NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 30 OTTOBRE 2018

https://www.fanpage.it/trump-e-putin-basta-clima-da-guerra-fredda-sul-voto-usa-nessuna-interferenza-russa/

 

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

30 OTTOBRE 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Se il Milite Ignoto resuscitasse, chi ammazzerebbe per primo?

MARCELLO MARCHESI, Il meglio del peggio, Rizzoli,1975, pag. 133

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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EDITORIALE

La geopolitica che cambia

 

Manlio Lo Presti 30 ottobre 2018

La notizia, ripetuta ad arte, che gli USA hanno bisogno dell’alleanza (sempre sottomessa e supina) dell’Italia per destabilizzare l’Unione Europea, presenta molti aspetti interessanti.

La pressione degli USA contro la Germania rientra in questa nuova geopolitica e il tracollo elettorale della Merkel prossima ad uscire, ne è il segnale più evidente. Le solite note società di rating USA stanno tenendo sotto tiro anche e soprattutto le banche tedesche che hanno guai superiori a quelle italiane. Anche il tracollo della coalizione guidata dalla Merkel ne è un segnale evidente.

Proviamo a buttare giù – a grandi linee – una bozza di disegno mondiale degli USA in questo momento:

1)   Gli USA hanno rapporti difficili con la Cina che si conferma essere la più grande macchina di riciclaggio del mondo, con migliaia di miliardi di dollari ogni giorno che girano vorticosamente intorno al pianeta provocando destabilizzazione diffusa. Non dimentichiamo che dietro a queste titaniche operazioni cinesi c’è la regia del DEEP STATE democratico neomaccartista che vorrebbe assassinare Trump e destabilizzare tutto l’apparato produttivo non-finanziario-non-speculativo che lo ha fatto eleggere, anche mediante la bomba immigrazionista;

2)   L’attuale governo costituisce quindi il Malleus Maleficarum grazie alla sua riottosità a sottostare ai diktat monetari della BCE attenta solo alla tutela dell’euro che è di fatto una “unità di conto” depressiva e non una moneta pro-ciclica. L’atteggiamento ondivago italico che va dal “confermiamo il DEF” ma “non vogliamo uscire dall’euro” è una tattica temporeggiatrice che ben si adatta allo scopo di creare instabilità in eurolandia. Questo governo sarà tempestivamente sostituito da un pretoriano di marca FMI (Cottarelli, uno a caso);

3)   La sparizione totale di barconi e barchette sul Mediterraneo ha smascherato le strategie immigrazioniste utilizzate come una bomba politica contro la ex-italia da parte dell’asse infernale anglofrancotedescoUSA di Soros, Gates, Zuckerberg, Kissinger, Koch, Rockefeller, Bergoglio, le otto Mafie operanti nel territorio italiano. Un asse contrapposto all’attuale amministrazione americana che i democratici cercano ossessivamente di sterminare con ogni mezzo. Altro pezzo del megapiano …

4)   Le politiche anti-immigrazioniste dell’amministrazione Trump, aventi lo scopo di tutelare i livelli occupazionali del mercato interno, contro una acquisizione di manodopera schiava a buon mercato per destabilizzare il mercato del lavoro interno in favore delle azioni speculative di marca democratica, sono un altro tassello;

5)   Una ridefinizione degli assetti geopolitici in Africa contro la immensa pressione della Cina e del predominio francese rappresenta un’altra casella dello scacchiere attuale;

6)   In questo quadro, la unificazione in corso delle due coree sostenuta da Trump – ora in sordina – ha una chiave di lettura nel futuro ruolo della Corea unita come un protagonista che può fare pressione economica nel Mar della Cina dalla quale cercherà di staccarsi progressivamente;

7)   La destabilizzazione della UE è un’altra casella. Lo scopo è quello di fiaccare la possibile potenza economica dell’Europa veramente unita attraverso la bomba-Italia. Da notare gli abboccamenti del presente governo verso la Russia la cui strategia segue la dottrina Dughin che ipotizza la costituzione di una zona euroasiatica, geograficamente più realistica rispetto alla alleanza europea con gli USA separata dall’Atlantico;

TUTTO CIO’ PREMESSO

si delinea un processo di accerchiamento e di strangolamento della Cina che per gli USA è un concorrente commerciale aggressivo, un immenso riciclatore planetario ed uno scomodo creditore di cui sbarazzarsi rapidamente!

