NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 20 SETTEMBRE 2018

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 20 SETTEMBRE 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

La guerra è finita.

I comandanti si salutano.

Una vecchia madre aspetta ogni giorno suo figlio martire,

la moglie il suo caro marito,

i ragazzi il proprio padre …

Io non so chi ha venduto il nostro Paese,

ma ho visto chi ha pagato!

(Bassam Matta)

سوف تنتهي الحرب

ويتصافح القادة

وستبقى تلك العجوز تنتظر ولدها الشهيد

وتلك المرأة زوجها الحبيب

وأولئك الأطفال والدهم البطل

لا اعلم من باع الوطن

ولكني رأيت من دفع الثمن

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2108491879362570&id=100006053350474

 

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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IN EVIDENZA

“Il Governo ha creato una gioiosa macchina da guerra finalizzata alla morte per annegamento dei migranti”

19/09/2018

 

Il duro attacco dello scrittore Sandro Veronesi all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte sulla chiusura dei porti italiani:

 

“Con una astuta combinazione tra scaltrezza e cialtroneria hanno creato una gioiosa macchina da guerra finalizzata alla morte per annegamento. Si tratta di un crimine”.

Continua qui:

https://www.huffingtonpost.it/2018/09/19/il-governo-ha-creato-una-gioiosa-macchina-da-guerra-finalizzata-alla-morte-per-annegamento-dei-migranti_a_23532401/

 

 

Volo Alitalia, l’imprenditore: “Mi hanno fatto sloggiare per far posto alla parlamentare. Con la scusa di un portatore di handicap”

Duilio Paolino scrive ad Alitalia: “Ho constatato che il mio posto era stato assegnato ad un politico e ai suoi accompagnatori, non ad un portatore di handicap come mi era stato detto”

mercoledì 19 settembre 2018

Stupefatto e sdegnato, ha scritto una lettera infuocata al servizio clienti di AlitaliaDuilio Paolino, noto imprenditore piemontese, era sul volo che nel tardo pomeriggio del 16 settembre collegava Fiumicino con l’aeroporto “Colombo” di Genova. Lo stesso airbus sul quale viaggiava l’onorevole Laura Boldrini, di recente impegnata a Savona, dove in tribunale si è tenuta la prima udienza del processo che la vede opposta al sindaco di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, chiamato a rispondere di diffamazione per un post scritto su Facebook.

La vicenda è snocciolata dallo stesso Paolino, che, dopo essere tornato nel Cuneese dove ha sede la sua “Cosmo” (azienda specializzata in macchinari per l’agricoltura), ha messo nero su bianco il suo racconto per informare l’ufficio relazioni con il pubblico di Alitalia.

“Avevo prenotato il volo 1391 e avevo effettuato regolare pagamento upgrade con scelta del posto – riporta l’imprenditore – Al momento della registrazione mi viene comunicato che sono stato spostato al 20C senza che nessuno faccia riferimento al fatto che io avevo pagato 15 euro proprio per quello spazio; ma mi è stata data la motivazione secondo la quale una persona portatrice di handicap avrebbe dovuto avere quel posto. Non ho fatto alcuna obiezione e non ho nemmeno pensato a chiedere il rimborso”.

Salendo a bordo, però, Paolino si accorge che il sedile che aveva scelto al momento della prenotazione non è stato attribuito ad un viaggiatore con disabilità.

“Con grande stupore e arrabbiatura, ho constatato che il mio posto era stato assegnato ad un politico e ai suoi accompagnatori – puntualizza l’imprenditore – Non contesto il fatto che mi sia stata raccontata una bugia, ma è

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http://www.lavocedigenova.it/2018/09/19/leggi-notizia/argomenti/cronaca-5/articolo/boldrini-sul-volo-genova-roma-limprenditore-mi-hanno-fatto-sloggiare-per-far-posto-alla-parlamen-3.html

 

 

Il doppio filo che lega Russia e Israele in Siria

L’abbattimento dell’aereo non incrina i rapporti tra Mosca e Tel Aviv. Anzi, potrebbe rafforzarli. Ecco quali sono gli interessi incrociati delle due potenze nell’area. 

Riccardo Amati – 19 settembre 2018

La Russia minimizza l’incidente, perché le relazioni con Israele sono determinanti al fine di rendere permanente il suo ritorno in Medio Oriente e quindi al ruolo di grande potenza. Confermando i rischi e i pericoli che l’avventura militare siriana ancora comporta, l’abbattimento dell’aereo spia a largo di Latakia potrebbe semmai portare a un rafforzamento della partnership con Gerusalemme (o Tel Aviv, se preferite), nella prospettiva di soluzioni diplomatiche per il dopoguerra in grado di dare stabilità e prestigio alla posizione di forza riconquistata da Mosca sullo scacchiere internazionale dopo 25 anni di assenza. Le parole con cui Vladimir Putin ha ridimensionato l’episodio costato la vita a 15 militari russi definendolo «una catena di tragici eventi casuali» suonano come uno schiaffo al suo ministro della difesa Sergei Shoigu, che aveva dato tutta la colpa a Israele («un atto ostile, risultato di azioni irresponsabili da parte dei militari israeliani») e preannunciato ritorsioni. Al di là di ogni valutazione sui cortocircuiti ricorrenti ai vertici del regime di Mosca, la

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/mondo/2018/09/19/israele-russia-siria-iran-putin-netanyahu/223722/

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Dopo il #Metoo non si può più parlare di donne

L’attore Marco Giallini sulla Verità: ora se fai una battuta a una donna devi stare attento perché potresti essere accusato di molestie

20 settembre 2018

“Bel capolavoro abbiano fatto. Per colpire gli uomini di m… che approfittando del loro ruolo allungano le mani o peggio, abbiamo avvelenato i pozzi del rapporti tra uomini e donne. Io le donne le ho sempre rispettate e ci mancherebbe altro. Ma ora se fai una battuta a una donna, devi stare attento perché potresti essere accusato di molestie”. In una lunga intervista con Antonello Piroso su La Verità l’attore Marco Giallini, Rocco Schiavone, tante altre parti importanti, in quaranta film di cui 21 negli ultimi dieci anni, si rammarica del come sia stato gestito il dopo #Metoo, rovinando i rapporti tra i due sessi.

“Se è vero come è vero che ci sono degli uomini laidi – osserva Giallini -, ci sono

 

Continua qui: https://www.huffingtonpost.it/2018/09/20/dopo-il-metoo-non-si-puo-piu-parlare-di-donne_a_23533239/?utm_hp_ref=it-homepage

 

Amazon, Antitrust Ue avvia indagine su utilizzo dati rivenditori

Vestager: siamo solo all’inizio, inviati diversi questionari

Roma, 19 settembre 2018 (askanews)

– La Commissione europea ha puntato i riflettori di Amazon, in particolare sui dati che raccoglie dai vari rivenditori esterni che operano tramite il suo portale. E con i quali risulta parallelamente in competizione. La Commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager ha annunciato una indagine preliminare sulla questione, spiegando che non è stata innescata da segnalazioni o lamentele di terzi ma dalle informazioni raccolte dalla stessa Ue.

Tuttavia le preoccupazioni su come il gigante di vendite online fondato da Jeff Bezos, secondo molti osservatori ormai l’uomo più ricco ella Terra, sfrutti l’enorme mole di dati che è in grado di raccogliere ogni giorno non solo unicamente dei tecnici Ue.

“La domanda che le persone fanno sempre più spesso riguarda queste piattaforme che ospitano rivenditori e sono al contempo rivenditori esse stesse – ha spiegato la Vestager -. La questione qui è che Amazon riceve i dati dai commercianti

 

Continua qui:

http://www.askanews.it/economia-estera/2018/09/19/amazon-antitrust-ue-avvia-indagine-su-utilizzo-dati-rivenditori-pn_20180919_00272/

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

La breccia di Porta Pia, 20 settembre 1870: i migliori film sul Risorgimento italiano

www.cineblog.it

Di F. Colla – venerdì 20 settembre 2013

Cinque capolavori per celebrare l’anniversario della presa di Roma e la breccia di Porta Pia a 143 anni di distanza.

Quel lungo periodo storico che va dal 1848 alla fine della Prima Guerra Mondiale, noto a tutti come Risorgimento, raggiunse uno dei suoi momenti più travagliati il 20 settembre 1870, quando i bersaglieri irruppero nella breccia di Porta Pia a Roma. Conquistare lo Stato Pontificio e porre fine al potere temporale del Papa non fu una decisione da poco e le conseguenze di questo gesto furono gravide di conseguenze politiche perdurate per decenni.

