RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 6 OTTOBRE 2021

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

6 OTTOBRE 2021

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

                         Noi spesso prendiamo dai nostri domani                                per pagare i nostri debiti di ieri.

KHLIL GIBRAN, Aforismi, Barbera Editore, 2008, pag. 31

 

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SOMMARIO

Tsunami, clima e potere: dalle Canarie alle Tre Gole
7 santuari uniti da una linea retta. La misteriosa fede per San Michele Arcangelo
Acqua
Sindemia
Il somalo dai sette coltelli
La farsa Covid sta per finire, solo l’Italia resta nell’incubo
Gli amanti e i sotterfugi della “Spia Cynthia”
Dossieraggi Sismi, assolto in appello ex funzionario Pio Pompa perché il fatto non costituisce reato
Come l’UE e la cabala di Davos pianificano il controllo dell’agricoltura
Il trappolone immobiliare e patrimoniale nella legge delega
Valuta digitale programmabile – La prossima fase della Nuova Normalità
15 ottobre 2021
AIFA sotto inchiesta: clamorosa rilevaziondi “Fuori dal Coro”
COME STIAMO…
Talkshow
TANTO PER DIRE
Portale dell’Inferno il 15 ottobre
Dichiarazione video della segretaria Fd’I Giorgia Meloni sull’inchiesta Fanpage
Prolungata la scadenza degli scaduti
Il medico del 118 rompe l’omertà: “Sui più fragili, il vaccino anti-Covid è l’arma letale”
Dal libro in controscrittura al “Fascismo” di Paolo Mieli: La memoria storiografica del Paese
Proroga di un giorno dei termini dell’entrata in vigore del DL su obbligo del green pass
1439: perché la Cina cedette a Firenze la via dell’America?
Da libro in controscrittura al “Fascismo” di Paolo Mieli: La memoria storiografica del Paese

 

 

IN EVIDENZA

Tsunami, clima e potere: dalle Canarie alle Tre Gole

Ipotesi mega-tsunami: uno in America, l’altro in Cina. E’ singolare, la simmetria incarnata da due eventi lontanissimi nello spazio, ma contemporanei: alla preoccupante, anomala eruzione del vulcano Cumbre Vieja alle Canarie fa eco l’ennesima alluvione che sta mettendo sotto pressione la mastodontica Diga delle Tre Gole situata nell’Hubei, la provincia di Wuhan. Coincidenze? Qualcuno sarebbe tentato di pensare che, in tempi di fanta-climatologia (con 50.000 giovani in piazza a Milano al seguito di Greta Thunberg), eventuali malintenzionati potrebbero anche approfittare della situazione, calcando la mano su eventi naturali, al punto da forzarne gli effetti. Un’ipotesi estrema, vagliata da Tom Bosco a “L’Orizzonte degli Eventi”, il 28 settembre, insieme a Nicola Bizzi e Matt Martini. Tema: le catastrofiche conseguenze che i geologi attribuiscono virtualmente all’eruzione delle Canarie, nel caso l’isola occidentale di La Palma smottasse nel mare. In parallelo, si evoca l’altrettanto spaventosa ondata che si abbatterebbe sul territorio cinese se dovesse cedere l’immenso impianto delle Tre Gole, il più imponente che sia mai stato costruito dall’uomo.

A colpire i vulcanologi, sottolinea Bizzi, è il carattere estremamente superficiale del cosiddetto “ipocentro” dei terremoti innescati dall’eruzione alle Canarie: appena 500 metri di profondità, quando invece il centro sotterraneo del sisma è normalmente collocato a decine o Cumbre Viejapiù spesso centinaia di chilometri, nel sottosuolo. Si può sospettare che l’evento possa non essere di origine naturale – dice Bizzi – se l’ipocentro è situato anche solo a 5 chilometri sotto la superficie terrestre: e in questo caso si parla addirittura di poche centinaia di metri. Tom Bosco ricorda i dossier illustrati dal generale Fabio Mini in materia di geoingegneria: secondo i dati presentati dall’ex comandante della Nato nei Balcani, infatti, attraverso specifiche emissioni d’onda (come quelle alla portata del sistema Haarp, in Alaska) sarebbe possibile anche provocare terremoti e altri eventi traumatici, incluse gigantesche “bombe d’acqua” capaci di originare alluvioni. Che la Terra sia letteralmente in subbuglio, da qualche anno, non è un mistero: l’attività sismica è in costante crescita, così come quella vulcanica. Si tratta di fenomeni di origine naturale, che documenterebbero un “grande riassetto” del pianeta, i cui poli magnetici sono in rapidissimo movimento.

Per contro, di Grande Reset si parla ormai ininterrottamente, dopo gli annunci di Davos e la manipolazione mondiale dell’epidemia influenzale ribattezzata Sars-Cov-2, utilizzata per cambiare lo stile di vita dell’Occidente, assottigliando ulteriormente la democrazia e abolendo parecchie libertà personali, proprio in ossequio al recente modello cinese varato da Deng Xiaoping in accordo con le élite neoliberiste occidentali allora incarnate da Kissinger. Quanto ha funzionato, l’Operazione Corona? La partita non è chiusa: vasti settori dell’Occidente si stanno ribellando allo schema di dominio 2.0 inaugurato con l’alibi della presunta emergenza sanitaria “infinita”. Un caso di scuola sembra essere rappresentato dall’Italia di Mario Draghi, che ha vincolato l’eventuale “ripartenza” economica alla campagna di 3 goledigitalizzazione di massa introdotta in modo surrettizio con il Green Pass, previo inoculo (sostanzialmente obbligatorio) di terapie geniche sperimentali. Alle Nazioni Unite, lo stesso Draghi ha disegnato il cambio di scenario in arrivo: dall’emergenza Covid si passerebbe direttamente all’emergenza climatica, la nuova “clava” da impugnare per “resettare” la società.

Avverte Bizzi: c’è già chi evoca la possibilità di “lockdown climatici”, dopo aver incassato – anche in questo caso – il risultato di una colossale falsificazione, almeno secondo illustri esponenti della comunità scientifica (tra cui Premi Nobel come Carlo Rubbia). Denunciano l’invenzione dell’origine antropica dei cambiamenti climatici, anche repentini e traumatici: in realtà sono sempre avvenuti, nella lunga storia della Terra, per effetto dell’azione solare. La vera emergenza – questa sì, drammatica – riguarda invece la tenuta dell’ecosistema, sottoposto a un inquinamento senza precedenti. La soluzione imbracciata come arma di persuasione di massa – ridurre le emissioni, quindi le attività e anche il bilancio demografico – risuona in modo un po’ sinistro con la teoria scolpita nel granito delle Georgia Guidestones: «Mantieni l’Umanità sotto i 500.000.000 in perenne equilibrio con la natura». In altre parole: 7 miliardi di persone sarebbero di troppo? Secondo alcuni studiosi, il nostro pianeta potrebbe ospitare stabilmente una popolazione di 15 miliardi di individui, a patto però di “ripulire” le modalità di produzione. Si calcola che la sola riduzione della filiera della carne (monoculture per mangimi ad altissimo consumo di terreni e di acqua) garantirebbe un effetto dalla portata virtualmente risolutiva.

L’ambientalismo ha un cuore nobile: in molte sue declinazioni non è solo sinonimo di saggezza, ma esprime anche una visione nonviolenta dell’esistenza, basata sulla ricerca di una maggiore armonia. Non stupisce che, da svariati decenni, se ne siano impossessate determinate élite di potere, che abbracciano cenacoli come la Fabian Society e il Club di Roma, pronti a colpevolizzare invariabilmente la popolazione mondiale. In questo c’è chi individua radici lontanissime, come il pensiero del pastore anglicano Thomas Robert Malthus, nato nella seconda metà del Settecento: ossessionato dalla crescita demografica percepita come calamità, Malthus è considerato il precursore della moderna sociologia. BergoglioSono dunque i nipotini di Malthus a maneggiare l’ecologismo in termini apocalittico-catastrofistici, per poi puntare – come avviene oggi – a nuovi modelli di business finanziario, progettati per una società orwelliana e popolata di individui iper-controllati, proprio come i sudditi di Xi Jinping? Di certo è ancora la Cina, a giganteggiare all’orizzonte, nonostante i regolamenti di conti che le tante oligarchie mondiali, in guerra tra loro, hanno avviato a margine dell’affare-Covid.

Colpisce, in proposito, anche l’acquiescenza del Vaticano: il silenzio di Bergoglio sulla “dittatura sanitaria” sembra speculare rispetto all’altro grande silenzio del suo controverso pontificato: la cessione al regime di Pechino del potere di nomina dei vescovi cattolici in Cina. Un accordo rinnovato nel 2020 nonostante il clamoroso altolà pronunciato a Roma da Mike Pompeo, segretario di Stato di Donald Trump. I fatti sono noti: con un pretesto diplomatico, il Pontefice rifiutò di ricevere Pompeo (quasi sapesse già come sarebbero finite, le presidenziali che avrebbero determinato la “vittoria” di Biden grazie al voto postale e agli algoritmi di Dominion). Pompeo, peraltro, è l’uomo che all’inizio del fatidico 2020 – appena prima dell’esplosione dell’infodemia di Wuhan – aveva precipitosamente rivendicato la stranissima uccisione illegale, a Baghdad, del generale Qasem Soleimani: un atto di pirateria internazionale concepito per Soleimaniassassinare l’eroe nazionale iraniano, protagonista (con i siriani, i russi e i libanesi di Hezbollah) della liberazione della Siria dal terrore scatenato dalle milizie dell’Isis, cresciute come funghi sotto la presidenza Obama.

Il brutale omicidio di Soleimani – ucciso da chi, realmente? – può aver dato la sensazione di una sorta di sacrificio umano, rituale, se lo si mette in relazione con quanto sarebbe avvenuto, nel mondo, di lì a poco. A questo filone di gesti apparentemente incomprensibili, forse, può appartenere anche la recente decisione degli Usa di lasciare di colpo l’Afghanistan nelle mani dei Talebani. L’importante, nel frattempo, è che la popolazione occidentale “sappia” che, come ha detto Draghi, «se non ti vaccini, muori», e che – come sostiene l’eminente climatologa Greta – le variazioni climatiche sono apocalittiche nonché assolutamente causate da noi. Ergo: faremo bene ad accettare, senza protestare, qualunque misura “green” ci venisse imposta, dai grandi reggenti del pianeta (o almeno, del suo emisfero occidentale). Qualche catastrofe altamente spettacolare potrebbe rafforzare il concetto? Alcuni studiosi calcolano che l’eventuale, malaugurato smottamento di una parte dell’isola di La Palma, alle Canarie, potrebbe anche provocare uno tsunami devastante, capace di colpire le coste britanniche e persino quelle della Florida.

Guardando al nuovo allarme che investe la Diga delle Tre Gole, Tom Bosco si spinge a ipotizzare la possibilità – teorica – di una sorta di guerra clandestina, geologico-climatica: da una parte si farebbe “esplodere” un vulcano per provocare un’ondata oceanica, dall’altra si scatenerebbe un maxi-nubifrago per far collassare lo sbarramento dello Yangtze, a valle del quale vivono milioni di cinesi. Fantasie? Canarie emergenza vulcanicaRiguardo al caso-Canarie, Bizzi non esclude neppure la possibilità (del tutto virtuale, ovviamente) che quella strana attività vulcanica – con terremoti clamorosamente superficiali – possa testimoniare il tentativo di provocare una sorta di “eruzione controllata”, destinata a sventare il peggio, cioè a disinnescare gradualmente il potenziale distruttivo del Cumbre Vieja, notoriamente temuto dai vulcanologi. Domande destinate a restare senza risposta, per ora, in un mondo in cui le spiegazioni non sono più di casa. Emblematico, il nuovo “whatever it takes” dell’ex drago della Bce: “Se non ti vaccini, muori” sembra una sintesi perfetta della Neolingua corrente, basata sul capovolgimento geometrico della verità.

Immancabilmente, c’è anche chi si lamenta dei cosiddetti complottisti, i cui deliri – molto spesso – sono preziosissimi, per gettare discredito su chiunque si ponga domande. Per contro, anche le fantasie più iperboliche sono sistematicamente innescate dalla reticenza plumbea di un potere apolide, senza volto, che utilizza le sue pedine – Greta e Bill Gates, lo stesso Zuckerberg, l’immaginifico Elon Musk – per disegnare paradisi artificiali da coniugare con il contrappasso di uno stravagante inferno domestico, ipertecnologico e bio-cibernetico, in un pianeta irto di antenne 5G e trattato quotidianamente con l’aerosol rilasciato dai voli di linea. Chissà, magari esiste pure la possibilità di ricavare un’equazione matematica che leghi i peggiori incubi del cospirazionismo al tasso di inattendibilità delle fonti ufficiali. La prova del nove, comunque, è piuttosto intuitiva: se gli eventi controversi venissero spiegati in modo esauriente, le relative dietrologie si ridurrebbero a fenomeno residuale, fisiologicamente patologico e del tutto trascurabile. Se poi è l’Istat ad annunciare che – in base a proiezioni statistiche – la popolazione italiana si dimezzerà fino a ridursi ad appena 32 milioni di persone, è perfettamente inutile aspettarsi che qualcuno spieghi quali potrebbero essere, le ragioni di un depopolamento così drastico, fondato sulla denatalità.

FONTE: https://www.libreidee.org/2021/10/tsunami-clima-e-potere-dalle-canarie-alle-tre-gole/

 

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

7 santuari uniti da una linea retta. La misteriosa fede per San Michele Arcangelo

Gelsomino Del Guercio – Aleteia Italia – pubblicato il 15/05/17

Secondo la leggenda rappresenta il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo all’inferno

Una misteriosa linea immaginaria unisce sette monasteri, dall’Irlanda fino a Israele. E’ solo una coincidenza? Sono sette santuari lontanissimi tra loro, eppure perfettamente allineati (siviaggia.it).

La Linea Sacra di San Michele Arcangelo è secondo la leggenda il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo all’inferno.

In ogni caso è sorprendente a disposizione di questi santuari sulla linea: i tre siti più importanti Mont Saint Michel in Francia, la Sacra di San Michele in val di Susa e il santuario di Monte Sant’Angelo nel Gargano sono tutti alla stessa distanza. Un monito del Santo affinché vengano sempre rispettati le leggi di Dio ed i fedeli proseguano nella rettitudine. Inoltre la Linea Sacra è in perfetto allineamento con il tramonto del sole nel giorno del Solstizio di Estate (www.viagginews.com).

1) SKELLING MICHEAL

Il tracciato comincia in Irlanda, su un’isola deserta, dove l’Arcangelo Michele sarebbe apparso a San Patrizio per aiutarlo a liberare il suo Paese dal demonio. E’ qui che sorge il primo monastero: quello di Skellig Michael (“roccia di Michele”)

2) SAINT MICHEAL’S MOUNT

La linea si dirige poi diritta verso Sud e si ferma in Inghilterra, a St. Michael’s Mount, un isolotto della Cornovaglia che con la bassa marea si unisce alla terraferma. Proprio qui San Michele avrebbe parlato a un gruppo di pescatori

3) MONT SAINT MICHEL

La linea sacra prosegue poi in Francia, su un’altra celebre isola, a Mont Saint-Michel, anch’esso tra i luoghi di apparizione dell’Arcangelo Michele. La bellezza del suo santuario e della baia in cui sorge sulla costa della Normandia lo fanno uno dei siti turistici più visitati di tutta la Francia ed è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1979. Questo luogo già dal tempo dei Galli era intriso di forte misticismo, poi nel 709 l’Arcangelo apparve al vescovo Avranches, Sant’Auberto intimandogli che gli venisse costruita una Chiesa nella roccia. I lavori presero il via ma fu con i monaci benedettini a partire dal 900 che l’Abbazia venne edificata.

4) SACRA DI SAN MICHELE

A ben 1000 chilometri di distanza, in Val di Susa, Piemonte, sorge il quarto santuario: la Sacra di San Michele. La linea retta unisce anche questo luogo sacro al resto dei monasteri dedicati a San Michele. La costruzione dell’abbazia inizia intorno all’anno mille e nel corso dei secoli si sono aggiunte nuove strutture. I monaci benedettini l’hanno sviluppata aggiungendo anche la foresteria in quanto questo luogo era di passaggio per i pellegrini che affrontavano la via Francigena.

5) SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO

Spostandosi di altri 1000 chilometri in linea retta si arriva in Puglia, sul Gargano, dove una caverna inaccessibile è diventata un luogo sacro: il Santuario di San Michele Arcangelo. Il Santuario fu iniziato intorno al 490 anno della prima apparizione dell’Arcangelo Michele a San Lorenzo Maiorano

6) MONASTERO DI SYMI

Dall’Italia la traccia dell’Arcangelo arriva poi al sesto santuario, in Grecia, sull’isola di Symi: qui il monastero custodisce un’effigie del Santo alta 3 metri, una delle più grandi esistenti nel mondo.

7) MONASTERO DEL CARMELO

La linea sacra termina in Israele, al Monastero del Monte Carmelo ad Haifa. Questo luogo è venerato fin dall’antichità e la sua costruzione come santuario cristiano e cattolico risale al XII secolo.

FONTE: https://it.aleteia.org/2017/05/15/7-santuari-uniti-da-una-linea-retta-la-misteriosa-fede-per-san-michele-arcangelo/

 

 

ACQUA

2 SETTEMBRE 2021

Benvenuti nell’antropocene, dove gli esseri umani, dopo centinaia di milioni di anni di cosiddetta evoluzione, sono arrivati qui: hanno una sola borraccia per attraversare il deserto e la stanno svuotando consapevolmente mentre ridono, in preda a una cupio dissolvi senza ritorno.

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Materia [matèria]. Dalla definizione on-line dell’enciclopedia Treccani: «nell’accezione più generica, ciò che costituisce tutti i corpi, la sostanza fisica che, assumendo forme diverse nello spazio, può essere oggetto di esperienza sensibile, ed è in generale concepita come esistente indipendentemente dalla coscienza individuale».
 
Oggi, il tempo per concepire le materie al di là della coscienza individuale e collettiva volge al termine.
Io vado a vedere i confini della terra feconda,
a Ōkeanós, origine degli dèi, e a madre Tēthýs,
che nelle loro case mi nutrirono e crebbero. (Omero, Iliade, XIV, 200-201)
 
Quando, nel paleozoico, centinaia di milioni di anni fa, i primi anfibi svilupparono polmoni che gli permisero di respirare l’aria atmosferica e uscirono dall’acqua, erano ignari di quello che sarebbero diventati attraverso mille fasi, tentativi e inciampi evolutivi.
 
