RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 4 OTTOBRE 2021

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

4 OTTOBRE 2021

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Quanto non è servile è inconfessabile.

GEORGES BATAILLE, Manuale di meditazione, Mimesis, 1994, pag. 35

 

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SOMMARIO

LA PRODUZIONE CULTURALE OCCIDENTALE RICOLORATA
Operativo il Fondo da 50 milioni di euro per le radiotelevisioni locali
Occhio per occhio, Nobel per Nobel
LETTERA APERTA ALLA SIGNORA CIRINNA’
VIOLENZA
Galimberti e il solito ritornello radical: “Voti Salvini? Sei ignorante”
NO ZOMBIE
Marina Cvetaeva contro tutti. Ode alla martire del secolo
CI SOTTOVALUTANO – VIDEO
CI SOTTOVALUTANO – TESTO
Milan Kundera, il ruolo conoscitivo del romanzo
Il direttore di Fanpage insiste: “Giusta l’inchiesta prima del voto”
Ricetta Jp Morgan per Europa integrata: liberarsi delle costituzioni antifasciste
CRONACA DI UNA MARIONETTA ANNUNCIATA
Ma guarda la combinazione
Brunetta: “Se cade Draghi, il giorno dopo spread a 600”
Come ti stronco il no vax
Capitano di Fregata CARLO FECIA di COSSATO M.O.V.M.

 

 

 

EDITORIALE

LA PRODUZIONE CULTURALE OCCIDENTALE RICOLORATA

La produzione culturale occidentale ricolorataSi sta avverando la previsione dell’intramontabile romanzo distopico 1984 di George Orwell, dove il ministero della Verità riscriveva incessantemente il passato e anche il presente. Compito reso facile con l’uso della megamacchina robotica delocalizzata che si espande vertiginosamente da quando sono stati creati i sistemi Windows e i miniprogrammi sui cellulari usati per ogni aspetto della vita umana, individuale e sociale. Adesso tocca a un romanzo immortale, fra i più famosi del mondo: Anna Karenina di Lev Tolstoj. Nella versione teatrale inglese del maggio 2015, la protagonista ha un altro colore di pelle. Abbiamo di nuovo un’operazione revisionista in chiave buonista inclusiva neomaccartista multiculturale.

Il metodo è quello di strappare l’opera letteraria dal contesto storico in cui è nata e riportarne la sola griglia narrativa al presente. Decontestualizzare significa cambiare le regole in corsa che è un atto sempre scorretto e con il quale si creano nuovi capi di accusa e nuove forme di esclusione. La traslazione dei tempi e dei modi di una struttura narrativa del passato è sempre stata una operazione azzardata. Ne abbiamo gli esempi con le sceneggiature modernizzate e le “riscritture” di opere antiche effettuate da Carmelo Bene, Luca Ronconi e altri nelle reinterpretazioni di alcune opere liriche la cui trasposizione moderna non hanno suscitato i gradimenti attesi. Hanno effetti imprevedibili le “riletture” in chiave contemporanea di opere filosofiche, operazione che intende far dire a quell’opera affermazioni totalmente diverse. Vittime sono spesso le opere dei filosofi antichi, il superbersagliato Hegel, poi Marx e molti altri. Una ben nota casa produttrice di serie tivù ha attribuito azioni e scelte sessuali – non provate documentalmente – a geni dell’umanità come Leonardo da Vinci.

Inoltre, le ridefinizioni contenutistiche e temporali fanno diventare immediatamente criminali gli autori delle opere rimaneggiate. Dante è uno sporco islamofobo perché ha gettato all’inferno Maometto, Shakespeare sessuofobo, una autrice inglese accusata di aver fatto servire alla sua protagonista una tazza di the da parte di un servitore africano, prossimo bersaglio, La capanna dello zio Tom; già colpita duramente la produzione Disney, specialmente, la bella addormentata che il principe bacia senza avere il suo preventivo consento e quindi politicamente scorrettissimo!!!

Il rifacimento dei contesti e, purtroppo, dei contenuti, è stata fino a poco tempo fa una operazione limitatamente testuale. Adesso, lo stravolgimento fa uso massiccio del teatro, della rete e del cinema a sua volta diffuso nel sistema rete. Hanno iniziato le case produttrici più famose ma sono state sorpassate dalle catene di tivù a pagamento che non solo hanno decontestualizzato il testo, ma hanno arbitrariamente modificato il loro significato e, novità, spezzettato lo sviluppo narrativo modificandone l’originario flusso e la tensione narrativa!

Non dimentichiamo che, accanto al pensiero testuale e filmico politicamente corretti, si evolve anche l’azione distruttrice contro le statue di personaggi storici situati all’aperto e che sembra essere l’imitazione della distruzione talebana delle due statue dei Buddha di Bamiyan nel marzo 2001, la distruzione del patrimonio archeologico del Museo di Baghdad, 2006; Moschea d’oro in Iraq, 2008; tombe e santuari sufi in Somalia, 2012; Moschea di Sidi Yahya a Timbuctù, 2014; Tomba del profeta Giona a Mosul, 2014; Chiesa memoriale del genocidio armeno in Siria, 2015; sito archeologico di Nimrud, Iraq. Ma quelli erano opera di miserabili talebani scorretti e da sterminare. La stessa azione demolitrice da parte dei movimenti woke è ben altro affare: è giusto e politicamente corretto. Le furie iconoclaste, stupide e feroci, non sono una novità storica. Resta il problema di sopravvivere, degnamente interi, alla loro estinzione…

FONTE: https://www.opinione.it/cultura/2021/10/04/manlio-lo-presti_1984-orwell-anna-karenina-tolstoj-bene-ronconi-hegel-marx-leonardo-da-vinci-dante/

 

 

 

IN EVIDENZA

Operativo il Fondo da 50 milioni di euro per le radiotelevisioni locali

Martedì, 10 Novembre 2020

 Liuzzi: ”Riconosciuto il contributo delle emittenti locali come importante presidio di informazione”

Immagine decorativa

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli che disciplina lo stanziamento dei 50 milioni di euro previsto dal “Fondo emergenze emittenti locali”, istituito dal decreto Rilancio.

Il provvedimento autorizza l’erogazione di un contributo straordinario in favore delle emittenti radiotelevisive locali che si impegnano a trasmettere messaggi di comunicazione istituzionale, al fine di informare i cittadini sulle misure sanitarie introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid.

“Con questo provvedimento viene riconosciuto il contributo fondamentale delle emittenti radiotelevisive locali come importante presidio di informazione durante l’emergenza sanitaria”, dichiara il Sottosegretario Mirella Liuzzi“Una misura, a cui abbiamo lavorato insieme al Ministro Patuanelli, per definire uno strumento di supporto per le radio e tv locali e allo stesso tempo garantire ai cittadini un contributo informativo costante sulle misure principali adottate dal Governo”.

Gli elenchi dei soggetti beneficiari e i relativi importi erogabili verranno pubblicati nei prossimi giorni con un decreto direttoriale. In seguito, per richiedere il contributo, le emittenti interessate potranno presentare domanda, tramite piattaforma SICEM, entro 15 giorni dalla pubblicazione del provvedimento sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

 

Per maggiori informazioni

FONTE: https://www.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2041643-operativo-il-fondo-da-50-milioni-di-euro-per-le-radiotelevisioni-locali

Occhio per occhio, Nobel per Nobel

Certo, non tutti gli islamici sono terroristi. Ma tutti i terroristi sono islamici

Occhio per occhio, Nobel per Nobel

L’Europa, e non i nazisti da soli, ha ucciso sei milioni di ebrei e li ha rimpiazzati con 20 milioni di musulmani. Lo ricordò nel 2008 l’intellettuale spagnolo Sebastian Villar Rodriguez e le cose da allora sono andate sempre peggio verso la radicale distruzione della civiltà.

Oggi nel mondo vivono un miliardo e 200 milioni d’islamici contro 14 milioni di ebrei, pari allo 0,02 per cento della popolazione mondiale. Tutti i musulmani del mondo hanno ottenuto sette premi Nobel, di cui quattro per la pace (cioè premi politici), due per la medicina e uno per la letteratura. Lo 0,02 per cento dell’umanità ebraica ha ricevuto 129 premi Nobel in tutte le arti, scienze, in economia e medicina. Per i camini di Auschwitz è andata in cenere una civiltà di altissimo valore rimpiazzata da chi addestra i bambini ad uccidere, fa saltare treni, scaraventa camion sulla folla, aerei contro gli edifici e si vanta di macellare e sgozzare donne e bambini.

