com/it/article/il-nuovo-ordine-digitale

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Meluzzi: accelerano, temono che la strage diventi vistosa

Personaggi come Umberto Galimberti e Giuliano Cazzola criminalizzano e patologizzano il dissenso, come ai tempi della psichiatria di Stato introdotta da Stalin? Credo che ci sia una grande strumentalità, e una serie di vantaggi sociali ed economici che derivano da questa parte in commedia, questa commedia tragicomica e grottesca alla quale siamo sottoposti tutti i giorni dai media mainstream. E credo ci sia anche un atteggiamento screziato di paranoia, a fronte di una patologia che ha una letalità bassissima. Però ricordo, a questi vecchi malvissuti, che chi pensa di poter sacrificare la libertà alla sicurezza, alla fine, non avrà né l’una né l’altra. Non avrà la sicurezza (non avrà “l’immortalità”), mentre alla libertà ha già rinunciato da tempo. E, avendo rinunciato alla libertà, ha rinunciato anche alla dignità, al poter andare con la propria faccia di fronte ad uno specchio al mattino (e di fronte al Tribunale della Storia, in tempi – ritengo – medio-brevi).

“Wired”, mi segnalano, scriveva di come si possono “combattere razzismo e xenofobia con la scienza”. E l’“Huffington Post” citava una ricerca sulla “stimolazione cerebrale non invasiva” per correggere “pregiudizi e stereotipi sociali”. Zombizzare le masse, all’interno di una Meluzzisocietà apparentemente utopistica ma in realtà distopica? Una società pacificata, dove però le persone devono essere svuotate, sradicate, livellate? Io credo che Huxley, nel “Nuovo mondo”, nella divisione degli esseri umani tra alfa, beta, gamma, delta (ed epsilon, a cui è riservata solo la droga del “soma”, dell’appiattimento e dell’oblio), ancora più che in “1984” di Orwell, ci renda ragione di questo incubo collettivo. Un incubo che muove, fondamentalmente, da due motivazioni: il controllo di un’élite ristretta sulla maggioranza delle persone, e la spersonalizzazione degli individui (o addirittura la loro “de-personazione”) per farne dei robot controllati, dei dati algoritmici prevedibili.

In altre parole, l’obiettivo è eliminare quella libertà che caratterizza l’umano: come se ci fosse una presenza demoniaca che viene da un altrove, e che fa della specie umana una “variabile impazzita” della natura e del Creatore, che dev’essere cancellata e sostituita con un soggetto totalmente eterodiretto da una legge eterologa e da una una “eterotopia” che, appunto, Huxley ha descritto perfettamente, e che purtroppo sta entrando tragicamente fra noi; prima, attraverso forme di condizionamento legate alla dittatura del politically correct, poi attraverso tecnologie telematiche che non controllavano il gene, ma il “meme” della cultura (quindi lo smartphone, la dipendenza dalla HuxleyRete), e poi, alla fine, non più solo il “meme” della cultura, ma il gene del Dna, che dev’essere modificato eliminando la libertà dell’umano, riducendoci ad automi.

Questo è lo scenario che qualcuno ha consapevolmente concepito. Che gli riesca fino in fondo non è detto, perché esiste l’eterogenesi dei fini. E quindi, nonostante la pervasività di questo disegno, la sua efficacia e la sua efficienza, nonostante la sua spietatezza e la sua anti-umanità, nonostante il suo orrore, questa situazione ha prodotto dei livelli di elevata coscienza in una quantità di persone, su scala planetaria, come forse non mai. E’ questa, la “variabile impazzita” della questione. E quindi, quel Tribunale della Storia potrebbe innescarsi anche di fronte a una variabile – impazzita e relativamente prevedibile: cioè il fatto che queste misure, anche le terapie immunologiche, producano effetti letteralmente devastanti, sulla salute delle masse. Tanto da arrivare poi a un passaparola (media o non media, controinformazione o meno, Rete o non Rete, coscienza nei media o non-coscienza nei media).

Se in ogni pianerottolo, in ogni famiglia, in ogni parentado, in ogni circolo di amici c’è qualcuno che ci lascia le penne, avendo pensato di conquistare l’immortalità, questo potrebbe produrre un contraccolpo dagli effetti imprevedibili. Su questo – io temo, tragicamente – si giocherà la partita. Siccome però la riduzione della popolazione generale (soprattutto l’eliminazione della fertilità, partendo dai bambini), secondo la Fondazione Bill & Melinda Gates è una delle finalità generali di questo orrendo disegno, io credo che – se non si sbrigano – le grandi masse umane potrebbero accorgersene: è per questo che accelerano. Loro – ricordiamolo – hanno alcune finalità generali. Per esempio, la riduzione demografica: quindi una diminuzione della popolazione, partendo dai più giovani, anche attraverso progressive campagne di sterilizzazione. Lo diceva Bill Gates dieci anni fa: soltanto con una grande campagna vaccinale avremmo potuto abbassare l’incremento demografico.

In secondo luogo, hanno bisogno di un controllo algoritmico delle masse: quindi deve essere azzerata quella libertà dell’essere umano, che lo rende “simile a Dio”. Diceva Jacques Maritain: «Il Dio dei cristiani è stato così pazzo da voler essere amato da uomini come lui». E’ l’uomo che ha combinato sempre la dimensione dell’amore e del filantropismo. Bene: vogliono ridurci a una dimensione di consumi prevedibili, controllati, eterodiretti e “datizzati”. Per il momento, questo lo si fa con gli strumenti disponibili. Ma l’obiettivo finale – a detta dello stesso Bill Gates – è quello dell’innesto di un microchip transumano (o post-umano) per ridurre gli uomini a dei robot, possibilmente non-Bill Gatesriproducentisi, non inquinanti, non autonomi, non-autogovernantisi, non imprevedibili. Questo pianeta, ridotto a una sorta di orrendo film di fantascienza, è lo scenario che si sta preparando (a detta degli stessi documenti di coloro che lo stanno attuando).

A non vederlo è soltanto la cecità di non vuole vedere, o di chi pensa che tutto questo abbia un contenuto filantropico, “verde”, come nel caso della follia dell’elettrificazione dell’automotive. Per caricare una batteria al litio, e poi smaltirla, si deve consumare molto più ossigeno, e liberare molta più anidride carbonica (e sostanze inquinanti) di quanto non accada con un motore diesel. Siamo quindi nella menzogna delle menzogne, laddove altre tecnologie veramente autonome – come l’idrogeno – vengono dilazionate e represse. Il problema fondamentale è il controllo, da parte di questa Cabala planetaria che, nella politica recente degli Usa – con l’efficienza del Deep State governato dalla setta “dem” – ha abbattuto Trump, che (con tutti i suoi difetti) aveva cercato di contrastare un disegno geopolitico nel quale tutta la manifattura dev’essere demandata alla Cina, e l’immensa plusvalenza prodotta dalla manifattura in Cina dev’essere investita in debito militare americano.

Questa doveva essere la divisione del lavoro, per il club dei Clinton e per gente che, come Obama, ha avuto il Nobel per la Pace scaricando poi nel mondo la maggior quantità di bombe dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Però le classi progressiste europee credono a queste balle: credono che Trump fosse cattivo, che Obama fosse buono, che lo “scorreggione” Biden (un fantoccio) e Kamala Harris fossero l’immagine del politically correct. L’unica speranza geopolitica che oggi abbiamo è che i repubblicani vincano le elezioni di mid-term e che Obama e BidenTrump possa fare lo speaker del Congresso al posto di quella strega abortista di Nancy Pelosi. Questo potrebbe creare qualche problema anche all’élite di casa nostra. Altrimenti, saremo schiacciati come scarafaggi.

Questi equilibri si giocano a livelli che, purtroppo, non sono né quelli dell’Italia, né quelli dell’Europa. Sul “lockdown per i non vaccinati”, il governo frenerà finché lo riterrà conveniente. Io credo che di qui alla primavera, cioè alle elezioni americane del mid-term, vedremo forme di repressione inimmaginabili. Credo che non si fermeranno soltanto al “lockdown per i non vaccinati”: il loro sogno è quello delle retate nelle case per riempire i capannoni per l’isolamento che hanno preparato, in Italia come in Australia. Quello, probabilmente, sarà il momento della latitanza. Come difendersi dalla tirannide? Io ho il pessimismo della ragione, ma anche – gramscianamente – l’ottimismo della volontà. Quindi ritengo che la battaglia vada fatta, fino alla fine, e penso che ci sia anche l’eterogenesi dei fini, e quindi nessuno può prevederne gli esiti: la partita va giocata fino in fondo, senza paura e con grande determinazione.