Avessero saputo che si sarebbero un giorno trasformati in esseri umani, sarebbero rimasti per sempre in quel liquido denso e trasparente, capace di accogliere e riflettere ogni tipo di luce, la cui sostanza è di tutti e nessuno. E che l’essere umano oggi invece sta sottraendo a chiunque.
 
Secondo la Banca Mondiale sono attualmente in corso oltre cinquecento conflitti nel mondo a causa dell’acqua, e molti altri ne esploderanno in futuro. Perché se l’acqua è l’elemento più importante della vita sulla terra, ne stiamo accelerando in ogni modo la sua scomparsa.
 
L’acqua dolce, potabile, rappresenta solo il 2,5% del volume totale presente sul nostro pianeta e per la sua quasi totalità si trova nei ghiacciai artici. Anzi, si trovava. Perché il loro scioglimento, a causa dell’effetto serra, del cambiamento climatico e del vertiginoso aumento delle temperature, sta rendendo inutilizzabile l’unica riserva d’acqua possibile per il nostro futuro.
 
I poli, dove si trovano la maggior parte di questi ghiacciai, proprio a causa del loro scioglimento sono diventati i nuovi territori di conquista o le nuove rotte commerciali da attraversare e per cui combattere, causando ulteriori aumenti della temperatura e nuove liquefazioni di acqua dolce che finisce col perdersi nel mare salato senza poter essere più recuperabile.
 
I primi anfibi dalle remote pareti della storia ci guardano esterrefatti, si arrestano sull’increspare delle onde.
 
Benvenuti nell’antropocene, dove gli esseri umani, dopo centinaia di milioni di anni di cosiddetta evoluzione, sono arrivati qui: hanno una sola borraccia per attraversare il deserto e la stanno svuotando consapevolmente mentre ridono, in preda a una cupio dissolvi senza ritorno.
 
Eppure lo sapevamo che l’acqua era importante, fin da subito. Nella Bibbia la parola acqua appare all’inizio, ancora prima della luce. Le civiltà più antiche, oltre a dedicare all’acqua divinità maggiori e minori e poteri creatrici e distruttivi in egual misura, ne fanno subito uno dei quattro o cinque elementi cardine delle loro filosofie. Il segno che la indica si fa matrice di molteplici altri segni più complessi e il nome che la invoca si fa radice di suoni condivisi.
 
Tanto deve l’essere umano all’acqua potabile che la stessa struttura sociale della modernità da essa è plasmata. Nelle ultime decine di migliaia di anni l’uomo stanziale si è aggregato introno allo Huang Fe o al Gange, al Tigri o all’Eufrate, al Nilo o al Tevere, e questi mitologici corsi d’acqua hanno stabilito la divisione sociale del lavoro alla base della divisione in classi e motore di ogni conflitto e dialettica del progresso.
 
Putridi e inquinati, in nemmeno duemila anni di dominio occidentale, questi fiumi che già all’epoca valevano nemmeno l’un per cento delle riserve totali d’acqua dolce oggi sono lo specchio del fallimento di un modello di sviluppo: non sono potabili né percorribili.
 
Sono l’ennesima prova di un possibile errore evolutivo degli anfibi, che centinaia di milioni di anni fa, attoniti, si fanno pensosi.
 
Oggi un cittadino americano consuma milletrecento metri cubi di acqua ogni anno, un cittadino europeo ne consuma la metà. Un africano in un anno può consumare in media poco più di centoottanta metri cubi di acqua, dieci volte di meno di un abitante di Chattanooga, Tennessee. Alla faccia di dove la vita è nata e si è sviluppata, prima di diventare una pubblicità trasmessa via tubo catodico.
 
Una bistecca da un chilo sulla nostra tavola ha richiesto sedicimila litri di acqua. Mentre ogni nostra email, ogni nostro messaggio in chat, richiede un ulteriore spreco inaudito necessario a raffreddare i server che ci mantengono connessi, con il duplice effetto di aumentare la temperatura, sciogliere le acque dolci, farle confluire in quelle salate, sporcarle e inquinarle definitivamente con i detriti e i rifiuti energetici.
 
È sempre bene ricordare che sono oltre due miliardi le persone che non hanno accesso all’acqua potabile. E lo saranno sempre di più, ogni giorno. E lo saremo anche noi, presto. Con l’aumento dei consumi la disponibilità pro capite di acqua potabile a livello globale è passata da novemila metri cubi a disposizione alla fine dello scorso secolo, a ottomila nella prima decade del nuovo e non arriva a cinquemila adesso. E del domani non c’è certezza. Anzi sì, sarà sempre peggio.
 
Subito arriva la prima risposta, frutto di anni di investimento nelle università e nell’istruzione. Manca l’acqua? E allora privatizziamola, e quotiamola in borsa. Marie Antoinette non avrebbe saputo fare di meglio. E il liquido dalla forma impercettibile e avvolgente, dai colori molteplici e riflettenti, la sorgente della vita sul nostro pianeta, l’elemento che mantiene la vita sul nostro pianeta, diventa un future a Wall Street.
 
Un aggeggio finanziario, una scommessa speculativa, un valore tossico, come l’inquinamento che la pervade e la prosciuga. Gli anfibi si guardano tra loro, perplessi, e cominciano a confabulare.
 
Sono almeno venticinque milioni le persone che ogni anno sono costrette a migrare a causa dei conflitti scoppiati in seguito ai disastri naturali, ai cambiamenti climatici, alla scomparsa delle acque. Sono venticinque milioni di persone senza acqua destinate a non trovarla più e ad aggiungersi all’immensa popolazione degli assetati, pronti a invadere o a evacuare l’impero.
 
La stessa guerra più importante che si combatte oggi, il conflitto siriano, responsabile di un enorme disastro umanitario, dietro le beghe imperialiste della geopolitica a fasi alterne e transizioni alternate, dietro il paravento delle guerre di religioni, nasce da un problema ben preciso: la fine dell’acqua. Tra il 2006 e il 2010 la Siria ha vissuto la peggiore siccità mai registrata nella sua storia, provocando un’enorme diaspora dalla campagna ai centri urbani.
 
I milioni di siriani che hanno affollato le grandi città come Aleppo e Damasco si sono però trovati senza quelle tutele e quel welfare che s’immaginavano di avere. Il regime neoliberale di Assad, le sue riforme in salsa occidentale, avevano infatti azzerato ogni tipo di stato sociale. La miccia era accesa, l’esplosione imminente poteva solo deflagrare.
 
Gli anfibi annuiscono, hanno preso una decisione: girano le chiappe, tornano in acqua. Fanculo all’evoluzione, all’uomo, all’antropocene. È così bella l’acqua, così buona, così dolce. Perché privarsene per colpa di quel bipede deficiente e della sua cupio dissolvi?
FONTE: https://www.idiavoli.com/it/article/acqua

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

SINDEMIA

MAR 11 MAGGIO 2021

È «Sindemia» quando la malattia colpisce tutti, ma il modo in cui ognuno la subisce è diverso. Il podcast di Stefano Bises con I Diavoli.

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FONTE: https://www.idiavoli.com/it/article/sindemia

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Il somalo dai sette coltelli

RADIO FOGNA N. 37

AUGUSTO SINAGRA 14 09 2021

È accaduto che un cittadino somalo finito a Imola dopo avere girovagato liberamente in diversi Stati dell’Unione europea, ha accoltellato due donne che controllavano i biglietti di viaggio e poi altre due donne e un bambino di sei anni, provocando a tutti lesioni gravissime.

Pare che questo giovane somalo girasse armato con 7 coltelli (forse il minimo indispensabile per la legittima difesa).

La laida e sporca stampa di regime ha dato notizia del triste fatto osservando che si è trattato di una “iper reazione violenta” ad un “evento imprevisto”.

Dunque, sarebbe un evento imprevisto quello di viaggiare su un mezzo pubblico e sentirsi chiedere di esibire il titolo di viaggio, e a tale “evento imprevisto” la persona in questione non si sarebbe prodotta in una ingiustificata e feroce aggressione ma avrebbe dato luogo ad una semplice iper reazione, indicendo così il lettore a prendere conoscenza della notizia in una prospettiva quasi attenuante la gravità del fatto.

Se la sporca stampa di regime voleva ancor più squalificarsi e rotolarsi in una cloaca giornalistica, vi è riuscita pienamente.

Ma la sporca stampa di regime (destinataria, fino ad oggi e a partire dal secondo governo Conte, di circa 90 milioni di euro di sovvenzioni mentre milioni di italiani non arrivano a fine mese), non si rende conto che gli italiani ancorché in larga misura lobotomizzati, non sono del tutto cretini, e dunque lo schifo di stampa che abbiamo sortisce l’effetto opposto facendo ancor più imbestialire l’opinione pubblica.

Ma non è tutto: l’avventurosa Luciana Lamorgese pare che abbia candidamente commentato il feroce accadimento, dicendo che poteva accadere in qualsiasi altro Stato. A parte la banalità del commento, la Lamorgese Luciana sa bene di essere lei la responsabile morale e politica dell’ingresso di questi delinquenti sul territorio nazionale.

Il figlio di Bernardo Mattarella tace perché ancora non gli è stato detto cosa deve dire. Resta da attendere la sentenza di assoluzione di questo bravo giovane somalo la cui azione sarà sicuramente ritenuta comprensibile e giustificata dalla gravissima provocazione della richiesta di esibire il biglietto di viaggio.

La situazione è ormai oltre il limite di rottura. Occorrono metodi e strumenti di tipo straordinario. Non si può rimanere ancora impassibili di fronte a questo scempio continuo.

FONTE: https://www.facebook.com/100070758812209/posts/128032356232058/

 

 

La farsa Covid sta per finire, solo l’Italia resta nell’incubo

Le imminenti elezioni amministrative (valore, da uno a cento: zero) avrebbero in compenso l’effetto di conferire una parvenza di normalità democratica al nuovo stile di vita imposto dal regime di Mario Draghi? Il conto alla rovescia verso l’orwelliano 15 ottobre sembra lastricato di intoppi e di franose retromarce: parla da sola la cessione a “paesi del terzo mondo” di qualcosa come 45 milioni di dosi geniche (“vaccinali”, le chiamano), mentre la stessa Aifa ha convalidato le terapie a base di anticorpi monoclonali. Fa notizia il permesso – restituito ai genitori – di entrare liberamente nelle scuole, senza “lasciapassare”. E non può sfuggire il vistoso ridimensionamento delle sanzioni ricattatorie ai danni dei lavoratori sprovvisti di Green Pass; non possono più essere sospesi, come ricorda Nicola Bizzi a “L’Orizzonte degli Eventi”: «Rischiano al massimo di restare senza stipendio, ma solo per venti giorni; poi hanno il diritto di vederselo restituire con gli interessi». Tutto dice che la Grande Paura potrebbe avere i mesi contati: è evidente che si va facendo sempre più insostenibile, la narrazione della “pandemia politica” del secolo, viste anche le crepe che si stanno aprendo, destinate a diventare voragini.

«Ricorda a tutti, sempre, che uniti vinceremo: perché l’amore è verità, e trionfa sempre». Queste le parole che Nunzia Alessandra Schilirò ha rivolto a Michele Giovagnoli, protagonista di uno straordinario tour (“Agorà d’Amore”) nelle piazze italiane. «Rendetevi conto del coraggio Matt Martinidi quella donna, che è vicequestore di Roma: un grado equiparabile a quello di tenente colonnello dei carabinieri». Lo ricorda Matt Martini sempre a “L’Orizzonte degli Eventi”: ormai la verità sta per diventare una valanga, se è vero che persino il mainstream (da Freccero a Giletti, passando per Mieli e Travaglio, Mario Giordano, Barbara Palombelli e tanti altri) sta aprendo finalmente le finestre per far entrare l’aria pulita della realtà, dopo quasi due anni di asfissia “infodemica”. Guai a chi accusa queste voci di fare “gatekeeping”, avvertono Bizzi e Martini: la paranoia del peggior complottismo acceca chi non riesce a vedere cosa sta davvero accadendo. E cioè: anche l’Italia – ultima ruota del carro, in Occidente – si sta preparando a uscire dall’incubo, nonostante le potenti forze che hanno deciso di cacciarcela, con Conte, e che ora vorrebbero tenercela fino a chissà quando, con il “lasciapassare” introdotto dallo sconcertante Draghi.

«Si sono accorti di aver fatto il passo più lungo della gamba, imponendo restrizioni che rischiano di far collassare il paese». Lo sostengono gli osservatori de “L’Orizzonte degli Eventi”: «Si è arrivati addirittura a spegnere le telecamere di sicurezza, sulle autostrade, per evitare di mostrare gli ingorghi (documentatissimi) provocati dalla protesta silenziosa dei camionisti». E’ Matt Mattini (co-autore di “Operazione Corona”, edito da Aurora Boreale ed elogiato da Freccero in un’intervista a “La Verità”) a mettere a fuoco il punto di svolta: quasi tutta l’Europa si sta preparando a salutare la stagione degli spaventapasseri, in Italia incarnata dall’infelice figura del bis-ministro Speranza, Camionistiventriloquo di D’Alema (legato alla Cina, come Prodi) nonché esponente della Fabian Society. Se da noi tengono ancora banco le supercazzole dei virologi televisivi e dei tromboni del Cts, il resto d’Europa ha messo la freccia, imboccando la corsia di sorpasso. Nemmeno la Francia di Macron – lieta di esportare a Roma la “Porta dell’Inferno” di Rodin, da inaugurare proprio il 15 ottobre alle Scuderie del Quirinale – ha avuto il coraggio di imporre un Green Pass così severo, come ha ricordato “Nandra” Schilirò dal palco di piazza San Giovanni.

L’ultimissima notizia – segnala Martini – riguarda il Portogallo: il paese ha appena decretato la fine di ogni restrizione Covid. Un gesto clamoroso, che fa seguito alla retromarcia (per via giudiziaria) della Spagna e alla storica fermezza del Nord Europa, dove Danimarca e Norvegia hanno imboccato la direzione tracciata dalla Svezia (niente lockdown, niente “lasciapassare” medievali), grazie all’impegno della casa regnante di Stoccolma e, pare, dell’influente massoneria svedese. La Germania? «Potrebbe accodarsi, magari nel giro di un mese». Quanto all’Est Europa, è come sfondare una porta aperta: i paesi del Gruppo di Visegrad non vogliono saperne, di Green Pass, e il presidente della Croazia (come ricordato da Pino Cabras) ha manifestato il proprio sgomento per l’incredibile posizione dell’Italia. Come in alto, così in basso: Martini invita a osservare l’atteggiamento “schizofrenico” della Gran BretagnaJacob Rothschildche si è lasciata alle spalle ogni autoritarismo all’italiana. Merito di Boris Johnson, che ha invertito la rotta “rigorista”, ma non solo. Di mezzo, a quanto sembra, ci sarebbe anche una famiglia dal cognome importante: Rothschild.

Se da una parte il ramo inglese della dinastia è dominato da Evelyn Rothschild, collegata a Bill Gates tramite l’Imperial College nel segno della “dittatura sanitaria”, osserva Martini, dall’altra – sempre tra le ramificazioni britanniche del potente casato – si segnala la diserzione dichiarata dalla filiera di Jacob Rothschild, impegnata a supportare la fuoriuscita del Regno Unito dall’incubo fabbricato nel 2020 a partire da Wuhan. Una fuga in avanti distopica, quella che ci ha travolto, apertamente invocata a Davos e magistralmente interpretata, attraverso l’Oms, dal sistema-Cina e dal Deep State americano che fa capo ai democratici, fino ad arrivare all’Italia di Conte e di Draghi, passando per il Vaticano. Cartina di tornasole della farsa: la disparità che investe l’Australia, dove le peggiori misure restrittive vessano gli abitanti dello Stato di Melbourne (le cui autorità politiche sono vicinissime a Pechino) mentre il resto dell’immenso paese frequenta bar e ristoranti senza più nemmeno le mascherine. «Il fatto stesso che la Norvegia abbia declassato ufficialmente il Covid, ora considerato una semplice “influenza” – chiosa Martini – fa capire l’entità della frode scientifica che ci è stata propinata». Una storia che tiene ancora banco quasi solo nel Draghistan italiano, dove però la popolazione – grazie anche ai medici-coraggio – sta dando segni quotidiani di risveglio.

FONTE: https://comedonchisciotte.org/valuta-digitale-programmabile-la-prossima-fase-della-nuova-normalita/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Gli amanti e i sotterfugi della “Spia Cynthia”: agente dimenticato della Seconda Guerra Mondiale

“Vergogna? Niente affatto, i miei superiori mi hanno detto che i risultati del mio lavoro hanno salvato migliaia di vite britanniche e americane. Il mio lavoro mi ha coinvolto in situazioni da cui le donne “rispettabili” si tirano indietro, ma il mio è stato un impegno totale. Le guerre non si vincono con metodi rispettabili”.

Questo è quanto dichiarava Amy Elisabeth Thorpe a chi la criticava per aver usato il suo fascino e il suo corpo per carpire segreti militari.

Amy Elisabeth Thorpe

Fu definita ninfomane ma Betty, come veniva chiamata, fu sempre coinvolta mentalmente, sentimentalmente e fisicamente, pienamente ricambiata nelle relazioni che le permisero di diventare uno degli agenti britannici più efficaci. Disse che “Il sesso veniva dopo le altre forme di attrazione, l’intesa intellettuale, l’amicizia. Nessun agente può ottenere risultati con il solo sesso”.

Amy Elizabeth Thorpe nacque il 22 novembre 1910 a Minneapolis, figlia di George, ufficiale dei Marines e di Cora, donna dell’alta società. A causa delle missioni del padre, che lo tennero spesso lontano da casa, e della scarsa intesa con la madre, interessata solo alle occasioni sociali del bel mondo, Betty crebbe molto indipendente, fuori dalle righe, sempre alla ricerca di avventure forti.

Bellissima, alta, magra, bionda, affascinante, intelligente, colta e poliglotta, tutte doti che le resero più facili il suo futuro lavoro, Betty già dall’adolescenza veniva ammirata dagli uomini, attirando maldicenze e pettegolezzi, e fin da giovanissima ebbe flirt innocenti (e non) con uomini molto più grandi di lei, forse per sopperire alla mancanza di una figura paterna.

Amy Elisabeth Thorpe

Nel 1929 conobbe il Segretario dell’Ambasciata Britannica Arthur Pack, non certo un uomo particolarmente attraente o brillante. Lui aveva 38 anni e lei 19, ma Betty rimase incinta e nell’aprile 1930 si sposarono. Il figlio Anthony nacque in Inghilterra in ottobre, e venne affidato “temporaneamente” ad una famiglia. Quello che doveva essere un affido temporaneo divenne perpetuo, e questo fa sospettare che Pack in realtà non fosse il padre.