Certo, non tutti gli islamici sono terroristi. Ma tutti i terroristi sono islamici. E noi abbiamo scambiato cultura contro odio fanatico, abilità creative contro abilità distruttive, intelligenza con arretratezza, ignoranza e distruzione. Gli arabi non hanno inventato l’algebra: l’hanno copiata dagli indiani. Non hanno inventato l’irrigazione: l’hanno copiata dai romani. I grandi filosofi musulmani Averroè e Avicenna rimaneggiavano Platone e Aristotele. E noi qui a chinare la testa temendo di sembrare islamofobi? Ma su la testa, cretini!

FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/occhio-occhio-nobel-nobel-1434040.html

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

LETTERA APERTA ALLA SIGNORA CIRINNA’

Giovanni Bernardini 28 08 2021

Cortese signora Cirinnà, leggo che lei invece di godersi le meritate vacanze sta “facendo la lavandaia, l’ortolana, la cuoca” a causa della sua cameriera che, “strapagata” e “messa in regola”, ha lasciato lei ed il suo compagno, così, da un momento all’altro.

Devo confessarle, cortese signora, che mi lascia un po’ perplesso quel termine, “strapagata”. Intende forse dire che la sua cameriera è pagata troppo? Una fiera paladina dei diritti delle lavoratrici pensa forse una cosa simile? Anche quel “messa in regola” non mi convince. Sembra quasi che lei consideri una sua graziosa concessione ciò che è un diritto di lavoratrici e lavoratori…

Di certo sbaglio cortese signora, interpreto male le sue parole. In lei c’è solo una sacrosanta irritazione per il comportamento della sua cameriera che, pur strapagata,  ha abbandonato lei ed il suo fortunato compagno lasciandovi nei pasticci.

Capisco benissimo, mi creda, l’enorme entità dei problemi che ora deve affrontare. Si trova oberata da una gigantesca quantità di lavori, roba da far tremare le vene ai polsi. Per pura curiosità: il suo compagno la aiuta? O si comporta da pigro e bieco maschilista?

A ben pensarci i faticosissimi lavori che lei è costretta a fare a causa dell’egoismo della sua strapagata cameriera sono gli stessi che la quasi totalità delle donne, ed anche una buona quantità di uomini, fanno senza lamentarsi troppo. Ma lei è diversa, signora Cirinnà. Lei non è allo stesso livello delle altre persone, come le aquile lei vola alto. Lei è impegnata in grandi, eroiche e faticosissime battaglie politico culturali per desessualizzare i pronomi, difendere la sessualità non binaria e spiegare a grandi e piccini la teorica bellezza della filosofia gender. Pretendere che una donna del suo calibro perda tempo a lavare i piatti sarebbe come aver chiesto a Kant di interrompere la scrittura della “critica della ragion pura” per coltivare l’orto o preparare la cena!

A dire il vero però la sua dolorosa vicenda mi pone un problemino teorico, mi permetta di esporglielo.

La sua perfida e strapagata cameriera la ha lasciata in un mare di guai, capisco il suo sacrosanto risentimento, ma mi chiedo: che fine ha fatto la sorellanza? Ce lo avete detto e ripetuto mille volte, lei e le sue compagne femministe, che le donne sono tutte sorelle. Le donne sono tutte brave, dolci ed altruiste, e sono anche tutte belle! Quante volte ho sentito queste nobili parole! Solo i maschiacci sono egoisti, brutti e cattivoni! Vero, verissimo ma… come mai la sua strapagata cameriera ha commesso  l’abominevole gesto di abbandonarla in un mare di guai? Come può una donna mostrarsi tanto crudele nei confronti di un’altra donna?

Mi scusi signora Cirinnà! Nella foga dello scrivere scordavo che voi, sottilissime intelligenze femministe, avete da tempo risolto questa apparente contraddizione. Tutte le donne sono brave, generose ed altruiste. E se per caso una donna come la sua strapagata cameriera si dimostra egoista e cattiva… non è una vera donna! La sua strapagata cameriera non è una donna è un maschio con la gonna! Assomiglia a quei neri che non sono d’accordo col BLM. Non sono neri, sono bianchi con la pelle nera. Assomiglia anche agli operai che votano lega: non sono operai, sono padroni che lavorano alla catena di montaggio. E’ tanto semplice! Un po’ come i leoni che sono tutti erbivori. Se un leone mangia una gazzella non è un leone: è un cavallo carnivoro!

Smetto di importunarla signora Cirinnà. Mi permetto di terminare questa mia letterina con una facezia. Ho saputo che nella cuccia del suo cane sono stati trovati 24.000 euro. So benissimo che lei, fiera sostenitrice della abolizione del contante, non ha nulla a che vedere con quel denaro (in fondo cosa sono per lei 24.000 euro)… però… però da quando ho saputo della cosa ho iniziato a spiare le mosse di Bolt, il mio Jack Russell. Chissà che l’esuberante cagnolino non mi faccia scoprire  qualche piccolo tesoro. Sa, per me 24.000 euro sono una bella sommetta…

Ora la lascio cortese signora. Le rinnovo tutta la mia solidarietà per la situazione difficilissima che deve affrontare e le porgo  i miei più rispettosi omaggi.

FONTE: https://www.facebook.com/100000697543272/posts/4622887824411090/

 

 

BELPAESE DA SALVARE

VIOLENZA

Giovanni Bernardini 31 08 2021

I no vax, o no green pass minacciano di occupare le stazioni.

Sono vaccinato e favorevole ai vaccini, non intendo tornare per l’ennesima volta su questo punto.

Sono e resto assolutamente contrario ad ogni forma violenta od esasperata di lotta politica.

Le urla di indignazione di molti, il signor Giuliano Cazzola invoca addirittura il generale Bava Beccaris, mi sembrano però francamente ipocrite.

I lavori della costruzione del TAV sono fermi o vanno a rilento da decenni a causa delle violenze dei NO TAV.

A suo tempo i NO EXPO hanno trasformato Milano in un campo di battaglia senza che la polizia muovesse un dito.

Negli USA i militanti del BLM hanno portato molti stati ad un passo dalla guerra civile mentre una parte molto consistente della sinistra, americana, europea ed italiana applaudiva o  si inginocchiava.

Personalmente mi è successo di restare bloccato in autostrada perché i manifestanti bloccavano i caselli o in treno perché altri manifestanti si erano stesi sui binari.

Nessuno ha mai parlato di piombo o invocato Bava Beccaris. Per molti si trattava e si tratta di forme quasi “normali” di lotta politica. Molti fra coloro che si indignano per la distruzione di un gazebo dei 5 stelle (atto assolutamente deplorevole) sono probabilmente gli stessi che applaudivano quando l’auto di Salvini veniva presa  a sassate dai teppisti dei centri sociali.

La violenza va condannata sempre e comunque. Farlo a corrente alternata la rinforza. Ed è indice di insopportabile ipocrisia.

FONTE: https://www.facebook.com/100000697543272/posts/4632057956827410/

 

 

 

Galimberti e il solito ritornello radical: “Voti Salvini? Sei ignorante”

Il filosofo ricorre ancora al vecchio adagio della sinistra secondo cui il merito dei consensi della Lega dipenderebbero dalla diffusione dell'”ignoranza”. Ma la politica (anche recente) dimostra il contrario

Galimberti e il solito ritornello della sinistra radical: "Voti Salvini? Sei ignorante"

È il solito ritornello. Tutto ciò che non ci si aspetterebbe da un filosofo che si concede analisi politiche. Nessuna profondità. Solo pregiuzio. Alla vigilia del voto Umberto Galimberti torna ad affibbiare l’etichetta di “ignoranti” agli elettori di Matteo Salvini.

Ospite di “In onda” (La7), Galimberti si sbizzarrisce prima sul commento alla vicenda personale di Luca Morisi, l’ex capo della comunicazione della Lega salviniana con delle letture piuttosto superficiali. Ad esempio: “Quello che mi chiedo è come facesse a vivere, in termini di felicità, la contraddizione interna tra la sua omosessualità e il suo fare la guerra agli omosessuali”. Non sapendo evidentemente, Galimberti, che l’orientamento sessuale non è un’ideologia. Pertanto, si può vivere in modi diversi, con sensibilità diverse e senza il rischio di essere tacciati di “confusione” o “contraddizione”.

Ma olre a voler insegnare a Morisi come dovrebbe gestire la sua vita privata e quella professionale, il filosofo allarga il discorso sul fenomeno Lega spiegando in modo “semplice” la natura del successo del partito di Salvini: “È dovuto proprio a una diffusione dell’ignoranza. In una società complessa, dove la gente fa fatica a orientarsi, chi offre una soluzione semplice e, magari a livello emotivo, inapplicabile, funziona. Ma funziona dove l’umanità è diventata gregge che, come dice Nietzsche, desidera l’animale-capo”.