La durezza della mia analisi è quella che faceva dire, ai classici romani, “si vis pacem, para bellum”. Se vuoi la pace preparati alla guerra, sapendo che sarà la più sanguinaria che ci sia mai stata. E lo scenario è feroce: di fronte a questo tipo di situazione bisogna essere allertati, predisposti e preparati. Ma i momenti feroci non sono mai mancati, nella storia. Credo che lo stesso grado di consapevolezza delle masse attuali ce l’avesse un ragazzo calabrese di vent’anni, trascinato nelle trincee dell’Isonzo nell’inverno del 1916. Credo che questa consapevolezza ce l’avessero coloro che subivano i bombardamenti nelle città italiane nel 1943-44. Penso che tutte le epoche abbiano avuto Bergogliole loro Hiroshima, le loro Nagasaki, i loro Gulag, i loro campi di concentramento, i loro Buchenwald. La storia è sempre foriera di una dimensione che ha anche un aspetto tragico essenziale: e oggi, la tragedia si ammanta di salute, di buonsenso, di ecologismo, di protezione dalla malattia degli altri, di solidarismo.

Basta leggere le bestialità dette dall’“antipapa” Bergoglio, o da tanti altri che dovrebbero animare le agenzie della buona volontà, e invece rivelano questa visione veramente luciferina, nella sua finzione: un’esibizione di pubbliche virtù di fronte a orrendi vizi privati, nel quadro di un’orrendo disegno di base. Ciò detto, credo che le misure di autodifesa debbano essere la coscienza, la consapevolezza, il coraggio; la capacità di fare gruppo, di fare comunità, di avere relazioni protettive, affettive, di autenticità. E la capacità di amore, anche verso i propri nemici. Ho chiamato “vecchio malvissuto” il mio collega Galimberti. Ma, se proviamo a calarci empaticamente nei suoi panni, nelle sue fragilità, nella sua auto-valutazione, nella stima che ha di sé, nella paura per le sue condizioni (di vita e di carriera), allora comprendiamo anche perché dice le mostruosità che dice.

Non significa giustificarle, sia chiaro. Ma provare a guardare il mondo con gli occhi dell’altro, anche del proprio nemico, si chiama empatia. E per i cristiani diventa il grido di Gesù: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». E molti dei nostri persecutori – davvero – non sanno quello che fanno. Pensiamo anche che c’è un grande disegno, che gli orientali chiamano Dharma. E c’è una parola che Jung chiama “sincronicità”: è l’idea che, tra le cose che accadono, vi siano nessi che non sono né casuali né causali; misteriosamente, molte cose si collegano tra di loro in un disegno, generale e contemporaneamente personale, che i cristiani chiamano Provvidenza. Manzoni la descrive magistralmente, nella peste di Milano e nella narrazione dell’untore, parlando della Colonna Infame: esiste un grande disegno corale, che include anche gli altri, nel quale le nostre singole vite sono inserite: con un libero arbitrio, al quale non possiamo rinunciare mai, che ci fare dire “sì” o “no”, a qualsiasi cosa.

Noi abbiamo detto “no” a molte cose, a cui altri hanno detto “sì”. Non è un caso che siamo stati noi, a dirlo. Lo dico forse con un eccesso di provvidenzialismo giudaico-cristiano: ma forse chi ha detto “no” l’ha fatto perché è stato scelto, per farlo. Probabilmente, è stato scelto per testimoniare qualcosa che si rivelerà nella sua compiutezza solo quando questa pagina tragica e orribile della storia si sarà conclusa, cioè quando finalmente avremo capito per quale ragione – faticosamente, anche al prezzo della vita – abbiamo presidiato questa luce, nei confronti di un buio diabolico montante. Direi a tutti di formare un’eggregora di pensiero: quando le menti, le coscienze, le anime vibrano Danteall’unisono, si mettono in connessione con i “cori angelici”, quelli che Dionigi l’Aeropagita, Dante, Tommaso d’Acquino o Papa Gregorio hanno descritto (il canto delle sfere celesti). E quindi ci mettono dentro una grande prospettiva di unione, di comunità, di forza, di speranza, di fede, e anche di amore.

Il diavolo, invece (dal greco “diabàllo”, dividere, che è il contrario di “sünbàllo”, mettere insieme) è colui che divide, che ci vuole isolati. Vuole dividere le persone dalle persone, l’uomo dalla donna, il maschio dalla femmina, il fratello dal fratello, il padre dal figlio e il figlio dal padre, le comunità dalle comunità, le nazioni dalle nazioni. L’idea di dividere è, paradossalmente, l’obiettivo fondamentale della globalizzazione: sembra fatta per unire, e invece è realizzata come con l’idea del costruttore della Torre di Babele. Io credo che la globalizzazione sarà schiacciata dalla confusione delle lingue: alla fine, il caos travolgerà chi pensava di poter ridurre tutto a un algoritmo governato da un computer. Il nostro principale alleato, in questo momento, è il caos creativo della realtà, insieme all’irriducibilità e all’imprevedibilità delle cose umane. Ed è questo caos creativo e libero, che noi dobbiamo cavalcare.

Nella Sacra Scrittura, questo caos è la pagina opposta a quella della Torre di Babele: la Pentecoste. Dopo esser stati terrorizzati dalla morte del loro maestro, dopo averne visto la resurrezione (ma senza averla capita), gli apostoli escono dal cenacolo e, illuminati dallo Spirito Santo, parlano, capendosi perfettamente, pur provenendo da ogni angolo del Medio Oriente. Per poter difendere la libertà bisogna essere pronti Riccardo Szumskianche ad “abbracciare la croce”: soltanto chi accetterà di testimoniare fino in fondo sarà salvato. Come dice il Libro dell’Apocalisse: si salverà soltanto chi non accetterà il “segno della Bestia” (il 666 messo sottopelle, senza il quale non si potrà né comprare né vendere, che poi è esattamente quello che oggi ci stanno imponendo). Ma ripeto: il pessimismo realistico che esprimo è il modo per essere ottimisti.

Hobbes, che parla del Leviatano e dell’“homo homini lupus” (e che quindi sembra un pensatore feroce, nei confronti della natura umana) è il padre – nella filosofia politica – di tutti i pensieri liberali. Rousseau, che è un ottimista nei confronti della natura dell’uomo, è il generatore di tutti i modelli giacobini e totalitari della storia. Quindi, essere pessimisti sugli esiti della contingenza che si sta attraversando, probabilmente, è il modo migliore per essere più umani. Essere stupidamente ottimisti, come tanti imbecilli che popolano il mainstream, è il segno invece di una ferocia che può diventare pericolosissima, per sé e per gli altri. E quindi, con questo “sentimento tragico della vita”, come avrebbe detto Miguel de Unamuno, dobbiamo accettare la sfida: chi, come noi, ha raggiunto questo livello di consapevolezza, deve testimoniarla per poi donarla, con amore, agli altri. A qualunque prezzo, a qualsiasi costo.

(Alessandro Meluzzi, dichiarazioni rilasciate il 18 novembre 2021 nella trasmissione “Politicamente Scorretto”, con Enrica Perucchietti, Gianluca Lamberti e Adrian Fiorelli, sul canale YouTube “Facciamo finta che”. Il professor Meluzzi è stato sospeso dall’esercizio della professione medica, come altri 250 sanitari di Torino, per essersi rifiutato di ricevere il siero genico sperimentale imposto come profilassi anti-Covid. Nella trasmissione è stato citato anche il valoroso dottor Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia di Piave, appena radiato dall’Ordine dei Medici di Treviso per l’ostinazione dimostrata nel voler curare regolarmente da casa, e con pieno successo, i pazienti affetti da Covid).

FONTE: https://www.libreidee.org/2021/11/meluzzi-accelerano-temono-che-la-strage-diventi-vistosa/

 

 

 

 

ECONOMIA

Altro che verde: le banche finanziano petrolio e carbone

Dicembre 7, 2021 posted by Leoniero Dertona

 

Nonostante la pressione degli investitori e della società, le banche di tutto il mondo continuano a finanziare e  sottoscrivere obbligazioni emesse da compagnie petrolifere, del gas e del carbone, con accordi obbligazionari in combustibili fossili organizzati dalle banche per quasi 250 miliardi di dollari nel 2021, hanno mostrato i dati di Bloomberg lunedì. Se un’industria paga gli interessi, ci sarà chi la finanzia.

JP Morgan ha finanziato il maggior volume di prestiti e obbligazioni combinati finora quest’anno, seguita da Wells Fargo, Citi, RBC e Mitsubishi UFJ, secondo i dati del 3 dicembre compilati da Bloomberg.

Wells Fargo è stato il più grande prestatore dell’industria dei combustibili fossili quest’anno, con la maggior parte della sua esposizione al settore che va a prestiti per le aziende.