Il primo incarico di Pack dopo il matrimonio fu in Cile, e proprio a Santiago Betty capì quanto riusciva ad ammaliare gli uomini, quando ebbe la sua prima relazione extraconiugale. Nel 1934 nacque la figlia Denise e dopo poco arrivò per il marito un nuovo incarico, all’ambasciata di Madrid.

Qui Betty divenne l’amante di Carlos Sartorius, che aveva conosciuto a Washington.

La donna, per compiacere il marito e l’amante decise di convertirsi al cattolicesimo con l’aiuto di un sacerdote che divenne anche lui suo amante e che, arrestato in seguito dai repubblicani, fu liberato grazie a Betty, che ricorse al Nunzio Apostolico di Madrid.

La situazione spagnola stava precipitando: da una parte i falangisti di Franco, appoggiati da Italia e Germania, dall’altra i repubblicani appoggiati dall’Urss e solo molto tiepidamente dai paesi occidentali.

Nel 1936 l’ambasciata Britannica fu trasferita a San Sebastian e le famiglie mandate in Francia a Biarritz. Betty, che si annoiava, prese la macchina e partì per la Spagna: fu fermata al confine, arrestata come spia di Franco e liberata dopo lunghi negoziati con l’ambasciata. Ripartì per la Francia ma questa volta, su richiesta dell’ambasciatore, trasportava documenti destinati a Londra. Iniziò a fare la spola fra la Francia e la Spagna, a portare aiuti per la Croce Rossa all’andata e documenti al ritorno.

La sua figura era sospetta: i repubblicani la ritenevano spia di Franco, i franchisti una spia repubblicana, mentre invece questa donna spericolata cominciò a destare interesse nell’M16 britannico.

La nuova destinazione del marito era Varsavia, e Betty entrò in contatto con John Leche, incaricato del ministro britannico, per ottenere un lasciapassare per Madrid e per organizzare il trasloco. Leche glielo rifiutò: Madrid era troppo pericolosa, e così Betty dovette ricorrere al suo fascino. Il giorno dopo l’incontro partì con il lasciapassare, recuperò i suoi averi e Leche, che aveva perso la testa per lei, grazie alle sue entrature diplomatiche la aiutò a trovare Carlos, imprigionato dai repubblicani, e a farlo liberare.

All’arrivo di Betty in Polonia Pack era un uomo triste, invecchiato, sofferente e amareggiato, le confidò una storia d’amore impossibile con una ragazza polacca e si prese un periodo di riposo e cure in Francia. Betty non lo accompagnò, con la scusa di doversi occupare di Denise, ma felice di ritrovarsi libera.

Nel 1938 iniziò una relazione con il giovane diplomatico Edward Kulikowski, che le accennò della proposta tedesca alla Polonia di spartirsi la Cecoslovacchia. Lei ne parlò con Jack Shelley, dipendente dell’ambasciata britannica, ma in verità agente dell’M16, che la spinse a procurare altre informazioni.

Kulikowski era una pedina troppo piccola, occorreva rivolgersi a qualcuno più in alto, ovvero Michal Lubienski, funzionario del Ministero degli Esteri, che riuscì a conoscere grazie al suo amante. Iniziò una relazione anche con Lubienski, e forse Betty se ne innamorò, ricambiata sia in sentimento sia in informazioni sugli accordi della questione cecoslovacca. Betty mandò a Londra anche preziose informazioni sul sistema tedesco di cifratura dei messaggi, il famoso “Enigma”, che resisteva tenacemente alla decrittazione.

Michal Lubienski

Londra era entusiasta dell’agente ma Lubienski rovinò tutto informando il Ministro Beck dell’intenzione di chiedere il divorzio da sua moglie per sposare Betty. Il ministro intervenne presso l’ambasciatore britannico: una donna americana molto chiacchierata, moglie di un diplomatico britannico, non poteva rovinare la carriera di un importante funzionario polacco, doveva essere immediatamente richiamata e lasciare la Polonia. E così fu.

Betty raggiunse il marito in Francia, lasciando la figlia Denise a Varsavia, e gli chiese il divorzio che lui rifiutò nel modo più assoluto. Tornò a Varsavia solo per prendere la figlia, organizzare il trasloco e rivedere l’amante, poi chiuse l’avventura in Polonia per seguire il marito nel successivo incarico a Belgrado, che durò pochi mesi, e poi di nuovo in Cile.

La posizione favorevole al nazismo del Cile era inaccettabile per Betty, che fece domanda al SIS per entrare in servizio. Nel giugno 1940 Betty diventò l’agente Cynthia.

Pack non sapeva nulla dell’attività della moglie e Betty partì con il pretesto di una visita al figlio Anthony, lasciando Denise a Santiago col padre. I due non si rividero mai più.

Durante il viaggio Betty divenne l’amante di Paul Fairly, ufficiale della Marina statunitense e agente dei servizi segreti USA, che la mandò a New York, dove entrò in contatto con William Stephenson, capo del BSC, British Security Coordination. Il suo compito era di inserirsi nell’alta società di Washington in attesa di altre istruzioni. Betty era incinta, forse di Fairly, e in quei giorni ne approfittò per abortire, ma non trascurò il suo primo vero incarico, procurare le tabelle cifrate della Regia Marina Italiana.

All’Ambasciata Italiana rivide un suo vecchio amico conosciuto a Washington, il capitano di fregata Alberto Lais (addetto navale a Washington), I due non erano stati amanti ma molto legati da un rapporto quasi di padre-figlia, non fisico proprio per la giovinezza di lei e la coscienza di lui, quarantenne. Ripresero l’amicizia ma Betty sostenne sempre che non furono mai amanti. Lei gli chiese i cifrari della Regia Marina per aiutare gli Stati Uniti, paese al quale lui era molto legato e non ancora in guerra, lui rifiutò, ma poi pare le abbia fatto il nome di chi avrebbe potuto aiutarla. Betty non svelò mai chi, dietro una grossa somma di denaro, le avrebbe fatto fotografare i cifrari.

Alberto Lais

Si era intorno al 20 marzo 1941. Il 28-29 marzo la Regia Marina subì una pesantissima sconfitta da parte degli inglesi a Capo Matapan, dove morirono 2300 uomini e vennero affondate 6 navi, nonostante la superiorità numerica italiana. E’ vero che gli inglesi avevano una portaerei, che dava loro un vantaggio, ma la decodifica dei messaggi scambiati dagli italiani fu sicuramente una delle concause del disastro.

Il Ministero della Difesa e la famiglia dell’ufficiale contestarono questa storia che diffamava Lais e querelarono l’autore di un libro su Cynthia, vincendo la causa. C’è però un’altra confidenza che vide coinvolto Lais: la flotta mercantile italiana alla fonda a Washington aveva istruzioni di auto affondarsi per non essere utilizzata dagli Stati Uniti e Betty sostenne che Lais le aveva raccontato come e quando sarebbe successo. La comunicazione di Betty, pur arrivando in ritardo, permise di salvare 16 unità su 28, che vennero requisite.

Capo Matapan: un incrociatore della classe Zara sotto il fuoco nemico

Comunque sia andata, per questi fatti Lais fu dichiarato persona non grata per i suoi rapporti “con certe persone”. L’ufficiale lasciò con sommo rammarico gli USA, il suo lavoro, la famiglia e Betty, che chiamava “la sua ragazza d’oro”.

I due non si rividero mai più. Betty ne fu dispiaciuta, ma il suo alter-ego Cynthia era soddisfatto e pronto per un’altra missione, che arrivò molto presto: trovare agganci all’ambasciata francese per avere informazioni sul Governo di Vichy, in special modo sull’attività della flotta in Nord Africa, in previsione di uno sbarco degli alleati, e sui codici della marina.

Fingendosi giornalista, Betty chiese un’intervista all’addetto stampa Charles Brousse, per parlare della situazione europea e dei rapporti fra Vichy e Washington. Brousse, molto più vecchio di Betty, era sposato con un’americana e aveva appoggiato il governo di Vichy per la sua fiducia in Petain, ma non aveva simpatie per i nazisti. Venne subito stregato da Betty, divennero amanti in pochi giorni e in questo caso lei cambiò strategia: portò Brousse dalla sua parte, non cercò di carpire segreti, lo convinse che collaborare con gli Stati Uniti era il modo per aiutare la Francia a combattere il nazismo.

Lui le forniva regolari informazioni ma restava il compito più difficile, entrare in possesso dei codici della marina francese custoditi in cassaforte nell’ambasciata, in una stanza blindata dove solo due persone potevano consultarli per cifrare e decifrare i messaggi.

Era il marzo del ’42, gli USA erano entrati in guerra e in aprile il filo-nazista Laval era stato nominato primo ministro in Francia. L’urgenza era estrema.

Brousse si fece amico della guardia di ronda notturna e gli confidò che, essendo sposato, l’unico posto dove poteva portare la sua amichetta era la cancelleria. Poteva lui chiudere un occhio trovandolo di notte con la sua amante in ambasciata? Un po’ per solidarietà maschile e grazie a una buona mancia la guardia accettò.

Venne reclutato uno scassinatore che doveva aprire la porta e la cassaforte, mentre in una stanza vicina, affittata appositamente, venne organizzato uno studio fotografico. Il tempo era poco, le pagine da fotografare tantissime. Riuscirono al terzo tentativo.

Nel novembre 1942 gli alleati sbarcano in Nord Africa, l’operazione era compiuta, ma Betty e Charles erano bruciati come agenti, ormai troppo conosciuti. Restarono negli Stati Uniti e alla fine della guerra si stabilirono in Francia nel castello di famiglia di Brousse e, ottenuti i rispettivi divorzi, si sposarono.

Betty e Charles in Francia

Nel ’45 Arthur Pack si suicidò, Denise andò a vivere con Betty ma non legò mai con quella madre che era praticamente un’estranea, e inorridì nell’apprenderne la sua storia, fatta di spionaggio e amanti. Cosa successa del resto anche all’altro figlio, Anthony, sempre escluso dalla famiglia, che restò disadattato a vita, si arruolò volontario fra le truppe speciali inglesi e morì in Corea.

Betty morì nel 1963 di cancro alla gola e la figlia morì poco dopo, forse suicida.

FONTE:Per quanto Amy Elizabeth Thorpe possa essere criticata per il suo comportamento ritenuto a-morale e le sue mancanze come moglie e madre, la sua attività di spionaggio resta di estremo valore e pienamente riconosciuta dagli alleati. La definizione “la più grande eroina non celebrata della guerra” si deve al generale William Joseph Donovan, capo dell’Office of Strategic Services durante la seconda guerra mondiale.

Per chi volesse approfondire la storia, bello il libro “Cynthia” di Domenico Vecchioni

GIOVANNA FRANCESCONI

AMO LA STORIA, E LE STORIE DIETRO AD OGNI PERSONA O OGGETTO. AMO LE COSE ANTICHE E NON SOLO PERCHÉ ORMAI NE FACCIO PARTE PURE IO, MA PERCHÉ LA VERITÀ È LA FIGLIA DEL TEMPO.

FONTE: https://www.vanillamagazine.it/gli-amanti-e-i-sotterfugi-della-spia-cynthia-agente-dimenticato-della-seconda-guerra-mondiale-2/

 

 

 

Dossieraggi Sismi, assolto in appello ex funzionario Pio Pompa perché il fatto non costituisce reato

Dossieraggi Sismi, assolto in appello ex funzionario Pio Pompa perché il fatto non costituisce reato

Nonostante i reati fossero prescritti, il difensore di Pompa, l’avvocato Nicola Madia, ha chiesto alla Corte di pronunciarsi. Nel 2007 l’ex funzionario del servizio segreto militare venne trovato in possesso di 10mila file già sequestrati nell’ufficio riservato di via Nazionale, a Roma. In quei cd, dvd ed hard disk vennero rinvenuti dossier su giornalisti e magistrati romani e per questo motivo il fascicolo era stato trasferito a Perugia per competenza territoriale.
I giudici della corte d’Assise d’appello di Perugia hanno assolto l’ex funzionario del Sismi Pio Pompa dall’accusa di diffusione di documenti contenenti notizie concernenti la sicurezza dello Stato. I giudici lo hanno dichiarato estraneo perché “il fatto non costituisce reato“. In primo grado l’imputato era stato condannato ad un anno di reclusione
(pena sospesa) per possesso ingiustificato di documenti contenenti notizie concernenti la sicurezza dello Stato, ma assolto invece assolto dal reato di procacciamento di notizie coperte da segreto di Stato.Nonostante i reati fosse prescritti, il difensore, l’avvocato Nicola Madia, ha chiesto alla Corte di pronunciarsi. Nel 2007 l’ex funzionario del servizio segreto militare venne trovato in possesso di 10mila file già sequestrati nell’ufficio riservato di via Nazionale, a Roma. In quei cd, dvd ed hard disk vennero rinvenuti dossier su giornalisti e magistrati romani e per questo motivo il fascicolo era stato trasferito a Perugia per competenza territoriale.Oggi il legale di Pompa ha ribadito ai giudici che si trattava, per lo più, di notizie apprese da fonti aperte e di ritagli di giornale. “Sono molto soddisfatto – ha commentato l’avvocato Madia al termine dell’udienza – Anche l’ultima accusa mossa a Pompa – ha proseguito – è stata definitivamente cancellata a definitiva dimostrazione che il mio cliente e il Sismi non hanno mai svolto alcuna attività di dossieraggio né attività estranee ai compiti del Servizio. Dopo tanti anni di sofferenza e di denigrazioni questa sentenza restituisce onore a Pio Pompa e al Sismi”. Il generale Nicolò Pollari era stato prosciolto in sede di udienza preliminare. Il gup di Perugia aveva disposto il non luogo a procedere per il reato
di peculato, ”per l’esistenza del segreto di Stato”, e per quello di violazione di corrispondenza, ”estinto per intervenuta prescrizione”. Stessa decisione per Pio Pompa che però era andato a processo di notizie segrete.

L’archivio di via Nazionale fu trovato dai pm, Armando Spataro e Nicola Piacente, che indagavano sul sequestro dell’ex imam Abu Omar, rapito a Milano nel 2003 da uomini della Cia: magistrati, giornalisti, politici, intellettuali, venivano sistematicamente spiati e dossierati, attraverso “il procacciamento di informazioni da “fonti aperte” e da “non meglio precisate fonti personali” (queste ultime con “compensi imprecisati”)”. Tutti sospettati, come titolava uno dei dossier custodito da Pompa, di far parte di un “Network telematico di delegittimazione del Premier (Berlusconi, ndr) e della sua compagine governativa”.

Il 7 ottobre scorso la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto di poteri, sollevato dall’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Per il rapimento di Abu Omar invece, dopo due sentenze che
avevano ritenuto Pollari non giudicabile per l’esistenza del segreto di Stato, nel 2013 si arrivò alla condanna pronunciata dalla Corte d’appello di Milano per lui, il suo braccio destro Marco Mancini e alcuni agenti dei servizi. Ma quasi un anno dopo la Consulta dette ragione al governo dell’epoca, sostenendo che la vicenda era coperta dal segreto di Stato. E la Cassazione, dando seguito a quella decisione, annullò le condanne, assolvendo definitivamente tutti. Nelle motivazioni gli ermellini scrissero che il “controllo dei magistrati era stato consegnato alla politica”.  Gli ermellini, nelle motivazioni del proscioglimento “ineludibile” dei vertici del Sismi, scrissero che – abbassando il “nero sipario” del segreto di Stato, esteso a dismisura sull’allora servizio segreto – la Corte costituzionale ha abbattuto in radice ogni possibile controllo della magistratura sul potere di segretazione consegnandolo alla discrezionalità della politica. Il segreto di Stato era stato confermato dai Prodi, Berlusconi e Monti.

FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/24/dossieraggi-sismi-assolto-in-appello-ex-funzionario-pio-pompa-perche-il-fatto-non-costituisce-reato/3611428/

 

 

 

ECONOMIA

Come l’UE e la cabala di Davos pianificano il controllo dell’agricoltura

William Engdahl

Ogni volta che sentiamo la parola “sostenibile” faremmo bene a dare uno sguardo critico dietro le belle parole che suonano. Nel caso dell’Agenda 2030 globalista con i suoi 17 obiettivi sostenibili entro il 2030, quello per la creazione di un’”agricoltura sostenibile”, se guardato da vicino, distruggerà una parte enorme della produzione agricola dell’UE e farà salire di molto i prezzi globali del cibo già in aumento . La Commissione Europea chiama il loro Green Deal per il cibo il simpatico titolo “Farm to Fork”. È sostenuto dall’onnipresente World Economic Forum di Klaus Schwab e dal loro Great Reset.

Tieni presente che sostenibile, come definito dalle Nazioni Unite e dal Forum economico mondiale di Davos, significa raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2050. Tuttavia, non esiste uno studio scientifico indipendente che dimostri che la CO2 sta mettendo in pericolo il nostro pianeta creando il riscaldamento globale. Solo miriadi di modelli informatici dubbi e ben finanziati. Il gas innocuo è essenziale per tutta la vita umana, animale e vegetale. Ora la Commissione dell’Unione Europea sta spingendo un’agenda radicale dall’alto verso il basso sul cuore dell’agricoltura del secondo produttore alimentare più importante del mondo come parte del suo mal concepito Green Deal dell’UE. Se attuato come è probabile, causerà una drastica riduzione della produzione agricola, una forte riduzione delle proteine ​​della carne e, cosa forse più pericolosa, un ribaltamento dell’attuale legislazione dell’UE che regola le nuove colture geneticamente modificate, o OGM.2. Ciò avrà conseguenze globali.

Dalla fattoria alla tavola…

Nel maggio 2020 la Commissione Europea ha pubblicato la sua Strategia Farm to Fork. La retorica ufficiale di Bruxelles fa sembrare che stia arrivando il nirvana del cibo. Affermano: “La strategia Farm to Fork è al centro del Green Deal europeo, che mira a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente”. Wow, sembra fantastico.

Quindi arrivano alla vera agenda: “Dobbiamo riprogettare i nostri sistemi alimentari che oggi rappresentano quasi un terzo delle emissioni globali di GHG (Green House Gas), consumano grandi quantità di risorse naturali, provocano perdita di biodiversità e impatti negativi sulla salute… “Questo è un modo intelligente per demonizzare gli agricoltori e la nostra produzione alimentare come violatori di CO2. La soluzione? “Le nuove tecnologie e scoperte scientifiche, combinate con la crescente consapevolezza del pubblico e la domanda di cibo sostenibile, andranno a beneficio di tutte le parti interessate ”. Quali nuove tecnologie verranno spiegate.