Per il raggiungimento di questo scopo, la destabilizzazione europea è una premessa indispensabile. Appare sempre più evidente un accordo USA Russia per l’inglobamento dell’Europa nell’area russa, la EUROASIA, appunto.

La contropartita per i russi è quella di attuare un numero crescente di azioni di disturbo contro la Cina rafforzando soprattutto l’alleanza con  il colosso indiano che è un millenario avversario della Cina e oggi anche di più per le incursioni della popolazione maschile cinese al confine indiano per cercare le donne che dal Grande Balzo in Avanti la Cina ha ucciso in culla per la modica cifra di 300.000.000 (trecentomilioni) di bambine: un fatto di cui nessuno parla e che, per la sua titanica dimensione, sovrasta di ben centoventi volte l’olocausto ebraico. Un mostruoso sterminio inimmaginabile di cui nessuno parla perché il pianto è da sempre monopolio di pochi noti! Va tuttavia detto che la Russia sarebbe il primo bersaglio della Cina che potrebbe invadere il suo territorio con 50 divisioni corazzate e provviste di alte tecnologie militari, per un contingente iniziale pari a 5.000.00 di effettivi via terra.

L’ingresso dell’India, fedelissima alleata russa, contro la Cina, per saldare vecchi conti in sospeso, potrebbe scatenare problemi di terrorismo islamico in territorio russo nel caso il Pakistan non volesse rimanere in disparte. L’importanza della partita in gioco rende questo rischio un costo accettabile.

La Corea unificata potrebbe ricusare l’alleanza con la Cina per assumere un ruolo più importante e più lucroso nel quadrante nippotaiwanese.

L’alleanza tacita russo-americana potrebbe:

  1. a) Consentire la defenestrazione della Cina e dei francesi in Africa ricca di materie prime strategiche;
  2. b) Ribilanciare gli assetti nel Mar della Cina in favore della Russia e degli USA guadagnando l’alleanza della Corea unificata;
  3. c) Un ingresso della Russia in Europa come contropartita per i rischi islamici e la possibile aggressione militare della Cina.

Ne riparleremo

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Desirée e il vergognoso silenzio del movimento #metoo

Daniele Capezzone – 29 ottobre 2018

Sono passati diversi giorni, ormai, dalla tragica scoperta dello stupro e della morte della sedicenne Desirée Mariottini: tantissimi si sono espressi, e molti hanno un pezzo di ragione.

Ha ragione chi denuncia (argomento facile, si dirà: ma impossibile da confutare) un’immigrazione clandestina e illegale fuori controllo.

Ha ragione chi lamenta l’esistenza anche in Italia di vere e proprie “no-go zones”, cioè di aree sottratte alla legalità, dove può accadere di tutto.

Ha ragione chi (penso alla meritoria battaglia di Confedilizia) si batte contro la piaga delle occupazioni abusive di immobili.

Ha ragione chi mette in discussione l’attuale legislazione sulle droghe, che

 

Continua qui: https://www.nicolaporro.it/desiree-il-vergognoso-silenzio-del-movimento-metoo/

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Trump ha bisogno dell’Italia per far guerra all’Europa

20 OTTOBRE 2018 – Alessandra Bocchi

 (Washington DC) A Washington DC c’è aria di cambiamento verso l’Italia. Le elezioni di aprile, con la vittoria di Lega Movimento 5 Stelle, hanno portato al potere il primo governo populista in Europa. Senza contare la vittoria contro l’establishment di Donald Trump.