Non è questa la sede per un’analisi storica della questione, ma il Risorgimento, uno degli elementi fondanti della storia italiana, da sempre desta grande interesse tra i cineasti, tanto che il primo film mai proiettato pubblicamente nel nostro paese, fu La presa di Roma di Filoteo Alberini, uno dei pionieri del cinematografo tricolore.

Si tratta di un cortometraggio girato nel lontano 1905, uno dei primissimi film italiani: ne rimangono circa 4 minuti (75 metri circa di pellicola) che noi vi proponiamo. Venne proiettato il 20 settembre 1905 sui bastioni di Porta Pia, di fronte a migliaia di persone, per celebrare il 35° anniversario della conquista della città. Un documento inestimabile, nel quale venne utilizzato un montaggio già alquanto

 

Continua qui: http://www.cineblog.it/post/311033/la-breccia-di-porta-pia-20-settembre-1870-i-migliori-film-sul-risorgimento-italiano

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Conto alla rovescia per l’attacco chimico false flag nella provincia di Idlib?

Questo scontro epocale, immerso nella crisi sistemica, anche se ce lo siamo dimenticato è iniziato in Europa, precisamente in Iugoslavia…

 

 

 

 

 

19 settembre 2018 di Piotr

 

Conto alla rovescia per l’attacco chimico false flag nella provincia di Idlib?

 

Parrebbe di sì. Ecco il perché:

 

1) Le minacce degli USA stanno crescendo di giorno in giorno. Idlib non deve essere toccata. Ieri c’è stato l’attacco israeliano e francese contro le postazioni siriane durante il quale è stato abbattuto il ricognitore russo.

 

2) La portaerei Truman, il gioiello della marina imperiale, è ritornata nel Mediterraneo col suo gruppo d’attacco. Il motivo dichiarato dal servizio stampa della Marina statunitense è: “continuare a sostenere gli alleati della NATO, i nostri simpatizzanti europei e africani, i partner della coalizione e gli interessi USA in Europa e Africa”. Interessante che la Siria non sia citata ma l’Africa sì. Io credo che in realtà della Siria in se stessa ormai all’America interessi poco. Quel che poteva ottenere per adesso l’hanno ottenuto Bisogna uscirne a testa alta. Più importanti effettivamente l’Africa e l’Europa.

 

Il comandante della Sesta flotta nel Mediterraneo, la viceammiraglia Lisa M. Franchetti (è donna, quindi per il Manifesto deve essere brava per definizione!), si è detta eccitata per avere di nuovo tra loro la Truman e che questa portaerei parteciperà a “tutto lo spettro delle operazioni navali.”. Quali saranno queste “operazioni navali” la brava (per definizione) Lisa M. Franchetti non ce lo dice.

La presenza navale USA-Nato nel Mediterraneo si è intensificata dalla fine di agosto: cacciatorpediniere Ross con 28 missili Tomahawk, poi il Bulkeley e il sottomarino d’attacco Newport News. Mentre il cacciatorpediniere The Sullivans è stato schierato nel Golfo Persico e un bombardiere strategico è stato spostato in una base aerea del Qatar.

 

Intanto il sottomarino nucleare inglese Talent ha lasciato Gibilterra per il Mediterraneo orientale. La fregata francese Auvergne è già in loco e ieri ha partecipato all’attacco assieme ai jet siriani durante il quale è stato abbattuto un ricognitore russo con i quali i

 

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https://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/2018/09/19/conto-alla-rovescia-per-l-attacco-chimico-false-flag-nella-provincia-di-idlib-2031021.html

 

 

CULTURA

Morte di Italo (Calvino)

Gianni Celati – 19 settembre 2015

Pochi giorni dopo il funerale di Italo Calvino ho buttato giù gli appunti che seguono, soltanto per ricordarmi la situazione e i sentimenti del momento. Ero appena tornato dalla Francia, e la sera stessa la moglie di Calvino (Chichita) mi ha telefonato per dirmi che Italo stava morendo. Sono partito in macchina nella notte verso Siena assieme alla moglie di Carlo Ginzburg (Luisa), mentre Carlo stava arrivando col treno da Roma.

In macchina io e Luisa siamo arrivati a Siena a mezzanotte e mezza, e proprio allora Carlo stava smontando da un taxi davanti all’ospedale. Chichita era andata a dormire all’albergo. Italo era in sala di rianimazione dove non si poteva entrare, lo tenevano ancora in vita con farmaci «a termini di legge». Abbiamo cercato in tutti gli alberghi di Siena senza trovare un posto per dormire, allora ci siamo seduti ad aspettare davanti all’ospedale. Siamo riusciti a entrare solo alle 4, quando è arrivata Chichita assieme a Giorgio Agamben, Giovanna, Aurora, François Wahl, e il fratello di Italo. Avevano già composto il corpo di Italo nella bara, ma in modo ridicolo, pare, mettendogli del pizzo intorno alla testa.

Nella notte ci siamo seduti intorno a un tavolo nella stanza del direttore dell’ospedale. Chichita ha dovuto andare a occuparsi della bara e d’altre cose, poi quando è tornata si è messa a farci molti racconti su Italo. Mentre era in stato di semi coscienza i

 

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CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE

Torri gemelle e pecore elettriche

Quando si iniziano a sognare pecore elettriche significa che ormai ogni contatto con la realtà è perso.

Redazione 12 settembre 2018megachip.info

di Piotr

11 settembre. Non ne posso più dei complottisti!

 

In questi giorni ricorre il triste anniversario dell’11 settembre 2001, l’attentato alle Torri Gemelle. Ovvero la data d’inizio della Terza Guerra Mondiale (per ora condotta a pelle di leopardo).

 

Non sopporto più quei complottisti (solitamente sovranisti e rossobruni) che continuano a dire che la versione ufficiale dell’attentato non convince, che fa acqua.

 

Insomma, tutti sappiamo che sono stati un pugno di estremisti islamici che avevano imparato a volicchiare su monomotori turistici e adesso sappiamo che di mezzo (ce lo dicono le carte desecretate l’anno scorso) c’erano i Sauditi, ai quali i parenti delle vittime hanno quindi chiesto milioni di danni (ma tanto i Sauditi i soldi ce li hanno).

 

Tutti sanno che la serie infinita di guerre che l’America ha iniziato a partire da quel giorno non è altro che un moto naturale di difesa. Che non c’era nulla di preordinato.

 

Perché è naturale che se un terrorista islamico di al-Qaida nascosto tra le montagne dell’Afghanistan ti fa un attentato in casa, tu devi fare la guerra all’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia (alleandoti con al-Qaida), alla Siria (alleandoti con al-Qaida), allo Yemen (tramite i sopra citati Sauditi e con l’ausilio di al-Qaida e il supporto dell’Italia piddina) e minacciare di farla all’Iran.

 

Questo è tutto logico. Non vi pare? Non fatemi anche voi i complottisti, per favore!

 

E’ del tutto irrilevante che i neocons del Project for a New America Century, o PNAC (i vari Wofowitz, Perle, Armitage, Bolton, Cheney), esattamente un anno prima avessero auspicato un “evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor” (“some catastrophic and catalyzing event – like a new Pearl Harbor”). Perché i debunker, cioè i demistificatori, gli sbufalatori, ci hanno spiegato bene che il contesto era semplicemente il rammodernamento delle forze armate statunitensi. Mica il contrasto ai nuovi grandi competitor, come c’è scritto nella parte introduttiva

 

Continua qui: https://megachip.globalist.it/pensieri-lunghi/2018/09/12/torri-gemelle-e-pecore-elettriche-2030646.html

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Accoglienza e salvataggi

Marco Mazzocchi – 19 settembre 2018

 

Ormai le “anime belle” si sono ridotte alla diffamazione per sostenere il business del salvataggio e dell’accoglienza.

Per ora, gli unici migranti morti per responsabilità di un governo italiano sono gli albanesi annegati con Prodi. 

Pare che con gli arrivi in calo di africani, lo Stato italiano risparmierà intorno ai 2 miliardi di euro.

Una bella sommetta…che le Ong erano già pronte a spartirsi e a cui ora dovranno rinunciare.

Non c’è uno pseudo intellettuale che abbia un pensiero proprio. Tutti alla

 

Continua qui: https://m.facebook.com/groups/664829370248102?view=permalink&id=2062391560491869

 

ECONOMIA

Il phastidioso Cottarelli

Oggi su La Stampa trovate un editoriale di Carlo Cottarelli dal titolo inequivocabile: “Gli errori di Tria – Investimenti e il miracolo impossibile: alzare il Pil e tagliare il debito”, che curiosamente riprende un concetto che il vostro umile titolare ha espresso su questi pixel due giorni addietro.