In che modo i burocrati non eletti a Bruxelles intendono “ridisegnare i nostri sistemi alimentari” per eliminare un terzo delle emissioni globali di gas serra entro il 2050? Costringendo gli agricoltori alla bancarotta chiedendo nuovi costosi input per la produzione e piante brevettate radicalmente manipolate geneticamente con sicurezza non dimostrata. Soprattutto hanno in programma di revocare l’attuale divieto di fatto sulla coltivazione di piante geneticamente modificate. Per coloro che non lo sanno, è la stessa tecnologia rischiosa non dimostrata utilizzata nei vaccini COVID-19 dei vaccini Pfizer e Moderna mRNA modificati mediante CRISPR.

Il commissario UE per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, afferma dell’agenda verde Farm to Fork: “Gli agricoltori dovranno trasformare radicalmente i loro metodi di produzione e utilizzare al meglio le soluzioni tecnologiche, digitali e spaziali per inaugurare la nuova transizione agricola . ” Quindi pianificano una trasformazione radicale. Già questo suona inquietante.

Aumentare la quota di agricoltura biologica senza pesticidi al 25% del totale dell’UE, riducendo allo stesso tempo l’uso di pesticidi chimici del 30% entro il 2030, suona bene ai non informati. Come le affermazioni della Monsanto e dell’industria degli OGM secondo cui i loro raccolti OGM riducono la necessità di pesticidi, è una bugia. L’UE sta usando questo come esca per introdurre un cambiamento radicale nelle rigorose norme UE attuali per consentire l’approvazione di piante e animali geneticamente modificati in agricoltura. Nel documento del maggio 2020 sul Green Deal Farm to Fork, l’UE afferma che la Commissione sta “conducendo uno studio che esaminerà il potenziale delle nuove tecniche genomiche per migliorare la sostenibilità lungo la filiera alimentare”. Ciò significa modifica genetica, modifica genetica CRISPR/Cas9.

‘ Nuove Tecniche Genomiche’

Nell’aprile di quest’anno, la Commissione europea ha pubblicato lo studio sulle nuove tecniche genomiche (NGT). Le NGT stanno producendo piante e persino animali modificati geneticamente. Il rapporto afferma che le NGT, “tecniche per alterare il genoma di un organismo, hanno il potenziale per contribuire a un sistema alimentare più sostenibile come parte degli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia Farm to Fork”. Il rapporto chiede un “dibattito pubblico” per modificare le rigide leggi dell’UE sull’approvazione delle colture OGM che richiedono test approfonditi ed etichettatura delle colture OGM .

Quella legge del 2001 ha limitato con successo l’uso di OGM in tutta l’UE, in contrasto con gli Stati Uniti, dove gli OGM non regolamentati sono dominanti per le colture chiave. Nel 2018 la Corte di giustizia europea, la corte dell’UE, ha stabilito che le colture geneticamente modificate dovrebbero essere soggette alle stesse norme rigorose degli organismi geneticamente modificati (OGM) di prima generazione. La chiave dell’agenda di Davos e dell’UE Farm to Fork è una riduzione radicale dei pesticidi da sostituire con colture geneticamente modificate presumibilmente in grado di sostituire i pesticidi.

La Commissione UE, in combutta con Bayer-Monsanto e altri della lobby dell’agrobusiness degli OGM, sta lavorando duramente per rimuovere tale restrizione del tribunale. Il commissario per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, ha dichiarato del loro studio UE di aprile: “Lo studio che pubblichiamo oggi conclude che le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork “. New Genomic Techniques è l’eufemismo per colture geneticamente modificate.

Il vicepresidente dell’UE responsabile del Green Deal, Franz Timmermans, ha ammesso apertamente il fascino di promettere enormi tagli ai pesticidi, il che implica che deriverà dall’abolizione delle restrizioni sull’editing genetico. Ha detto a una recente conferenza della Settimana verde dell’UE che l’UE mira a fornire agli agricoltori gli strumenti per adottare un’agricoltura di precisione e sfruttare le scoperte scientifiche per ottimizzare i semi: “È così che limitiamo la nostra dipendenza dai pesticidi”. L’agricoltura di precisione e le scoperte scientifiche per ottimizzare le sementi sono il doppio senso di Bruxelles per l’introduzione massiccia dell’editing genetico non regolamentato. Ha continuato: “Andare all’agricoltura ecologica non significa che tutti dobbiamo sgranocchiare erba e vivere nelle caverne, dobbiamo usare le ultime tecnologie per arrivarci “. Ciò significa modificare il gene CRISPR.

Tradotto in un inglese semplice, il cuore di Farm to Fork è il previsto ribaltamento della sentenza della Corte di giustizia del 2018 che tratta le piante o gli animali modificati geneticamente da CRISPR secondo le stesse rigide regole del “principio di precauzione” per gli OGM. Senza restrizioni, le società di editing genetico come Bayer-Monsanto saranno libere di introdurre piante e animali geneticamente modificati sperimentali e non dimostrati nella nostra dieta senza etichettatura.

Un tale regime privo di modifiche genetiche esiste già negli Stati Uniti, dove l’USDA e le autorità di regolamentazione consentono olio di soia geneticamente modificato CRISPR, funghi che non si scuriscono, grano con più fibre, pomodori che producono meglio, colza e riso che tollerano gli erbicidi. non assorbe l’ inquinamento del suolo  man mano che cresce . I progetti statunitensi modificati geneticamente su pesci e animali includono quelli dubbi come le mucche che hanno solo vitelli maschi, utilizzando CRISPR; Maiali che non hanno bisogno di castrazione; mucche da latte senza corna e pesce gatto potenziato dalla crescita che utilizzano CRISPR per sviluppare il pesce gatto con più cellule muscolari . Fa venire l’acquolina in bocca…

CRISPR Rischi Enormi, Non Ricompense

La principale spinta di lobbying per rimuovere i regolamenti dell’UE su colture o animali geneticamente modificati viene da Bayer-Monsanto e dagli altri giganti dell’agroalimentare OGM, tra cui Syngenta, BASF e Corteva di DowDupont. Nel novembre 2020 Liam Condon, il presidente della divisione di scienza delle colture Bayer-Monsanto, ha dichiarato a una conferenza Bayer Future of Farming, che Bayer sta esercitando pressioni “molto forti” per modificare le normative sugli OGM dell’UE per esentare l’editing genetico. Condon ha dichiarato: “[Stiamo] promuovendo con forza che le normative dovrebbero recuperare il ritardo con la tecnologia e consentire l’utilizzo di questa tecnologia, [non solo] a beneficio degli europei, ma anche a beneficio di altri in tutto il mondo che cercano di L’Europa per la regolamentazione”. Condon ha definito l’editing genetico e la tecnologia CRISPR una “sorprendente svolta” che consentirebbe all’agricoltura di essere più sostenibile . Quello che ha omesso è che la deregolamentazione delle colture geneticamente modificate consentirà alla Bayer-Monsanto e ad altre importanti aziende di OGM di addebitare agli agricoltori i loro semi “sostenibili” brevettati.

L’editing genetico di piante o animali non è affatto esente da rischi come affermato. La tecnologia non è affatto precisa o controllata e spesso ha esiti imprevisti come alterazioni genetiche non intenzionali, persino l’aggiunta involontaria di DNA estraneo da altre specie, o addirittura interi geni estranei, nel genoma di organismi geneticamente modificati.

Questa è ancora una nuova tecnologia sperimentale. I suoi sostenitori come Bayer-Monsanto affermano che l’editing genetico delle piante è preciso. Eppure le indagini lo trovano tutt’altro che provato. La dott.ssa Allison K Wilson del The Bioscience Resource Project, afferma: “I metodi di editing genetico delle piante sono anche inclini a introdurre UTs (tratti non intenzionali o danno genetico) … nuove prove sia da animali che da piante indicano che l’editing genetico stesso può provocare mutazioni indesiderate a o vicino al sito di destinazione. Questi includono l’inserimento di vettore, batterico e altro DNA superfluo e l’introduzione involontaria di grandi delezioni e riarrangiamenti del DNA .

Questi non sono difetti minori che possono essere ignorati. Wilson conclude: “I risultati dell’editing genetico delle piante sono imprecisi e imprevedibili e che, a seconda della combinazione di tecniche utilizzate, l’editing genetico può essere altamente mutageno. Mentre in teoria un giorno potrebbe essere possibile creare un raccolto GM che soddisfi i vasti requisiti dell’agricoltura sostenibile, in pratica sembra altamente improbabile che ciò accada mai ”.

Secondo un’analisi della strategia EU Farm to Fork di Global Ag Media, “l’effetto di queste strategie sarà una riduzione senza precedenti della capacità di produzione dell’UE e del reddito dei suoi agricoltori. Tutti i settori mostrano un calo della produzione dal 5% al ​​15%, con i settori dell’allevamento che sono i più colpiti… Nel frattempo, qualunque sia lo scenario, i prezzi alla produzione mostrano un aumento netto di circa il 10% con un impatto negativo per la maggior parte dei redditi degli agricoltori. Il sindacato degli agricoltori dell’UE, il Copa-Cogeca, avverte che la politica si tradurrà in una riduzione senza precedenti della capacità agricola .  Ma questo è il vero intento dell’”agricoltura sostenibile”.

Davos e EU Farm to Fork

L’agenda radicale dell’UE Farm to Form Green trova la sua eco nel Forum economico mondiale di Davos che già nel 2014 ha promosso ciò che ha chiamato “Abilitare il commercio: dalla fattoria alla tavola”. Un rapporto del WEF del gennaio 2018 afferma: “Le tecnologie di editing genetico come CRISPR-Cas potrebbero fornire un modo per ottenere miglioramenti multi-tratto, producendo un cambiamento radicale nella produttività e migliorando la resistenza alla siccità e il contenuto nutrizionale del cibo. “ Questo è stato fatto insieme a McKinsey & Co come parte delle iniziative del WEF per la sicurezza alimentare e l’agricoltura e il loro grande ripristino. I partner del forum WEF includono Bayer, Syngenta, BASF. Secondo il sito web del WEF, “Il World Economic Forum al suo incontro annuale a Davos nel gennaio 2020 ha riunito i leader dell’industria e delle imprese con il vicepresidente esecutivo Frans Timmermans per esplorare come catalizzare il Green Deal europeo.c’era anche il capo di Syngenta e BASF.

Se il settore agricolo dell’UE viene portato nel regime degli OGM modificati geneticamente e di conseguenza la sua produzione viene drasticamente ridotta, causerà una carenza alimentare sempre maggiore in tutto il mondo. Questo è il piano di Davos insieme alla loro agenda eugenetica per il Grande Reset del COVID-19. Chiamarlo Farm to Fork lo fa sembrare innocuo. Chiaramente non lo è.

F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, ha una laurea in politica presso la Princeton University ed è un autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online  “New Eastern Outlook” .

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/come-lue-e-la-cabala-di-davos-pianificano-il-controllo-dellagricoltura/

 

 

 

Il trappolone immobiliare e patrimoniale nella legge delega

Ottobre 6, 2021 posted by Leoniero Dertona

In qualsiasi alto paese del mondo una riforma che si pone come obiettivo un aggiornamento del sistema fiscale senza ulteriore aggravio delle tasse sarebbe il benvenuto e non porrebbe particolari discussioni, se non nei particolari della sua realizzazione. Però in Italia 60 milioni di cittadini sono stati addestrati a pensare che ormai se il governo di dice che il gelato è al cioccolato, allora il gusto è vaniglia, se non peggio. Quando poi dietro ci sono le “Letterine” da Bruxelles, cioè gli ordini mandati da chi nulla conosce del nostro paese, ma che vedono una classe politica sempre pronta ad applicarli in modo poco critico, c’è en poco di cui fidarsi.

Il sempre ottimo Giuseppe Liturri su Startmag ha messo i evidenza i due punti qualificanti, dal punto di vista dei valori immobiliari e catastali, la vera pietra di paragone della riforma anche perché punto specificamente richiesto nel country report all’Italia dalla Commissione. I punti qualificanti, nell’art. 7 della bozza, sono due:

a) La caccia alle “Case fantasma”

b) Integrazione delle informazioni presenti nel catasto del fabbricato 

Iniziamo con il punto a), la caccia alle “Case fantasma”, cioè non accatastate. Questo dovrebbe avvenire con “Strumenti da porre al servizio dei comuni e dell’agenzia delle entrate”. Quali? L’anagrafica dei servizi, come luce,  acqua etc? La Geolocalizzazione delle persone tramite smartphone? Le  motivazioni invece sono piuttosto chiare: recuperare base contributiva riclassificando abitazione superfici attualmente classificate come, ad esempio, commerciali o produttivi, oppure iscrivere a catasto immobili non accatastati. Alla fine la caccia al “Fantasma” rischia di essere nient’altro che una sorta di maxi condono chiamato diversamente. Non era meglio dirlo chiaro e tondo? Ah, ci sono il PD ed il M5s, quindi non c’è condono, ma “Caccia ai fantasmi”;

Il punto b) è, se possibile, ancora più problematico e francamente sospetto. Il testo para di “un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati”. In che modo, con quali dati? Vediamo:

  1. Integrazione del relativo valore patrimoniale;
  2. Una rendita attualizzata in base ai valori normali espressi dal mercato, cioè una valutazione reddituale attualizzata dell’immobile, il che creerà un bel problema in temi di tassi di attualizzazione;

Tali valori sarebbero poi soggetti a “meccanismi di adeguamento periodico in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato”. Quindi non solo valori nuovi, ma pure periodicamente correggibili.

La cosa divertente è che questi dati, a detta del progetto di legislazione delegata, non servirebbero a niente. Infatti è previsto che i nuovi valori “non siano utilizzate per la determinazione della base imponibile di tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali”.

Quindi il Governo, a cavallo delle elezioni, presenta un progetto di legge delegata per calcolare i nuovi valori immobiliari, aggiornarli e quindi non farne assolutamente nulla, se non qualche utilizzo secondario non sempre facilmente immaginabile. 

Alla mente ci giungono alcune ipotesi:

  • Il governo ritenga che gli italiani siano, in realtà, solo una grossa banda di baggiani che non capisce come questi dati raccolti oggi, domani saranno utilizzati per modificare la base imponibile. Magari per la valutazione dell’ISEE, che quindi escluderà qualche milione d’italiani dagli aiuti sociali.  Che gli italiani, collettivamente, noi inclusi, possa essere un collettivo di baggiani è pure possibile;
  • Che il governo voglia usare questa mossa per ingannare i baggiani della Commissione che baggiani sono…
  • Che le finalità siano diverse e non trasparenti, come, ad esempio, definire una base di valutazione per il sistema creditizio. Perchè ?

Lasciamo ai lettori decidere quale sia la finalità del Governo con questa proposta di legge delegata fiscale. Personalmente mi sa che l’opzione è la prima, fra le tre elencate, e a tal punto vi vogliamo lasciare il commento della ministra Mara Carfagna, affinché ve lo salviate e lo ricordiate quando questa Legge delegata diventerà la base per la nuova patrimoniale, nonostante tutte le promesse:

FONTE: https://scenarieconomici.it/il-trappolone-immobiliare-e-patrimoniale-nella-legge-delega/

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Valuta digitale programmabile – La prossima fase della Nuova Normalità

Lo scopo finale della guerra al contante: sostituirlo con una valuta virtuale progammabile totalmente controllata dallo stato.

Kit Knightly
off-guardian.org

Basandosi sul modello bitcoin, le banche centrali stanno progettando di emettere le proprie “valute digitali.” Rimuovendo qualsiasi privacy residua, garantendosi il controllo totale su ogni transazione, limitando persino ciò per cui la gente comune sarà autorizzata a spendere i propri soldi.

Dopo l’avvento del bitcoin e delle altre criptovalute, propagandate come un mezzo di scambio indipendente e alternativo al di fuori dello status quo finanziario, era solo una questione di tempo prima che questa nuova alternativa fosse assorbita, modificata e reimpiegata al servizio dello stato.

Benvenuti nelle “Central Bank Digital Currencies“: la risposta mainstream al bitcoin.

Per coloro che non ne avessero mai sentito parlare, le “Central Bank Digital Currencies” (CBDC) sono esattamente quello che sembrano, versioni digitalizzate della sterlina/dollaro/euro ecc. emesse dalle banche centrali.

Come il bitcoin (e le altre criptovalute), questa nuova valuta, CBDC, sarebbe interamente digitale, favorendo così la guerra in corso al contante. Tuttavia, a differenza delle criptovalute, non avrebbe alcuna crittografia in grado di preservare l’anonimato. In effetti, sarebbe esattamente l’opposto, ponendo in pratica fine all’idea stessa di privacy finanziaria.

Ora, potreste non aver sentito molto dei piani sulle CBDC, persi come sono nel groviglio della “pandemia” in corso, ma la campagna è lì, da mesi, sempre presente nelle ultime pagine dei giornali. Anche oggi ci sono articoli al riguardo sia su Reuters che sul Financial Times. È una truffa in lento svolgimento, ma è sempre una truffa.

I Paesi in cui l’idea è più avanti sono la Cina e il Regno Unito. Lo yuan digitale cinese è in sviluppo dal 2014, ed è al momento in fase di test. Il Regno Unito non è ancora così avanti, ma il Cancelliere dello Scacchiere [Ministro delle Finanze], Rishi Sunak, sta apertamente spingendo una sterlina digitale che la stampa ha già ribattezzato “Britcoin.”

Altri paesi, tra cui Nuova ZelandaAustraliaSudafrica e Malesia, non sono molto indietro.

Anche gli Stati Uniti stanno studiando l’idea e Jerome Powell, capo della Federal Reserve, ha annunciato, per un prossimo futuro, la pubblicazione di un rapporto dettagliato sul “dollaro digitale.”

Le proposte sul possibile funzionamento di queste CBDC dovrebbero essere sufficienti a far scattare campanelli d’allarme anche nelle menti più fiduciose.

Alla maggior parte delle persone non piacerebbe l’idea che il governo controlli “tutte le spese in tempo reale,” ma questa non è neppure la cosa peggiore.

L’idea di gran lunga più pericolosa è che qualsiasi futura valuta digitale dovrebbe essere “programmabile.” Questo significa che chi emetterà questa valuta avrà anche il potere di controllare come verrà spesa.