Mentre gli investitori “Maturi” o “Consapevoli” per l’ambiente spingono affinché le banche di Wall Street, e di fatto tutte le banche a livello globale, evitino i combustibili fossili, le principali banche affermano che continuando a finanziare petrolio e gas, aiutano il settore a investire in soluzioni energetiche a basse emissioni di carbonio che aiuterebbe a decarbonizzare il sistema energetico globale. Pecunia non olet.

“È davvero importante che i nostri clienti adottino misure per innovare e decarbonizzare, ma dobbiamo anche portare gli utili  per la commercializzazione di tali soluzioni”, ha detto a Bloomberg Marisa Buchanan, Global Head of Sustainability di JPMorgan Chase & Co. Letto diversamente: i clienti devono essere verdi, ma la banca deve fare utili, dal petrolio e dal carbone, per poterli aiutare a essere verde.

Nel maggio di quest’anno, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato che le banche dovrebbero finanziare progetti resilienti al clima a basse emissioni di carbonio, non grandi infrastrutture di combustibili fossili che non sono nemmeno più convenienti.

Nell’ottobre di quest’anno, l’agenzia di rating Moody’s Investors Service ha dichiarato in un rapporto che nelle nazioni del G-20, le società finanziarie detengono 22 trilioni di dollari in prestiti e investimenti soggetti ai rischi di transizione del carbonio. Però intanto questi prestiti generano degli utili. Che facciamo? Li buttiamo a mare?

FONTE: https://scenarieconomici.it/altro-che-verde-le-banche-finanziano-petrolio-e-carbone/

 

 

 

EVENTO CULTURALE

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

L’inflazione sta bruciando i risparmi, chi si salverà?

Dicembre 6, 2021 posted by Costantino Rover

Dopo le dichiarazioni di Powell al Senato USA, ora è ufficiale, l’aumento dell’inflazione che è in corso da alcuni mesi non è transitoria.

Appunto. l’esatto contrario di quanto il capo della FED è andato predicando fino a pochi giorni fa.

I giornali non ne hanno fatto alcun clamore, anche se questa notizia ne meriterebbe di quello fatto a gran cassa.

Al contrario i media continueranno a raccontarci la tavoletta del boom del PIL come se andasse tutto bene.

In due dei più recenti articoli di economia vi abbiamo parlato del fantomatico boom de PIL, Boom che ci veniva descritto come un prodigio dovuto alle abilità di Draghi & C., ma anche dell’inflazione, più riconoscibile dall’italiano medio se chiamata col suo secondo nome: aumento dei prezzi.

In questi articoli abbiamo mostrato come il PIL, così tanto sbandierato sui media nazionali, sia gonfiato dall’aumento dei prezzi e dei costi fissi appioppati – grazie anche alla scusa della transizione verde – al groppone dei cittadini.

Quando le previsioni si rivelano completamente sbagliate

Ma di come i media siano particolarmente abili a prendere granchi, ovvero a bersi tutto quello che gli esperti starnazzano, pronti poi a contraddirsi subito dopo ne stiamo avendo prova da decenni.
Dal proclamato successo dell’Euro; partito con lo slogan “lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno in più” all’esempio della Grecia, per poi passare  alle previsioni catastrofiche della Brezìxit, rivelatasi poi un successo, fino ad arrivare ai giocolieri, pardon, i giullari del covid, la lista è lunga.

Per averne prova, ti invito a scaricare l’e-book gratuito ECONOMI/GRAM, che apre il suo archivio colmo di questi esempi.

L’inflazione è un bene o un male?

L’inflazione è un bene se l’economia tira, cioè se l’aumento dei prezzi è dovuto al benessere economico delle persone che quindi sono portate a spendere di più.

È un male se anche l’economia va male, perché significa che non ci sono abbastanza merci da acquistare, gli scaffali sono vuoti, e quindi il denaro, essendo in eccesso rispetto alla disponibilità dei beni, perde di valore.

Il motivo della scarsità di beni e materie prime ve lo abbiamo spiegato in questo articolo di poche settimane fa.
L’attuale inflazione trova una delle sue principali cause nei colli di bottiglia che si trovano sparsi nel mondo. Uno ad esempio è dovuto al monopolio cinese di cui abbiamo parlato in quest’altro articolo.
Le merci non arrivano sugli scaffali e quindi i prezzi di quelle disponibili schizzano alle stelle.
Lo stesso vale per le materie prime ed i semilavorati.
Un esempio eclatante è la scarsità di chip elettronici che sta rallentando l’industria automobilistica ed ha praticamente paralizzato alcuni settori dell’elettronica di consumo.

Quindi l’inflazione di oggi non è affatto un segnale positivo.

Inflazione non-stop

Che di iperinflazione in America si sentisse parlare già da inizio anno e che questa sarebbe stata contagiosa almeno quanto il covid era di per sé un fatto scontato.
Ora che Jerome Powell, il Presidente della Federal Reserve,  ha smentito sé stesso e l’intera informazione mainstream mondiale, ne abbiamo la conferma.

Quello che doveva essere un fenomeno transitorio, si è dimostrato quello che temevamo. Un po’ per pudore e un po’ per timore di fare la figura degli uccelli del malaugurio, non abbiamo mai parlato dell’impressione che facevano le parole del capo della Fed.

L’aumento dei prezzi che ha caratterizzato gli ultimi mesi di mercato non è transitoria.
In questi giorni ha raggiunto il 6% in Germania e si avvicina al 5% in Italia ed è destinata a salire ancora, oltre che a rimanere una lunga costante nel tempo. Dio solo sa quanto. Anzi forse lo sanno gli Dei dell’Olimpo bancario.

Inflazione transitoria

fonte

L’inflazione è transitoria…


Inflazione transitoria

fonte

…Lo ha detto Powell…

inflazione transitoriafonte

… E vi spieghiamo anche perché…


inflazione non-stop

fonte

… Ops!

Il bello delle previsioni economiche è che si avverano sempre per il semplice motivo che l’economia è una scienza esatta…
Ecco perché nel frattempo possiamo tranquillamente discutere se Biancaneve fosse i meno consenziente.
Biancaneve era consenziente? In Italia si discute di questo

 


 

ECONOMI/GRAM
STOP ALLE PRESE IN GIRO DEI MAS MEDIA

ECONOMIGRAM libro e e-book

La scusa più ridicola del mondo

A chi ha dato la colpa dell’inflazione, Powell?  Alla variante al covid-19 denominata Omicron; la cosiddetta variante sudafricana.

Non importa se di questa non si hanno ancora sufficienti informazioni; Powell va sul sicuro. Tra le colpe di una duratura inflazione c’è la variante Omicron. Una variante che stando alle stime attuali avrebbe mietuto appena 33 vittime in 8 Stati.

omicron

omicron

omicron

Ma se ci viene fornita una scusa fuorviante, la domanda è: quando il capo della Fed rassicurava tutti, era in buona fede o ci stava mentendo sapendo di mentire?


Chi colpisce l’inflazione?

L’inflazione sta travolgendo tutto perché parte dall’aumento dei prezzi delle materie prime.
Quindi tutte le produzioni, da quella alimentare, alla chimica, all’agricoltura (che si basa prevalentemente sulla chimica), l’elettronica, ecc. risentono degli aumenti.
Trattandosi di un aumento dei prezzi e quindi della perdita di valore del denaro, questo fenomeno colpisce un po’ tutti.

In particolare colpirà i risparmi fermi nei conti correnti che si svaluteranno perché, banalmente, si sta svalutando il denaro.
Colpirà anche chi ha uno stipendio fisso, perché non può adeguare il proprio reddito al mutare della situazione; a differenza di un professionista o delle aziende che possono ritoccare nel tempo i propri listini dei prezzi e delle tariffe.

Avranno vita dura coloro che hanno un mutuo da pagare; non per la rata in sé, perché quella dipende dai tassi sul denaro e sulla formula del mutuo (variabile o fisso?).
Per loro il problema è che se la spesa al supermercato, le bollette energetiche e i carburanti costano di più, pagare la rata diventa più difficile. Idem per chi ha spese condominiali elevate.

 

schema dell'inflazione dal libro di economia spiegata facile
L’inflazione – schema esemplificativo dal libro di Economia Spiegata Facile a pagina 193

Debiti e debitori

Di norma, quando c’è una inflazione alta diventa più facile rimborsare i debiti. Questo accade perché essendoci più denaro in circolazione di quello che servirebbe, in teoria dovrebbe essere più semplice guadagnarlo (peccato che per farlo serva avere un lavoro, non una fattore così comune oggi giorno).
L’inflazione aiuta a ripagare i debiti anche chi ha dei capitali da parte. Ora conviene usarli invece che aspettare che si svalutino. Anzi sarebbe stato opportuno pensarci 4, 5 mesi fa.