I due Paesi ora hanno governi fortemente identitari. Ma  non solo. L’America e l’Italia condividono gli stessi interessi nel risolvere problemi come l’immigrazione incontrollata ed l’egemonia di Bruxelles. Su altri temi, però, come la politica estera nel Medio Oriente, i due Paesi faticano ancora a trovarsi dalla stessa parte.

Siamo andati nella capitale a parlare con giornalisti e analisti di orientamento trumpiano per capire cosa pensa la presidenza americana del nuovo governo italiano.

“Il presidente Donald Trump stima molto il nuovo governo italiano, specialmente per avere fermato l’immigrazione”, ci racconta Saagar Enjeti, il corrispondente della Casa bianca per The Daily Caller, uno dei media conservatori più grandi del Paese.

Enjeti dice che durante la visita del premier Giuseppe Conte alle Casa Bianca ha notato una particolare “affinità” tra i due leader. Trump ha espresso la sua ammirazione verso la posizione del ministro dell’interno Matteo Salvini nel

 

Continua qui: http://www.occhidellaguerra.it/trump-italia-conte/

 

No all’Europa, sì all’Eurasia. Il sogno (illiberale) di Alexandr Dugin

Francesco Bechis – 29 0TT0BRE 2018

In un’intervista a 1/2 Ora in più di Lucia Annunziata su Rai 3 il filosofo russo considerato vicino a Putin profetizza la fine dell’Ue e dell’Occidente e immagina un’Eurasia dei popoli all’insegna della democrazia illiberale. Salvini? È lui il vero leader del popolo italiano

C’è chi lo ha definito “eminenza grigia del Cremlino” e “braccio destro di Putin”. Ma ad Alexandr Dugin questi nomi stanno stretti. Anche il fortunato soprannome di “Rasputin” del presidente russo affibbiatogli anni fa da Breitbart News, l’emittente a suo tempo guidata dall’ex capo stratega di Trump Steve Bannon. In Italia è ormai un volto noto, e soprattutto ben accolto ai tempi del sovranismo in salsa gialloverde. Il filosofo russo, già fondatore del Partito nazionale bolscevico con Eduard Limonov e padre del movimento Eurasiatista degli anni ’90, è tornato sugli schermi italiani in un’intervista a ½ Ora in più di Lucia Annunziata su Rai 3.

La conversazione con Eva Giovannini è ancora una volta un inno sfrenato all’esperimento populista italiano, l’unico nella storia recente ad aver celebrato con successo le nozze di un movimento che affonda le sue radici nell’ecologismo di sinistra e una forza politica sovranista transitata a destra negli ultimi anni. È un case study cui in tanti fra i profeti del populismo globale guardano con ammirazione dall’estero, compreso Bannon che avrebbe volentieri cercato un punto di incontro fra l’irruenza di Donald Trump e l’animosità di Bernie Sanders. Dugin però con Bannon ha ben poco a che spartire. Guarda con favore all’ondata anti-establishment che attraversa il Vecchio Continente, ma a differenza dell’ex braccio destro del Tycoon disprezza gli yankees e sogna un’Europa a immagine e somiglianza della Russia putiniana. È il progetto di “una grande Eurasia dall’Ucraina alla Manciuria”, di “una potenza della terra” contrapposta alla “potenza del mare” degli Stati Uniti che fin dal XIX secolo il movimento eurasiatico va vaticinando. Sono idee che hanno trovato ampio spazio nei manuali russi di strategia militare e di politologia, e che negli anni ’90 hanno affascinato un giovane Vladimir Putin impegnato a trascinare il Paese fuori dalla dolorosa e confusionaria transizione storica della Russia di Boris Yeltsin. Oggi Dugin ha la fama di eretico perfino a Mosca, dalla cui università è stato cacciato per aver esternato con troppa enfasi il suo auspicio per la soluzione del conflitto in Ucraina (“Uccideteli, uccideteli, uccideteli tutti”), e considerarlo consigliere fidato di Putin è a dir poco azzardato.