Questa non è un’interpretazione o una “teoria della cospirazione”, basta ascoltare ciò Agustin Carstens, direttore della International Settlement Bank, aveva detto all’inizio di quest’anno:

VIDEO QUI: https://youtu.be/rpNnTuK5JJU

Ecco nuovamente il passaggio [grassetto aggiunto]:

“La differenza chiave [tra la valuta tradizionale e la CBDC] è che [con la CBDC] la banca centrale avrebbe il controllo assoluto sulle regole e i regolamenti che determineranno l’uso di quell’espressione di responsabilità della banca centrale, e avrebbe la tecnologia per farla rispettare.

…il che vi fa capire che non solo vogliono e cercano questo potere, ma anche qual’è la loro autogiustificazione. Trasformano il denaro altrui in una “espressione di responsabilità della banca centrale” e quindi considerano giusto il poterlo controllare.

Un articolo del Telegraph, nel giugno scorso, era stato altrettanto candido [grassetto aggiunto]:

“Il contante digitale potrebbe essere programmato per garantire che venga speso solo per beni essenziali o per beni che un datore di lavoro o il governo ritenga ragionevoli.”

L’articolo continua citando Tom Mutton, un direttore della Bank of England:

“Si potrebbe introdurre la programmabilità […] Ci potrebbero essere alcuni risultati socialmente benefici da una cosa del genere, si potrebbero in questo modo prevenire attività ritenute, per qualche ragione, socialmente dannose.”

I governi e i datori di lavoro che ci avvertono che il denaro che emetteranno potrà essere usato solo per cose “sensate” e non in modi “socialmente dannosi”? Non occorre molta fantasia per immaginare come questo sistema potrebbe trasformarsi e rimodellare la società in un vero e proprio incubo distopico.

In Cina il processo è già iniziato, con la tipica mancanza di sottigliezza. Mentre procedono verso il lancio della loro moneta digitale, stanno vietando tutte le criptovalute per eliminare la concorrenza e hanno già fatto sapere che lo yuan digitale sarà programmabile.

L’approccio dell’Occidente sarà probabilmente meno diretto, ma non per questo meno vincolante.

Il Britcoin sarà probabilmente programmato solo in “circostanze speciali.” A cominciare, come dice il Telegraph, dai “benefici statali” [il reddito erogato dallo stato]. Saranno programmati per essere spesi solo in beni “essenziali.” (Naturalmente, se entrerà in vigore il Reddito Universale di Base, dai benefici statali potrebbe dipendere la maggior parte della popolazione).

Non è anche difficile vedere il denaro programmabile alimentare la narrativa secondo cui occorre “proteggere il servizio sanitario nazionale,” con le persone non più autorizzate a spendere gli emolumenti statali in zucchero, sigarette o alcolici. O le persone in lista d’attesa per un trapianto d’organo o a cui è stata diagnosticata una certa patologia sottoposte al controllo di entrate e voci di spesa.

In generale, comunque, è la natura della tirannia britannica ad essere non ufficiale. Quindi, il governo britannico potrebbe platealmente rinunciare alla prerogativa di programmare i propri emolumenti, contrapponendosi così in modo positivo alla Cina, … ma, allo stesso tempo, non prenderebbe alcun provvedimento per impedire alle grandi aziende di “programmare” i salari pagati ai propri dipendenti.

Così, mentre in Cina lo stato controllerà lo yuan digitale, la sterlina digitale sarà soggetta al controllo corporativo e usata per far rispettare quella tacita partnership stato-azienda che definisce il vero fascismo.

Probabilmente inizierà sottotono, con piccole e prevedibili mosse calcolate per “limitare la concorrenza.” McDonald’s, per esempio, potrebbe rendere impossibile spendere il proprio stipendio da Burger King, e viceversa. Coca e Pepsi. Starbucks e Costa. Avete capito il concetto.

Abbiamo assistito all’ascesa della cancel culture, della politica identitaria e di quella dello sfoggio obbligatorio di virtù. Bene, immaginate come la moneta programmabile potrebbe inserirsi in tutto questo. Le aziende potrebbero impegnarsi a “combattere l’odio” impedendo ai loro dipendenti di donare soldi a partiti politici, gruppi religiosi, associazioni di beneficenza o individui inseriti in una lista nera.

Nell’era della Covid abbiamo visto come gli autori/attori/cantanti che vanno controcorrente siano soggetti a velenose cacce alle streghe, ma immaginate un mondo in cui le aziende potrebbero “rinunciare a chi diffonde disinformazione,” rendendo impossibile spendere gli emolumenti pagati ai dipendenti in arte/film/musica/libri di personalità famose ma critiche del governo.

Forse le aziende faranno in modo che i dipendenti non vaccinati abbiano più limitazioni sui salari rispetto a quelli vaccinati. Forse lo stipendio di un non vaccinato non potrà essere speso in cinema o nightclub, per “fermare la diffusione del virus.”

John Cunliffe, vice direttore della Banca d’Inghilterra, ha detto al Telegraph:

“Si potrebbe pensare a contratti intelligenti, in cui il denaro sarebbe programmato per essere erogato solo se succede qualcosa.”

Così forse i datori di lavoro rimuoveranno completamente la possibilità di scelta, con un test negativo e/o un richiamo del vaccino il prerequisito per sbloccare il vostro salario. Questo, in futuro, potrebbe essere applicato a tutti i tipi di comportamento.

Il World Economic Forum ha una chiara visione del futuro in cui le persone “non possiedono nulla e sono felici,” aggiungeteci una lunga guerra alla proprietà immobiliare e non vi sarà difficile immaginare datori di lavoro e governi emettere denaro che potrà essere speso per un affitto, ma non per un mutuo.

Ora immaginate il nascente “Green New Deal.” Severi limiti su quanti soldi si potranno spendere in benzina, plastica o carne.

Solo X dollari all’anno per i voli. Solo Y sterline per la carne di manzo. Tutto per il bene del pianeta.

Il denaro si trasformerà da espressione di indipendenza in un sistema di voucher totalmente soggetto al capriccio delle grandi corporation.

Solo due anni fa, tutto questo sarebbe sembrato solo un delirio paranoico, ma, onestamente, sareste sorpresi di vedere un suggerimento del genere sul Guardian, in questi giorni?

Una moneta digitale programmabile avrebbe, già codificata, la capacità di controllare la nostra intera società. E sembra che questo sia il prossimo obiettivo della Nuova Normalità.

Kit Knightly

Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2021/10/01/programmable-digital-currency-the-next-stage-of-the-new-normal/
01.10.2021

FONTE: https://comedonchisciotte.org/valuta-digitale-programmabile-la-prossima-fase-della-nuova-normalita/

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

15 ottobre 2021

15 ottobre

15 ottobre

Il 15 ottobre è una data che viene proposta dai mass media come un punto di svolta: l’obbligo del certificato verde, comunemente chiamato green pass, per recarsi presso i luoghi di lavoro.

Vorrei proporvi una riflessione su questo tema.

Andiamo dunque a vedere il decreto legge 21 settembre n.127.

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-09-21&atto.codiceRedazionale=21G00139

ed andiamo ad evidenziare alcuni punti.

Art 1: “e’ fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde COVID-19”

Se l’esibizione del certificato verde è su richiesta vuol dire che non è un obbligo. La frase si contraddice da sé; è sufficiente non richiederlo.

Vediamo in particolare l’ art 3, riguardo al lavoro privato

«Art. 9-septies (Impiego delle certificazioni verdi COVID-19 nel settore privato). –
1. Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di
emergenza, al fine di prevenire la diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2, a chiunque svolge
una attività lavorativa nel settore privato e’ fatto obbligo, ai fini dell’accesso ai luoghi in cui
la predetta attività e’ svolta, di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde
COVID-19 di cui all’articolo 9, comma 2.

Commentiamo questo paragrafo.

Intanto per cominciare, questa affermazione è assolutamente priva di logica.

Come è possibile prevedere, al fine di tutelare la salute, che un presunto obbligo richiesto
il 15 ottobre non sarà più necessario dopo due mesi e mezzo?

Inoltre si parla di obbligo di esibire su richiesta. Ma queste due affermazioni si contraddicono
da sole: se è “su richiesta”, basta non richiederlo.

3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2….

4. I datori di lavoro di cui al comma 1 sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni di cui
ai commi 1 e 2.

Si parla di “disposizioni”, i datori di lavoro “sono tenuti”;  tutti termini che non indicano un obbligo.

In un documento ufficiale le parole sono importanti.

6. I lavoratori di cui al comma 1, nel caso in cui comunichino di non essere in possesso della
certificazione verde COVID-19 o qualora risultino privi della predetta certificazione al momento
dell’accesso al luogo di lavoro, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro, sono considerati assenti ingiustificati fino alla presentazione della predetta
certificazione e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza,

Di nuovo, risulta piuttosto difficile capire in quale modo si possa prevedere che una “disposizione”
necessaria per tutelare la salute il 15 ottobre non sarà più necessaria oltre il 31 dicembre.

SI TRATTA DI DISPOSIZIONI DI TIPO SANITARIO O POLITICO?

E nel secondo caso, quale fine si propongono?

7. Per le imprese con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata
di cui al comma 6, il datore di lavoro puo’ sospendere il lavoratore per la durata corrispondente
a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione,

Il datore di lavoro “può” sospendere, non è un obbligo né una necessità.

E nel caso che lo faccia ovviamente se ne assume la responsabilità, esattamente come avviene
con il famoso “consenso poco informato” necessario per l’inoculazione.

A questo proposito è appena il caso di ricordare che in tale consenso non si menziona il fatto che i presunti vaccini sono sperimentali fino a dicembre 2023.

E che pertanto chi se li fa partecipa ad una sperimentazione, della quale nessuno conosce gli esiti a medio e lungo termine.

9. IN CASO DI VIOLAZIONE DELLE DISPOSIZIONI…

Di nuovo si tratta di disposizioni, non di obblighi

10. Le sanzioni di cui al comma 9 sono irrogate dal Prefetto. I soggetti incaricati dell’accertamento
e della contestazione delle violazioni di cui al medesimo comma 9 trasmettono al Prefetto
gli atti relativi alla violazione.»

Quali sarebbero questi soggetti, incaricati di verificare un certificato sanitario?

Il datore di lavoro, o il dipendente incaricato, si assume una pesante responsabilità personale
nel verificare dati personali sensibili come quelli riguardanti la salute, violando così la legge
sulla privacy.

 

PERCHÉ TUTTO QUESTO?

Perché il governo vuole imporre il certificato sanitario verde, e attraverso di esso la vaccinazione, puntando sul nostro CONSENSO piuttosto che su un OBBLIGO.

L’obbligo infatti è impossibile da imporre.

L’articolo 32 della Costituzione, espressamente richiamato nel preambolo del decreto, recita testualmente:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Dunque il trattamento sanitario denominato impropriamente “vaccino anti Covid-19” non può essere imposto per legge, sia per il rispetto dovuto alla persona umana che lo rifiuta, sia perché il diritto stabilito è quello della salute dell’individuo.

Inoltre un eventuale obbligo dovrebbe essere stabilito per legge, quindi previa discussione in Parlamento, non con un decreto legge.

MA NON È TUTTO.

Nel caso specifico di questi sieri genici sperimentali – sarà bene ricordare che sono in fase di sperimentazione fino a dicembre 2023 – c’è un pronunciamento ufficiale dell’Unione Europea, che con il regolamento 953 del 14 giugno 2021, al considerando 36, ha stabilito il divieto di discriminazione tra chi lo ha ricevuto e chi non desidera riceverlo.

A questo proposito è interessante notare che la traduzione italiana del testo in un primo momento recitava:

È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate.

Il 27 luglio, di fronte all’evidente manipolazione del testo italiano rispetto a quello ufficiale europeo, il testo è diventato il seguente:

È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate.

La Corte di Giustizia dell UE (CGUE)

Dice che. ‘ il diritto dell’UE deve essere interpretato e applicato in ogni paese allo stesso modo.’

“Il regolamento è obbligatorio in tutto i suoi elementi.

Pertanto uno Stato membro non può unilateralmente adottare provvedimenti interni volti a limitare l’applicazione delle norme del Regolamento, ne può farne un’applicazione incompleta o selettiva”.

4. CORTE DI GIUSTIZIA U E , SENTENZE 4 DICEMBRE 2018 IN CAUSA N. C-378/17

” Ogni giudice nazionale competente ad applicare il diritto dell’Unione ha l’obbligo di disapplicare le norme nazionali contrastanti con tale diritto”

Quindi ogni giudice ha l’obbligo di non applicare la sospensione.

Daria De Pretis giudice delle Corte Costituzionale dice :
” Quando c’è contrasto tra diritto nazionale e diritto europeo, il diritto nazionale fa un passo indietro e prevale il diritto europeo.
La Corte di giustizia dice : “Quando un giudice (anche una pubblica amministrazione) si trova davanti a questo conflitto fra norme DEVE disapplicare la norma in contrasto con quella Europea.

Dunque, ricapitoliamo.

Il 15 ottobre non accade assolutamente nulla di nuovo.

Il certificato sanitario verde non è obbligatorio.

Averlo e presentarlo al datore di lavoro non è obbligatorio, e il datore di lavoro che ne facesse richiesta si assumerebbe una gravosa responsabilità di lesione al diritto di privacy.

A titolo di esempio, in Germania una tale richiesta è stata vietata.

Il governo punta ad incutere timore nei cittadini, al fine di spingerli verso l’inoculazione di un siero genico sperimantale, la cui efficacia e sicurezza sono messe in dubbio da autorevoli scienziati.

Perchè tutto questo?

Vi propongo un video per illustrare i motivi politici, e non sanitari, che stanno dietro a tutto questo.

VIDEO QUI: https://youtu.be/UjBcCvOTCOw

FONTE: https://www.marcoverdinelli.it/15-ottobre-2021/

 

 

AIFA sotto inchiesta: clamorosa rilevaziondi “Fuori dal Coro”

Ottobre 6, 2021 posted by Guido da Landriano

Ieiri la trasmissione “Fuori dal coro” di Mario Giordano ha fatto una rivelazione shock: l’AIFA, l’agenzia italiana per il farmaco, è sotto inchiesta da parte della magistratura contabile per aver rifiutato la donazione di 10 mila dosi di anticorpi monoclonali della Eli Lily, successivamente perfino autorizzati. L’AIFA si è spinta in precedenza perfino a negare la donazione, ed ha rifiutato l’accesso al verbale nonostante una sentenza della magistratura.

Nicola Magrini, direttore generale dell’agenzia, si è visto chiedere dalla Corte dei Conti il verbale, segretato, del 29/10/2020, nel quale veniva rifiutata la donazione dell’anticorpo monoclonale, e l’accusa è di “Scelta pubblica non ponderata”, e i membri del consiglio rischiano di dover rispondere personalmente per i danni derivanti dal rifiuto della donazione degli anticorpi. Ecco un estratto dalla trasmissione:

Gli anticorpi monoclonali Eli Lily, attualmente talmente ricercati negli USA da essere soggetti, insieme a quelli Regeneron, a un vero e proprio contingentamento da parte dell’amministrazione federale perché la domanda supera l’offerta.

Il problema dell’utilizzo, anzi del mancato utilizzo, per ben 5 mesi degli anticorpi monoclonali potrebbe avere, prima o poi, anche delle conseguenze più serie: il problema delle 10 mila dosi rifiutate non è solo erariale, ma è legato anche a vite umane che sono state sacrificate dal ritardo. Anzi, come rivelato dalla trasmissione, se non fosse per il professor Palù questi farmaci non sarebbero stati approvati neppure in primavera.

La dirigenza AIFA naturalmente difende le sue posizioni. In Italia nessuno è mai responsabile.

FONTE: https://scenarieconomici.it/aifa-sotto-inchiesta-clamorosa-rilevaziondi-fuori-dal-coro/

 

 

 

NOTIZIE DAI SOCIAL WEB

COME STIAMO…

Laura Garda 28 08 2021

Stiamo male… TUTTI… Credo anche coloro che provano a farci ridere (o sorridere…) e si seccano se molti di noi a ridere non ce la fanno… e neppure a sorridere. Abbiamo una realtà umana (la più retrograda e feroce della storia) che, IN TUTTI I MODI, avanza fino alla distruzione della (pur difettiva) civiltà occidentale per affermare una barbarie soprattutto sociale… E sottolineo SOCIALE poiché, con IL VESSILO DELLA RELIGIONE E DELLA MORALE,  la rincorsa alla ricchezza e la tecnologia avanzata la praticano come, e forse meglio, degli occidentali… Chi ha consentito il disastro che si sta verificando? In primis gli occidentali creduloni che, fidandosi degli ‘inchini formali’ di coloro che (‘ossequiosamente, con le mani sotto il baraccano stringono il pugnale’) hanno fatto affari con loro… L’ingordigia economica non ha confini, nazionalità, etnia… ma vincono i più furbi, cioè COLORO che non rispettano alcuna regola di etica comunitaria… Due parole sugli EMIRATI ARABI, che non sono in Patagonia, ma nella stessa terra che contiene IL FEROCE ISLAM… All’interno degli Emirati, dove albergano religioni differenti, la vita che vi si conduce è varia e senza apparenti estremismi. Questo dovrebbe rassicurarci su una ‘differenza di intenti’? Non ci giurerei. Con le loro smisurate ricchezze avrebbero potuto, da tempo, far evolvere le popolazioni più disagiate con una distribuzione della ricchezza e rendendo più moderato il loro ‘credo religioso’. Perché non lo fanno? Banalizzando penso al ‘gioco dei due poliziotti’: “Tu fai il poliziotto cattivo, io quello buono…”. Il fine è il medesimo…

ATTUALITA’ IN AFGHANISTAN

Ci dicono (per creare maggiore confusione) che in quell’ambito vi siano ‘lotte intestine’ tra talebani, afghani, ISIS (protagonista dell’ultimo attentato… forse) ed altri… E dunque? I ‘Paesi Civili’ come intervengono? Chi colpiscono? L’attuale Presidente americano ‘piange’… sui militari americani sacrificati e sugli innocenti uccisi. Lancia minacce di vendetta… minacce che somigliano più ad una faida tra bande rivali che ad una autorevole dichiarazione di guerra, con tutto ciò che comporta un’azione estrema in difesa di una parte del mondo ‘civilizzata’ da sacrifici secolari, contro chi vuole distruggerla con uno sterminio. Piange? Forse dovrebbe farlo innanzitutto sulle ‘modalità’ con le quali è riuscito ad occupare l’incarico più importante (ED IMPEGNATIVO) al mondo… E, di fronte all’immane tragedia che incombe su noi, il governo italiano come appare? Come un cabaret, con una troupe di attori improvvisati che recitano il ruolo di ministri e, alla loro guida, un intelligente diplomatico che ‘tenendo a bada la situazione’ lavora per la propria alta carica prossima futura. Amen.