Ma queste sono eccezioni, perché stiamo attraversando un periodo di crisi economica.

Vita dura per i lavoratori e per chi ha concesso prestiti

Avrà vita dura anche chi ha prestato soldi, perché quando lo ha fatto la moneta valeva di più rispetto ad oggi. Quindi quando il debitore lo rimborserà quei soldi varranno di meno.

Quindi l’inflazione danneggia: 1) chi non ha investito i risparmi in titoli e asset con un rendimento maggiore dell’inflazione; 2) i consumatori.
Anche i mercati finanziari ne risentono, perché l’inflazione determina uno stato di incertezza. L’incertezza è determinata dal fatto che i consumatori, sapendo che i prezzi stanno salendo, tenderanno a rimandare i propri consumi.
I mercati finanziari vanno di conseguenza, con l’eccezione che sui mercati finanziari, laddove qualcuno perde, dall’altra parte c’è qualcuno che ci guadagna.

Un’altra categoria penalizzata sono i rentiers, cioè coloro che vivono di rendita su capitali depositati e che non sono stati investiti.
In questo senso l’inflazione non-stop che è stata appena annunciata è come una specie di grande patrimoniale sui conti correnti dei ricchi.

Chi ci rimette con l'inflazione - dal libro di economia spiegata facile
Chi ci rimette con l’inflazione – dal libro di economia spiegata facile

In questo frangente storico chi si salverà?

Un esempio di chi ha possibilità di cavarsela è chi ha investito i propri risparmi nei comparti energetici (e in generale le materie prime lato produzione), il settore del trattamento dei rifiuti e in generale tutte quelle azioni legate al mercato della transizione ecologica ed energetica.

Infatti in Europa si è deciso di intraprendere questa strada a tutti i costi. I finanziamenti pubblici stanziati in questo settore sono una spinta in più a far crescere questo segmento del mercato.

Ci rimette chi acquista titoli pubblici (già a tassi negativi o prossimi allo zero) o li ha acquistati di recente, perché è sicuro che l’inflazione di oggi è più alta della rendita garantita alla scadenza.

Chi preserverà i propri risparmi dall’inflazione?

Il modo più efficace di preservare i propri risparmi, quando imperversa l’inflazione sulle materie prime, è quello di investire in quei settori che non ne vengono colpiti.

I due asset principali preferiti dai risparmiatori e dagli speculatori sono attualmente l’oro e il bitcoin (che però è in preda ad una bolla speculativa) e in generale le cripto valute: per chi si fida.

Gli Stati su cui gravano dei debiti pubblici importanti stanno sorridendo, perché in questo momento si trovano nella condizione più vantaggiosa per ripagarli, perché il denaro costa meno. Del resto si tratta della posizione speculare a chi ha in tasca i titoli pubblici.

Cosa comporta l’inflazione per la gente comune?

Secondo alcuni osservatori, l’inflazione attuale è una conseguenza dell’enorme sforzo da parte delle banche centrali di immettere liquidità nell’economia.
Tutti questi botti a colpi di bazooka alla Mario Draghi (che però sono rimasti quasi in toto sui mercati finanziari inflazionando la borsa), la riduzione del costo del denaro che ha incentivato ad accendere mutui e prestiti da parte dei privati e delle aziende, oltre ad essere arrivati solo col contagocce (e con la garanzia dello Stato alla maniera del Governo Conte e della sua potenza di fuoco), adesso devono rientrare in qualche modo.

Insomma i prestiti c’erano, ma adesso bisogna saldare i conti.

Potenza di fuoco

 

Chi ha beneficiato della stampa illimitata di denaro sono stati i mercati finanziari. Lo ripetiamo da una decina di anni.
Il motivo risiede nel meccanismo con cui le banche centrali operano e che troviamo spiegato alla perfezione nel libro di Economia Spiegata Facile e non staremo qui a ripetere.

 

come vengono fatti i prestiti agli Stati
come vengono fatti i prestiti agli Stati – Pagina dal libro di economia spiegata facile

 

la BCE crea denaro illimitatamente
La BCE crea denaro illimitatamente. Il bazooka di Mario Draghi ha stampato miliardi di euro senza avere effetti sull’inflazione per anni. Perché l’inflazione si manifesta solo adesso? pagine estratte dal libro di economia spiegata facile.

 


Insomma secondo questi osservatori, dopo la semina è arrivato il tempo della mietitura. E il modo più immediato per ridurre tutta la quantità di denaro presente nei mercati e nell’economia, è semplicemente quella di lasciare correre l’inflazione in modo da ridurne il valore in circolazione, facendo sì che l’inflazione ne divori un po’. Quanto ancora non si sa.

HAI VISTO CHE CAPIRNE DI ECONOMIA CONVIENE?

E noi di cosa ci siamo occupati, mentre tutti questi giochi si svolgevano sopra alle nostre teste?
Ci siamo presi cura dei nostri risparmi?

Ve la siete presa anche voi coi fascisti sbagliati?

Con il graduale – e NON transitorio – aumento dei prezzi, i giornaloni ci diranno che per l’Italia va bene, perché il PIL va a gonfie vele.
E per forza, più paghi e più il contatore del PIL aumenta i giri.
A riguardare indietro a tutte le piazze piene per i decreti arcobaleno e straripanti di sardine contro il fassyssmo, contro Salveenee, contro Orban e Trump, c’è da pensare che in fin dei conti, a starsene sulla pianta, è stato un bel sollazzo.
Bei tempi quelli in cui al TG si parlava di haters e di striscioni anti-covid, di deriva fascista e di piazze ricolme di sardine.
Per fortuna ci restano le finte aggressioni alle sedi della CGIL e alla Lucarelli di turno per distrarci un po’ dall’imminente compimento dei nostri destini.
Ve la siete presa coi fascisti sbagliati.
E l’inflazione ci sta portando il conto da pagare.
FONTE: https://scenarieconomici.it/linflazione-sta-bruciando-i-risparmi-i-tuoi-sono-al-sicuro/

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

IL DIRITTO REALE DI GODIMENTO ASSOLUTO DELLA LIBERTÀ

Il diritto reale di godimento assoluto della libertàL’evoluzione sociale e quindi economica dell’uomo si è basata sul perno principale della proprietà privata dalla quale si declinano tutte le libertà di cui oggi godiamo, la stessa personalità individuale si identifica e realizza compiutamente solo nella sua espressione materiale, ovvero la propria proprietà. La fonte basilare della nostra libertà individuale consiste nell’esercizio della libertà economica senza la quale non potremmo essere in grado di godere di alcuna libertà e per enucleare in modo più apodittico questo concetto prendo in prestito il modus cogitandi aristotelico, citando il seguente sillogismo, se gli uomini aspirano alla libertà e se la proprietà privata è la fonte principale di ogni libertà, gli uomini non possono prescindere dalla tutela della proprietà privata.

Purtroppo siamo irretiti in un periodo storico in cui la proprietà privata è progressivamente considerata una minaccia e una causa di ingiustizia sociale. In Italia, soprattutto, anche grazie ad un retaggio socio-giuridico culturale collettivistico che ha permeato la nostra stessa Carta costituzionale, vige una tendenza politica e giudiziaria alla delegittimazione della proprietà privata o se non altro al suo ridimensionamento a vantaggio di principi ed impostazioni normative di matrice statalista. L’incompiutezza della Costituzione italiana si evince anche da questa disattenzione nei suoi dettami ai principi liberali, che favoriscono una cultura plebiscitario-democratica protesa a politiche collettivistiche anziché liberali e quindi a scapito della tutela delle libertà individuali, che non possono prescindere dalla tutela e dal rispetto del diritto della proprietà privata in modo assoluto, da parte dell’Ordine costituito.

Dallo stesso “Corpus Iuris Iustinianeum” (529-534), nella sua concezione interpretativa delle consuetudini civilistiche degli antichi romani e quindi non nella prerogativa di imporre dei comportamenti avulsi dalla realtà empirica finalizzati a favorire degli interessi di parte a danno della libertà individuale, emerge quanto la tutela della proprietà privata in ogni sua declinazione sia un principio fondativo dello stato di diritto, prevedendone una difesa giuridica e giudiziaria che si concretizza con il risarcimento anche extra contrattuale, come si evince dalla storica “Lex Aquilia”, sui cui, peraltro, si basa anche l’articolo 2043 del nostro Codice civile, riguardo al risarcimento per fatto illecito. La decadenza di una società e del suo stato di diritto è direttamente proporzionale all’incapacità giudiziaria di garantire la tutela di questo principio inalienabile per la sussistenza della libertà. Quando iniziano a manifestarsi i prodromi di un regresso culturale e giuridico, a causa del quale la proprietà privata soccombe a principi demagogici e pretestuosi che si nascondono dietro frodi lessicali come quella di “giustizia sociale”, allora cominciano a svilupparsi inquietanti fenomeni involutivi di metastasi anomiche, a causa delle quali le norme sociali risultano incapaci di garantire lo stato di diritto.