Ma in Italia ha trovato un terreno fertile per dare nuova linfa al suo progetto di una Grande Russia

 

Continua qui: https://formiche.net/2018/10/europa-eurasia-dugin/

 

 

Usa e Russia alla prova dei missili. Gli scenari spiegati da Nona Mikhelidze

Emanuele Rossi – 28 OTTOBRE 2018

 

Ci sono tre aspetti centrali sull’abbandono americano dell’Inf: proliferazione, Cina, Pyongyang. Ecco le ragioni di Trump in una conversazione con l’head of the Eastern Europe and Eurasia Programme dello Iai

L’annuncio dell’amministrazione Trump di voler ritirare gli Stati Uniti dal trattato Inf, acronimo inglese di Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, l’accordo chiuso tra Reagan e Gorbaciov sulle forze nucleari a medio raggio, ha creato reazioni, non foss’altro per il forte peso simbolico che l’Inf ha sempre avuto.

“Però – spiega a Formiche.net Nona Mikhelidze, head of the Eastern Europe and Eurasia Programme dell’Istituto Affari Internazionali (Iai) – sebbene il trattato è stato a lungo il fondamento delle relazioni tra Stati Uniti e Russia, tutti sappiamo che né Mosca né Washington hanno mostrato molto entusiasmo politico o persistenza nel volerlo salvare. Per questo forse sta giungendo alla sua logica fine”. “Ovviamente se la decisione di Trump sarà definitiva e non è un bluff”, aggiunge l’analista.

Il problema è un altro, spiega, perché “è stata Washington, non Mosca, a esprimere per primo ufficialmente dubbi sul valore del trattato, e questo mette il Cremlino dalla parte di chi che ha ragione, mentre gli americani da quella del torto”. La mossa di Trump permette alla Russia di salvarsi “dalla responsabilità di aver demolito il trattato, e a questo punto non conta più niente il fatto che ci sono tanti nell’establishment politico russo che si lamentano di questo trattato.

“Quel che conta è che è stata Washington per prima ad abbandonarlo. E, visto che il ritiro degli Stati Uniti dall’Inf rappresenta una nuova escalation nella già difficile relazione tra Russia e America, sicuramente Mosca lo utilizzerà con scopi di propaganda”, spiega l’analista.

Ma dal punto di vista delle implicazioni globali, cosa dobbiamo aspettarci? “Primo, Il regime di non proliferazione nucleare, che sarà discusso nella prossima Conferenza di revisione nel 2020, ora affronta un futuro ancora più incerto. È del tutto possibile che

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CULTURA

Sei brevi lezioni di metafisica condominiale

Il condominio come sistema politico: retroscena dal ventre molle del Paese che litiga per terrazzi e perizie, dove le assemblee diventano commedia dell’arte.

di Michele Masneri 28 dicembre 2016

 

Più che il trionfo del Donald, più del partito degli anziani del No, i limiti della democrazia emergono impietosi dalla prima riunione di condominio. I migliori argomenti contro la democrazia sono rappresentati da una conversazione con l’elettore medio (sosteneva Churchill). Che non era mai stato a un’assemblea di condominio. Nell’assemblea di condominio, rito a cui tutti sfuggono, si pensava, con eccessivo timore, emergono infatti i lati più primitivi del sistema democratico. Soprattutto se ci si va, come nel nostro caso, con entusiasmo nativo e sprezzo del pericolo.