19 settembre 2018

Che dice, Cottarelli? La premessa è la passione del ministro dell’Economia per investimenti pubblici come volano di tutto, una sorta di genesi che ci condurrà alla Terra Promessa. Il concetto è astrattamente corretto, su di esso servirebbe forse meno enfasi di quella che viene utilizzata dai governi italiani pro tempore da parecchi anni a questa parte.

Gli investimenti pubblici servono ad innalzare il potenziale di crescita dell’economia, oltre a rappresentare uno stimolo di breve termine della domanda aggregata, come sappiamo. Storicamente, in Italia la seconda funzione è risultata largamente dominante sulla prima. Ma Tria si è spinto oltre, fin verso la soglia del pensiero magico, e Cottarelli lo bacchetta. Secondo Tria

«Gli investimenti pubblici materiali e immateriali dovranno essere la chiave per ottenere quel di più di crescita che permetterà di conciliare l’attuazione del programma di riforme strutturali, annunciato dal governo, con un quadro di finanza pubblica coerente con l’obiettivo di diminuzione progressiva del rapporto debito-Pil, sul quale il governo si è impegnato»

Cottarelli replica:

«Capito? Gli investimenti pubblici consentirebbero alla fine di finanziare anche la parte corrente del contratto di governo»

Cioè il maxi deficit per riforma della legge Fornero, reddito di cittadinanza, flat tax. Abbiamo la nuova cornucopia italiana, in pratica. Cottarelli precisa di non essere un “talebano fiscale”, avendo sostenuto con Olivier Blanchard, ai tempi del FMI e della Grande Crisi (2008), un robusto programma di stimoli fiscali, fatto soprattutto da investimenti pubblici, dell’ordine di ben il 2% di Pil. E tuttavia,

Continua qui: https://phastidio.net/2018/06/22/il-phastidioso-cottarelli/

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Così Mincione prova a sfilare Carige a Malacalza

Gli schieramenti nell’assemblea del 20 settembre: se vince Fiorentino la banca va verso la fusione, forse con Bpm. Se prevale la famiglia genovese il tentativo sarà quello di mantenere l’istituto autonomo. Il punto.

Samuele Cafasso – 20 settembre 2018

Il 20 settembre si riunisce l’assemblea di banca Carige che deciderà il futuro dell’istituto ligure: se vince la lista della famiglia genovese Malacalza, l’istituto potrebbe provare a rimanere una banca autonoma, almeno per qualche anno. Se vince invece la lista del finanziere Raffaele Mincione, l’istituto di credito potrebbe presto essere fuso con un’altra banca: una delle ipotesi più accreditate sarebbe Bpm. In ogni caso, siamo a una svolta per uno degli istituti di credito più colpiti dalla crisi e vittima di anni di cattiva gestione: il suo ex presidente, Giovanni Berneschi, arrestato nel 2014, è stato condannato a oltre otto anni di galera per truffa. Al contrario di quanto successo per Mps o per le banche venete, tuttavia, lo Stato non è mai intervenuto in Banca Carige che oggi capitalizza in Borsa meno di 500 milioni dopo aver sostenuto due aumenti di capitale nel 2015 e nel 2017 per complessivi 1,4 miliardi e molteplici cambi di management. Il 22 giugno scorso, inoltre, la Bce ha recapitato una lettera in cui giudica insufficiente il piano di conservazione del capitale, per cui potrebbero essere necessarie nuove forme di finanziamento.

GLI SCHIERAMENTI IN CAMPO

Le liste che si contendono Carige sono due, una presentata dal primo azionista (la famiglia Malacalza) che possiede il 27,5% delle azioni, l’altra da tre soci riuniti in patto di sindacato: Raffaele Mincione, Gabriele Volpi, Aldo Spinelli. Nei giorni scorsi Mincione aveva dichiarato che il “patto” puntava ad avere “almeno” il 20% delle azioni, tuttavia lo scorso 14 settembre Bankitalia ha imposto ai tre azionisti di chiedere agli organi di vigilanza l’autorizzazione a salire oltre al 10% dei titoli. In assenza di questa autorizzazione (al mometo non c’è), all’assemblea del 20 settembre i tre pattisti non potranno

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2018/09/20/carige-assemblea-mincione-malacalza/223728/

 

 

GIUSTIZIA E NORME

La condizione delle detenute con figli in Italia

Il fenomeno riguarda 52 donne e 62 minori. Le misure alternative al carcere esistono, ma mancano i finanziamenti. Come spiega Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone.

Davide Gangale – 19 SETTEMBRE 2018

La tragedia avvenuta nel carcere romano di Rebibbia, dove una detenuta nata in Germania ha gettato i due figli di sei mesi e due anni giù dalla tromba delle scale (la prima ha perso la vita sul colpo, per il secondo si parla di morte cerebrale), ha riacceso i riflettori sulla detenzione femminile in Italia, in particolare sulla condizione delle madri recluse con figli. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha scelto la linea dura, sospendendo la direttrice e la vicedirettrice della sezione femminile del carcere, oltre alla vicecomandante del reparto di polizia penitenziaria. Secondo gli ultimi dati riportati dal suo dicastero, aggiornati al 31 agosto 2018, le donne detenute con figli al seguito sono 52 e i minori coinvolti 62.

Detenute madri con figli al seguito (fonte: ministero della Giustizia).

Come spiega a Lettera43.it Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, a prescindere dalla presenza dei figli la detenzione femminile si caratterizza in tutta Europa per la sua residualità: «Le donne delinquono molto meno degli uomini e rappresentano tra il 4 e l’8% della popolazione carceraria. In Italia sono poco sopra al 4%». Ciò fa sì che nel nostro Paese ci siano pochissimi istituti esclusivamente femminili: «Solo cinque su 190». Tutte le altre donne sono ospitate in piccole sezioni femminili sparse nelle carceri maschili. E paradossalmente il basso tasso di delinquenza femminile «finisce per penalizzare le donne a livello penitenziario», perché «la stragrande maggioranza delle risorse umane ed economiche disponibili in carcere viene

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/societa/2018/09/18/detenute-figli-carcere-italia/223693/

 

 

Giudice lo condanna a risarcire lo stupratore della figlia

La ragazza si è suicidata poco dopo lo stupro. Il padre costretto a trovare 21mila euro entro pochi giorni per evitare il pignoramento

Claudio Cartaldo – Mer, 16/09/2015   RILETTURA PER NON DIMENTICARE

Costretto a risarcire la famiglia dello stupratore di sua figlia. Morta suicida a pochi anni dalle violenze sessuali.

È la storia, assurda, della giustizia italiana. Davide Zacchelli, che vive a Faenza, deve trovare 21mila euro entro il 21 settembre da dare alla madre di Enzo Foschini, il docente che nel 2007 molestò sua figlia di 15 anni.

Il violentatore è già stato condannato a tre anni di carcere in Cassazione e sta scontando la pena. Ma rischia di uscire più facoltoso di quando ha varcato la soglia della prigione. Il processo civile per il risarcimento del danno, infatti, invece di colpire chi la violenza l’ha perpetrata, ha visto accanirsi il giudice contro il padre della giovane suicida. Ben 40mila euro di spese processuali e morali. Perché?

 

Tutto parte da una indagine della Guardia di Finanza. Secondo i militari del fisco, infatti, Enzo Foschini, per evitare di pagare la provvisionale per la condanna per molestie, si sarebbe fatto furbo, spostando gran parte del denaro in suo possesso sul conto di suo padre. Evitandone così il sequestro. Secondo un primo giudice, Foschini era colpevole e venne così disposto il sequestro del conto del padre. Poi, però, come

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/giudice-condanna-risarcire-stupratore-figlia-1171498.html

 

 

 

Stop al rito abbreviato per i delitti più gravi, la Camera approva

–di Vittorio Nuti  – 28 novembre 2017

 

Via libera della Camera in prima lettura alle norme per escludere il giudizio abbreviato – che permette in caso di condanna, l’abbattimento di un terzo della pena ed è attualmente possibile per tutti i reati – nei procedimenti connessi ad alcuni gravi delitti, in particolare quelli per i quali è prevista la pena dell’ergastolo. L’elenco dei reati esclusi dall’abbreviato vanno dal sequestro di persona all’omicidio connesso a maltrattamenti in famiglia o ad atti persecutori (stalking), la prostituzione minorile, la violenza sessuale, l’omicidio per futili motivi o la tratta di persone e commercio di schiavi. Il provvedimento, il cui iter a Montecitorio era iniziato questa estate, passa ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento.