Con questa premessa, possiamo più efficacemente comprendere la pericolosità che rappresenta l’ultima sentenza della Cassazione n. 36251/2021 del 23 novembre del 2021, inerente all’esistenza del danno per occupazione di un immobile “sine titulo”.

La sentenza suddetta si riferisce ad un caso di occupazione abusiva di un immobile, perché in assenza di alcun titolo, stabilendo l’eventuale esistenza di un danno economico e quindi del conseguente diritto a ricevere un risarcimento da parte del proprietario. Gli ermellini della Suprema Corte hanno stabilito il principio di diritto secondo il quale, in caso di occupazione di un immobile “sine titulo”, non può ritenersi fondato a priori il diritto a essere risarcito per il proprietario, basandosi sul presupposto dell’esistenza del danno “in re ipsa” (nella stessa natura della cosa), ma devono sussistere delle valide prove che avallino l’intenzione fattiva di rendere fruttifero l’immobile da parte del suo titolare.

Inoltre, la liquidazione equitativa dell’eventuale danno subito deve essere vincolato a un’analisi contemperata di quanto esso possa essere stato concretamente pregiudizievole, donde il giudice ha il dovere di dimostrare nella sua motivazione il peso specifico dell’incidenza pregiudizievole rappresentata dal danno, citando nella sentenza il percorso logico compiuto nella propria decisione di determinare sia l’entità del danno e sia gli elementi su cui ha stabilito il “quantum”, affinché possa consentire un valido sindacato di quanto siano stati rispettati giuridicamente i principi del danno effettivo e del suo conseguente risarcimento nella sua integralità. In tal modo i giudici di Cassazione hanno accolto il ricorso di una società contro la sentenza della Corte di Appello, che in una vertenza inerente al preliminare di un contratto di locazione immobiliare al suo mancato rilascio del bene senza alcuna giustificazione giuridica, aveva rigettato la domanda ex articolo 2932 del Codice civile, condannando la società che occupava abusivamente l’immobile a rilasciarlo, nonché stabilendo a suo carico il pagamento di mille euro mensili fino a quando non avrebbe concretamente liberato l’immobile, a titolo di risarcimento del danno subito dal titolare del diritto reale assoluto.

Con questa sentenza, la Suprema Corte ha riconosciuto la doglianza della società ricorrente sul fatto che la Corte di Appello aveva sostanzialmente configurato il danno derivante da occupazione “sine titulo” come “damnum in re ipsa”. In sostanza, la Cassazione ha confermato la tendenza giurisprudenziale della sentenza del 25 maggio del 2018 n. 13071 della Cassazione Sezione 3, secondo la quale nel caso di occupazione illegittima di un immobile il danno subito dal proprietario non può ritenersi sussistente “in re ipsa”, atteso che tale concetto giunge ad identificare il danno con l’evento dannoso ed a configurare un vero e proprio danno punitivo, ponendosi così in contrasto sia con l’insegnamento delle Sezioni Unite della Suprema Corte secondo il quale quel che rileva ai fini risarcitori è il danno-conseguenza, che deve essere allegato e provato”. Al postutto, secondo quanto si evince dalla giurisprudenza prevalente del nostro diritto, le conseguenze della violazione della proprietà privata non sono sancite in termini risarcitori in modo automatico, ma spetta a colui che subisce l’occupazione del proprio immobile dimostrare l’eventuale esistenza di un danno economico derivante dalla condotta abusiva dell’occupante “sine titulo”.

Questo a riprova del fatto che al contrario dell’evoluto e pragmatico Common Law, in cui esiste la legittima difesa della proprietà privata, che genera uno scudo penale per chi la esercita per difendersi da coloro che entrano abusivamente nella propria abitazione, con le conseguenze risarcitorie civilistiche a favore del titolare dell’immobile, la nostra pletorica e pleonastica legislazione, tipica dell’impostazione giuridica del Civil Law, cui appartiene il nostro diritto, secondo cui la tutela della propria proprietà non è immediata e diretta da parte del cittadino, ma è mediata dalla magistratura con azioni giuridiche come le azioni possessorie o azioni petitorie, che nella lentezza della loro efficacia, manifestano tutta la loro inadeguatezza giuridica a garantire il diritto inalienabile e fondamentale della proprietà privata. Non è un caso che i suddetti strumenti procedurali risultino inefficaci, infatti rispondono ad una filosofia giuridica ben espressa nell’articolo 42 della Costituzione, secondo il quale, al secondo comma: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”.

Indi, da quanto sopra riportato, si deduce che secondo il dettame costituzionale vige il principio che la libertà individuale espressa e concretizzata nella proprietà privata debba essere sempre regolata in funzione di una concezione collettivistica dell’Ordine costituito, per cui la proprietà è subordinata allo Stato e ai suoi interessi, ossia a quelli che le maggioranze relative legiferano con i propri Governi, tramite norme particolari, anziché astratte e generali e quindi rispettose della libertà individuale e della minoranza parlamentare, che molto spesso è minoranza più a causa di complicate leggi elettorali e non grazie ad una corrispondente volontà popolare di maggioranza. Proprio nella ratio legis di questo dettame costituzionale si annida la matrice filosofica illiberale e collettivistico-democratica, confermata dalla stessa scelta che all’epoca della stesura della Costituzione fu compiuta dalla Costituente sia nel porre la proprietà tra i diritti economici e non più tra quelli fondamentali del singolo, come al contrario prevedeva lo Statuto Albertino all’articolo 29, sia nello stabilire che essa doveva avere una funzione sociale. In nuce, la finalità del legislatore fu quella di privarla di una dimensione individuale, per ricondurla ad una concezione collettivistica dell’economia e quindi illiberale.

Può esistere un reale stato di diritto la dove il suo principio di libertà fondante, come la proprietà privata, è limitato o considerato secondario e quindi non come un concreto diritto reale di godimento assoluto, ovviamente sempre entro i limiti del rispetto della legalità?

“Non lex, sed faex”.

FONTE: https://www.opinione.it/politica/2021/12/07/fabrizio-valerio-bonanni-saraceno_evoluzione-sociale-modus-cogitandi-aristotelico-retaggio-socio-giuridico-culturale-costituzione-italiana-suprema/

 

 

  

PANORAMA INTERNAZIONALE

Chi è Ursula von der Leyen: marito, figli, età, altezza, peso, biografia e curriculum

Chi è Ursula von der Leyen: marito, figli, età, altezza, peso, biografia e curriculum

Tutto quello che c’è da sapere su Ursula von der Leyen, nuovo Presidente della Commissione Europea: studi, carriera e famiglia

La nomina di Ursula von der Leyen è arrivata direttamente dal profilo Twitter di Donald Tusk, che ha reso noto l’accordo raggiunto coi 28 Stati Membri anche sulle nomine di Charles Michel come suo successore, e di Josep Borrel come Alto Rappresentante. L’accordo prevede anche che Cristine Legarde sostituisca Mario Draghi nel suo ruolo alla BCE.

Il 16 luglio scorso la candidata Ursula von der Leyen è stata eletta Presidente della Commissione Europea e sostituisce quindi il presidente uscente Jean Claude Junker. La maggioranza raggiunta da Ursula von der Leyen è stata di 383 voti, ha superato di soli 9 voti il numero di preferenze minimo necessario per vincere.

Dopo aver proposto la candidatura di Ursula von der Leyen al ruolo di Presidente della Commissione Europea, Donald Tusk ha anche annunciato l’intenzione della stessa di nominare come vicepresidenti del più alto rango, il socialista Frans Timmermans, e la liberale Margrethe Vestager. A questi si andranno poi ad aggiungere un vicepresidente per l’Italia, e uno per l’Europa dell’Est. Maros Secovic ricoprirà invece la carica di commissario all’Energia, ed è stato fortemente voluto dai Visegrad.

Chi è il nuovo Presidente Ue Ursula von der Leyen?

Ma chi è Ursula von der Leyen? Come ha iniziato la sua carriera politica, o che titoli di studio ha conseguito? Ha una famiglia o dei figli? Quanti anni ha, quanto pesa, quanto è alta? Ecco un bel po’ di informazioni dettagliate sulla nuova Presidente della Commissione Europea.

Ursula von der Leyen è un personaggio politico tedesco, e fino al giorno della sua elezione ricopriva la carica di ministro della difesa della Germania dal 2013. Il nome completo è Ursula Getrud von der Leyen ed è una fidata alleata di Angela Merkel. Il partito politico della von der Leyen è il CDU (Unione Cristiano Democratica).