Siamo pochi condomini, otto, si è appena cambiato quartiere, si ha lo spirito dei gentrificatori buoni dei romanzi di Franzen. E come tali veniamo trattati. Il Condominio Profondo naturalmente ci riconosce come pericoloso corpo estraneo: non tollera questa nostra idea malsana di voler cambiare qualcosa, questo entusiasmo politico per la partecipazione. Si propone (folli) di poter acquistare il terrazzo dal condominio; terrazzo abbandonato, di antenne brulicanti, di fili che non portano a nulla (il nostro appartamento poggia su un terrazzo, il terrazzo è comune, non ci passa nessuno, sarebbe carino metterci una sdraio e un ombrellone, il Bresciano Democratico in noi pensa subito a come acquisirlo legalmente). La proposta suscita immediatamente fastidio e scalpore: il Condominio Profondo si è visto toccato nel suo ventre molle, l’unanimismo. Per la cessione a singolo condomino di parti comuni, infatti (si era studiato), occorre l’unanimità dei voti, i 1000 (mille) millesimi, un fenomeno che si verifica più raramente del doppio arcobaleno. E una procedura più complessa di quella di revisione costituzionale. Andranno stanati uno a uno i proprietari, anche quello dell’Aquila che non viene mai, anche la signora del bar che si lamenta sempre delle perdite di acqua.

Di fronte alla proposta di acquisto e allo scenario dei mille millesimi, democrazia in purezza, scatta il panico. Dopo che spiego carinamente con termini semplificati e un disegno e delle fotografie del lastrico solare sul mio iPad, a quei bravi signori (che tra l’altro posseggono molti più millesimi di me), la signora Leda, di Benevento, che pare convinta, dice: «Però ci possiamo sempre passare, giusto?». La signora Leda sarebbe decisa a cedere la sua proprietà di terrazzo mai utilizzato («ma che, sta al quarto piano? Ah, no, non ci sono mai salita»). No, signora, se lo compro io lei non ci può più passare. «Ah, certo», dice, turbata,

Continua qui: https://www.rivistastudio.com/sei-brevi-lezioni-di-metafisica-condominiale/

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Come è iniziata la carovana dei migranti verso gli Stati Uniti

Con messaggi su WhatsApp, con un volantino su Facebook e grazie a giornali e televisioni: è la più grande di sempre, e non sembra avere un “responsabile”

 

  • mercoledì 24 ottobre 2018

 

La carovana di migranti partita quasi due settimane fa dall’Honduras per raggiungere gli Stati Uniti è arrivata martedì sera nella città di Huixtla, nel sud del Messico. In un giorno, i circa 7.000 migranti che la compongono avevano percorso altri 40 chilometri verso nord, dopo averne percorsi quasi 800 dalla città honduregna di San Pedro Sula, dove il 12 ottobre era iniziato il loro viaggio. Restano però ancora lontanissimi dagli Stati Uniti, con praticamente tutto il Messico da attraversare.

La sera dell’11 ottobre, decine di persone avevano cominciato a radunarsi al terminal dei bus di San Pedro Pula, non sapendo esattamente cosa si sarebbero trovati davanti e cosa avrebbero dovuto affrontare. Pochi mesi prima, a marzo, una carovana di migranti che era riuscita ad arrivare fino alla California aveva ottenuto grandissime attenzioni dai media: molte delle persone che si erano ritrovate al terminal di San Pedro Pula sapevano solo che volevano provarci anche loro. I primi che arrivarono trovarono poche decine di persone, qualche ora dopo erano già in centinaia e al momento della partenza la carovana era formata da più di 2.000 persone. Era probabilmente già la più grande di sempre, e da allora ha continuato a crescere.

Arrivare illegalmente negli Stati Uniti dall’Honduras può costare normalmente anche più di 10.000 dollari. Bisogna pagare un trafficante che organizzi i viaggi e si occupi di attraversare i confini col Guatemala, il Messico e il Texas o la

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LA LINGUA SALVATA

Ingarbugliare

in-gar-bu-glià-re (io in-gar-bù-glio)

SignMescolare più cose insieme in modo da confonderle, intricare; confondere

da garbuglio, di etimo incerto.