FONTE: https://www.facebook.com/100005917027170/posts/1774663239407560/

 

 

Talkshow

Leonardo Peruzzi 2 09 2021

Siamo passati dalla politica all’americana fatta di confronti tra candidati nei talkshow alla riproposizione politica del “ventennio” fatta di conferenze stampa in cui sono pilotate domande e risposte, dove non esiste contraddittorio, dove serpeggia a tratti un’area di paura e a tratti anche di imbarazzo nei giornalisti ma ancor di più tra i ministri che balbettano e che vengono sistematicamente ripresi quando nicchiano su qualche affermazione forte da sostenere. E voi trovate normale tutto questo? Certo che si . Trovate normale che Draghi sbeffeggi lo streaming a proposito dei chiarimenti tra la Lamorgese e Salvini perche’ gli affari del governo sono da tacitare per l’opinione pubblica che non ha il diritto di sapere. Trovate normale che rielaborando la stessa scienza, che più volte richiama, si avventuri in affermazioni sull’obbligo vaccinale (non presente in nessun paese al Mondo) senza che un giornalista gli chieda su quali basi scientifiche si voglia arrogare questo immondo primato mondiale. Trovate normale che stigmatizzi un gazebo divelto additando una pacifica piazza fatta di persone adulte, famiglie, figli e studenti tra i peggiori criminali al mondo, senza che nessuno faccia notare la differenza che cé’ tra un delinquente ed un cittadino perbene. Bene diciamo che questa classe politica di inetti raccattati non abbia proprio le facolta’ mentali per instaurare un contradditorio con cosi tanta prosopopea vivente (in banca di idioti cosi ne ho conosciuti a tonnellate), per non parlare della totale assenza di preparazione tecnico politica, diciamo anche che quei 4 soldi del Recovery danno allo stesso ideatore (Draghi) la bacchettina magica per tenere tutti  a guinzaglio stretto . Diciamo anche che con la paura del Covid questa Italia e’oramai diventato Benchmark per tutti gli altri paesi dell’Unione (quello che passa qui trovera’strada aperta anche oltre confine). Ma voi che continuate a sostenere questo CRIMINALE (perché’ tale e’) siete il peggiore elettorato della peggiore classe politica mai sedutasi in quel troiaio di parlamento. Spero che, con calma, prima o poi qualcuno venga a cercarvi porta per porta. Ma è storia purtroppo in questo paese L’Omo Forte è sempre piaciuto in fondo in fondo.

FONTE: https://www.facebook.com/100000163204938/posts/5114608275221229/

 

 

 

TANTO PER DIRE

AUGUSTO SINAGRA 29 09 2021

È cosa nota che moltissimi Deputati e Senatori per il loro bassissimo grado di istruzione, non hanno alcuna conoscenza di questioni giuridiche benché essi siano i “legislatori”. Molti non conoscono neanche la lingua italiana.

Tra i tanti esempi, e solo per rappresentare al meglio la situazione, uno che faceva lo steward allo Stadio San Paolo di Napoli, ora fa il Ministro degli Affari Esteri.

Un altro con il titolo di studio di terza media e attività lavorativa in un negozio di animali, presiede la Commissione Affari Europei alla Camera dei Deputati.

Tra i tanti articoli, pare che nessuno di tali campioni conosca l’art. 90 della Costituzione il quale dispone che il Parlamento in seduta comune (Camera e Senato), delibera la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica per “alto tradimento o per attentato alla Costituzione”.

L’attentato alla Costituzione non riguarda propriamente azioni violente ma riflette una serie di azioni indicative di una scelta sistemica di violazioni di norme costituzionali.

L’alto tradimento non significa solo collusione con agenti stranieri, incontri nascosti, informazioni in cambio di denaro o altri consimili cose da film di spionaggio. L’alto tradimento va inteso specialmente nel senso di agire contro la volontà popolare che è il cardine fondamentale di uno Stato democratico e di diritto.

Né si può opporre un effetto caducante di questa e di tante altre norme costituzionali per desuetudine come, tra le tante che vengono radicalmente ignorate “sicut non essent”, quella in materia di proprietà privata e di impresa, e del ruolo dei lavoratori in questa.

FONTE: https://www.facebook.com/100070758812209/posts/131714622530498/

 

 

 

Portale dell’Inferno il 15 ottobre

Adriano Forgione 19 09 2021

Leggete l’analisi simbolico-esoterica di Adriano Forgione sull’arrivo a Roma, per il Settecentenario della morte di Dante, della statua di Rodin “La porta dell’Inferno”.

Loro cospargono questo spazio-tempo di segni e simboli (invertiti). Ci mettono la firma e ci sputano in faccia le loro intenzioni diaboliche.  Ma chi oggi è ancora capace di decodificarli? Hanno dato inizio, con l’insediamento di Mario Draghi, il Caronte di quaggiù, alle danze infernali. Apriranno un portale con l’Inferno il 15 ottobre, giorno in cui verrà inaugurata la statua di Rodin alle Scuderie del Quirinale, lo stesso giorno in cui entrerà in vigore il nuovo DL che estenderà il GP anche al settore privato.

Buona era infernale a tutti.

FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10225930672004090&id=1553104577

 

 

 

POLITICA

Dichiarazione video della segretaria Fd’I Giorgia Meloni sull’inchiesta Fanpage

Trascrizione dal video: Manlio Lo Presti

Io non sono una persona abituata a nascondersi e non voglio farlo neanche stavolta perché non c’è niente di cui io mi debba vergognare. Voglio dire quello che penso. Esattamente quello che penso su quanto è accaduto nelle ultime ore. Per quanto si possa fingere di non vederlo, era tutto studiato. Scientificamente, a tavolino. Non da Fanpage ma da un intero circuito, da un intero circo.

Tre anni di giornalista infiltrato, cento ore di filmati dai quali vengono estrapolati dieci minuti di video tagliati e cuciti arbitrariamente, piazzati in prima serata a due giorni dalle elezioni, ma in modo tale che sui giornali apparissero ieri. Cioè nel giorno di silenzio elettorale, cioè quando loro possono parlare di te ma tu non puoi difenderti, cioè quando le persone decidono se votarti o no il giorno successivo. Perché oggi si vota. Io ho chiesto a Fanpage di avere l’intero girato di queste cento ore per sapere esattamente come siano andate le cose, come si siano comportate le persone coinvolte. Per poter agire di conseguenza.

Il direttore di Fanpage ha detto che la mia è una richiesta oscena. E perché sarebbe osceno chiedere di sapere come sono andate le cose nella loro totalità, direttore? Che cosa c’è che non si può mostrare i quei video, che cosa c’è che non devo vedere? Non trovate che sia un tantino curioso?  E però, questa richiesta oscena continuerò a farla all’infinito. A me quello che appare oscena è la risposta del direttore di Fanpage.

Ora capiamoci, le immagini che abbiamo visto, ovviamente, hanno colpito anche me. E io chiedo quei video anche e soprattutto per andare a fondo di questa vicenda. Perché dalle nostre parti siamo molto rigidi sulle regole di comportamento dei nostri dirigenti. Questo non mi impedisce di fare alcune domande.

  • É giornalismo quello che lavora non per documentare gli eventuali comportamenti illeciti, ma per istigarli reiteratamente in attesa famelica di un passo falso;
  • È deontologia montare i pezzi a proprio piacimenti e rifiutarsi di mostrare quanto è accaduto senza quei tagli pretendendo che si dia per buono il montaggio fatto da persone che sono chiaramente schierate.
  • É legittimo far uscire scientificamente questo materiale a due giorni dalle elezioni senza avere il tempo di capire cosa sia accaduto ed, eventualmente, di difenderti, se hai gli elementi per difenderti.

Avete raccolto materiale per tre anni e, guarda caso, lo fate uscire a due giorni dal voto. Ma che strana coincidenza!

É giusto il linciaggio che sta facendo di un intero partito, in contumacia sulla base di questa ricostruzione che è chiaramente parziale?

FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=EDmK6AgybxQ

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Prolungata la scadenza degli scaduti

Di 9 mesi (in Israele di 6: la Scienza). Con letterina.

Per  le terze dosi,  farsi avanti.

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FONTE: https://www.maurizioblondet.it/prolungata-la-scadenza-degli-scaduti/

 

 

 

Il medico del 118 rompe l’omertà: “Sui più fragili, il vaccino anti-Covid è l’arma letale”

Intervista esclusiva di CDC a un medico d’ambulanza “il tasso di mortalità degli effetti avversi è al 70%” una vera strage, coperta dai medici che non segnalano, per agnosia e fede acritica nei farmaci. Perché dalle punture guadagnano il doppio, mentre il 118 viene progressivamente smantellato.

Di Marco Di Mauro, Raffaele Varvara, Lucien Bôle-Richard per ComeDonChisciotte

Tutti i muri, anche i più solidi, prima o poi si sgretolano. Anche quello dell’omertà. E quando avviene, ci si rende conto che bastava una persona, una sola, che fosse rimasta umana. La persona che ci ha testimoniato ciò che state per leggere è un medico del 118 di grande esperienza, l’avrete vista forse in una delle tante clip televisive, vestita da palombaro a recare sostegno a chi veniva lasciato ad attendere la morte a sorsi di paracetamolo, o incrociata per strada mentre andava a sirene spiegate. È vero, molte voci di medici si son levate contro il ricatto dell’obbligo vaccinale sin dall’inizio dell’anno, ma mai prima d’ora si era esposto un insider vero e proprio, uno di quelli che quotidianamente tratta sia i casi di Covid, sia quelli di effetti avversi da vaccino. Uno che gli ospedali li vive davvero, a contatto con tutto ciò che i media ci nascondono, a cominciare dal fatto che questi “vaccini” anti-Covid sono letali per i più fragili. Sì, proprio quelli su cui in questo momento si stanno facendo le terze dosi. Quello che ci ha detto conferma tristemente le nostre peggiori aspettative: ci auguriamo sia il primo tassello per parlare della campagna vaccinale come di una vera strage di stato, la peggiore della storia italiana. Perché non si tratta di una, due o tre bombe, qui hanno avvelenato per sempre milioni di persone. Oltre a una pressoché totale occupazione degli ospedali da parte dei lobbisti privati, che porterà presto allo smantellamento del servizio di emergenza pubblico, il 118. E il fatto che esistano medici come questa persona, che non si sono fatti zittire dalla paura di perdere i propri privilegi di casta, che non hanno accettato acriticamente il passaggio della medicina da scienza al servizio dell’uomo a uomo al servizio della scienza, ci riempie il cuore di orgoglio. E ci fa sentire fortunati di aver incontrato, nella parte più nera di questa notte della civiltà, un medico vero.

MD Dottore, quali sono gli eventi più preoccupanti a cui hai assistito nel corso del tuo servizio al 118 da gennaio 2021 ad oggi?

Hanno iniziato cambiando le parole. Prima, chi aveva patologie pregresse veniva definito “persona a rischio”, il che denotava chiaramente il fatto che tutta una serie di farmaci o trattamenti che andavano bene per una persona sana, mettevano a rischio di gravi reazioni avverse questi soggetti. In base alla storia clinica del singolo soggetto, si stabiliva il grado di rischio rispetto all’assunzione di una determinata sostanza. Oggi non esistono più le persone a rischio: hanno creato una categoria molto vasta che comprende tutti, e include diverse patologie, i “fragili”, come i bicchieri e i piatti. Questo cambio di termini ha capovolto completamente la situazione: i fragili vanno via con un soffio di vento, vanno protetti e immunizzati al più presto e prima di tutti gli altri, e per loro va bene qualunque farmaco, anche sperimentale e pericoloso. Del gruppo dei “fragili” fanno parte tutti quelli che avevano patologie pregresse, come diabetici, ipertesi, malati cardiaci, renali, epatici. Nella mia esperienza di medico di emergenza ho riscontrato con certezza che i soggetti “fragili”, che hanno un organismo già intossicato, quando ricevono i vaccini Covid vanno subito all’altro mondo. O almeno, è difficile che non ci vadano.

MD Nella tua esperienza, quanti?

Nella mia esperienza di medico di ambulanza nella mia ASL di appartenenza, per le persone fragili la mortalità è circa del 70%.

MD Stai dicendo che 7 persone “fragili” su 10 che subiscono gli effetti avversi dei cosiddetti vaccini anti-Covid, ne muoiono?

Esattamente. Possiamo dire che questi vaccini stanno facendo piazza pulita di tutti i fragili. Adesso vi porto un esempio dall’ultimo ricovero che ho fatto. Siamo andati a casa di una persona, che aveva già i suoi acciacchi: cardiopatica, bronchite cronica ostruttiva già da anni, e ciononostante vaccinata con doppia dose. Quest’ultima patologia, in gergo BPCO, si è riacutizzata dopo la somministrazione del vaccino. La paziente presentava una saturazione dell’ossigeno all’88% accompagnata a delle strane scosse tonico-cloniche. Dal momento che non si trattava di un soggetto epilettico, ho pensato che doveva essere un’acidosi dovuta al fatto che la bombola d’ossigeno a cui era attaccata era ad un livello molto basso; pertanto l’ho portata in ospedale, in quanto ritenevo la paziente fosse scompensata a livello metabolico. Questo finché non l’abbiamo condotta al Pronto Soccorso. Il resto della storia l’ho saputo da un collega che lavora al P.O. ma che viene a fare le sostituzioni da noi in ambulanza. La paziente aveva un versamento pleurico, un versamento pericardico, sindrome da perdita capillare (CLS), praticamente la paziente perdeva sierosità da tutti i distretti capillari. Dunque ritengo che a tutt’oggi sia già passata a miglior vita, anche se lo scoprirò domani, quando sarò di turno. Ma posso dire già adesso che le scosse tonico-cloniche, che io pensavo dovute all’acidosi metabolica, avevano cause del tutto diverse, perché l’acidosi è stata immediatamente compensata in Pronto Soccorso con bicarbonato, ossigeno etc. ma, nonostante l’ossigenazione iniziasse a salire, le scosse persistevano. Quindi è mia opinione che si trattasse di una tossicità dovuta alla neurotossina del vaccino Covid, che i colleghi non riconoscono, perché nessuno di loro si è andato a informare. Del resto anche noi medici d’ambulanza, io se mi permetto di azzardare un sospetto di diagnosi, mi prendono per pazzo. Per i colleghi, il vaccino non può dare controindicazioni, c’è proprio un gap, un vuoto. Non lo vanno proprio a cercare il sintomo. Come ci dicevano all’università, una malattia che non conosci è una malattia che non esiste, intendendo dire che se tu non vai a cercare i sintomi, non puoi fare la diagnosi.

RV È per questo che nel Lazio abbiamo fatto l’accesso agli atti degli effetti collaterali da vaccino, e da gennaio ad oggi si assiste proprio a un calo esponenziale delle segnalazioni, perché gli ospedali decidono a priori che non c’è correlazione. Dalla clinica non parte la segnalazione.

No, capisci? Il dato ufficiale che ne esce è che non ci sono effetti collaterali, ce n’è uno su otto milioni. Posso dire senza esitazione che non è vero, perché in ogni singolo turno che faccio in ambulanza ne alzo almeno uno in queste condizioni.

MD I sintomi sono sempre gli stessi?

Più o meno sì: mi viene in mente una strana correlazione con un episodio precedente, che mi è rimasto impresso. Uomo, 44 anni, faceva le pulizie nell’ASL. Quando ricevo la chiamata, sul tablet mi esce “Neurologico”, arrivo là e lo trovo disteso per terra, teneva gli occhi aperti ma era privo di conoscenza. Ora, un ictus in un uomo di 44 anni ti deve insospettire, se sei un medico. Non puoi dire «aveva la pressione alta»… so com’è andata a finire, perché un parente del paziente, che fa il suo stesso lavoro, sta da noi. Una cisti al tronco encefalico che dopo il vaccino si era riattivata. Anzi si era attivata, perché l’uomo ce l’aveva da sempre, ma adesso si era formata attorno un’area edematosa, che è quella che ce l’ha fatto trovare sul pavimento in quelle condizioni. Proprio ultimamente ho chiesto aggiornamenti sul caso: ora è in lenta ripresa, ma ha una vistoso rigonfiamento sulla nuca a cui è stato applicato un drenaggio.

MD Prima ci hai riportato una percentuale allarmante di casi fatali nel numero di quelli classificati come “neurologici”, tutti avvenuti in seguito alla somministrazione dei farmaci Comirnaty (Pfizer), SpikeVax (Moderna), VaxZeviria (AstraZeneca) o Janssen (J&J). Nella tua esperienza al 118, quand’è che questo tipo di casi è iniziato ad aumentare?

Guarda, posso dirti che prima noi intervenivamo per diversi tipi di situazione, adesso sono tutti neurologici. Un aumento graduale e inesorabile, iniziato a gennaio 2021.

LB Queste morti di cui parli, in che lasso di tempo avvengono rispetto alla somministrazione del vaccino, della prima o seconda dose? Può essere individuata una coerenza?

[Riflette] Diciamo che di solito succede a medio termine, due o tre mesi dopo. [si rivolge al dott. Varvara] Ti risulta?

RV Sì, risulta anche a me, nella mia esperienza di infermiere. E questo rende anche difficile ipotizzare prima e prevedere poi una correlazione.

Il nesso causa-effetto è difficile da stabilire. Perché poi sembra studiato a tavolino: ognuno di questi muore per la riacutizzazione di cose che già aveva. Pertanto, questi farmaci uccidono in modo subdolo, perché la punta dell’iceberg, quella che si vede al di sopra del mare, sono le patologie pregresse; la parte più grande, quella che non si vede, consiste nella somministrazione di questi farmaci sperimentali, che ha causato la rivitalizzazione e recrudescenza di tali patologie.

MD È come se con la somministrazione dei sieri sperimentali Covid il sistema immunitario abbassasse le difese, smettendo di contrastare queste patologie che in precedenza aveva stabilizzato?

Proprio stamattina leggevo, nel gruppo della regione Sardegna di una chat di medici di cui faccio parte, che due colleghi hanno perso la madre per lo stesso problema: un linfoma, in entrambi i casi guarito, che si è ripresentato dopo il vaccino. «Le hanno uccise», stanno dicendo.

MD Ma nessuno dei tuoi colleghi, in ASL o in ospedale, ha notato questo fenomeno? Si sono posti qualche domanda?