Il padre di Ursula von der Leyen si chiamava Ernst Albrecht ed è stato Ministro-Presidente della Bassa Sassonia. Fu uno dei giovani pionieri della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, prese parte alla redazione del Trattato di Roma, e diventò capo di gabinetto del primo commissario alla concorrenza e poi direttore generale.

La figlia, Ursula von der Leyen è nata a Ixelles in Belgio, il giorno 8 ottobre 1958. Ora quindi ha 60 anni, ne compirà 61 questo autunno. Buona parte della sua infanzia l’ha trascorsa in Belgio, e a Bruxelles ha frequentato la scuola europea, poi il liceo scientifico ed infine sceglie come percorso universitario la facoltà di Economia a Göttingen e Münster.

Si sposta poi ad Hannover, dove frequenta l’università di medicina dal 1980, si laurea in quella stessa università nel 1987. Il matrimonio di Ursula von der Leyen arriva però prima della laurea, nel 1986, quando sposa il marito dal quale prende il cognome: Heiko von der Leyen. A partire dal 1992 e per i successivi 4 anni, prosegue gli studi presso l’Università di Stanford.

Al CDU Ursula risulta iscritta già dal 1990, ma comincerà effettivamente la sua carriera politica solo nel 2001, ed è in quello stesso anno che ottiene un mandato locale presso la regione di Hannover. Una esperienza quella del mandato di Hannover che terminerà presto. Due anni dopo infatti, nel 2003 sarà eletta deputata a Landtag nella Bassa Sassonia.

Con la vittoria di Christian Wulff del 2003, Ursula von der Leyen diventa Ministro degli Affari Sociali, delle Donne, della Famiglia e della Salute della Bassa Sassonia. Poi nel 2005, appena due anni più tardi, viene scelta dalla Cancelliera Angela Merkel come Ministro della Famiglia.

La Von der Leyen basa la sua politica per la famiglia sul rilancio e lo sviluppo degli asili nido, in modo che le donne tedesche abbiano tutto il tempo per dedicarsi alla vita lavorativa. Nel 2009 arriva la conferma come Ministro della Famiglia, mentre con le dimissioni di Franz Josef Jung arriva la carica di Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali.

Ed eccoci alla carica di Ministro alla Difesa che la von der Leyen ha ricoperto dal 2013 fino al giorno della sua elezione come Presidente della Commissione Europea. Diventando di fatto la prima donna nella storia a ricoprire questo importante ruolo istituzionale.

Ursula von der Leyen ha 60 anni, è nata l’8 ottobre 1958 a Ixelles, Belgio. Ha 7 figli, 2 maschi Egmont e David, e 5 femmine: Maria, Donata, Victoria, Sophie e Gracia. Il matrimonio è avvenuto nel 1986, il marito di Ursula von der Leyen si chiama Heiko von der Leyen. La von der Leyen ha 6 fratelli: Hans-Holger Albrecht, Barthold, Benita-Eva, Donatus, Lorenz e Harald-Erst. Il padre è Ernst Albrecht.

FONTE: https://www.borsainside.com/news/70542-chi-e-ursula-von-der-leyen-marito-figli-eta-altezza-peso-biografia-e-curriculum/

 

 

 

POLITICA

Il trattato Draghi-Macron secondo Meyssan

Tutti i documenti dell’Unione Europea sono tradotti in ognuna delle lingue ufficiali dei Paesi membri, nonché in inglese, lingua ufficiale della UE benché dal 2020 non lo sia di alcuno dei suoi membri. Il motivo non è che i britannici ne hanno fatto parte, ma che l’Unione è sotto il controllo della NATO, come recita l’articolo 42, comma 7, del Trattato di Lisbona, che è stato imposto con la forza in sostituzione del Trattato Costituzionale, respinto dalle popolazioni [2].

Per anni Germania e Francia hanno assunto la leadership dell’istituzione che ora si chiama Unione Europea. François Mitterrand e Helmut Kohl progettarono di trasformare il mercato comune in uno Stato sovranazionale – comunque vassallo degli Stati Uniti – in grado di competere con URSS e Cina: l’Unione Europea. Questa struttura – cui gli Stati Uniti pretesero che gli Stati dell’ex Patto di Varsavia aderissero e contemporaneamente raggiungessero la NATO – divenne una burocrazia colossale. Nonostante la parvenza, il Consiglio dei capi di Stato e di governo non è un super-governo, ma un organismo deputato a prendere atto delle decisioni della NATO. Ossia di risoluzioni che, prese dall’Alleanza Atlantica dominata da Stati Uniti e Regno Unito, sono poi trasmesse alla Commissione Europea, indi sottoposte al Parlamento e infine ratificate dal Consiglio.

dopo la Brexit, le forze armate francesi si sono ritrovate daccapo sole, come dimostra la rottura del contratto con l’Australia per la costruzione di sottomarini, a tutto vantaggio di Londra. Alla Francia non rimaneva altra scelta che avvicinarsi alle forze armate italiane, che però sono la metà di quelle francesi: questo è quanto è stato appena deciso con il Trattato del Quirinale (2021). Un’operazione favorita dall’ideologia che accomuna Emmanuel Macron, ex banchiere di Rothschild, e Mario Draghi, ex banchiere di Goldman Sachs, contemporaneamente al Trattato del Quirinale, la cancelliera Angela Merkel lasci il posto a Olaf Scholz, cui non interessano né le questioni militari né i deficit di bilancio di Francia e Italia. L’accordo di coalizione per la formazione del governo [4] allinea la politica estera tedesca punto per punto a quella degli anglosassoni (USA più Regno Unito).

Rapporti con l’ebraismo:

Ora il governo Scholz va oltre, impegnandosi a sostenere «ogni iniziativa che promuove la vita ebrea e la sua specificità»: promozione di una minoranza, non più protezione.

Riguardo a Israele, che Regno Unito e Stati Uniti crearono secondo una logica imperialista [5], il nuovo accordo stipula che «la sicurezza d’Israele è interesse nazionale» della Germania e assume l’impegno di bloccare «i tentativi antisemiti di condanna d’Israele, anche all’ONU». Parimenti dichiara che la Germania continuerà a sostenere la soluzione a due Stati del conflitto israelo-palestinese (ossia si opporrà al principio “un uomo un voto”), nonché si compiace della normalizzazione delle relazioni fra Israele e Paesi arabi. In questo modo il governo Scholz affossa la tradizionale politica dell’SPD, il cui ministro degli Esteri in carica dal 2013 al 2018, Sigmar Gabriel, definiva il regime israeliano «apartheid».

Olaf Scholz  non si è mai interessato molto alle questioni internazionali. Ha designato ministro degli Esteri la giurista dei verdi Annalena Baerbock, che non soltanto è partigiana delle energie pulite, ma è anche persona capace di esercitare influenza per conto della NATO. Sostiene chiaro e forte la fondatezza dell’adesione dell’Ucraina alla NATO e all’Unione Europea. Avversa la Russia, perciò rifiuta il gasdotto Nord Stream 2 e incentiva i terminali per l’importazione del gas degli Stati Uniti con le metaniere, nonostante l’esorbitante costo degli impianti. Inoltre definisce la Cina «rivale sistemico» e appoggia tutti i separatismi: taiwanese, tibetano, uiguro.

È prevedibile che le politiche di Berlino e Parigi s’allontanino lentamente …

Durante le guerre di Jugoslavia i due Paesi si sono scontrati militarmente: la Germania sosteneva la Croazia, la Francia la Serbia. Berlino e Parigi andavano d’accordo all’interno delle frontiere dell’Unione, ma si facevano guerra all’esterno. Gli esperti di operazioni speciali sanno che ci sono stati morti da entrambe le parti.

Le politiche estere efficaci sono quelle che esprimono l’identità della nazione. Oggi Regno Unito e Germania vanno per la loro strada, fieri della propria individualità; per contro la Francia è in crisi d’identità. All’inizio del mandato Emmanuel Macron affermava che «non esiste una cultura francese». Poi, sotto la pressione popolare, ha cambiato linguaggio, ma non modo di pensare. La Francia possiede mezzi, ma non sa più quale sia la sua specificità. Insegue la chimera di un’Unione Europea indipendente in grado di rivaleggiare con gli Stati Uniti, ma gli altri 26 Paesi non ne vogliono sapere. La Germania, tuttavia, commette un errore rifugiandosi sotto lo scudo nucleare degli Stati Uniti, ora che questa grande potenza sta disgregandosi.