Per quanto i dizionari facciano uno sforzo notevole di astrazione, non si può girare intorno al fatto che l’ingarbugliare, oggi, ha come oggetto ciò che, figuratamente o concretamente, ha forma di filo, è ordinato e continuo come un filo. Ovviamente se non sono attento finisco per ingarbugliare i cavi sotto alla televisione, ho smesso di seguire la serie perché la trama si è ingarbugliata troppo, non ho riarrotolato subito la catena e ora è irrimediabilmente ingarbugliata, ti faccio un discorso ingarbugliato per dirti che mi piaci.

Anche se ingarbuglio una pietanza da non saper più che roba sia, sottendo sempre

 

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https://unaparolaalgiorno.it/significato/I/ingarbugliare?utm_source=newsletter&utm_medium=mail&utm_content=parola&utm_campaign=pdg

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Unicef: se doni 3 euro, 2 vanno a una società privata. Ma per il fondo per l’infanzia va bene così

L’affare Play Therapy Africa – Scoperta dei Pm di Firenze nell’inchiesta sui Conticini. Ma il Fondo per l’infanzia ha deciso che va bene così

di Davide Vecchi | 28 ottobre 2018

Su dieci milioni di donazioni versate ad associazioni umanitarie per aiutare i bambini, oltre sei sono diventati profitti di un’azienda: la Play Therapy Africa. La procura di Firenze lo ha scoperto e ha indagato i responsabili della società, i fratelli Conticini. Unicef, che le aveva affidato 3,8 milioni dei 10, ha deciso di non querelare e quindi di non approfondire l’uso dei fondi raccolti tra i suoi donatori. Non solo. Da parte lesa avrebbe potuto formulare richiesta di accesso agli atti come previsto dall’ex articolo 116 di procedura penale. Il Fatto ha accertato che neppure questa strada è stata percorsa. La vicenda è nota. Nel 2016 i magistrati Luca Turco e Giuseppina Mione hanno indagato i tre fratelli Conticini: Alessandro e Luca per riciclaggio e appropriazione indebita aggravata. Andrea – marito di Matilde Renzi – per riciclaggio. I pm hanno scoperto che di 10 milioni complessivi affidati da Unicef, Fondazione Pulitzer e altre onlus americane e australiane per finanziare attività benefiche a favore dei bambini a Play Therapy 6,6 sono finiti in conti personali e utilizzati per investimenti immobiliari all’estero e in altre operazioni finanziarie. Andrea, inoltre, secondo i magistrati, ha prelevato soldi dai conti destinandoli a tre società dell’inner circle renziano: alla Eventi 6 della suocera Laura Bovoli (133.900 euro), alla Quality Press Italia (129.900 euro) e 4 mila alla Dot Media di Firenze, che organizzava la Leopolda del cognato Matteo.

A indagini ormai prossime alla chiusura, lo scorso aprile il governo Gentiloni, in uscita da Palazzo Chigi, ha approvato un decreto che esclude dalla procedibilità d’ufficio alcuni reati fiscali tra cui l’appropriazione indebita aggravata, lasciando la denuncia di parte. Per questo ad agosto i magistrati hanno trasmesso la richiesta di rogatoria alle possibili parti lese: Unicef New York, Fondazione Pulitzer, Action Usa in particolare. A fine settembre Unicef ha comunicato, per voce del direttore Italia, Paolo Rozera, la decisione di non querelare. Di conseguenza molti donatori hanno scritto all’associazione esprimendo la volontà di interrompere le loro donazioni. Un lettore ci ha trasmesso anche la risposta ricevuta da Unicef. Un testo che vorrebbe rassicurare i benefattori ma che in realtà lascia inevase numerose domande e genera dubbi.