Tutte frasi permeate del solito disprezzo da parte dei radical chic verso chi non si allinea, reo di “non capire” o peggio ancora non avere gli strumenti cognitivi per poter capire da che parte starebbe il bene. Nell’immaginario fantozziato, in sostanza, Galimberti nei panni del Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam si abbandona al suo personalissimo ritratto degli “inferiori”.

Ma quali sarebbero, secondo Galimberti, le soluzioni complesse alle questioni complesse della società offerte dagli antagonisti di Salvini? Come spiegherebbe, Galimberti, il fatto che per sopperire alle lacune politiche, strutturali, comunicative soprattutto del Pd e del M5S che nel loro binomio di governo stavano conducendo il Paese allo sfacelo, si sia dovuti ricorrere all'”animale-capo” che al momento risponde al nome di Mario Draghi? E ancora, come analizzerebbe l’ascesa dei grillini, che nel corso degli anni hanno cambiato forma ma non sostanza, arrivati ad occupare gli scranni del governo dopo essersi raccolti intorno ad un leader che per sua stessa natura ha solamente urlato, illuso e offerto “soluzioni semplici a livello emotivo” come Beppe Grillo? E che dire del suo successore: Giuseppe Conte, che da premier durante una pandemia si è abbandonato agli slogan come il “bazooka” (che spara a salve), il cashback di Stato modello televendita (cancellato in fretta e furia), le retoriche sull’ottenimento del fondi del PNRR (che non sono stati in grado di convertire in piani pratici).

Insomma, si potrebbe continuare all’infinito applicando il ragionamento di Galimberti a fenomeni politici molto vari, tanto attuali quando il leaderismo di Salvini, e a livello ideologico parecchio disomogenei tra loro, ma Galimberti e tutta la sinistra radical continuano a dirsi “preoccupati” solo del consenso dei propri avversari politici. Farebbe meglio ad ammettere, Galimberti, la vera natura della sua preoccupazione, che non è l’ignoranza in sé, ma il fatto che questa non si riesca a convertire nel tipo di consenso che sogna lui. Qualcuno lo spieghi, agli elettori, che con una croce messa anche solo per sbaglio sul simbolo del Pd fuori dai seggi, in regalo si riceve la patente di adeguatezza. Firmata Galimberti.

FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/politica/galimberti-e-solito-ritornello-sinistra-radical-voti-salvini-1979674.html

 

 

 

NO ZOMBIE

Federica Francesconi 1 09 2921

La morsa intorno al collo dei No Zombie (i veri Zombie sono quelli che vorrebbero sciogliere nell’acido chi leggitimamente nutre dei dubbi sul teatrino pandemico messo su dal potere e sui suoi rimedi fallaci, oltre che pericolosi) si fa sempre più stretta. È da qualche giorno che il main stream batte il chiodo sulla pericolosità dei No Zombie. Dal Cazzuolatore della notte (il Chuck Norris de’ noantri) a Topo Gigio che in Tv racconta di essere stato aggredito non si sa bene da chi (le storie strappalacrime fanno audience e certamente gonfiano il C.C. dello pseudovirologo narciso), fino a Repubblica, che oggi si scaglia contro i No Zombie a cui lo straccio bagnato della propaganda affibbia la ormai ingiallita etichetta di ” estrema destra” e quella di hacker pagati dal cattivone Putin.

Arruolamemto di mezze tacche per diffamare e spargere odio in TV e sui Social, invenzione di sana pianta di presunte aggressioni a personaggi di punta dello star system pandemico, dichiarazioni totalitarie delle autorità pubbliche di voler reprimere ogni manifestazione di dissenso verso la vulgata addomesticata del main stream, se non siamo in un regime totalitario provate voi a darne una definizione alternativa.

Nessuno potrà stupirsi se tra qualche mese un No Zombie verrà aggredito per strada e pestato a sangue. È stato dipinto come il nemico numero uno della Nazione, vuoi che qualche svalvolato non sfoghi su di lui il suo malessere esistenziale? Di fatto stiamo per essere defenestrati dall’esercizio dei nostri diritti costituzionali (lavoro, istruzione, trasporti, servizi pubblici e privati), cos’altro può accadere se non un bel rogo in piazza in cui vengono fatti sgrillettare i No Zombie come rito controiniziatico in cui richiamare le qliphoth (le forze del Male nella Cabbalah) sul piano individuale, collettivo, mondiale? È già accaduto diverse volte nella storia: Catari, Anabattisti… Accadrà di nuovo in forme forse meno appariscenti ma non per questo meno drammatiche. La criminalizzazione dei No Zombie è un insieme di operazioni controiniziatiche finalizzate a generare un determinato stato di coscienza oscuro. Si tratta di operazioni di magia nera, e come tale innescano un contagio difficilmente arrestabile appellandosi alla logica e al buon senso proprio perché di logico e di sensato non hanno nulla. Attenzione: quando a livello di massa si innescano stati di subcoscienza animale difficilmente si torna indietro. Purtroppo prevedo azioni persecutorie molto gravi verso i No Zombie. Ognuno cerchi di difendersi come può

FONTE: https://www.facebook.com/1165264657/posts/10222730189381097/

 

 

 

CULTURA

Marina Cvetaeva contro tutti. Ode alla martire del secolo

 

Con inesausta potenza, è proprio lei, Marina Cvetaeva, il proiettile nel cuore del secolo, la grande martire, somma amazzone. Poetessa di strepitosa forza, studiosa, madre, acerrima amante, autrice di un epistolario di inaudita bellezza – pubblicato, in Italia, da Adelphi per merito di Serena Vitale – la Cvetaeva, moglie di Sergej Efron, ufficiale nell’esercito ‘bianco’, poi spia in esilio, fugge dalla Russia sovietica nel 1922, cominciando una lunga peregrinazione che la porterà in Boemia, a Berlino, infine a Parigi. Esagerata e intransigente, Marina ama gli impossibili: intrattiene rapporti letterari con Boris Pasternak e Rainer Maria Rilke, ama Andrej Tarkovskij. Le è fatale il ritorno in Russia, nel 1939. Il governo sovietico arresta la figlia, Ariadna; uccide il marito. Lei, infine, si impicca il 31 agosto del 1941. Non la volevano neppure come lavapiatti. Conobbe la miseria. Scrisse poesie assolute, continuamente tradotte. Ricostruì, in alcune di queste, il carisma del folklore russo. Fu irraggiungibile, lo squarcio che lacera le ipocrisie dei letterati del suo tempo, schiavi del potere e delle sue latrine.

 

“Compagno Berija, a proposito di mio marito…”. Marina vs. CCCP

 

 

Lavrentij Pavlovič Berija era georgiano, come Stalin. Entrato nella Čeka nel 1920, diventò l’esecutore spietato dello stalinismo, dirigendo, dal 1938, l’NKVD, il ministero degli affari interni, ovvero la polizia segreta. Fu ucciso, senza processo, due giorni prima del Natale 1953; Stalin era morto in marzo e lui, in privato, si vantava di averlo avvelenato. Quell’anno “Time” gli dedica la copertina: sotto il mezzo busto francamente feroce, la dida, Enemy of the people. Marina Cvetaeva scrisse, tra il 1939 e il 1940, tre lettere, “su grandi fogli a righe in stampatello perché fossero facilmente leggibili”, a Berija per perorare la causa del marito e della figlia, arrestati nell’ottobre del ’39, l’anno in cui, con il figlio ‘Mur’, la poetessa ritorna in Unione Sovietica. Le lettere, rintracciate tra le carte dell’NKVD da Mael Fejnberg e Jurij Kljukin, nel 1992, costituiscono una pagina importante nella storia, lacerante, dei rapporti tra il regime sovietico e i suoi scrittori. Una di queste lettere – che qui è ricalcata in larga parte – è stata edita su “Millelibri” (numero 59, dicembre 1992), nella traduzione di Claudia Sugliano. Di fronte a Berija, con severa nobiltà, Marina Cvetaeva redige una stilizzata autobiografia, testa a dimostrare – fin dalle radici – la ‘fedeltà’ all’Urss da parte sua e del marito.