Giuliani (Pd): passo necessario per «tutelare di più e meglio le vittime»

In Aula, durante le dichiarazioni di voto, la deputata dem Fabrizia Giuliani, ha spiegato che la riforma del Codice di procedura penale sull’inapplicabilità del giudizio abbreviato e sulle circostanze aggravanti ed attenuanti ha l’obiettivo di «tutelare di più e meglio le vittime dei reati». Si tratta, ha sottolineato, «di escludere sconti di pena nei casi di reati di gravissimo allarme sociale, tra i quali rientrano quelli che colpiscono le donne, i femminicidi, così come non ammettere l’applicazione del rito abbreviato per quei delitti puniti con l’ergastolo. Il Pd – ha poi detto – «crede nel valore dei riti alternativi e nei percorsi di riabilitazione che comportano anche l’alleggerimento delle pene ma ritiene che tutto questo non posso essere applicato nei casi di delitti

 

Continua qui: https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-11-28/stop-rito-abbreviato-i-delitti-piu-gravi-camera-approva-205742.shtml?uuid=AEcsjtJD

 

 

 

 

 

La libertà di pensiero, ovvero l’apologia di reato

30 agosto 2018 by Gian Luigi Pepa

 

La libera circolazione delle idee non può e non deve trovare alcun tipo di ostacoli, sono esse espressione della coscienza, conoscenza ed emancipazione dell’essere uomo.

Nel momento in cui dei moralizzatori impongono la propria visione del mondo, ed impediscono la libera espressione delle idee, si arriva ad una deriva culturale, umana e sociale gravissima.

L’unica salvezza, proprio per chi si dice rappresentante dello spirito democratico, è lasciare che le idee, anche se non piaciute, facciano il proprio corso senza subire regressioni prepotenti, di chi vorrebbe assurgere al ruolo di moralizzatore.

La libera circolazione delle idee è, quindi, l’emancipazione dell’uomo, e tutte quelle azioni che tentano di impedirne la libera diffusione, assumono la veste di condotta violenta del potere, o di chi vorrebbe rappresentare l’asserita maggioranza, in una deriva autoritaria dettata dal più rigido e bieco moralismo.

Anche una frase apparentemente dettata da mero paternalismo, cela, in vero, una violenza inedita, per quanto subdola, finalizzata a costringere il libero pensiero.

L’individuo, nel suo complesso, come immerso nel mondo delle idee e del pensiero, forte del motto cartesiano “Cogito ergo sum”, esprime la certezza assoluta che l’uomo ha di se stesso, in quanto soggetto pensante.

Tale locuzione rappresenta l’unica salvezza dell’uomo, dal volere della massa, dallo

Continua qui: http://www.qelsi.it/2018/la-liberta-di-pensiero-ovvero-lapologia-di-reato/

 

LA LINGUA SALVATA

Caudatario

cau-da-tà-rio

Sign Chi regge lo strascico di un alto dignitario ecclesiastico; adulatore, persona servile

derivato del latino cauda ‘coda’.

Gli alti dignitari ecclesiastici, papi, cardinali e vescovi, fino a non molti decenni fa nelle messe solenni vestivano cappe e abiti talari con strascichi distesi straordinariamente lunghi (quelli dei cardinali arrivavano ai dodici metri). Era perciò necessario qualcuno che reggesse queste code immense, e costui era il caudatario. Con Pio XII, che col suo motu proprio del 1952 ‘Valde solliciti‘ ridimensionò molto la ricchezza di questi strascichi, la figura del caudatario ha iniziato a svanire.

Quella del caudatario è però una figura molto suggestiva, e nonostante se ne parli al passato può ancora dare degli spunti notevoli. Infatti, per estensione, si dicono caudatari anche gli adulatori e i seguaci servili: chi meglio di chi regge lo strascico a

Continua qui: https://unaparolaalgiorno.it/significato/C/caudatario

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Gli effetti della “cura Trump” sul sistema mondiale. Altra deflazione.

Maurizio Blondet 19 settembre 2018

Impressionante la quantità e  qualità tecnologica  dei prodotti che l’America importa dalla Cina (per 507 miliardi di dollari l’anno) e  che ora colpisce con dazi.   Mica riso e soya. Ai primi posti ci sono smartphone,  computer, schermi,  lettori ottici e magnetici, memorie elettroniche, circuiti integrati, microscopi e telescopi.  Seguono stampanti,  elettrodomestici di ogni tipo e complessità,  dall’aspirapolvere al ventilatore.  E ancora:  macchinari meccanici, pistoni per diesel, scatole del cambio e trasmissione, valvole a controllo termostatico,  turbogetti, altre turbine a gas,  refrigeratori da negozio, presse, macchina per forgiare e  laminare metalli….e ovviamente  vestiti, scarpe, auto, pneumatici, qualunque oggetto in plastica, yacht a vela,  giù fino ai pesci d’acquario e  le cosce di rana: tutto per 193  fittissime  pagine in formato pdf.

(Potete farvene un’idea agghiacciante   cliccando sul geniale sito animato qui:

https://qz.com/1232833/explore-all-506-billion-in-goods-that-the-us-imported-from-china-in-2017/)

Un elenco che mostra la misura mostruosa della de-industrializzazione  americana ed occidentale, e l’immane regalo che i globalisti  e finanzieri fecero alla Cina, spalancandole il commercio mondiale  esentasse senza esigere che aprisse agli scambi anche la sua moneta – sicché ha esportato con moneta svalutata, facendo un dumping colossale non solo coi suoi salari bassi ma  con lo yuan a corso forzoso di Stato, mentre sfornava  ogni anno 2 milioni di ingegneri capaci di impadronirsi delle  alte tecnologie nate in Usa ed Europa.

Le misure che adesso prende Trump (ammesso che non torni indietro)  doveva prenderle un presidente americano 30 anni fa, Bill Clinton. Perché i dazi  contro le merci cinesi hanno senso, se  al suo riparo l’America è capace di sviluppare le industrie nazionali di

 

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Non temete i sovranisti, in quest’Europa fondata sulla paura

Scritto il 20/9/18

Anche in Svezia l’onda sovranista cresce, ma non abbastanza da rovesciare gli assetti di governo. Si ripete lo schema Le Pen, col Front National primo nei consensi ma non in grado di essere maggioranza né in grado di trovare alleati. E a quel punto scatta la coalizione antisovranista, tutti contro uno, e nascono governi stentati su fragili alleanze (come in Germania o in Spagna), con presidenti indesiderati dai due terzi della popolazione (Francia) o coalizioni spurie come da noi. O nascono perfino due, tre partiti “nazionali” che si cannibalizzano a vicenda (caso inglese coi conservatori biforcati più l’Ukip). Il vero problema è che siamo nel mezzo del guado, e dunque la situazione rischia la paralisi tra il non ancora e il non più. Perché poi i governi europeisti tra moderati e progressisti uniscono due debolezze e due declini, trascinano i paesi in coalizioni politiche di mera sopravvivenza, dentro sistemi fatiscenti, subordinati ai potentati economici, lontani dal popolo, dentro un’Europa ridotta a unione monetaria nel nome degli apparati di comando. Ma torniamo alla rappresentazione e alla percezione che ne ha la gente, ne danno i media, ne dà il potere.

L’Europa di oggi è fondata sulla paura. Paura dello straniero per taluni, paura dei nazionalisti per talatri. Xenofobia e nazionefobia sono le due categorie politiche dominanti, le twin towers dell’Europa. Ma con la paura non si compiono scelte assennate. Fino a ieri nominavi la Svezia, l’Olanda, i paesi scandinavi e i paesi bassi, e spuntavano le immagini del socialismo democratico, della società aperta, permissiva, globale e spregiudicata, della droga libera, dell’eutanasia, delle coppie omosessuali esibite e parificate alle famiglie. Adesso nomini quei paesi e senti dire xenofobia, razzismo, nazionalismo. Fino a oggi appena nomini l’estrema destra ti viene fuori la solita genealogia: l’Austria reazionaria, asburgica e patria di Hitler, la Germania del Terzo Reich, la Francia di Vichy. Più l’aggravante cattolico-tradizionalista. E ora come la mettiamo che pure la permissiva, la protestante, la mai fascista Svezia, si rivolge a quella destra, dopo la Norvegia, l’Olanda e altri paesi nordeuropei?