Continua qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/donazioni-unicef-c-il-66-finisce-ad-una-societa-privata/

 

 

MERKEL – OVVERO IL GOVERNO PER OMISSIONE

Maurizio Blondet 30 ottobre 2018 16 commenti

Copio e incollo un commentino di Alberto Bagnai:

Auf Wiedersehen Frau Kasner, und vielen Dank. Avevo appena detto (a @radioanchio, mi sembra) che sarebbe potuta partire da vincitrice ma è stata costretta dalla sua germanicità a farlo da sconfitta. E attenzione: il problema non è politico, è culturale (quindi irrisolto) …

Per “germanicità”, credo intenda l’impoliticità radicale dell’essere tedesco.

Piccola digressione

Mi sembra di avervi già raccontato come, durante la prima guerra mondiale, governo e parlamento tedesco  – civili –   avessero abbandonato ogni supervisione politica sull’Oberste Heeresleitung  (OHL), il comando supremo delle forze terrestri, per il grande rispetto (e sentimento d’inferiorità) che “la politica” aveva per questi tecnici sopraffini della strategia militare: Hindenburg e Ludendorff, nientemeno, a capo della più eletta schiera di generali. E l’OHL condusse la  guerra con impeccabile teutonica perfezione.  La guerra su due fronti era stata l’incubo di Federico il Grande? Ma l’OHL mandò Lenin in Russia col treno piombato ed ottenne la rivoluzione bolscevica e l’armistizio sul fronte orientale. Disciplina, abnegazione, bravura e spirito di sacrificio dei milioni di soldati e delle  decine di milioni di civili.

Non un centimetro del territorio del Reich era stato  calcato da un solo soldato nemico, quando –  era la fine di settembre 1918  – l’OHL comunicò al ministro degli esteri Von Hintze di avanzare ai nemici una richiesta di armistizio:  immediata. Il vicecancelliere, principe Max  de Bade,  disse che “considerando funesta l’ammissione della nostra debolezza militare, un’offerta  di pace doveva precedere la proposta di armistizio”.   Il Comando insisté sulla necessità  “immediata di una richiesta d’armistizio, stimando impossibile un ritardo  per più di qualche giorno” . Ma perché?,  si domandarono sgomenti ministri e parlamentari.  ”Nonostante tutte le misure prese – fu la risposta del

 

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/merkel-ovvero-il-governo-per-omissione/

 

 

POLITICA

La “profezia” di Goldman Sachs: “Governo cade prima di giugno”

www.ilgiornale.it Franco Grilli – 29 0ttobre 2018

La tenuta del governo è sempre più a rischio. E ora la banca di affari statunitense scommette sulla rottura tra M5s e Lega

La tenuta del governo è sempre più a rischio. Da qualche settimana emergono sempre di più le divergenze tra i Cinque Stelle e la Lega.

Lo scontro ormai è su tutto. Dal Dl Fisco al Dl Sicurezza passando anche dalle grandi opere come Tav e Tap. E così l’asse gialloverde potrebbe cominciare a scricchiolare. Di fatto il Carroccio nei sondaggi guadagna terreno e numeri alla mano, se si votasse oggi una coalizione di centrodestra potrebbe diventare maggioranza. E così gli osservatori internazionali e i mercati cominciano a scommettere sulla tenuta dell’esecutivo che ha davanti la guerra contro Bruxelles sulla manovra e l’instabilità dei mercati che preoccupa e non poco gli italiani. Su questo scenario arriva una “profezia” dalla banca di affari statunitense Goldman Sachs: “Il governo non sopravviverà fino alla metà del prossimo anno”.

Una previsione forte quella di Goldman Sachs che di fatto potrebbe preoccupare (e non poco i grillini). L’analisi poi si fa più esplicita e parla anche di un possibile nuovo governo: “È probabile che il governo venga sostituito da un esecutivo internamente più coerente o di centrodestra o di centrosinistra, che segua una politica di bilancio meno aggressiva, incentrata o su tagli alle

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