Ma te lo sto spiegando, non è che non gli importi, per loro è inconcepibile l’idea stessa che ci possa essere qualche correlazione. Ieri parlavo con un membro del sindacato, perché noi stiamo facendo delle lotte per il 118, perché noi medici d’emergenza stiamo subendo dalla ASL un trattamento che ha dell’incredibile. Voi forse non lo immaginate, ma il 118 è un servizio che sta essendo lentamente e progressivamente smantellato. Eppure siamo noi quelli in prima linea, quelli delle famose tute bianche che tutti hanno visto, ma noi sappiamo cosa significa indossarle, patire un caldo insopportabile, finire per terra quando si ha la pressione bassa. E con quelle addosso, dopo aver portato i pazienti Covid in ospedale, fare lunghe tratte e attese interminabili sotto il sole, io e il mio infermiere di turno, per far igienizzare l’ambulanza, quando a volte erano in attesa davanti a noi altri otto veicoli, perché ovviamente la postazione era una in tutta la città. Ebbene, ero al telefono con un collega sindacalista ex 118, il quale è stato chiarissimo: «La FIMMG ha abbracciato la causa dei vaccini. Noi ci crediamo. Se tu non lo facessi saresti l’unica persona di tutto il sindacato a non averlo fatto.» e io, che so che non è vero, che non tutti i colleghi sono vaccinati, ho capito una cosa, che ho appurato in seguito: lui si è licenziato dal 118 perché adesso fa le punture anche lui. E là prendono 5000 euro al mese, che è quasi il doppio di quanto prendeva quando lavorava con noi.

MD E poi i soliti debunkers dicono che è una bufala il fatto che i medici vaccinatori guadagnino di più.

No, loro fanno un turno di determinate ore, e l’ASL non dà niente per niente, quindi credo che saranno rapporti di lavoro di 36 o 42 ore settimanali.

MD Rispetto alla questione degli effetti avversi a cui hai assistito, hai notato qualche tratto in comune che te li facesse ricondurre alla somministrazione dei farmaci sperimentali denominati “vaccini Covid”? Come sapevi che erano vaccinati?

Quando arrivo sul luogo dell’intervento, la prima cosa che chiedo è se siano vaccinati o meno. Perché i vaccinati mi spaventano, gli possono succedere cose che non mi aspetto, di tutto. Pensa che conosco alcuni agopunturisti che dichiarano di non voler trattare i vaccinati Covid, perché, testuali parole di uno di loro, «gli può venire un coccolone durante la seduta, e io ne pago le conseguenze». Ma noi medici d’emergenza non possiamo fare distinzioni, il nostro è un servizio rivolto a tutti i cittadini. Il tratto comune di cui mi chiedevi, io l’ho individuato in questa sindrome da CLS, cioè di perdita di liquidi dai capillari. Una malattia classificata come rara, ma la cui incidenza, almeno nella mia esperienza, è aumentata tantissimo da quando è iniziata la somministrazione a tappeto di questi farmaci. I capillari vengono in qualche maniera rovinati da questi farmaci, e quindi perdono sierosità. Mi è capitato addirittura in pazienti che non avevano mai avuto problemi di questo tipo, di ritrovarmeli con l’ascite [accumulo di liquido nella cavità addominale NdR]. Ma quello che tu chiedi si può avere solo con autopsie accurate, e nel caso dei sospetti morti da vaccino, per preservare la proteina spike, dovrebbero farsi entro 72 ore dal decesso.

MD Come state vivendo, tu e i tuoi colleghi, il ricatto del lasciapassare verde, considerato che voi siete stati gli apripista, col DL 44, delle attuali politiche coercitive del DL 111?

Non c’è stata resistenza alcuna, sono tutti vaccinati. E chi, medico o no, ritiene che può normalmente andare avanti coi tamponi, credendo che facciano meno male, si sbaglia. Io i tamponi li vedo fare quasi ogni giorno, e si tratta di uno stupro vero e proprio. Quando li vedo fare ai bambini, me ne devo andare, non ce la faccio. E sono impotente di fronte alla volontà dei genitori.

RV È mai successo che tuoi colleghi abbiano omesso assistenza oppure fatto commenti negativi nei confronti di pazienti ricoverati che non avevano fatto il vaccino?

Be’, vedo spesso gli infermieri in accettazione andare avanti e indietro su tutte le furie urlando «Mammamia! Questo non è vaccinato!» e sbandierando la certezza che l’esito del tampone sarà positivo, ma non ti so dire cosa succede dopo, perché io non vado oltre quel reparto.

RV Quelli di voi che non si vaccinano, saranno sospesi dal servizio, se non gli è già capitato. Questo che impatto avrà sulle prestazioni sanitarie dovute alla cittadinanza e sul diritto alla salute? Chi sostituirà i non vaccinati?

Hai visto che il 118 non durerà tanto a lungo, tutte le azioni delle dirigenze ASL in tutta Italia denotano la chiara intenzione di smantellarlo completamente. La situazione è estremamente caotica. Prima i medici non potevano essere sospesi, poi si possono sospendere ma non dall’ordine, poi possono esercitare, ma non in presenza. Già, se ricordi, durante la prima ondata, curavamo la gente per telefono. Adesso torneremo a farlo.

RV Come curavate i pazienti affetti da Covid durante la prima ondata?

Io ne ho trattati poco più di cento. Sono guariti tutti. Li curavamo con Azitromicina e Ivermectina, e se li prendevamo in cura all’inizio della malattia, si alzavano dal letto in tre giorni, mentre quando li prendevamo già in fase avanzata, ci voleva più tempo. Molti li ho curati anche con l’omeopatia, accompagnata a vitamine C e D ad alto dosaggio. Una cosa è certa: non ho ospedalizzato nessuno, i pazienti Covid possono essere curati benissimo a casa.

MD Quindi nella tua esperienza, su 10 pazienti Covid, 10 guariti; su 10 effetti avversi da vaccino Covid, 7 morti. Possiamo dire che la mortalità dei vaccini Covid è stata superiore a quella della malattia stessa?

Sì, purtroppo. Ma voglio specificare una cosa: se a vaccinarsi è una persona sana, senza malattie pregresse o fragilità di sorta, è molto probabile che non le succeda niente, o che abbia effetti avversi non letali. Ovviamente, ho assistito anche al caso di un’insegnante, sanissima, che dopo l’inoculazione si sentiva bruciare in tutto il corpo; alla fine le è stata fatta diagnosi di polineurite.

MD L’inghippo sta qui: sull’informativa dell’AIFA c’è l’obbligo di segnalazione. Ma se il medico fa una diagnosi dove non c’è nulla da segnalare, ha già aggirato l’obbligo. Di tutti gli effetti avversi a cui assistito, quanti sono stati segnalati?

Nemmeno uno. Non sono io a dover segnalare, non posso. Deve farlo il medico dell’ospedale. Ma quest’ultimo non sa che si potrebbe trattare di un effetto avverso da vaccino Covid, e seppure si prendesse la briga di indagare (cosa che non fanno nel modo più assoluto) non lo ascrive al vaccino.

MD Ma perché fanno così? Qualcuno gli ha imposto in maniera “informale” questo tabù?

No. È proprio agnosia: il problema per loro non esiste, non deve esistere.

MD Ma qualcuno deve avergli detto qualcosa. È mai possibile, scientificamente e anche umanamente, che tutti i medici di un ospedale, in modo univoco e acritico, accettino e pratichino questa agnosia?

RV Certo che sì. È l’effetto della manipolazione.

La vedi la massa com’è? Ora, se esco e vado dai miei vicini di casa, loro parlano dei vaccini dalla mattina alla sera, e vogliono sapere se lo hai fatto o no. E il bello è che a loro in tasca non entra niente.

RV L’obbligo di segnalazione qui, sull’informativa AIFA, è un pro forma, sta su tutte le informative.

LB Una parola interessante a questo proposito l’ha usata il sindacalista FIMMG, quando ha detto «noi ci crediamo nei vaccini» è diventato un fatto psicologico, una credenza e per questo non può essere messo in discussione sul piano razionale. È un credo.

Ti spiego una cosa. Io faccio la guardia notturna in una clinica per disagiati psichici. Ieri, un infermiere anziano mi parlava di come anni addietro i pazzi erano seguiti e curati, facevano un percorso che comprendeva tutta una serie di terapie e attività; adesso, si tengono a vegetare come in carcere e quando, com’è ovvio in condizioni del genere, si agitano o hanno qualche problema, vengono imbottiti di psicofarmaci. Lì ci sono tante persone in forma coatta, agli arresti insomma, e in qualche caso gente che è riuscita a passare per pazza ed evitare la galera. Mi è rimasto impresso un ragazzo: l’ho visto quando è entrato nella struttura, bello, presente a se stesso, in carne, pieno di vita; se tu lo vedessi adesso: magrissimo, a deambulare per la struttura con un’aria smarrita, che aspetta solo di morire, da queste strutture oggi chi entra non esce più. Ecco, dico questo perché il problema della disumanizzazione della medicina non è un problema di oggi, ma ormai ben radicato nella cultura e nella prassi quotidiana di molti colleghi che sono stati abituati sin dal praticantato a somministrare farmaci acriticamente, al di là di qualunque osservazione razionale, ed è da questa acriticità irrazionale, ormai comune a moltissimi colleghi, che nasce la fede nei farmaci, secondo me.

RV Per questo bisogna rifondare completamente la medicina su basi umanistiche, rivoltarla come un calzino, scardinare completamente questo vecchio paradigma.

MD Tra i tuoi colleghi, nell’ambiente, non dico crederci o meno, ma almeno si parla di questo boom di reazioni avverse?

No. Non puoi parlare, e sai perché? Arriveresti inevitabilmente a dire qualcosa di male del vaccino, e non puoi. Innanzitutto, perché i colleghi sono tutti vaccinati, e quindi ammettere che il vaccino faccia male per loro varrebbe l’ammissione di essere a rischio vita tutti i giorni. Dunque, già a priori non accettano questa versione dei fatti: hanno fatto la scelta di vaccinarsi a occhi chiusi, senza informarsi prima, come se la loro salute avesse lo stesso valore di un oggetto acquistato per strada. Se parli male del vaccino li metti in difficoltà con se stessi.

LB Ancora una volta, lo stesso meccanismo psicologico: potrebbero mai ammettere a se stessi di aver trattato la propria salute con tanta leggerezza?

Non lo farebbero mai.

MD Questo però è un ostacolo enorme ad un possibile rimedio alla situazione. Stanno portando avanti una strage silenziosa e doverosa, protetta innanzitutto dall’omertà di medici e sanitari in genere, che sarebbero gli unici ad avere i titoli per dare credibilità alla denuncia di quanto sta accadendo.

Una strage silenziosa e doverosa: hai colto nel segno.

RV È molto più facile credere in questo dio che cominciare a farsi delle domande, per questo i colleghi sono complici, e in modo diverso, ma non meno grave, anche la gente comune.

Molti di noi sono stati allontanati dalle famiglie, per lo stesso meccanismo psicologico: essendo tutti corsi a vaccinarsi, ora come potrebbero ammettere che abbiamo ragione senza ammettere di aver messo in pericolo di vita se stessi e i propri figli?

LB La situazione che lei ha descritto è quella dei mesi primaverili ed estivi. Adesso che siamo entrati in autunno, come pensa che si evolverà la situazione, quando torneranno in circolo i virus influenzali stagionali? Soprattutto, come agiranno questi virus sulle persone vaccinate?

La strage silenziosa continuerà, ma molto probabilmente diranno che a trasmetterli sono stati i non vaccinati. Ti posso dire che molti tamponi positivi al Sars-Cov2 sono stati rianalizzati e si è scoperto che si trattava di influenza A e B. Del resto sappiamo che il maggiore virus influenzale è sempre un coronavirus. Rispetto a come agiranno i virus stagionali sulle persone vaccinate, non possiamo ancora dirlo senza dati a disposizione.

LB I dati sul tasso di vaccini somministrati in Italia sono coerenti con quanto voi riscontrate nella pratica quotidiana?

Sì, assolutamente. La maggioranza della popolazione italiana è vaccinata. È spaventoso per me, ma è così. E tutti pensano di essersi messi al sicuro.

MD Qual è l’età media dei casi fatali o eventi avversi gravi correlati ai cosiddetti “vaccini Covid” a cui hai assistito?

Tra i 40 e i 70 anni, un ventaglio molto ampio, come vedi.

Dottore, grazie di cuore. Vorremmo avere metà del tuo coraggio.

Grazie a voi.

FONTE: https://comedonchisciotte.org/il-medico-del-118-rompe-lomerta-sui-piu-fragili-il-vaccino-anti-covid-e-larma-letale/

 

 

 

STORIA

Dal libro in controscrittura al “Fascismo” di Paolo Mieli: La memoria storiografica del Paese

Lisa Stanton 29 09 2021

L’autore inizia il capitolo tessendo le lodi di Roberto Vivarelli quale è stato e cioè “uno dei più importanti storici della sinistra italiana”. E pensare che i capitolo precedente Mieli l’aveva interamente dedicato ai “membri eccellenti della Rsi” fra i quali avrebbero potuto trovare comodamente posto i fratelli Vivarelli e la madre ausiliaria del SAF.

Io ho già scritto molto sul personaggio all’inizio di questo mio libro e certamente mi ripeterò e non potrò farne a meno per essere della classe 1929 e, oltre ad essere suo coetaneo, avendo ricevuta la stessa educazione famigliare ho sentito come lui, dopo l’estate 1944 il richiamo del comandante Pavolini. Suo padre, combattente in Jugoslavia, era stato eliminato dopo essere stato preso prigioniero dai partigiani comunisti titini, guarda caso, proprio nel 1942, quando anche mio padre, che però portò miracolosamente la pelle a casa, si trovava a combattere contro lo stesso nemico.

Scrive Mieli che “dalla lettura degli scritti di Roberto Vivarelli ci si fa l’idea che abbia avuto una formazione salveminiana (lo abbiamo già incontrato come curatore del diario di Gaetano Salvemini) e si avverte una forte influenza del ‘Mondo’ di Mario Pannunzio”.

Chi si sarebbe aspettato che addirittura “le posizioni politico-culturali di Vivarelli potessero “apparire più radicali di quelle pannunziane”?

Mieli naturalmente riferendosi alla “forte influenza del ‘Mondo’ di Mario Pannunzio” esercitata su Roberto Vivarelli si riferisce al giornalista che quel giornale aveva fondato negli anni cinquanta e non certo al periodo in cui, seppure con tante censure, Pannunzio poteva comunque scrivere e, qualsiasi cosa avesse scritto, Roberto non se lo sarebbe filato per niente.

Ma non perché lui, come ci ricorda Paolo Mieli, “si era sempre definito un senza collare”, ma perché i tempi erano cambiati ed il collare con loro.

D’altra parte, come ricorderete, era stato proprio lui ad affermare, in Fascismo e storia d’Italia, che ancora nel 1942, nonostante il paese fosse già allo stremo, non esisteva una vera opposizione al fascismo come dissenso attivo: “A quella data, del resto, ancora attendevano (e perché non: attendavamo, Ndr) quanto meno senza turbamento una possibile vittoria dell’Asse fascista, per la quale facevano la loro parte, uomini che poco più tardi saranno figure di spicco della Resistenza: bastino, ad esempio, i nomi di Giorgio Bocca, Davide Lajolo, Giovanni Pirelli, Giaime Pintor, Nuto Revelli. Solo di fronte al drastico rovesciamento della situazione militare, solo come reazione all’incalzare di eventi bellici che facevano ritenere come ormai inevitabile la sconfitta dell’Italia fascista e della Germania nazista, il sentimento pubblico subì da noi un sempre più rapido cangiamento, sicché all’indomani del 25 luglio la maggioranza del paese si scoprì e si dichiarò antifascista”.

Ed in base anche a questa conversione di Roberto Vivarelli, Paolo Mieli ha potuto scrivere che “alcuni suoi libri, come Storia delle origini del fascismo (in due volumi) e Il fallimento del liberalismo, sono già considerati del classici”.

Aggiunge l’autore che “Negli anni Sessanta, poi, Vivarelli fu tra i primi a cimentarsi criticamente con la biografia di Benito Mussolini scritta da Renzo De Felice, guadagnandosi sul campo i galloni di generale nella battaglia più infocata che ha diviso il campo storiografico in questo dopoguerra: quella, appunto, tra defeliciani e antidefeliciani”.

Che Vivarelli abbia vinto la singolar tenzone con Renzo De Felice non mi convince per niente e, tutto sommato, nemmeno il professore Mieli sembra tanto convinto dato che, poi, scrive che, “con il tempo, Vivarelli aveva attenuato quelle critiche dell’inizio, fino a diventare interlocutore di De Felice”, come se avesse imboccato la via di Canossa”.

Non mi meraviglia tuttavia che, come scrive l’autore, “in ogni caso considerazione e rispetto, nei suoi confronti, erano rimasti intatti. E unanimi”.

Secondo Mieli “nessuno storico lo avrebbe mai scelto come bersaglio polemico”. Lasciatemi aggiungere: a meno che non fosse rimasto con il vecchio “collare”. Infatti negli anni trascorsi qualcuno aveva accennato, sottovoce, a un suo ‘passaggio’ nella Repubblica sociale… ma dal momento che, all’epoca in cui iniziò l’avventura di Salò, Vivarelli non aveva ancora compiuto quattordici anni (era nato l’8 dicembre dl 1929), nessun, proprio nessuno (sic) si sarebbe mai sognato di imputargli alcunché circa quei suoi supposti trascorsi giovanili. Diciamo meglio ultragiovanili”.

Prima che Mieli ci ricordi che “Vivarelli, in un impeto di onestà intellettuale che davvero gli ha fatto onore (quale mai impeto di onestà nel ricordare il proprio passato possa fare onore, Ndr), ne aveva voluto parlare, proverò io a raccontare di un altro quattordicenne cui non fu permesso più di parlare.

A quel coetaneo di Roberto Vivarelli e mio ho dedicato il libro che ho scritto con il titolo “Una Repubblica Sociale”.

“La dedica

Dedico questo mio libro al giovane Ivo Cavazzola, quindicenne, legionario della 2° Brigata Nera Mobile “Danilo Mercuri” di Verona, torturato e fucilato con 10 camerati tra cui il padre Armando.

Ivo Cavazzola, eroe bambino.

 

 

 

Proroga di un giorno dei termini dell’entrata in vigore del DL su obbligo del green pass

Il Consiglio dei Ministri di oggi si è occupato dell’ordine del giorno relativo alla proroga di un giorno dei termini per l’entrata in vigore del decreto legge che prevede l’obbligatorietà del Greenpass nel posto di lavoro.

L’OdG è passato a maggioranza.

Incidentalmente, è stata pure decisa la proroga di un mese dei termini per la raccolta delle firme sui referendum relativi alla “cannabis legale” ed alla “abolizione del Greenpass”.

Va tutto bene.

FONTE: https://www.facebook.com/100000248554468/posts/4667975749887331/

 

1439: perché la Cina cedette a Firenze la via dell’America?