E come la mettiamo con paesi che hanno subito il nazismo e soprattutto il comunismo e ora si votano al sovranismo, come l’Ungheria, la Polonia, i cechi e gli slovacchi, cioè i paesi di Visegrad? Lasciamo stare i demoni fuori dalla porta, e lasciamo stare le paure. Ragioniamo con realismo. Sgomberiamo subito il campo da un’ossessione. L’antisemitismo e il razzismo non c’entrano con questa ondata populista, sovranista e nazionalista. Se conati antiebraici affiorano in Europa sono legati alla presenza islamica o alla questione palestinese; il resto è marginale periferia, patetico folclore, fuori dalla politica. C’è un tasso preoccupante di xenofobia in Europa? Ma non bisogna ridurla a patologia. Anche perché è paura, non odio razziale; è preoccupazione, non disprezzo etnico. C’è paura, umanissima e giustificatissima paura per l’ignoto e per l’estraneo, per la difficile convivenza, per il disagio sociale, per la criminalità legata a tutti questi fattori di instabilità. Quando la paura colpisce in modo così massiccio popoli maturi e civili non si può gridare al demonio, bisogna porsi il

 

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POLITICA

Sei democratico, quindi puoi essere golpista, nazista, razzista, reazionario…

Maurizio Blondet 19 settembre 2018

 

Dunque  proviamo a ricapitolare.

Se siete democratico, potete invocare il colpo di stato militare contro questo governo. Se siete democratico,  potete auspicare un   generale Pinochet  italiano (magari un ammiraglio?) perché “ qui siamo di fronte a quelli che ti rubano la casa e ti ammazzano la moglie….siamo in situazione di pre-guerriglia….e sono peggio del fascismo””,    quindi se siete democratico  potete sbavare frasi ultra-fasciste e   augurarvi  che “nessuno andrà a votare perchè le forze armate che sono le sole ad avere le armi interverranno”.

Naturalmente se  foste, poniamo, di Fratelli d’Italia, e  andaste  inveendo questi propositi  in una importante trasmissione televisiva, con la bava alla bocca per di più,  tutti i media e il PD urlerebbero al pericolo fascista,  l’ANPI farebbe manifestazioni  antifasciste, gli ebrei urlerebbero che l’0loché è imminente, la Commissione UE voterebbe sanzioni contro di voi. Ma sei democratico come Giampaolo Pansa, e dunque poi permetterti di essere golpista – restando democratico.

Se sei un importante intellettuale democratico e progressista, come Corrado Augias, puoi

 

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Il Pd contro i lager nazisti, ma dimentica i gulag di Stalin e i crimini del comunismo

30 ottobre 2015 by Stefania Elena Carnemolla

 

Quelli del Pd vedono solo quel vogliono vedere, ossessionati, come sono, come ha ricordato Eugenio Cipolla, direttore di Qelsi, nel suo L’ultima del Pd: in galera chi vende le statuette del Duce, solo dai simboli fascisti e nazisti. A sentir loro, nei lager nazisti vi furono rinchiusi solo i parenti stretti, tutti civili. Non gli si dica, ad esempio, che vi finirono prigionieri di guerra italiani, che dopo l’8 settembre 1943 dissero no alla Germania di Hitler. Anzi, è stato l’allora Partito Comunista Italiano a dimenticarli, con una tradizione tramandatasi nel tempo. È stata la storiografia di questa parte politica a far scendere il silenzio su drammi come quello di Cefalonia.

Né si dica a costoro che prigionieri di guerra italiani caduti in mano tedesca, caddero, dopo la liberazione dei lager nazisti, in mano sovietica, finendo nei gulag di Stalin. Qelsi, tempo fa, ha raccolto la testimonianza di Giuseppe Ansaldi, uno di loro: “Ai primi del 1944” si legge nella sua memoria “ancora una volta i tedeschi, ormai alla resa dei conti, ci portarono in Polonia. L’avanzata dei russi li spinse alla ritirata e ci abbandonarono a un più duro destino. Diventammo prigionieri dei russi. Sempre nel 1944 dai russi venni internato nel lager di Tambov nei pressi di Mosca insieme ad altre migliaia di prigionieri. Ricordo che a Tambov c’erano, nel terreno circostante, molti alberi di ghiande. La fame era tanta, pensammo che se le davano ai porci per farli ingrassare, forse a noi potevano saziare un po’ la fame arretrata. Ne raccogliemmo moltissime, facemmo dei buchi in una latta trovata per caso e le abbrustolimmo. Ricordo ne mangiai tante, ma tante, che stetti male per due giorni. Pensai che se non ero morto fucilato, sarei morto sazio di ghiande. Adesso al ricordo mi viene da sorridere,

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SCIENZE TECNOLOGIE

Possiamo aprire la scatola nera dell’intelligenza artificiale?

22 ottobre 2016 – di Davide Castelvecchi/Nature

 

 

L’intelligenza artificiale è ormai dappertutto, grazie al dilagare delle macchine che sfruttano le capacità di apprendimento profondo. Ma prima che gli scienziati possano fidarsene tanto da usarle nelle loro ricerche, devono comprendere in che modo imparano, ed è un compito tutt’altro che semplice

 

Dean Pomerleau ricorda ancora il suo primo braccio di ferro con il problema della scatola nera. L’anno era il 1991 ed era impegnato in un pionieristico tentativo di raggiungere un risultato che oggi è comune nella ricerca sui veicoli a guida autonoma: insegnare a un computer come guidare.

Il progetto consisteva nel guidare un veicolo militare Humvee appositamente modificato attraverso strade urbane, ricorda Pomerleau, che allora era uno specializzando di robotica alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania. Con lui nell’Humvee c’era un computer che aveva programmato per guardare attraverso una telecamera, interpretare ciò che stava accadendo sulla strada e memorizzare ogni sua (di Pomerleau) azione di  risposta. Alla fine, sperava Pomerleau, la macchina avrebbe avuto a disposizione un numero di associazioni sufficiente per guidare da

 

Continua qui: http://www.lescienze.it/news/2016/10/22/news/apprendimento_profondo_scatola_nera_problemi_spiegazione-3282154/?refresh_ce

 

 

STORIA

XX settembre 1870: quando a Porta Pia abbiamo unito e diviso l’Italia

di Luca Troiano (sito)venerdì 20 settembre 2013

La presa di Roma, nota anche come Breccia di Porta Pia, non fu soltanto l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia, di cui sarebbe divenuta capitale l’anno seguente e che decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
Scriveva l’ambasciatore Sergio Romano sulle pagine del Corriere nel 2000:

La data del «XX settembre», rigorosamente scritta in numeri romani, dovrebbe essere ricordata e celebrata come la maggiore data europea dell’Ottocento. Segna la conclusione di un grande fenomeno politico: la nascita della nazione italiana. È il più evidente simbolo del principio di nazionalità. Mette termine a una lunghissima fase storica durante la quale il Pontefice romano ha regnato, come un qualsiasi sovrano temporale, su uno Stato europeo di media grandezza. È l’inizio di una nuova fase in cui la Chiesa cattolica può esercitare più liberamente la sua missione spirituale nel mondo. Non sarebbe illogico quindi sperare che domani, a Porta Pia, si riunissero per celebrare quell’avvenimento i rappresentanti dello Stato italiano, della Santa Sede, dell’Unione europea, dell’Onu: tutti, per diversi aspetti, beneficiari della storica spallata con cui i bersaglieri del generale Cadorna entrarono nella città eterna il 20 settembre del 1870. Ma, a

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20 settembre 1870: la ”breccia” di Porta Pia e le sue bugie

Pubblicato Venerdì, 20 Settembre 2013 – Scritto da Fabrizio Giusti

ROMASecondo la propaganda dei Savoia fu una battaglia eroica. Con gli anni si è scoperto qualcosa di diverso, tra fotomontaggi e racconti frutto della fantasia monarchica

ilmamilio.it – contenuto esclusivo

Il 20 settembre del 1870, secondo la storiografia ufficiale, avvenne qualcosa di straordinario: la Breccia di Porta Pia, ovvero la presa di Roma da parte degli italiani o, se vogliamo dirla con la precisione dei ”revisionisti”, dell’esercito piemontese. I bersaglieri che passano le linee nemiche, i soldati pontifici sconfitti: è questo l’inizio di una nuova storia, dell’Unità nazionale, della grande vittoria contro le ”forze oscurantiste dell’oppressione”. In verità – secondo le ultime versioni – i fatti andarono diversamente.

Ad esempio chi credeva che il Papa andasse via da Roma e fosse conquistato anche il Vaticano si dovette ricredere in fretta. Vittorio Emanuele II era cattolico. La Santa Sede si chiuse nel suo guscio, ma garantita e salvaguardata nella sua integrità. Spetterà un giorno all’ex ”mangiapreti” Benito Mussolini di concludere una ”guerra fredda” tutta interna ai nostri confini nazionali con la firma dei Patti Lateranensi.