 

23 dicembre 1938

 

Compagno Berija, mi rivolgo a Lei per la questione di mio marito, Sergej Efron-Andreeev e di mia figlia, Ariadna Sergeevna Efron, arrestati l’una il 27 agosto, l’altro il 10 ottobre 1939… Tutto è finito in maniera inattesa. Il 10 ottobre 1937 Sergej Efron è ritornato in gran fretta in Unione Sovietica. E il 22 sono stata perquisita e condotta con mio figlio di 12 anni alla Prefettura di Parigi, dove siamo stati trattenuti per l’intera giornata. All’inquirente ho detto tutto quanto sapevo, e in particolare che Sergej Efron è la persona più nobile e disinteressata del mondo, che ama appassionatamente la sua patria, che lavorare per la Spagna repubblicana non è un delitto, che io lo conosco da 26 anni, dal 1911, e che non so nient’altro… Dall’ottobre del 1937 al giugno del 1939 ho corrisposto con Sergej Efron attraverso la posta diplomatica due volte al mese. Le sue lettere dall’Unione Sovietica erano assolutamente felici – peccato non si siano conservate, ma io dovevo distruggerle subito dopo averle lette – gli mancavamo soltanto io e suo figlio.

Quando il 19 giugno 1939, dopo una separazione di quasi due anni, sono entrato nella dača di Bolsevo, ho visto una persona malata. Né lui né mia figlia mi avevano scritto della sua malattia, una grave affezione cardiaca manifestatasi sei mesi dopo il suo arrivo. Venni a sapere che in quei due anni era stato quasi sempre a letto. Ma con la nostra presenza si riprese: nei primi due mesi dimostra che la sua malattia in grande misura era provocata dalla nostalgia per noi e dalla paura che un’eventuale guerra ci avrebbe separati per sempre… Cominciò ad alzarsi, a sognare il lavoro, senza il quale languiva, iniziò già a prendere qualche accordo con i suoi capi e ad andare in città… Tutti dicevano che era davvero resuscitato… E, il 27 agosto, l’arresto della figlia… E dopo mia figlia, il 10 ottobre 1939, proprio nel giorno del secondo anniversario del suo ritorno in Unione Sovietica, fu arrestato anche mio marito, malato e afflitto dalla disgrazia di lei. […]

Non so di che cosa sia accusato mio marito, ma so che non è capace di nessun tradimento, doppiogiochismo e slealtà. Lo conosco dal 1911, da quasi 30 anni, ma quello che so di lui lo sapevo fin dal primo giorno: è un uomo di grande purezza, abnegazione e responsabilità. Lo stesso diranno di lui amici e nemici… Un uomo ha servito la sua patria e l’idea del comunismo con anima e corpo, con la parola e nei fatti. È malato grave, non so quanto gli sia rimasto da vivere, soprattutto dopo un simile trauma. Sarebbe terribile che morisse senza essere assolto. [Sergej Efron, fucilato il 16 ottobre 1941, venne riabilitato soltanto nel 1956, ndt]. Se si tratta di delazione, cioè di materiali consegnati senza scrupolo e per fare del male, faccia controllare il delatore. Se è un errore, La prego lo corregga prima che sia troppo tardi.

 

Marina Cvetaeva

Marina & Boris: un amore allucinante

La prima volta fu nel 1917, e dobbiamo fidarci di lui, del poeta, che redige una autobiografia puntellata di specchi e di nebbie. “Eremburg mi fece grandi elogi della Cvetaeva, me ne mostrò i versi… La Cvetaeva mi lasciava indifferente. Il mio orecchio allora era guastato dalle stramberie e dalla distruzione di ogni cosa consueta che regnavano intorno. Ogni cosa detta in modo normale non arrivava a toccarmi”. Siamo nel 1956 quando Pasternak scrive Uomini e posizioni, ragionando, con granitico distacco, sulla sua vita. La prima volta fu un incontro mancato – la seconda fu uno schianto. “Nella primavera del 1922, quando era ormai all’estero, comprai a Mosca un suo libricino, Verste. E fui conquistato subito dalla potenza lirica della forma cvetaeviana, una forma intimamente vissuta, non anemica, ma dotata di un vigore condensato e intenso”. In ogni caso, è Pasternak a cercare Marina. “Scrissi alla Cvetaeva una lettera piena d’entusiasmo e di stupore per il fatto che l’avevo così a lungo trascurata e così tardivamente scoperta. Mi rispose. Iniziò tra noi un carteggio particolarmente fitto… diventammo amici”.

Marina, come si sa, azzanna: “Siete il primo poeta che – in tutta la mia vita – vedo… su nessuno ho visto il marchio da ergastolano del poeta… voi siete il primo poeta della mia vita”, scrive, il 10 febbraio del 1923. Marina scopre, fin da subito, la natura elusiva e spettrale di Pasternak – “Pasternak, esistono i codici segreti. E Voi siete tutto cifrato”. Tra i due nasce il più turbato e inconcluso amore letterario della storia della letteratura del secolo. Le lettere superstiti di Marina a Boris sono magnifiche. Vanno sottolineate e inghiottite, frase per frase. Eccone alcune:

 

“Non amo gli incontri nella vita: si sbatte la fronte. Due muri”;

“Si può stare senza gli altri, senza nessuno. Un po’ come nell’altro mondo”;

“Dio vi aveva concepito come quercia e poi vi ha fatto uomo e su di Voi cadono tutti i fulmini… Perché ogni Vostra poesia suona come l’ultima?”;

“Io sono assente dalla mia vita, non sono a casa… Tu sei il mio fratello delle vette, tutto il resto, nella mia vita, è pianura… Boris Pasternak è una cosa certa come il Monte Bianco”;

“Tu e io viviamo fuori della vita, siamo fuori – di noi. Noi potremo soltanto incontrarci. Tu sei l’attimo stesso dello scoppio, quando la miccia è ancora accesa, e si potrebbe ancora fermarla, ma non la si ferma”.

 

L’incontro a Parigi, nel 1935, tra Marina e Boris, sancisce, dopo tredici anni di lettere, l’ideogramma della separazione. “Nell’estate del 1935, quando ero come un’anima in pena e mi trovavo al limite della malattia mentale per un’insonnia che durava da quasi un anno, mi ritrovai a Parigi per partecipare al Congresso antifascista. Là conobbi il figlio, la figlia e il marito della Cvetaeva e provai un amore fraterno per quest’uomo forte, pieno di finezza e di fascino”. Non potendo avere lei – di cui già ha avuto l’anima – Pasternak finge d’interessarsi a lui. Nell’agosto del 1940 – ancora agosto – Boris consegna una lettera di Marina all’Unione degli scrittori. Aggiunge frasi di suo pugno. “La conosco come persona intelligente, in grado di sopportare molto, e non riesco ad ammettere l’idea che si accinga a qualcosa di estremo e irreparabile. E tuttavia questa esasperata aria di mistero non mi piace e non può portare a nulla di buono”. L’anno dopo, esattamente, Marina si uccide.

 

Aforismario Cvetaeva

 

I libri rendono infelici. “È terribile! I libri sono la rovina. Chi legge molto non può essere felice. Perché la felicità è sempre inconscia, la felicità è solo inconscio. Leggere è come studiare medicina e conoscere alla perfezione la causa di ogni sospiro, di ogni sorriso e – suona sentimentale! – di ogni lacrima”, a M. A. Vološin, 18 aprile 1911.

 

Incapace di essere amata. “Io stessa sono CHI AMA. Non tutti possono farlo. Lo possono: i bambini, i vecchi, i poeti. E io, come poeta – e cioè, naturalmente, come vecchio e bambino – venendo al mondo ho subito scelto di amare l’altro. Essere amata – di questo fino ad oggi non sono stata capace. (Ciò che tutti sanno fare in modo così splendido e superficiale!)”, a A.V. Bachrach, 10 gennaio 1924.

 

Né Dostoevskij né Tolstoj. “Sulla terra io amo non ciò che è più profondo, ma ciò che è più alto; per questo la gioia di Goethe mi è più cara della sofferenza russa e quell’isolamento più caro del convulso dimenarsi russo… Tolstoj e Dostoevskij li amo come grandi uomini, ma non vorrei vivere con uno solo di loro, e i loro libri non li porterei né sulla torre né sull’isola deserta”, a J. P. Ivsak, 12 maggio 1934.