È evidente che siamo entrati nella fase di dissoluzione dell’Unione Europea, struttura a tal punto sclerotizzata che sarà una fortuna per i Paesi membri recuperare la piena indipendenza. Ma la sfida potrebbe volgersi in dramma. Gli Stati Uniti imploderanno su loro stessi e l’Unione Europea perderà il suo sovrano. I Paesi membri dovranno confrontarsi gli uni con gli altri. È estremamente urgente che iniziamo a intenderci, non più come semplici partner commerciali, ma come partner a tutto campo. Non farlo ci porterà alla catastrofe, alla guerra generalizzata.

i membri dell’Unione Europea – tranne gl’inglesi, che però se ne sono andati – hanno elementi culturali comuni. Elementi condivisi anche dalla Russia, più vicina all’Unione di quanto sia il Regno Unito. È possibile sin da ora ricostruire l’Europa, non come una burocrazia centralizzata, ma come una rete di Stati, aprendosi a Paesi da cui siamo stati artificiosamente separati dagli anglosassoni, che volevano assicurarsi il dominio del continente durante la guerra fredda. Questo intendeva Charles De Gaulle quando, contrapponendosi a Winston Churchill, dichiarava di volere l’«Europa da Brest a Vladivostok».

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-trattato-draghi-macron-secondo-meyssan/

Covid e clima, Galloni: chi inventa le emergenze, e perché

Il pianeta è sempre stato sottoposto a cambiamenti climatici anche molto radicali: in certi periodi erano abitabili solo le zone equatoriali, in altri erano abitabili anche i Poli (sono stati trovati resti di fauna tropicale in Antartide). Il grande errore del nostro tempo – errore di cui ci chiederanno conto le generazioni future – è l’idea di fermare i cambiamenti climatici, invece di affrontarli. A differenza del passato, infatti, oggi possediamo tecnologie straordinarie: se messe al servizio del bene dell’umanità, aiuterebbero a unire i popoli per affrontare questi cambiamenti climatici. L’emergenza che stiamo vivendo è il rapporto fra l’emergenza climatica e quella sanitaria. L’emergenza climatica è stata proclamata intorno al 2019 sull’onda alla meteora Greta Thunberg. Poi, siccome non era sufficiente, si è arrivati all’emergenza sanitaria. E adesso pare che si debba ritornare all’altra emergenza, di carattere climatico-ambientale.

Perché l’emergenza? Perché non si riesce più a dare una risposta ai grandi cambiamenti dell’economia e della società, il cui primo (e fondamentale) è l’abbandono della moneta a debito. Cioè: noi oggi abbiamo la possibilità di introdurre monete di altra natura. E lo Kissingerdobbiamo fare: perché, mentre nei comparti di produzione dei beni materiali la tecnologia è andata talmente avanti che sempre meno addetti saranno necessari ad approntare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, nell’ambito invece dei beni immateriali (soprattutto i servizi di cura delle persone, dell’ambiente, del patrimonio esistente) il fatturato si può rivelare più basso del costo. Quindi, questi servizi non possono essere gestiti in termini capitalistici, cioè di profitto. Ecco il grande interrogativo; la soluzione c’è (l’immissione di moneta non a debito), ma ha un “piccolo” difetto: spiazzerebbe le grandi banche, le grandi entità finanziarie del pianeta, che hanno governato il mondo per secoli – o per millenni: prima con l’oro e poi con la moneta creata dal nulla.

E’ chiaro che, non potendo dare soluzioni, l’emergenza “serve” per evitare di entrare nel merito delle questioni: questo è il nesso che lega l’emergenza climatica a quella sanitaria. E come siamo arrivati, a questo? Dagli anni Settanta in poi abbiamo sperimentato a diversi modelli di capitalismo. Il primo è quello del capitalismo espansivo, in realtà iniziato già nel 1944 dopo Bretton Woods. E’ durato fino al G7 di Tokyo del 1979 e, secondo me, da noi fino al divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia. In quel periodo, l’obiettivo delle imprese era la massimizzazione delle vendite: quindi c’era spazio per l’aumento dei profitti, dei salari, dell’occupazione. Quindi abbiamo avuto la trasformazione della classe operaia in classe media. Insomma, stavamo tutti meglio: la classe politica voleva arricchire la popolazione attraverso i disavanzi pubblici, finanziati a bassi tassi d’interesse.

Se i titoli pubblici non li acquistava nessuno, li comprava la Banca d’Italia stampando moneta: al passivo metteva l’emissione monetaria e all’attivo i titoli. E’ così che siamo diventati la quinta potenza mondiale, la quarta potenza manifatturiera del pianeta. E abbiamo cominciato a dare fastidio un po’ a tutti, nel Mediterraneo: ai francesi, agli inglesi, agli israeliani, agli americani e ai russi. Così spiego anche la vicenda Moro: in termini di conflitto tra lui e Kissinger. Il problema esplose in un incontro fondamentale del 1976, in cui Kissinger disse a Moro: «Non potete continuare a far crescere l’economia italiana del 3-4% ogni anno, perché state diventando più importanti di quello che noi possiamo sopportare. Io ti ammazzo». Parole testuali di Kissinger. Tornato a casa, Moro lo disse alla moglie e a mio padre: erano le uniche Morodue persone di cui lui si fidasse. La moglie gli consigliò di ritirarsi dalla politica. E non si sa – quella mattina del 16 marzo 1978, quando fu sequestrato – che cosa avrebbe detto, in Parlamento.

Ora, il capitalismo espansivo, keynesiano (l’economia mista), non poteva essere ufficialmente attaccato, perché funzionava. E tra l’altro, ci proteggeva nella competività, se così si può dire, coi regimi comunisti. E allora ecco che nasce tutta la teoria ambientalista del Club di Roma (Aurelio Peccei) che, fondamentalmente, sostiene una dottrina neo-malthusiana. Cosa aveva detto, Malthus? Aveva espresso una teoria che poi si era rivelata sbagliata. Aveva detto: siccome la popolazione cresce ad un ritmo superiore a quello in cui noi possiamo far crescere la produzione, incluse le derrate alimentari, a un certo punto la società collassa. In realtà non fu così, perché poi gli umani – proprio perché crescevano da un punto di vista demografico – cominciarono a produrre di più e meglio. Tant’è vero che oggi, di cibo, ne abbiamo fin troppo. Ovviamente ci sono i poveracci che non mangiano, perché è il sistema capitalistico che induce a produrre solamente quello che si può rivendere con un adeguato profitto.

Se uno non ha i soldi per comprarla, la merce viene buttata. Noi infatti distruggiamo una gran parte di quello che produciamo. Ma la soluzione non è quella esposta da Papa Francesco (mangiamo di meno noi, per dare ai poveri). No: è il modello economico, che è sbagliato. Si deve tornare un po’ all’antico: noi oggi possiamo produrre come una volta, disinquinando e stando tutti meglio. Oltretutto, la qualità dei prodotti alimentari pesa: bastano poche quantità, per essere soddisfatti (e sani). Il cibo di McDonald’s invece non sazia mai e procura le famose malattie del benessere-malessere. Tornando a Malthus, i neo-malthusiani ieri dicevano: se la popolazione mondiale è di 6 miliardi di individui, di cui un miliardo e mezzo ha tutto (auto, elettrodomestici), crescerà tutta l’economia e ci saranno 5 miliardi di privilegiati; ma le risorse sono limitate, e quindi lo sviluppo non può essere illimitato.

In realtà, è lo stesso errore di Malthus: pretendere che il rapporto fra sviluppo economico e inquinamento sia reso da un’equazione lineare. Cioè: se io produco 100 e consumo 70 (come risorse del pianeta), se produrrò 200 consumerò 140, in termini di risorse. Ma non funziona così, l’economia industriale. Al crescere delle quantità, man mano che l’umanità va avanti, la quantità di agenti inquinanti e di risorse utilizzate (per unità di prodotto) diminuisce. In pratica: se oggi producessimo con le tecnologie di cent’anni fa tutto quello che attualmente produciamo, saremmo tutti morti. In realtà le tecnologie si sono evolute: oltre un certo punto, c’è quindi una equazione differenziale, con Gretaderivate parziali, che ci dà la possibilità di capire che sì, dobbiamo “darci una regolata” per l’inquinamento da sviluppo, ma senza però regredire, perché in quel modo condanniamo i poveri a restare poveri, e noi a morire delle malattie del benessere (che non sono quelle batteriche o virali, storicamente sconfitte nei paesi ricchi, ma sono quelle degenerative – cancro, diabete, cardiopatie – che derivano dai cattivi stili di vita).