Prima però c’è quella data, il 20 settembre 1870. Un segno della storia che non nasce per caso. Già l’11 settembre, alle cinque del pomeriggio, 65.000 soldati piemontesi avevano passato la frontiera tra il Regno d’Italia e quello dello Stato Pontificio senza dichiarazione di guerra. Non una nota, non una comunicazione. Come dieci anni prima con Cialdini, i piemontesi erano entrati dentro uno Stato straniero. E si sa che nessuna guerra è da considerarsi tale senza un atto formale. Altrimenti è un’aggressione. Una delle motivazioni prese in prestito a posteriori per giustificare il movimento dei

 

Continua qui: https://www.ilmamilio.it/m/it/attualita/attualita-notizie/16978-20-settembre-1870-la-breccia-di-porta-pia-e-le-sue-bugie.html

 

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 20 SETTEMBRE 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

La guerra è finita.

I comandanti si salutano.

Una vecchia madre aspetta ogni giorno suo figlio martire,

la moglie il suo caro marito,

i ragazzi il proprio padre …

Io non so chi ha venduto il nostro Paese,

ma ho visto chi ha pagato!

(Bassam Matta)

سوف تنتهي الحرب

ويتصافح القادة

وستبقى تلك العجوز تنتظر ولدها الشهيد

وتلك المرأة زوجها الحبيب

وأولئك الأطفال والدهم البطل

لا اعلم من باع الوطن

ولكني رأيت من دفع الثمن

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2108491879362570&id=100006053350474

 

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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IN EVIDENZA

“Il Governo ha creato una gioiosa macchina da guerra finalizzata alla morte per annegamento dei migranti”

19/09/2018

 

Il duro attacco dello scrittore Sandro Veronesi all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte sulla chiusura dei porti italiani:

 

“Con una astuta combinazione tra scaltrezza e cialtroneria hanno creato una gioiosa macchina da guerra finalizzata alla morte per annegamento. Si tratta di un crimine”.

Continua qui:

https://www.huffingtonpost.it/2018/09/19/il-governo-ha-creato-una-gioiosa-macchina-da-guerra-finalizzata-alla-morte-per-annegamento-dei-migranti_a_23532401/

 

 

Volo Alitalia, l’imprenditore: “Mi hanno fatto sloggiare per far posto alla parlamentare. Con la scusa di un portatore di handicap”

Duilio Paolino scrive ad Alitalia: “Ho constatato che il mio posto era stato assegnato ad un politico e ai suoi accompagnatori, non ad un portatore di handicap come mi era stato detto”

mercoledì 19 settembre 2018

Stupefatto e sdegnato, ha scritto una lettera infuocata al servizio clienti di AlitaliaDuilio Paolino, noto imprenditore piemontese, era sul volo che nel tardo pomeriggio del 16 settembre collegava Fiumicino con l’aeroporto “Colombo” di Genova. Lo stesso airbus sul quale viaggiava l’onorevole Laura Boldrini, di recente impegnata a Savona, dove in tribunale si è tenuta la prima udienza del processo che la vede opposta al sindaco di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, chiamato a rispondere di diffamazione per un post scritto su Facebook.

La vicenda è snocciolata dallo stesso Paolino, che, dopo essere tornato nel Cuneese dove ha sede la sua “Cosmo” (azienda specializzata in macchinari per l’agricoltura), ha messo nero su bianco il suo racconto per informare l’ufficio relazioni con il pubblico di Alitalia.

“Avevo prenotato il volo 1391 e avevo effettuato regolare pagamento upgrade con scelta del posto – riporta l’imprenditore – Al momento della registrazione mi viene comunicato che sono stato spostato al 20C senza che nessuno faccia riferimento al fatto che io avevo pagato 15 euro proprio per quello spazio; ma mi è stata data la motivazione secondo la quale una persona portatrice di handicap avrebbe dovuto avere quel posto. Non ho fatto alcuna obiezione e non ho nemmeno pensato a chiedere il rimborso”.

Salendo a bordo, però, Paolino si accorge che il sedile che aveva scelto al momento della prenotazione non è stato attribuito ad un viaggiatore con disabilità.

“Con grande stupore e arrabbiatura, ho constatato che il mio posto era stato assegnato ad un politico e ai suoi accompagnatori – puntualizza l’imprenditore – Non contesto il fatto che mi sia stata raccontata una bugia, ma è

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http://www.lavocedigenova.it/2018/09/19/leggi-notizia/argomenti/cronaca-5/articolo/boldrini-sul-volo-genova-roma-limprenditore-mi-hanno-fatto-sloggiare-per-far-posto-alla-parlamen-3.html

 

 

Il doppio filo che lega Russia e Israele in Siria

L’abbattimento dell’aereo non incrina i rapporti tra Mosca e Tel Aviv. Anzi, potrebbe rafforzarli. Ecco quali sono gli interessi incrociati delle due potenze nell’area. 

Riccardo Amati – 19 settembre 2018

La Russia minimizza l’incidente, perché le relazioni con Israele sono determinanti al fine di rendere permanente il suo ritorno in Medio Oriente e quindi al ruolo di grande potenza. Confermando i rischi e i pericoli che l’avventura militare siriana ancora comporta, l’abbattimento dell’aereo spia a largo di Latakia potrebbe semmai portare a un rafforzamento della partnership con Gerusalemme (o Tel Aviv, se preferite), nella prospettiva di soluzioni diplomatiche per il dopoguerra in grado di dare stabilità e prestigio alla posizione di forza riconquistata da Mosca sullo scacchiere internazionale dopo 25 anni di assenza. Le parole con cui Vladimir Putin ha ridimensionato l’episodio costato la vita a 15 militari russi definendolo «una catena di tragici eventi casuali» suonano come uno schiaffo al suo ministro della difesa Sergei Shoigu, che aveva dato tutta la colpa a Israele («un atto ostile, risultato di azioni irresponsabili da parte dei militari israeliani») e preannunciato ritorsioni. Al di là di ogni valutazione sui cortocircuiti ricorrenti ai vertici del regime di Mosca, la

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/mondo/2018/09/19/israele-russia-siria-iran-putin-netanyahu/223722/

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Dopo il #Metoo non si può più parlare di donne

L’attore Marco Giallini sulla Verità: ora se fai una battuta a una donna devi stare attento perché potresti essere accusato di molestie

20 settembre 2018

“Bel capolavoro abbiano fatto. Per colpire gli uomini di m… che approfittando del loro ruolo allungano le mani o peggio, abbiamo avvelenato i pozzi del rapporti tra uomini e donne. Io le donne le ho sempre rispettate e ci mancherebbe altro. Ma ora se fai una battuta a una donna, devi stare attento perché potresti essere accusato di molestie”. In una lunga intervista con Antonello Piroso su La Verità l’attore Marco Giallini, Rocco Schiavone, tante altre parti importanti, in quaranta film di cui 21 negli ultimi dieci anni, si rammarica del come sia stato gestito il dopo #Metoo, rovinando i rapporti tra i due sessi.

“Se è vero come è vero che ci sono degli uomini laidi – osserva Giallini -, ci sono

 

Continua qui: https://www.huffingtonpost.it/2018/09/20/dopo-il-metoo-non-si-puo-piu-parlare-di-donne_a_23533239/?utm_hp_ref=it-homepage

 

Amazon, Antitrust Ue avvia indagine su utilizzo dati rivenditori

Vestager: siamo solo all’inizio, inviati diversi questionari

Roma, 19 settembre 2018 (askanews)

– La Commissione europea ha puntato i riflettori di Amazon, in particolare sui dati che raccoglie dai vari rivenditori esterni che operano tramite il suo portale. E con i quali risulta parallelamente in competizione. La Commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager ha annunciato una indagine preliminare sulla questione, spiegando che non è stata innescata da segnalazioni o lamentele di terzi ma dalle informazioni raccolte dalla stessa Ue.

Tuttavia le preoccupazioni su come il gigante di vendite online fondato da Jeff Bezos, secondo molti osservatori ormai l’uomo più ricco ella Terra, sfrutti l’enorme mole di dati che è in grado di raccogliere ogni giorno non solo unicamente dei tecnici Ue.

“La domanda che le persone fanno sempre più spesso riguarda queste piattaforme che ospitano rivenditori e sono al contempo rivenditori esse stesse – ha spiegato la Vestager -. La questione qui è che Amazon riceve i dati dai commercianti

 

Continua qui:

http://www.askanews.it/economia-estera/2018/09/19/amazon-antitrust-ue-avvia-indagine-su-utilizzo-dati-rivenditori-pn_20180919_00272/

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

La breccia di Porta Pia, 20 settembre 1870: i migliori film sul Risorgimento italiano

www.cineblog.it

Di F. Colla – venerdì 20 settembre 2013

Cinque capolavori per celebrare l’anniversario della presa di Roma e la breccia di Porta Pia a 143 anni di distanza.