 

Le regole dell’amicizia. “Per essere amica di una persona o – per me è esattamente la stessa cosa – per servirla, io ho bisogno di radici sane. Amicizia e indulgenza, solo compassione – è umiliante. Non sono Dio, per accondiscendere. Io stessa ho bisogno di ciò che è più alto di me, o almeno alla pari… Non so che farmene del peso morto del non-volere, giacché è l’unico che non sono in grado di sollevare”, a A. S. Steiger, settembre 1936

 

FONTE: L’Intellettuale Dissidente <lintellettualedissidente@gmail.com> tramite gmail.mcsv.net – 2 set 2021, 10:58

CI SOTTOVALUTANO

Alejandro Jodorowsky – agosto 2021

Voce e traduzione : Marina
Inserimento video: Jeff Frits, 23/09/2021
CI SOTTOVALUTANO Il loro più grande errore.
Sapevano che il collettivo umano stava raggiungendo una vibrazione molto alta. Ma non erano consapevoli della quantità di anime sveglie. Si sono accorti dell’errore di valutazione. E si sono spaventati….
VIDEO QUI: https://youtu.be/SdI2KYCUtAA
FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=SdI2KYCUtAA

CI SOTTOVALUTANO
di Alejandro Jodorowsky

Il loro errore più grande. Sapevano che il collettivo umano stava raggiungendo una vibrazione molto elevata. Ma non erano consapevoli della quantità di anime sveglie. Si sono accorti dell’errore di valutazione. E si sono spaventati. Ora non si nascondono più. Ora hanno fretta di lanciare ufficialmente un “nuovo ordine mondiale”. Ora i loro attacchi sono diretti e frontali. E gli attacchi aumenteranno. Cercheranno con tutti i mezzi di far sì che la gente non si svegli. Cercheranno con tutti i mezzi che gli “svegli” non possano comunicare per non svegliare gli altri. Cercheranno con tutti i mezzi che i risvegliati vengano visti come pazzi o delinquenti. Qualunque cosa facciano, non importa. Il salto quantico si è già verificato. È inarrestabile. L’umanità già contempla piante ed animali come anime che li animano. L’umanità già rispetta la madre terra. L’umanità già capisce che non c’è separazione. Le anime che ora si incarnano arrivano già come insegnanti. Non più a sperimentare. Si incarnano solo per insegnare ad amare.

Potremmo essere testimoni del cambiamento totale o meno. La transizione potrebbe durare una settimana o 300 anni. Ma è inarrestabile. Qualunque cosa accada durante la transizione, ricordatevi una cosa: siete stati voi ad esservi offerti. Per stare qui e ora. Qualunque cosa accada. Qualunque cosa vediate. Siete voi i motori del cambiamento. Vi viene richiesta una sola cosa. Solo una.

Non siate “cibo”. È l’unica cosa che dovete fare. Una cosa semplice. Non siate cibo. L’essere umano è uno dei generatori più potenti che esistano. Siamo vortici. A seconda della polarità verso cui ti allinei, crei alte o basse frequenze. Queste entità scure si nutrono di basse frequenze, le abbiamo nutrite per millenni. Il risveglio dell’umanità ha inclinato il vortice collettivo verso le alte frequenze. Per questo loro stanno attaccando con tale ferocia. Stanno morendo di fame.

Connettiti con la tua anima. E osservati.
Se la tua anima risuona a queste parole, non dare più un secondo della tua esistenza per essere cibo. Elimina le basse passioni della tua vita. Odio, rancore, invidia, paura, vizi, alimenti spazzatura, bugie, ambizione. Egoismo, tristezza, sfiducia. Tutto questo genera energia densa. Cibo per gli oscuri. Sii consapevole delle tue emozioni. Mettiti in ascolto. Di te.

E se in qualche occasione ti senti in qualunque di queste basse vibrazioni, cambia ipso facto la tua energia. Metti una musica che ti sollevi. Canta. Balla. Respira. Accendi un incenso. Abbraccia i tuoi gatti. Abbraccia un amico. Abbraccia il tuo cane. Abbraccia tua mamma. Abbraccia la tua famiglia animale. Vai a passeggiare per la natura. Medita. Fai esercizio fisico. Fai tutto il necessario. Ma cambia immediatamente quell’energia. Perché stai servendo da cibo.

Sii sempre consapevole. E l’unica cosa che ti viene chiesta è di non nutrire le orde oscure. Nutri la tua anima con tutto ciò che ti aiuta ad alzarti. Se ti abitui a vivere nella frequenza dell’amore, la tua realtà cambierà alla tua volontà senza sforzo. Sei un essere potente. Sei inarrestabile. Non temere nulla. Libera la tua mente dalla “matrix”. Focalizza la tua attenzione su ciò che desideri. Ma soprattutto, divertiti, sii felice, sorridi, canta, balla. Ama. Noi siamo vivi amando il tutto. E tu ne fai parte. Insieme alle stelle e al sole. E a tutti le galassie dell’universo. Tu sei amore.

[Alejandro Jodorowski, “Ci sottovalutano”, messaggio lanciato in rete]

FONTE: https://www.uni-pro.it/2021/08/25/ci-sottovalutano-di-alejandro-jodorowsky/

 

 

 

Milan Kundera, il ruolo conoscitivo del romanzo

Continuerà la storia del romanzo europeo o questo genere letterario finirà per morire? Kundera, per spiegarlo nel suo saggio L’arte del romanzo, cita i saggi di Hermann Broch raccolti ne Il Kitsch. In essi “la parola Kitsch designa l’atteggiamento di chi vuole piacere ad ogni costo e alla maggior numero di persone”.

di Maria Luisa Mozzi

Ho letto in questi giorni L’arte del romanzo di Milan Kundera, edito da Adelphi per la prima volta nel 1988. La mia copia è una dodicesima edizione ed è del 2008. Il saggio contiene sette Parti, scritte fra il 1985 e il 2005, che, a detta dello stesso Kundera, costituiscono nel loro insieme un’analisi completa dell’arte del romanzo europeo.

Sette mi sembrano le idee principali espresse da Kundera:

1. Ogni romanzo trova la sua ragione di essere nella scoperta di un aspetto dell’esistenza.

2. Occorre studiare non i singoli romanzi, ma la storia del romanzo europeo come successione di scoperte.

3. La natura della conoscenza (conoscenza dell’esistenza) che deriva dal romanzo è diversa e si aggiunge come terza alle conoscenze scientifica e filosofica.

4. La conoscenza che deriva dal romanzo non deve fare i conti con una verità assoluta, ma con la sola certezza dell’incertezza. Il romanzo non risponde, interroga; non giudica, mostra; il romanzo non si pone come apodittico e dogmatico, ma è ambiguo e relativo; il romanzo scopre.

5. Per tutti i motivi sopra elencati, i romanzi confermativi non aggiungono conoscenza e sono al di fuori della storia del romanzo o oltre la storia del romanzo.

6. Il romanzo europeo non può tramontare, data l’importanza conoscitiva che possiede e che la sua storia ci mostra.

7. Il romanzo e la musica hanno molti elementi strutturali in comune.

Le semplificazioni, le sintesi, gli elenchi depauperano di necessità ciò che si vuole esporre.

Provo allora a dare qualche esempio dello spessore del saggio di Kundera. Parto dalla fine della Parte finale, la Settima, che è il discorso pronunciato da Kundera nel 1985, alla consegna del Premio Gerusalemme. Questa parte finale pone fra le altre cose la domanda inevitabile: continuerà la storia del romanzo europeo o questo genere letterario sta morendo? Kundera, per spiegare, cita i saggi di Hermann Broch raccolti ne Il Kitsch. In essi “la parola Kitsch designa l’atteggiamento di chi vuole piacere ad ogni costo e alla maggior numero di persone”. È kitsch chi scrive romanzi che ci strappano “lacrime di intenerimento su noi stessi, sulle banalità che pensiamo e sentiamo”. L’estetica dei mass media, dice Kundera, è inevitabilmente quella del Kitsch, quindi man mano che i luoghi comuni diventano l’unica cosa che si possa scrivere, “a mano a mano che i mass media avvolgono e infiltrano tutta la nostra vita, il Kitsch diventa la nostra estetica e la nostra morale quotidiana” (pagina 226). E tuttavia a Kundera sembra impossibile che una storia come quella del romanzo europeo, con il suo contributo di conoscenza e saggezza, possa finire. Kundera, quindi, non risponde alla domanda e ovviamente non ho intenzione neanch’io di commentare quanto lui dice, che nel saggio fa parte, appunto, di un complessivo interrogare; ognuno ci pensi, se vuole, come vuole.