In cambio di che cosa, esattamente, i cinesi “cedettero” alla famiglia Medici l’accesso all’America, nel 1439? Se lo domanda Nicola Bizzi, nella trasmissione web-streaming “Il Sentiero di Atlantide”, sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”, di Gianluca Lamberti. Cioè: la Cina e l’America a Firenze, mezzo secolo prima dell’impresa ufficiale di Cristoforo Colombo? Sembra una storia surreale. Ma del resto, c’è qualcosa di più surreale del Green Pass e del regime di segregazione cui è sottoposta l’Italia, da quasi due anni, in virtù della più grande “pandemia di asintomatici” della storia dell’umanità? Sicché, il Celeste Impero avrebbe consegnato alla Firenze medicea le chiavi del continente americano? E ricevendo quale contropartita? «Evidentemente era qualcosa di enorme, che però non è mai trapelato». Un altro ricercatore italiano – Riccardo Magnani – si spinge addirittura a capovolgere il quadro: non sarebbe stata Firenze a mettere le mani sull’America, ma (al contrario) era il continente americano a candidarsi a guidare l’Europa. Come? Insediando a Firenze nientemeno che un esponente della famiglia reale incaica: Lorenzo il Magnifico.

Un’affermazione decisamente temeraria, ma non per Magnani: i dettagli si è impegnato a fornirli nel libro che si appresta a pubblicare, entro la fine dell’anno. Le tue tesi, in ogni caso, compaiono già nel saggio “Ceci n’est pas Leonardo”, in cui lo studioso dimostra che il sommo genio Lorenzo il Magnificoitalico apparteneva in realtà alla famiglia Medici, letteralmente impregnata di cultura americana al punto da impostare persino l’urbanistica toscana sulla base del sapere andino, a cominciare dalle “piazze cerimoniali” dedicate al culto solare, riprodotte nelle città italiane. Allarme rosso, dunque, dalle parti del Vaticano: la comparsa a Firenze del “magnifico” Lorenzo, principe dai tratti inequivocabilmente andini, dovette spingere Roma a mobilitare le potenze reali cattoliche (Spagna e Portogallo) proiettandole verso le Americhe. Serviva un espediente: la “scoperta” ufficiale dell’America, a tutti nota in realtà fin dai tempi più antichi, e da sempre abitata dalle popolazioni indigene. Sicché, spiega Magnani, il personaggio di Colombo fu letteralmente inventato: e la sua biografia (opera di fantasia, come il suo stesso viaggio) fu modellata utilizzando particolari – reali – delle spedizioni fiorentine.

A sua volta, Nicola Bizzi (storico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale) mette l’accento su un livello di lettura altrettanto ignorato dalla storiografia ordinaria: e cioè il profilo anche iniziatico delle leadership planetarie. Bizzi appartiene alla tradizione dei Misteri Eleusini, prestigiosa espressione religiosa dell’antichità. In sintesi: nel 1216 la dea Demetra, di stirpe titanica, sarebbe comparsa di fronte ai suoi seguaci a Eleusi, alle porte di Atene, per rivelare la loro provenienza egea, non greca ma minoico-cretese, intendendo l’isola dei Minosse come l’avamposto mediterraneo della civiltà che i Titani, discesi dal sistema solare di Tau-Ceti quasi centomila anni prima, avrebbero creato Mappa di Atlantide, ricostruzionenel continente atlantico dell’En’n, poi frantumatosi in arcipelago in seguito alle grandi “guerre stellari” scatenatesi 20.000 anni prima. A sfidare i Titani sarebbero state le “divinità usurpatrici”, poi configurate come gli dèi dell’Olimpo: ne parla Esiodo nella sua “Teogonia”.

Dettaglio: attorno all’80.000 avanti Cristo, proprio le divinità titaniche avrebbero “fabbricato” il Cro-Magnon, progenitore preistorico dell’uomo “bianco” occidentale: è un caso – si domanda Bizzi – che la tempesta-Covid abbia letteralmente sottomesso le popolazioni dell’Unione Europa e del Nord America, più quelle dell’Australia e della Nuova Zelanda, mentre il resto del mondo è riuscito a non farsi distruggere dall’emergenza? Una suggestione potente, che verticalizza la storia in modo impressionante: possibile che la drammatica attualità di oggi possa discendere, in qualche modo, dall’esito della remotissima, mitologica Titanomachia? Per quanto possa sembrare paradossale, Bizzi spiega: certe élite hanno sempre percepito se stesse come discendenti, o almeno eredi, di origini antichissime. E i signori di Firenze avevano segretamente aderito al Rito Orfico della tradizione eleusina, quella secondo cui la nostra civiltà occidentale sarebbe figlia dei Titani, che – frammentatosi l’En’n – avrebbero proseguito la loro civilizzazione a partire dalle Sette Grandi Isole del Mar d’Occidente (tra cui Atlantide), per poi dare vita – attraverso Creta – alle maggiori civiltà mediterranee.

Non è casuale, probabilmente, il fatto stesso che l’imperatore Augusto abbia “commissionato” a Virgilio un poema come l’Eneide, che colloca Roma nella discendenza diretta di Troia, città considerata l’ultimo avamposto mediterraneo della stirpe titanico-atlantideo. Da Roma a Firenze il passo è breve: se la Città Eterna è stata a un certo punto colonizzata dalla religione “paolina”, cioè il cristianesimo «fabbricato da Paolo di Tarso, Giuseppe Flavio, Giuseppe d’Arimatea e, pare, lo stesso Seneca», la tradizione eleusina – rimasta segretamente in vita grazie al Senato di Roma anche dopo l’Editto di Tessalonica, col quale Teodosio metteva fuorilegge ogni culto non cristiano – sia sostanzialmente riaffiorata, in Italia, proprio a Firenze. Determinante, riconosce Bizzi, anche la spinta fornita dal grande filosofo platonico Giorgio Gemisto Pletone, «gran maestro dell’Ordine Pitagorico, un ramo distinto della tradizione eleusina». Riccardo Magnani ha scoperto che la nascita di L'ammiraglio Zheng-HeLeonardo da Vinci è stata post-datata per evitare di mettere in collegamento Leonardo con il suo primo maestro, Gemisto Pletone. Fantapolitica d’epoca? Niente affatto: Magnani esibisce prove documentali.

Esiste dunque un potere così occulto da preoccuparsi di costruire falsificazioni storiche con una cura addirittura maniacale dei dettagli? Era così importante, “scollegare” Leonardo dai pitagorici? Eccome, a quanto pare. Basta leggere tra le righe, come propone Bizzi, l’intreccio delle appartenenze iniziatiche che compongono la trama della politica italiana, che nel 1400 era letteralmente al centro del mondo, visto che a Firenze arrivarono i diplomatici della Cina per parlare di America coi Medici. Per l’appunto: «Perché i cinesi cedettero a Firenze il “monopolio” dell’America, o meglio il controllo delle sue ingenti risorse, intervenendo al Concilio Ecumenico cristiano che si concluse nel capoluogo toscano nel 1439?». La dinastia Ming, ricorda lo studioso, disponeva di navi oceaniche lunghe 300 metri: «In confronto ai vascelli del grande ammiraglio Zheng-He, che navigavano tra l’Asia e l’Africa, l’America e l’Oceania, le nostre caravelle dovevano sembrare scialuppe di salvataggio». Poi, alla morte dell’imperatore Zhu Di, il potere passò nelle mani dei Mandarini. I cinesi – prosegue Bizzi – smantellarono di colpo la loro grande flotta. E intanto arrivarono a Firenze.

Così, nel fatidico 1439, la Cina avrebbe trattato una sorta di “passaggio di consegne”, riguardo all’America, a favore dei Medici. «Probabilmente, alla base, ci fu proprio un accordo di carattere iniziatico, tra l’Ordine Orfico dei Medici e un ordine segreto asiatico, cinese. Con quell’accordo, i Ming “cedevano” l’America ai Medici. In cambio di cosa? Non si seppe mai». La delegazione cinese, spiega Bizzi, aveva negoziato con Cosimo de’ Medici. Nei colloqui segreti aveva avuto un ruolo determinante Paolo dal Pozzo Toscanelli, in possesso di particolari conoscenze scientifiche e geografiche. E con loro c’era anche Amerigo Vespucci il Vecchio, nonno del famoso navigatore poi passato alla storia. «Ora, dovete sapere che la “Primavera” del Botticelli rappresenta la partenza della flotta di Firenze, composta da sette Gemisto Pletonenavi, che nel 1442 salpò da Portovenere proprio al comando di Amerigo Vespucci il Vecchio». Racconta Bizzi: «Le navi della Repubblica fiorentina raggiunsero l’estuario del fiume San Lorenzo, in Canada, il 4 luglio: giorno che oggi è quello della festa nazionale degli Stati Uniti».

Attenzione: «La data del 4 luglio è stata raffigurata astronomicamente, come una fotografia del cielo, in quella volta stellata – dipinta forse da Piero della Francesca – nella Sagrestia Vecchia nella Basilica di San Lorenzo a Firenze». Già negli anni ‘60, aggiunge Bizzi, gli astronomi dell’Osservatorio fiorentino di Arcetri avevano identificato quella data, ma pensavano che il punto di osservazione fosse Firenze. «Nello straordinario libro “Piero della Terra Francesca”, Sandra Marraghini fa notare che la posizione della Luna dimostra che quel cielo è visto sì da Firenze, ma anche da altri due punti di osservazione: l’estuario canadese del San Lorenzo e la città cinese di Shanhaiguan, dove la Grande Muraglia finisce nell’Oceano Pacifico». Quindi, quel dipinto “tridimensionale” rappresenterebbe proprio lo storico “passaggio di consegne” tra i cinesi e i Medici. «Anche se la storiografia ufficiale non ne parla, era proprio l’America l’oggetto della contesa che avrebbe opposto i Medici ai Pazzi, protagonisti nel 1478 della celebre congiura per tentare di assassinare Lorenzo il Magnifico, massimo depositario del collegamento tra Firenze e l’America. A irritare i Pazzi, l’oro americano che i Medici ormai importavano, facendolo fondere a Piombino per coniare i fiorini».

Che anche i Pazzi fossero pienamente coinvolti nella questione americana, osserva sempre Bizzi, lo dimostra il cielo stellato – identico a quello della Basilica di San Lorenzo – fatto dipingere nella Cappella dei Pazzi nel primo chiostro della Basilica di Santa Croce, sempre a Firenze. «Gli storici trascurano la chiave dello scontro, che è interamente iniziatica: mentre i Medici erano Eleusini Orfici, i Pazzi erano iniziati all’Ordine Pitagorico». Le due entità iniziatiche avevano convissuto a lungo in armonia, grazie all’influsso della presenza, a Firenze, del pitagorico Gemisto Pletone, ispiratore dell’Accademia Platonica che avrebbe espresso i maggiori intellettuali del Rinascimento, da Marsilio Ficino a Pico della Mirandola. «Poi l’equilibrio si ruppe, ed esplose la contesa sull’America: continente che i Ming avevano “ceduto” ai Medici, evidentemente in cambio di una straordinaria contropartita, rimasta segreta». Ecco: questo è il tenore degli spunti che è possibile registrare, oggi, almeno da parte di chi non ne può più di sentir parlare, in televisione, di emergenza climatica, contagi e Green Pass.

FONTE: https://www.libreidee.org/2021/09/1439-perche-la-cina-cedette-a-firenze-la-via-dellamerica/

 

 

 

Da libro in controscrittura al “Fascismo” di Paolo Mieli: La memoria storiografica del Paese
Bruno Tomasich 14 09 2021
L’autore inizia il capitolo tessendo le lodi di Roberto Vivarelli quale è stato e cioè “uno dei più importanti storici della sinistra italiana”. E pensare che i capitolo precedente Mieli l’aveva interamente dedicato ai “membri eccellenti della Rsi” fra i quali avrebbero potuto trovare comodamente posto i fratelli Vivarelli e la madre ausiliaria del SAF.
Io ho già scritto molto sul personaggio all’inizio di questo mio libro e certamente mi ripeterò e non potrò farne a meno per essere della classe 1929 e, oltre ad essere suo coetaneo, avendo ricevuta la stessa educazione famigliare ho sentito come lui, dopo l’estate 1944 il richiamo del comandante Pavolini. Suo padre, combattente in Jugoslavia, era stato eliminato dopo essere stato preso prigioniero dai partigiani comunisti titini, guarda caso, proprio nel 1942, quando anche mio padre, che però portò miracolosamente la pelle a casa, si trovava a combattere contro lo stesso nemico.
Scrive Mieli che “dalla lettura degli scritti di Roberto Vivarelli ci si fa l’idea che abbia avuto una formazione salveminiana (lo abbiamo già incontrato come curatore del diario di Gaetano Salvemini) e si avverte una forte influenza del ‘Mondo’ di Mario Pannunzio”.
Chi si sarebbe aspettato che addirittura “le posizioni politico-culturali di Vivarelli potessero “apparire più radicali di quelle pannunziane”?
Mieli naturalmente riferendosi alla “forte influenza del ‘Mondo’ di Mario Pannunzio” esercitata su Roberto Vivarelli si riferisce al giornalista che quel giornale aveva fondato negli anni cinquanta e non certo al periodo in cui, seppure con tante censure, Pannunzio poteva comunque scrivere e, qualsiasi cosa avesse scritto, Roberto non se lo sarebbe filato per niente.
Ma non perché lui, come ci ricorda Paolo Mieli, “si era sempre definito un senza collare”, ma perché i tempi erano cambiati ed il collare con loro.
D’altra parte, come ricorderete, era stato proprio lui ad affermare, in Fascismo e storia d’Italia, che ancora nel 1942, nonostante il paese fosse già allo stremo, non esisteva una vera opposizione al fascismo come dissenso attivo: “A quella data, del resto, ancora attendevano (e perché non: attendavamo, Ndr) quanto meno senza turbamento una possibile vittoria dell’Asse fascista, per la quale facevano la loro parte, uomini che poco più tardi saranno figure di spicco della Resistenza: bastino, ad esempio, i nomi di Giorgio Bocca, Davide Lajolo, Giovanni Pirelli, Giaime Pintor, Nuto Revelli. Solo di fronte al drastico rovesciamento della situazione militare, solo come reazione all’incalzare di eventi bellici che facevano ritenere come ormai inevitabile la sconfitta dell’Italia fascista e della Germania nazista, il sentimento pubblico subì da noi un sempre più rapido cangiamento, sicché all’indomani del 25 luglio la maggioranza del paese si scoprì e si dichiarò antifascista”.
Ed in base anche a questa conversione di Roberto Vivarelli, Paolo Mieli ha potuto scrivere che “alcuni suoi libri, come Storia delle origini del fascismo (in due volumi) e Il fallimento del liberalismo, sono già considerati del classici”.
Aggiunge l’autore che “Negli anni Sessanta, poi, Vivarelli fu tra i primi a cimentarsi criticamente con la biografia di Benito Mussolini scritta da Renzo De Felice, guadagnandosi sul campo i galloni di generale nella battaglia più infocata che ha diviso il campo storiografico in questo dopoguerra: quella, appunto, tra defeliciani e antidefeliciani”.
Che Vivarelli abbia vinto la singolar tenzone con Renzo De Felice non mi convince per niente e, tutto sommato, nemmeno il professore Mieli sembra tanto convinto dato che, poi, scrive che, “con il tempo, Vivarelli aveva attenuato quelle critiche dell’inizio, fino a diventare interlocutore di De Felice”, come se avesse imboccato la via di Canossa”.
Non mi meraviglia tuttavia che, come scrive l’autore, “in ogni caso considerazione e rispetto, nei suoi confronti, erano rimasti intatti. E unanimi”.
Secondo Mieli “nessuno storico lo avrebbe mai scelto come bersaglio polemico”. Lasciatemi aggiungere: a meno che non fosse rimasto con il vecchio “collare”. Infatti negli anni trascorsi qualcuno aveva accennato, sottovoce, a un suo ‘passaggio’ nella Repubblica sociale… ma dal momento che, all’epoca in cui iniziò l’avventura di Salò, Vivarelli non aveva ancora compiuto quattordici anni (era nato l’8 dicembre dl 1929), nessun, proprio nessuno (sic) si sarebbe mai sognato di imputargli alcunché circa quei suoi supposti trascorsi giovanili. Diciamo meglio ultragiovanili”.
Prima che Mieli ci ricordi che “Vivarelli, in un impeto di onestà intellettuale che davvero gli ha fatto onore (quale mai impeto di onestà nel ricordare il proprio passato possa fare onore, Ndr), ne aveva voluto parlare, proverò io a raccontare di un altro quattordicenne cui non fu permesso più di parlare.
A quel coetaneo di Roberto Vivarelli e mio ho dedicato il libro che ho scritto con il titolo “Una Repubblica Sociale”.
“La dedica
Dedico questo mio libro al giovane Ivo Cavazzola, quindicenne, legionario della 2° Brigata Nera Mobile “Danilo Mercuri” di Verona, torturato e fucilato con 10 camerati tra cui il padre Armando.
Ivo Cavazzola, eroe bambino.
Hai dato il tuo ultimo sguardo rassicurante
a tuo padre Armando, che anticipava nella tua, la sua morte
e vedendoti morire rimpiangeva di averti insegnato la Patria.
L’ultimo suo desiderio di padre era di accarezzarti il capo
che era ancora bambino e lui vedeva ora frantumato da un colpo,
seguito con meticolosa precisione da quello alla sua testa, già martoriata nella duplice morte infinita,
che forse continua ancora, oltre ogni tempo, da quel 22 dicembre 1944 a Casale sul Sile.
E poi seguirono gli altri, in fila uno dopo l’altro; a contarne dieci in tutto.
E dieci furono i cadaveri gettati nel fiume Sile
e non tutti furono ripescati per essere ricomposti
da mani pietose. Ché ancora ce ne saranno negli ultimi mesi senza speranza.
Ché pietà non ce n’era.
A Emma, la tua mamma dolorosa, è rimasta la dignità di un pianto,
che si perderà come trasportato da un fiume che ha avuto fretta di gettarsi
in quella parte di mare ove nessuna nave dei ricordi potrà mai navigare.
E a te, Eroe bambino, mancheranno per sempre i tuoi quindici anni
che a noi, che avemmo la viltà di vivere, ritornano in mente. Ancora.
Presente!
un tuo camerata.
Casale sul Sile (Tv) 22 Dicembre 1944
Ed ora riprendiamo a leggere il libro “Fascismo” di Paolo Mieli
FONTE: https://www.facebook.com/100047217024029/posts/392483195668911/

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