Quel lungo periodo storico che va dal 1848 alla fine della Prima Guerra Mondiale, noto a tutti come Risorgimento, raggiunse uno dei suoi momenti più travagliati il 20 settembre 1870, quando i bersaglieri irruppero nella breccia di Porta Pia a Roma. Conquistare lo Stato Pontificio e porre fine al potere temporale del Papa non fu una decisione da poco e le conseguenze di questo gesto furono gravide di conseguenze politiche perdurate per decenni.

Non è questa la sede per un’analisi storica della questione, ma il Risorgimento, uno degli elementi fondanti della storia italiana, da sempre desta grande interesse tra i cineasti, tanto che il primo film mai proiettato pubblicamente nel nostro paese, fu La presa di Roma di Filoteo Alberini, uno dei pionieri del cinematografo tricolore.

Si tratta di un cortometraggio girato nel lontano 1905, uno dei primissimi film italiani: ne rimangono circa 4 minuti (75 metri circa di pellicola) che noi vi proponiamo. Venne proiettato il 20 settembre 1905 sui bastioni di Porta Pia, di fronte a migliaia di persone, per celebrare il 35° anniversario della conquista della città. Un documento inestimabile, nel quale venne utilizzato un montaggio già alquanto

 

Continua qui: http://www.cineblog.it/post/311033/la-breccia-di-porta-pia-20-settembre-1870-i-migliori-film-sul-risorgimento-italiano

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Conto alla rovescia per l’attacco chimico false flag nella provincia di Idlib?

Questo scontro epocale, immerso nella crisi sistemica, anche se ce lo siamo dimenticato è iniziato in Europa, precisamente in Iugoslavia…

 

 

 

 

 

19 settembre 2018 di Piotr

 

Conto alla rovescia per l’attacco chimico false flag nella provincia di Idlib?

 

Parrebbe di sì. Ecco il perché:

 

1) Le minacce degli USA stanno crescendo di giorno in giorno. Idlib non deve essere toccata. Ieri c’è stato l’attacco israeliano e francese contro le postazioni siriane durante il quale è stato abbattuto il ricognitore russo.

 

2) La portaerei Truman, il gioiello della marina imperiale, è ritornata nel Mediterraneo col suo gruppo d’attacco. Il motivo dichiarato dal servizio stampa della Marina statunitense è: “continuare a sostenere gli alleati della NATO, i nostri simpatizzanti europei e africani, i partner della coalizione e gli interessi USA in Europa e Africa”. Interessante che la Siria non sia citata ma l’Africa sì. Io credo che in realtà della Siria in se stessa ormai all’America interessi poco. Quel che poteva ottenere per adesso l’hanno ottenuto Bisogna uscirne a testa alta. Più importanti effettivamente l’Africa e l’Europa.

 

Il comandante della Sesta flotta nel Mediterraneo, la viceammiraglia Lisa M. Franchetti (è donna, quindi per il Manifesto deve essere brava per definizione!), si è detta eccitata per avere di nuovo tra loro la Truman e che questa portaerei parteciperà a “tutto lo spettro delle operazioni navali.”. Quali saranno queste “operazioni navali” la brava (per definizione) Lisa M. Franchetti non ce lo dice.

La presenza navale USA-Nato nel Mediterraneo si è intensificata dalla fine di agosto: cacciatorpediniere Ross con 28 missili Tomahawk, poi il Bulkeley e il sottomarino d’attacco Newport News. Mentre il cacciatorpediniere The Sullivans è stato schierato nel Golfo Persico e un bombardiere strategico è stato spostato in una base aerea del Qatar.

 

Intanto il sottomarino nucleare inglese Talent ha lasciato Gibilterra per il Mediterraneo orientale. La fregata francese Auvergne è già in loco e ieri ha partecipato all’attacco assieme ai jet siriani durante il quale è stato abbattuto un ricognitore russo con i quali i

 

Continua qui:

 

https://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/2018/09/19/conto-alla-rovescia-per-l-attacco-chimico-false-flag-nella-provincia-di-idlib-2031021.html

 

 

CULTURA

Morte di Italo (Calvino)

Gianni Celati – 19 settembre 2015

Pochi giorni dopo il funerale di Italo Calvino ho buttato giù gli appunti che seguono, soltanto per ricordarmi la situazione e i sentimenti del momento. Ero appena tornato dalla Francia, e la sera stessa la moglie di Calvino (Chichita) mi ha telefonato per dirmi che Italo stava morendo. Sono partito in macchina nella notte verso Siena assieme alla moglie di Carlo Ginzburg (Luisa), mentre Carlo stava arrivando col treno da Roma.

In macchina io e Luisa siamo arrivati a Siena a mezzanotte e mezza, e proprio allora Carlo stava smontando da un taxi davanti all’ospedale. Chichita era andata a dormire all’albergo. Italo era in sala di rianimazione dove non si poteva entrare, lo tenevano ancora in vita con farmaci «a termini di legge». Abbiamo cercato in tutti gli alberghi di Siena senza trovare un posto per dormire, allora ci siamo seduti ad aspettare davanti all’ospedale. Siamo riusciti a entrare solo alle 4, quando è arrivata Chichita assieme a Giorgio Agamben, Giovanna, Aurora, François Wahl, e il fratello di Italo. Avevano già composto il corpo di Italo nella bara, ma in modo ridicolo, pare, mettendogli del pizzo intorno alla testa.

Nella notte ci siamo seduti intorno a un tavolo nella stanza del direttore dell’ospedale. Chichita ha dovuto andare a occuparsi della bara e d’altre cose, poi quando è tornata si è messa a farci molti racconti su Italo. Mentre era in stato di semi coscienza i

 

Continua qui: http://www.doppiozero.com/materiali/calvino-trentanni-dopo/morte-di-italo

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE

Torri gemelle e pecore elettriche

Quando si iniziano a sognare pecore elettriche significa che ormai ogni contatto con la realtà è perso.

Redazione 12 settembre 2018megachip.info

di Piotr

11 settembre. Non ne posso più dei complottisti!

 

In questi giorni ricorre il triste anniversario dell’11 settembre 2001, l’attentato alle Torri Gemelle. Ovvero la data d’inizio della Terza Guerra Mondiale (per ora condotta a pelle di leopardo).

 

Non sopporto più quei complottisti (solitamente sovranisti e rossobruni) che continuano a dire che la versione ufficiale dell’attentato non convince, che fa acqua.

 

Insomma, tutti sappiamo che sono stati un pugno di estremisti islamici che avevano imparato a volicchiare su monomotori turistici e adesso sappiamo che di mezzo (ce lo dicono le carte desecretate l’anno scorso) c’erano i Sauditi, ai quali i parenti delle vittime hanno quindi chiesto milioni di danni (ma tanto i Sauditi i soldi ce li hanno).

 

Tutti sanno che la serie infinita di guerre che l’America ha iniziato a partire da quel giorno non è altro che un moto naturale di difesa. Che non c’era nulla di preordinato.

 

Perché è naturale che se un terrorista islamico di al-Qaida nascosto tra le montagne dell’Afghanistan ti fa un attentato in casa, tu devi fare la guerra all’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia (alleandoti con al-Qaida), alla Siria (alleandoti con al-Qaida), allo Yemen (tramite i sopra citati Sauditi e con l’ausilio di al-Qaida e il supporto dell’Italia piddina) e minacciare di farla all’Iran.

 

Questo è tutto logico. Non vi pare? Non fatemi anche voi i complottisti, per favore!

 

E’ del tutto irrilevante che i neocons del Project for a New America Century, o PNAC (i vari Wofowitz, Perle, Armitage, Bolton, Cheney), esattamente un anno prima avessero auspicato un “evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor” (“some catastrophic and catalyzing event – like a new Pearl Harbor”). Perché i debunker, cioè i demistificatori, gli sbufalatori, ci hanno spiegato bene che il contesto era semplicemente il rammodernamento delle forze armate statunitensi. Mica il contrasto ai nuovi grandi competitor, come c’è scritto nella parte introduttiva

 

Continua qui: https://megachip.globalist.it/pensieri-lunghi/2018/09/12/torri-gemelle-e-pecore-elettriche-2030646.html

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Accoglienza e salvataggi

Marco Mazzocchi – 19 settembre 2018

 

Ormai le “anime belle” si sono ridotte alla diffamazione per sostenere il business del salvataggio e dell’accoglienza.

Per ora, gli unici migranti morti per responsabilità di un governo italiano sono gli albanesi annegati con Prodi. 