Preferisco parlare della pars construens contenuta in questa Settima parte, ma anche più estesamente nella Prima parte, che mi affascina. Riguarda i primi quattro punti della mia sintesi iniziale. Kundera parte da Husserl, da Heidegger e dalle loro affermazioni sull’esclusione da parte della scienza e della filosofia del “mondo concreto della vita” e dell’”essere”. Dice: ” È vero che la filosofia e la scienza hanno dimenticato l’essere dell’uomo”, ma è vero anche che “tutti i grandi temi esistenziali che Heidegger analizza in Essere e tempo, giudicandoli trascurati dalla filosofia europea anteriore, sono stati svelati, mostrati, illuminati da quattro secoli di romanzo. Nel modo che gli è proprio, secondo la logica che gli è propria, [il romanzo europeo] ha scoperto, uno dopo l’altro, i diversi aspetti dell’esistenza”: con Cervantes l’avventura, con Samuel Richardson i sentimenti, con Balzac il radicamento dell’uomo nella storia, con Flaubert il quotidiano, il tempo passato inafferrabile con Marcel Proust, l’inafferrabile attimo presente con James Joyce, il mito con Thomas Mann (pagine 17-19).

FONTE: https://downtobaker.com/2021/09/27/milan-kundera-il-ruolo-conoscitivo-del-romanzo/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Il direttore di Fanpage insiste: “Giusta l’inchiesta prima del voto”

Fratelli d’Italia chiede il video integrale, ma per il direttore Cancellato “è una forzatura”. L’ira della Meloni: “Dicono che la nostra richiesta è oscena”

Il direttore di Fanpage insiste: "Giusta l'inchiesta prima del voto"

L’inchiesta di Fanpage continua ad agitare la politica anche a urne aperte. Da una parte il centrosinistra coglie l’occasione al balzo per tentare di affossare gli avversari a ridosso delle elezioni; dall’altra Fratelli d’Italia si sente attaccato e denuncia il tempismo con cui è stato reso neto il servizio. Il reportage di Fanpage è stato pubblicato a poche ore dall’inizio del silenzio elettorale: proprio per questo motivo Giorgia Meloni è andata su tutte le furie.

La leader di FdI continua a chiedere di poter visionare le 100 ore di filmato integrale per poter prendere atto dei comportamenti dei suoi dirigenti e prendere eventualmente le dovute conseguenze. Il sospetto di Fratelli d’Italia è che possano essere stati omessi importanti aspetti che potrebbero invece ribaltare la situazione. Anche perché c’è più di qualcosa che non torna. Ma da parte del direttore di Fanpage è arrivata una chiara risposta in merito alla richiesta della Meloni.

Il “no” del direttore di Fanpage

Il centrodestra teme che le tempistiche di pubblicazione dell’inchiesta siano piuttosto sospette. Su questo però Francesco Cancellato – intervistato dal Corriere della Sera – ha sottolineato che “né il codice deontologico, né il codice civile prevedono un calendario che dica quando uscire“. Anzi, il direttore della testata web ha rivendicato la scelta fatta: ritiene assolutamente doveroso che un’inchiesta, quando riguarda un candidato, “per l’interesse pubblico debba andare in onda prima delle elezioni“.

Quanto alla posizione della presidente di Fratelli d’Italia, Cancellato ha fatto sapere che il girato oggetto della prima puntata “sarà acquisito dalla procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo“. Ma c’è di più: il direttore di Fanpage reputa quella della Meloni “una forzatura” e l’ha invitata a “far valere le sue ragioni” se ritiene effettivamente che si sia trattata di un’inchiesta “montata ad arte“.

L’ira della Meloni

In mattinata Giorgia Meloni ha pubblicato sui propri canali social un video per fare chiarezza sulla vicenda. Nel mirino è finito il servizio di Fanpage che vorrebbe dimostrare come la “lobby nera” starebbe cercando di entrare nella campagna elettorale della destra a Milano. Un effetto lo ha già prodotto: l’europarlamentare Carlo Fidanza si è autosospeso dal partito. Ieri la leader di Fratelli d’Italia ha parlato di “polpetta avvelenata“, facendo notare che il video è stato mandato in onda nell’ultimo giorno di campagna elettorale “per fare sì che stesse sulle prime pagine nel giorno di silenzio elettorale“.

Oggi la Meloni è tornata all’attacco senza mezzi termini: “Per quanto si possa fingere di non vederlo, era tutto studiato, scientificamente, a tavolino. Non da Fanpage, ma da un intero circuito, o circo, se vogliamo“. E ha ribadito la richiesta di poter visionare il girato integrale: “Il direttore ha risposto che la mia richiesta è oscena. Cosa c’è che non si può mostrare in quei video? Cosa c’è che non devo vedere? La sua risposta è oscena“.

Va tuttavia riportata la contro-replica del sito web: Fanpage in un articolo ha accusato la leader di FdI di aver inventato “di sana pianta una dichiarazione del direttore Francesco Cancellato“, che invece “non ha mai definito oscena la richiesta di visionare l’intero girato“. Dunque quella della Meloni viene giudicata “una vera e propria fake news, un’invenzione di sana pianta, una balla“.

FONTE: https://www.ilgiornale.it/news/politica/direttore-fanpage-giusto-far-uscire-linchiesta-delle-1979396.html

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Ricetta Jp Morgan per Europa integrata: liberarsi delle costituzioni antifasciste

Costituzione

Report della banca d’affari statunitense, considerata dal governo Usa responsabile della crisi dei subprime: “I sistemi politici dei paesi europei del Sud e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano caratteristiche inadatte a favorire l’integrazione. C’è forte influenza delle idee socialiste”. E cita, tra gli aspetti problematici, la tutela garantita ai diritti dei lavoratori

Che un gigante della finanza globale produca un documento in cui chiede ai governi riforme strutturali improntate all’austerity non fa più notizia. Ma Jp Morgan, storica società finanziaria (con banca inclusa) statunitense, si è spinta più in là. E ha scritto nero su bianco quella che sembra essere la ricetta del grande capitale finanziario per gli stati dell’Eurozona. Il suo consiglio ai governi nazionali d’Europa per sopravvivere alla crisi del debito è: liberatevi al più presto delle vostre costituzioni antifasciste.

In questo documento di 16 pagine datato 28 maggio 2013, dopo che nell’introduzione si fa già riferimento alla necessità di intervenire politicamente a livello locale, a pagina 12 e 13 si arriva alle costituzioni dei paesi europei, con particolare riferimento alla loro origine e ai contenuti: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea” (traduzione da http://culturaliberta.wordpress.com/).

JPMorgan è stata tra le protagoniste dei progetti della finanza creativa e quindi della crisi dei subprime che dal 2008. Fino a essere stata formalmente denunciata nel 2012 dal governo federale americano come responsabile della crisi, in particolare per l’acquisto della banca d’investimento Bear Sterns. Ecco che invece dai grattacieli di Manhattan hanno pensato bene di scrivere che i problemi economici dell’Europa sono dovuti al fatto che “i sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo”.E per colpa delle idee socialiste insite nelle costituzioni, secondo Jp Morgan, non si riescono ad applicare le necessarie misure di austerity. “I sistemi politici e costituzionali del sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)”.

Quindi Jp Morgan, dopo avere attribuito all’Europa l’incapacità di uscire dalla crisi per la colpa originaria della forza politica dei partiti di sinistra e delle costituzioni antifasciste nate dalle varie lotte di liberazione continentali, ammonisce che l’austerity si stenderà sul vecchio continente “per un periodo molto lungo”.

FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/19/ricetta-jp-morgan-per-uneuropa-integrata-liberarsi-delle-costituzioni-antifasciste/630787/

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

CRONACA DI UNA MARIONETTA ANNUNCIATA

Durante questi tempi di incertezze e surreali situazioni, inimmaginabili fino a qualche anno fa, riemerge alle cronache un personaggio, che personalmente, suscita un misto di pietà e rabbia, ossia l’attivista ambientalista Greta Thunberg. Il sentimento di pietà nasce dal fatto che codesta ragazza, ormai diciottenne, soffre della sindrome di Asperger, che consiste in un disturbo pervasivo dello sviluppo, annoverato fra i disturbi dello spettro autistico. Coloro che soffrono di questa sindrome presentano una persistente compromissione delle interazioni sociali, con comportamenti ripetitivi e stereotipati, con attenzione e interesse esclusivamente rivolti verso ristretti ambiti. Premesso lo stato di salute di Greta, risulta ancora più sconcertante e deplorevole il suo sfruttamento da parte di coloro che la manovrano per interessi che riguardano tutto tranne che la tutela ambientale. A cominciare dagli stessi genitori, i quali, come riporta il giornalista d’inchiesta svedese, Andreas Henriksson, hanno contribuito a creare il personaggio che oggi è loro figlia Greta, tramite la sceneggiata dello sciopero scolastico svolto ogni venerdì per protestare di fronte al Parlamento svedese (il Riksdag), affinché potessero attuare una strategia pubblicitaria finalizzata al lancio del nuovo libro della madre di Greta, la celebre cantante Malena Ernmann.