Negli anni ‘80, dopo il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia, si fecero aumentare in modo erratico i tassi d’interesse sul debito pubblico: quindi il debito crebbe a dismisura e superò il Pil. Da allora abbiamo questo problema, un alto debito pubblico. Fino a prima del divorzio, avvenuto nel 1981, il debito pubblico italiano non raggiungeva il 60% del Pil. E là saremmo rimasti, se non avessimo introdotto l’aumento dei tassi d’interesse per dare al “mercato” il potere di “regolarci”, quando si sapeva benissimo che il mercato è uno sregolatore. Quindi, il ministero del Tesoro abbandonò il potere di decidere i tassi d’interesse e lo lasciò al mercato, cioè alle banche. Il risultato è stato disastroso. Quel modello – anni ‘80 – è crollato miseramente, perché distruggeva la solidarietà, che è il principale collante dell’economia, e venne sostituito con un terzo modello, il capitalismo finanziario (già sperimentato fino alla crisi del 1929).

Siamo quindi tornati al capitalismo finanziario: grandi boom delle Borse, ma già nel 2001 la crisi delle Borse stesse. Quindi siamo approdati a un quarto tipo di capitalismo, che io chiamo ultra-finanziario. Cioè: mentre nel capitalismo di Borsa bisogna massimizzare il rendimento dei titoli azionari (e questo lo si ottiene spesso riducendo in modo devastante l’investimento nell’economia reale, nell’occupazione e nei salari), nell’ultimissimo capitalismo ultra-finanziario, quello dei derivati e dei titoli tossici, all’economia non si pensa neppure più. Non è più un capitalismo di mercato: tutto è regolato da algoritmi matematici. E quindi nelle banche, nelle aziende e nei centri finanziari entrano i Gallonimatematici e gli informatici. Questo capitalismo ultra-finanziario ha come obiettivo non la massimizzazione del valore dei titoli, ma la massimizzazione del numero delle operazioni, quindi è una follia.

Siamo arrivati a 4 milioni di miliardi di dollari di debiti, cioè di derivati e “swap”. Cioè: 54 Pil mondiali. Noi ci stracciamo le vesti perché il debito pubblico dell’Italia si avvicina ad essere una volta e mezzo il Pil nazionale, ma non diciamo niente sul fatto che il debito del pianeta è 54 volte il Pil terrestre. Importantissima la svolta sopraggiunta nel 2008: le banche centrali hanno iniziato a immettere moneta illimitatamente, per far fronte alle esigenze di liquidità (emerse con la crisi della Lehman Brothers, rimasta a secco: l’unico modo per far fallire la finanza è proprio la mancanza di liquidità). Ma voi capite che, per gestire 4 milioni di miliardi di dollari (54 Pil mondiali), occorre almeno un 3-4% di liquidi: e non c’erano. Ed ecco la soluzione delle banche centrali: emettere moneta, soprattutto elettronica, in modo illimitato. Di qui la mia previsione, purtroppo rivelatasi esatta: il sistema crollerà quando verrà il crampo al dito del governatore della banca centrale.

Qual è la caratteristica di questo capitalismo ultra-finanziario e collateralizzato? Non deve arrivare, tutta questa moneta, all’economia reale. L’economia finanziaria va benissimo, perché va bene anche quando va male: pompano moneta a corso legale, e quindi si pagano interessi e cedole, si allungano i tempi dei titoli tossici, eccetera. E quindi, paradossalmente, la finanza funziona sempre. A patto che, appunto, all’economia reale non arrivi niente. Di qui sostengo la nascita delle piattaforme finanziarie alternative, delle monete complementari, delle cryptovalute, del credito “fai da te” e di tante altre cose, che per certi versi rappresentano il futuro della nostra economia, perché sono le eredi delle antiche cambiali (alla base del “miracolo economico” italiano). E anche le cambiali sono saltate per aria, con l’aumento dei tassi d’interesse: non era più conveniente, accettare una cambiale, perché lo sconto che ti facevano in banca era salito al 20% (prima era solo del 3-4%). Da allora, abbiamo vissuto un delirio, un declino ininterrotto. E il conto l’hanno pagato soprattutto i giovani: questa è la prima generazione che ha meno opportunità, rispetto a quelle di cui avevano beneficiato i loro genitori.

(Nino Galloni, dichiarazioni rilasciate in una conferenza di “FlipItaly” ripresa su YouTube il 1° dicembre 2021. Economista e saggista, Galloni è figlio di Giovanni Galloni, già ministro, vicepresidente del Csm e autorevole dirigente della Dc, vicinissimo ad Aldo Moro).

FONTE: https://www.libreidee.org/2021/12/covid-e-clima-galloni-chi-inventa-le-emergenze-e-perche/

 

 

 

Effetto domino, ecco perché si parla sempre più di elezioni anticipate. Il retroscena

Potrebbe innescarsi il cosiddetto “effetto domino”, e ora la frase “elezioni anticipate” si inizia a sentire in più di un corridoio del Palazzo. Già, perché a circa 45 giorni dalla convocazione del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Mattarella, il sistema già inizia a registrare più di un corto circuito. Come spiega Adalberto Signore in un retroscena pubblicato su Il Giornale, “Draghi è in corsa per il Colle e sul tema non dice una parola chiara neanche nelle sue rare interlocuzioni con i leader della maggioranza che sostengono il governo, così ha mandato in tilt i vertici di tutti i partiti. Al punto che ormai nessuno nasconde di ragionare sul cosiddetto «piano B»”.

Che si fa se Draghi va al Quirinale? Si chiedono ormai tutti. La concreta possibilità che l’ex numero uno della Bce si trasferisca da Palazzo Chigi al Quirinale “sta provocando una reazione a catena nella quale tutti i partiti si stanno organizzando come se le elezioni anticipate non fossero più un’ipotesi di scuola ma una possibilità concreta. E questa circostanza – qualcuno nello staff di Draghi l’ha fatto presente al premier – rischia seriamente di avvicinare uno scenario che in verità nessuno vorrebbe”. Quale?

“Se l’ex Bce andasse al Colle, infatti, il quadro politico andrebbe incontro ad un big bang. E non solo nell’ipotesi che non si riuscisse a mettere su un nuovo governo, perché una futura maggioranza senza Draghi premier perderebbe quasi certamente la Lega e dipenderebbe numericamente da Fi o Iv. E avrebbe come primo obiettivo quello di varare una riforma elettorale proporzionale. Politicamente, insomma, una sorta di anno zero. Ecco perché lo scenario politico sta sempre più assomigliando a una maionese impazzita”.

Conclude Signore: “Il sistema, dunque, scricchiola. Semplicemente perché è impossibile convivere con due scenari opposti: Draghi premier o Draghi capo dello Stato sono l’alfa e l’omega. Solo di questo discutono i partiti. Ieri, per dire, Tajani spiegava che «senza di lui la maggioranza non starebbe insieme», mentre Conte lo spingeva ad andare avanti perché «ha molto da fare». La sintesi, forse, sta nelle parole di Prodi: «Il primo passo è la decisione di Draghi»”.

FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/draghi-colle-elezioni-anticipate/

 

 

“Misure sanitarie”? La deroga al Super Green Pass con cui il governo Draghi getta (definitivamente) la maschera

“E’ una misura esclusivamente sanitaria”, vi hanno ripetuto stampa e politica del pensiero unico all’unisono. Ma c’è una deroga alla circolare sul “super green pass” che li smaschera in modo definitivo, dimostrando senza possibilità di smentita alcuna come questa misura di restrizione senza precedenti nell’epoca repubblicana non abbia nulla a che vedere con la salute dei cittadini italiani.

Ebbene il super mega green pass non si applica in caso di festeggiamenti, conseguenti a cerimonie religiose o civili. In altri termini matrimoni religiosi o civili, battesimi comunioni e cresime potranno svolgersi tranquillamente con non vaccinati. Il covid e le sue varianti si terranno a debita distanza dalla Chiesa, che anche stavolta non pagherà l’Imu.

Per effetto di tale disposizione – il decreto del 26 novembre, ndr -, ai soggetti muniti della predetta certificazione verde “rafforzata”, sarà consentito l’accesso a: spettacoli, eventi sportivi in qualità di spettatori, ristoranti al chiuso, feste (tranne quelle conseguenti a cerimonie civili e religiose), cerimonie pubbliche, sale da ballo, discoteche e locali assimilati.

In una fase in cui la scienza sta evidenziando come con la “variante Omicron” ci avviciniamo alla fine definitiva dell’epidemia da Sars Covid, il morente occidente la tiene in vita per aumentare la sua stretta liberticida. Ora non lo nascondono neanche più.

 

Agata Iacono

AGATA IACONO

Sociologa, antropologa, giornalista certificata Wrep Blockchain

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-misure_sanitarie_la_deroga_al_super_green_pass_con_cui_il_governo_draghi_getta_definitivamente_la_maschera/39130_44221/

 

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