Una campagna pubblicitaria ideata dall’esperto di marketing Ingmar Rentzhog, il quale ha sfruttato l’immagine della ragazza anche per altri fini ancora più biechi. Ingmar Rentzhog ha utilizzato Greta Thunberg per lanciare la start-up “We Do not Have Time”, da lui stesso fondata. Infatti grazie al successo mediatico di Greta la start-up di Rentzhog è decollata, al punto da nominare la ragazza nel suo board, grazie alla cui immagine di successo ha lanciato una campagna di Crowdfunding dell’importo di 30 milioni di corone svedesi, corrispondenti a 2,8 milioni di euro. Il quotidiano svedese “Svenska Dagbladet” accusa Rentzhog di aver sfruttato Greta e la sua battaglia per il clima per fini di lucro. A proposito merita ricordare l’episodio denunciato dal professore francese Marc Reisinger, specializzato su problemi climatici, il quale si recò a Stoccolma per interloquire con Greta, dopo averla vista in un servizio televisivo in cui con un cartello su cui scritto “Skolstrejk för klimatet (Sciopero a scuola per il clima). Quando il professore ebbe modo di incontrare Greta, le disse che aveva sentito che lei suggeriva ai giovani di studiare il clima e le chiese se lei stessa lo avesse fatto, ma come risposta ricevette solamente un’assordante silenzio, subito “interrotto” dal celere intervento della guardia del corpo e dell’addetto stampa che nell’allontanare la ragazza da queste domande così “insidiose” rispondevano che Greta aveva altro da fare, al punto da suscitare nell’astante professore l’impressione di una ragazza ignara di ciò per cui protestava e completamente fredda e asettica, come fosse una bambola manipolata da altre persone.

Lo stesso famoso quotidiano tedesco Der Spiegel, in una sua inchiesta, ha definito Greta Thunberg “una marionetta in mano a lucrosi burattinai”, specificando che dietro di lei ordisce una lobby mondiale, fondata dal potente stratega finanziario Mark Carney (ex governatore della Banca d’Inghilterra e del Financial Stability Board) e Al Gore (ex vicepresidente degli Usa). Grazie alla sapiente strategia di questa lobby, Greta è divenuta una fenomeno mondiale, la suggestiva icona ambientalista, a cui sia tutto il mondo (sedicente libero) della stampa e dei media si sono prostrati e sia le principali istituzioni mondiali si sono interessate, invitandola nei loro consessi ufficiali, così ha fatto l’Onu e così ha fatto il Parlamento europeo, nonché il nostro Senato. Ogni qualvolta che la burattina Greta intervenisse, non proferiva altro che la stessa e costante litania riguardo all’inquinamento climatico, interpretando in modo pedissequo il copione assegnatele. Questa lobby, che manovra Greta, considera la rivoluzione “verde” una redditizia fonte di profitto speculativo. Come sostiene la tesi dell’illustre politologo statunitense William Engdhal, autore della documentata ricerca “Il capitale finanziario si maschera di verde”, pubblicata sul sito canadese Globalresearch, Greta è il risultato di un’accurata operazione mediatica ideata dall’alta finanza internazionale, la cui regia appartiene a una determinata lobby. Engdhal spiega in modo dettagliato e documentato che sul settore climatico i colossi finanziari e industriali stanno investendo il loro futuro.

La stessa Unione europea ha stanziato per il suo “nuovo piano verde” 1.000 miliardi di euro di investimenti per i prossimi 10 anni, di cui 100 saranno destinati alla riconversione economica dei settori in cui sono presenti le industrie più inquinanti e la destinazione di ¼ del bilancio dell’Unione europea per la realizzazione dei “progetti verdi”. La vittima sacrificale, portatrice della sindrome di Asperger, Greta, è oggetto di una strumentalizzazione ben artata da parte delle principali organizzazioni internazionali, come l’Onu, l’Eu, che la utilizzano per diffondere allarmismo sul fenomeno del riscaldamento climatico globale (la cui causa è oggetto di diversi contrasti scientifici), in modo tale da influenzare l’opinione pubblica inducendola ad accettare una drastica riconversione del sistema produttivo-economico, affinché si possa tracciare un terreno favorevole a vantaggio del lucroso business del Green New Deal. Questa riconversione economica comprometterà i settori dell’economia tradizionale, con le loro industrie e fabbriche, le quali a loro volta saranno costrette ad adeguarsi, riconvertendo i loro sistemi produttivi con miliardari investimenti che arricchiranno coloro che strategicamente concentrato il loro focus su questo fruttuoso business in anticipo. Enghdal, entrando nel merito della sua analisi, denuncia che la mente di questo diabolico progetto è il sopra citato Mark Carney (insieme alla collaborazione di Al Gore), il quale qualche anno fa svolse delle attività per informare gli investitori finanziari sui rischi connessi al clima e grazie a questi studi il finanziere Michael Bloomberg, insieme ad altri 30 istituti bancari ed insieme al principe Carlo d’Inghilterra hanno creato un programma di investimenti green, con la creazione dei titoli speculativi “Green Bond”, finalizzati a far confluire i risparmi dei cittadini, come i piani pensionistici o i fondi d’investimento in questi nuovi progetti “green”.

Dalla ricerca di Enghdal si evince che attraverso l’attivismo ecologista di Greta i poteri forti finanziari e quasi tutti i principali operatori finanziari mondiali tentano di “raggiungere obiettivi arbitrari come le emissioni zero di gas serra usando la paura di uno scenario da fine mondo”, attirando l’attenzione delle masse e cercando di conquistarne il consenso. Dopo quanto finora esposto, come si può continuare ad essere preda di questo terrorismo e allarmismo mediatico, capeggiato da un ragazza strumentalizzata e etero diretta da sapienti burattinai per fini a dir poco sconvolgenti!? Come fanno i capi di istituzioni rilevanti a dare credito a questa sempre più evidente messinscena!? Come ha fatto il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a sostenere – durante un suo discorso ufficiale a Viterbo – che “Greta, la giovane svedese sta sottoponendo le istituzioni europee a una forte sollecitazione sui temi ambientali. Il suo discorso sia una spinta per le istituzioni”, il quale, come al solito, non tradisce mai la sua inclinazione a non occuparsi di ciò che costituzionalmente gli competerebbe (casi Palamara e Amara docet), con lo stesso modus operandi con cui non si preoccupò di impedire al Governo Conte di legiferare esautorando il Parlamento e di conseguenza la sovranità popolare, con degli atti illegittimi come i Dpcm, con i quali si violarono i principi costituzionalmente inviolabili, come la libertà di circolazione e la libertà economica!?

Come fa il presidente del Consiglio Mario Draghi ad affermare: “Giovani, avete ragione, la transizione ecologica è una necessità”, accreditando una richiesta che sorge da tutto tranne che dalla gioventù, ma da interessi torbidi e speculativi di lobby senza alcun scrupolo e interesse, neanche per il clima, ma finalizzati solo ed esclusivamente a realizzare i loro redditizi guadagni, anche al costo di sfruttare cinicamente la sindrome patologica di una incolpevole ragazza, strumentalizzata e allo stesso tempo inconsapevole di tutto ciò. Forse la risposta a tutte queste domande risiede in una sola ed unica parola, complicità, ossia la condivisione di questo cinico sistema e dei suoi aberranti progetti da parte di tutti costoro.

FONTE: https://www.opinione.it/editoriali/2021/10/04/fabrizio-valerio-bonanni-saraceno_greta-thunberg-sindrome-di-asperger-andreas-henriksson-riksdag/

 

 

 

POLITICA

Ma guarda la combinazione

Marcello Veneziani

La cosa più triste e più irritante delle due vicende scoppiate in casa Lega e in casa Fratelli d’Italia è che ci avremmo scommesso che sarebbe successo. Senza sapere niente, sapevamo tutto. Sapevamo che nell’arco dell’ultima settimana che precede il voto sarebbero scoppiati due casi per colpire i due partiti meno affini all’establishment e alla sinistra: i due partiti cosiddetti sovranisti, i due partiti in testa ai sondaggi. Sui fatti e sulle accuse non dirò niente perché niente so, anche se l’impianto è classico di quel genere, e i personaggi e le storie del caso Morisi sembrano piuttosto inattendibili. Ma non mi permetto di giudicare, per carità. Mi limito solo a notare questa concomitanza, puntuale come la morte.

Sul caso Morisi, il più eclatante, noto che se il suo apporto alla Lega era di natura tecnico-professionale, poteva benissimo non condividere i cavalli di battaglia della Lega. Quelle vicende erano fatti suoi, intimi e privati, non c’entravano con le opinioni di Salvini. Aggiungo pure, a scanso di equivoci, che non faccio difese d’ufficio per i partiti, non mi piacciono i loro candidati nelle grandi città, quasi tutti; e che non me ne frega molto dell’esito e non so davvero cosa augurarmi, da cittadino, da dissidente, da uomo libero di destra.

FONTE: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/ma-guarda-la-combinazione/

 

 

 

Brunetta: “Se cade Draghi, il giorno dopo spread a 600”

brunetta

“Tutti vogliono giocare al ‘gioco’ del Pnrr” ma “se facciamo sul serio non dico che abbiamo bisogno di cinque anni, neanche di sei. Abbiamo bisogno di sette anni esattamente la durata in carica del nuovo Presidente della Repubblica nella figura di Mario Draghi”. Lo ha detto il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta nel corso del suo intervento al Festival delle citta’, che si svolge dal 28 al 30 settembre a Roma.

“Per uscire dalla crisi economica e dalla pandemia e per essere leader in Europa, io credo che la persona che ha piu’ titolo per garantire questo per i prossimi 7 anni e cioe’ per tutta la durata, e anche qualcosa di piu’, del Pnrr, sia proprio il presidente del Consiglio, Mario Draghi” ha detto il ministro.

Se cade Draghi spread a 600

“Se cade Draghi il giorno dopo lo spread va a 600 e il Paese va in default. In questo momento Draghi e il suo governo sono l’assicurazione sulla vita dell’Italia” ha concluso Brunetta. agi.it

FONTE: https://www.imolaoggi.it/2021/09/28/brunetta-se-cade-draghi-spread-a-600/

 

 

 

Come ti stronco il no vax


Ingredienti: programma televisivo di approfondimento (?); conduttore sub partes; ospiti supervaccinati; vittima no-GP sacrificale.

Questi sono gli ingredienti per la delegittimazione dei no-vax, no-mask, no GP etc. Si prende un esponente di questa categoria, in genere un medico che pratica cure domiciliari e sconsiglia il vaccino. Accanto si mettono gli ospiti: un virostar tipo Pregliasco o Bassetti; due o tre ospiti – a questa bisogna, una delle coppie più gettonate è quella del duo Cecco Pavone/Klaus Davi – una garanzia! Si inizia concedendo la parola al malcapitato no-qualcosa. Mentre questi parla le telecamere inquadrano le risatine di compatimento di Cecco Pavone, Klaus Davi e dei virostar. Poi il conduttore chiede quali siano le cure che il dottor No consiglia al malato di Covid. Ai primi nomi di medicinali, le risatine si tramutano in sguardi severi. Il Virostar scuote la testa; gli ospiti iniziano ad interrompere il noGP, ad insultarlo e a criminalizzarlo. Cecco Pavone, che si spaccia per scienziato nucleare onnisciente, ricercatore stellare, immunologo, virologo, astrologo, cosmologo, profeta etc. affonda il disgraziato, ricordandogli, con espressione indignata, che in Italia ci sono stati 130.000 morti, come se questa strage fosse colpa dei no vax o dei no GP e non del protocollo “tachipirina e vigile attesa” tanto amato dai supervaccinati. La vittima a questo punto cerca di difendersi, ma il conduttore sub partes interviene zittendolo e mandando, tassativamente, la pubblicità.

Alla ripresa del gioco al massacro, lo sventurato cerca di riprendere la parola ma i supervaccinati lo silenziano manifestando il loro sdegno e la loro stizza. A questo punto il conduttore, annuncia di essere giunto (finalmente) al termine del blocco. Dopo essersi auto-incensato asserendo che nella sua trasmissione trovano posto anche tesi bislacche, strampalate ed insensate come quelle del no vax noGP, chiude la trasmissione mentre in sottofondo si odono gli strilli isterici di Klaus Davi e quelli più maschi di Cecco Pavone che sommergono l’infelice. L’operazione quotidiana Fango e Merda sui No Vax – No GP è terminata. Alla prossima.

FONTE: https://alfiokrancic.com/2021/10/02/come-ti-stronco-il-no-vax/

 

 

 

STORIA

Capitano di Fregata CARLO FECIA di COSSATO M.O.V.M.

Alessandro Pini – 28 08 2021

Il 27 Agosto 1944 moriva il “Corsaro dell’Atlantico”, l’asso dei sommergibilisti italiani con 17 imbarcazioni nemiche affondate, Capitano di Fregata CARLO FECIA di COSSATO M.O.V.M.

Comandante dei sommergibili “Menotti” e “Tazzoli”, a bordo di quest’ultimo si distinse, fra l’Aprile del 1941 e la fine del 1942, in sei lunghe missioni atlantiche partendo dal porto di Bordeaux con l’affondamento di 17 navi nemiche. In seguito, venne trasferito al comando della torpediniera “Aliseo” mentre i suoi uomini del “Tazzoli” compivano l’ultima missione dalla quale mai tornarono, ciò lo sconvolse profondamente.

Il 9 Settembre 1943, all’indomani dell’Armistizio, condusse la torpediniera in un epico scontro contro il naviglio tedesco nel porto di Bastia in Corsica, in cui solo con la sua nave, per prestare soccorso alla torpediniera “Ardito” rimasta bloccata sotto il tiro delle batterie costiere cadute in mano alla Wehrmacht e di altre navi tedesche presenti in porto, invertí la sua rotta ed affondó ben sette imbarcazioni.

L’azione gli valse la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Destituito nel Giugno del 1944 per non aver prestato giuramento di fedeltà al nuovo Governo (si sentí disonorato dal Re e dallo Stato Maggiore) venne posto agli arresti il 22 dello stesso mese con l’accusa di “insubordinazione”, salvo poi essere rilasciato il giorno successivo a seguito dei tumulti degli equipaggi che si schierarono con lui.

Fu riabilitato e messo quindi in licenza per tre mesi, tentó invano di raggiungere la sua famiglia a Nord e venne ospitato da un amico a Napoli.

Durante questo periodo cercó di avere un colloquio con il Luogotenente del Regno Umberto di Savoia per spiegargli i motivi del suo gesto, ma non ci riuscí.

Il 21 Agosto, allora, scrisse la sua lettera testamento indirizzata alla madre e il 27 Agosto scelse la via del suicidio per denunciare la grave crisi dei valori in cui aveva sempre creduto.

Prese la pistola d’ordinanza e si sparó un colpo alla tempia.

Qui di seguito la sua lettera:

“Napoli, 21 agosto 1944

Mamma carissima,

quando riceverai questa mia lettera saranno successi fatti gravissimi che ti addoloreranno molto e di cui sarò il diretto responsabile.

Non pensare che io abbia commesso quel che ho commesso in un momento di pazzia, senza pensare al dolore che ti procuravo.

Da nove mesi ho soltanto pensato alla tristissima posizione morale in cui mi trovo, in seguito alla resa ignominiosa della Marina, resa a cui mi sono rassegnato solo perché ci è stata presentata come un ordine del Re, che ci chiedeva di fare l’enorme sacrificio del nostro onore militare per poter rimanere il baluardo della Monarchia al momento della pace.

Tu conosci che cosa succede ora in Italia e capisci come siamo stati indegnamente traditi e ci troviamo ad aver commesso un gesto ignobile senza alcun risultato. Da questa triste constatazione me ne è venuta una profonda amarezza, un disgusto per chi mi circonda e, quello che più conta, un profondo disprezzo per me stesso.

Da mesi, Mamma, rimugino su questi fatti e non riesco a trovare una via d’uscita, uno scopo alla vita.

Da mesi penso ai miei marinai del «Tazzoli» che sono onorevolmente in fondo al mare e penso che il mio posto è più con loro che con i traditori e i ladruncoli che ci circondano.

Spero, Mamma, che tu mi capirai e che, anche nell’immenso dolore che ti darà la notizia della mia fine ingloriosa, saprai sempre capire la nobiltà dei motivi che la guida.

Tu credi in Dio, ma se c’è un Dio, non è possibile che non apprezzi i miei sentimenti che sono sempre stati puri e la mia rivolta contro la bassezza dell’ora. Per questo, Mamma, credo che ci rivedremo un giorno.

Abbraccia papà e le sorelle e a te, Mamma, tutto il mio affetto profondo e immutato. In questo momento mi sento molto vicino a tutti voi e sono certo che non mi condannerete.”

FONTE: https://www.facebook.com/groups/209056506174846/permalink/1264420340638452/

 

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