Pare che con gli arrivi in calo di africani, lo Stato italiano risparmierà intorno ai 2 miliardi di euro.

Una bella sommetta…che le Ong erano già pronte a spartirsi e a cui ora dovranno rinunciare.

Non c’è uno pseudo intellettuale che abbia un pensiero proprio. Tutti alla

 

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ECONOMIA

Il phastidioso Cottarelli

Oggi su La Stampa trovate un editoriale di Carlo Cottarelli dal titolo inequivocabile: “Gli errori di Tria – Investimenti e il miracolo impossibile: alzare il Pil e tagliare il debito”, che curiosamente riprende un concetto che il vostro umile titolare ha espresso su questi pixel due giorni addietro.

19 settembre 2018

Che dice, Cottarelli? La premessa è la passione del ministro dell’Economia per investimenti pubblici come volano di tutto, una sorta di genesi che ci condurrà alla Terra Promessa. Il concetto è astrattamente corretto, su di esso servirebbe forse meno enfasi di quella che viene utilizzata dai governi italiani pro tempore da parecchi anni a questa parte.

Gli investimenti pubblici servono ad innalzare il potenziale di crescita dell’economia, oltre a rappresentare uno stimolo di breve termine della domanda aggregata, come sappiamo. Storicamente, in Italia la seconda funzione è risultata largamente dominante sulla prima. Ma Tria si è spinto oltre, fin verso la soglia del pensiero magico, e Cottarelli lo bacchetta. Secondo Tria

«Gli investimenti pubblici materiali e immateriali dovranno essere la chiave per ottenere quel di più di crescita che permetterà di conciliare l’attuazione del programma di riforme strutturali, annunciato dal governo, con un quadro di finanza pubblica coerente con l’obiettivo di diminuzione progressiva del rapporto debito-Pil, sul quale il governo si è impegnato»

Cottarelli replica:

«Capito? Gli investimenti pubblici consentirebbero alla fine di finanziare anche la parte corrente del contratto di governo»

Cioè il maxi deficit per riforma della legge Fornero, reddito di cittadinanza, flat tax. Abbiamo la nuova cornucopia italiana, in pratica. Cottarelli precisa di non essere un “talebano fiscale”, avendo sostenuto con Olivier Blanchard, ai tempi del FMI e della Grande Crisi (2008), un robusto programma di stimoli fiscali, fatto soprattutto da investimenti pubblici, dell’ordine di ben il 2% di Pil. E tuttavia,

Continua qui: https://phastidio.net/2018/06/22/il-phastidioso-cottarelli/

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Così Mincione prova a sfilare Carige a Malacalza

Gli schieramenti nell’assemblea del 20 settembre: se vince Fiorentino la banca va verso la fusione, forse con Bpm. Se prevale la famiglia genovese il tentativo sarà quello di mantenere l’istituto autonomo. Il punto.

Samuele Cafasso – 20 settembre 2018

Il 20 settembre si riunisce l’assemblea di banca Carige che deciderà il futuro dell’istituto ligure: se vince la lista della famiglia genovese Malacalza, l’istituto potrebbe provare a rimanere una banca autonoma, almeno per qualche anno. Se vince invece la lista del finanziere Raffaele Mincione, l’istituto di credito potrebbe presto essere fuso con un’altra banca: una delle ipotesi più accreditate sarebbe Bpm. In ogni caso, siamo a una svolta per uno degli istituti di credito più colpiti dalla crisi e vittima di anni di cattiva gestione: il suo ex presidente, Giovanni Berneschi, arrestato nel 2014, è stato condannato a oltre otto anni di galera per truffa. Al contrario di quanto successo per Mps o per le banche venete, tuttavia, lo Stato non è mai intervenuto in Banca Carige che oggi capitalizza in Borsa meno di 500 milioni dopo aver sostenuto due aumenti di capitale nel 2015 e nel 2017 per complessivi 1,4 miliardi e molteplici cambi di management. Il 22 giugno scorso, inoltre, la Bce ha recapitato una lettera in cui giudica insufficiente il piano di conservazione del capitale, per cui potrebbero essere necessarie nuove forme di finanziamento.

GLI SCHIERAMENTI IN CAMPO

Le liste che si contendono Carige sono due, una presentata dal primo azionista (la famiglia Malacalza) che possiede il 27,5% delle azioni, l’altra da tre soci riuniti in patto di sindacato: Raffaele Mincione, Gabriele Volpi, Aldo Spinelli. Nei giorni scorsi Mincione aveva dichiarato che il “patto” puntava ad avere “almeno” il 20% delle azioni, tuttavia lo scorso 14 settembre Bankitalia ha imposto ai tre azionisti di chiedere agli organi di vigilanza l’autorizzazione a salire oltre al 10% dei titoli. In assenza di questa autorizzazione (al mometo non c’è), all’assemblea del 20 settembre i tre pattisti non potranno

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2018/09/20/carige-assemblea-mincione-malacalza/223728/

 

 

GIUSTIZIA E NORME

La condizione delle detenute con figli in Italia

Il fenomeno riguarda 52 donne e 62 minori. Le misure alternative al carcere esistono, ma mancano i finanziamenti. Come spiega Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone.

Davide Gangale – 19 SETTEMBRE 2018

La tragedia avvenuta nel carcere romano di Rebibbia, dove una detenuta nata in Germania ha gettato i due figli di sei mesi e due anni giù dalla tromba delle scale (la prima ha perso la vita sul colpo, per il secondo si parla di morte cerebrale), ha riacceso i riflettori sulla detenzione femminile in Italia, in particolare sulla condizione delle madri recluse con figli. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha scelto la linea dura, sospendendo la direttrice e la vicedirettrice della sezione femminile del carcere, oltre alla vicecomandante del reparto di polizia penitenziaria. Secondo gli ultimi dati riportati dal suo dicastero, aggiornati al 31 agosto 2018, le donne detenute con figli al seguito sono 52 e i minori coinvolti 62.

Detenute madri con figli al seguito (fonte: ministero della Giustizia).

Come spiega a Lettera43.it Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, a prescindere dalla presenza dei figli la detenzione femminile si caratterizza in tutta Europa per la sua residualità: «Le donne delinquono molto meno degli uomini e rappresentano tra il 4 e l’8% della popolazione carceraria. In Italia sono poco sopra al 4%». Ciò fa sì che nel nostro Paese ci siano pochissimi istituti esclusivamente femminili: «Solo cinque su 190». Tutte le altre donne sono ospitate in piccole sezioni femminili sparse nelle carceri maschili. E paradossalmente il basso tasso di delinquenza femminile «finisce per penalizzare le donne a livello penitenziario», perché «la stragrande maggioranza delle risorse umane ed economiche disponibili in carcere viene

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/societa/2018/09/18/detenute-figli-carcere-italia/223693/

 

 

Giudice lo condanna a risarcire lo stupratore della figlia

La ragazza si è suicidata poco dopo lo stupro. Il padre costretto a trovare 21mila euro entro pochi giorni per evitare il pignoramento

Claudio Cartaldo – Mer, 16/09/2015   RILETTURA PER NON DIMENTICARE

Costretto a risarcire la famiglia dello stupratore di sua figlia. Morta suicida a pochi anni dalle violenze sessuali.

È la storia, assurda, della giustizia italiana. Davide Zacchelli, che vive a Faenza, deve trovare 21mila euro entro il 21 settembre da dare alla madre di Enzo Foschini, il docente che nel 2007 molestò sua figlia di 15 anni.

Il violentatore è già stato condannato a tre anni di carcere in Cassazione e sta scontando la pena. Ma rischia di uscire più facoltoso di quando ha varcato la soglia della prigione. Il processo civile per il risarcimento del danno, infatti, invece di colpire chi la violenza l’ha perpetrata, ha visto accanirsi il giudice contro il padre della giovane suicida. Ben 40mila euro di spese processuali e morali. Perché?

 

Tutto parte da una indagine della Guardia di Finanza. Secondo i militari del fisco, infatti, Enzo Foschini, per evitare di pagare la provvisionale per la condanna per molestie, si sarebbe fatto furbo, spostando gran parte del denaro in suo possesso sul conto di suo padre. Evitandone così il sequestro. Secondo un primo giudice, Foschini era colpevole e venne così disposto il sequestro del conto del padre. Poi, però, come

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/giudice-condanna-risarcire-stupratore-figlia-1171498.html

 

 

 

Stop al rito abbreviato per i delitti più gravi, la Camera approva

–di Vittorio Nuti  – 28 novembre 2017

 

Via libera della Camera in prima lettura alle norme per escludere il giudizio abbreviato – che permette in caso di condanna, l’abbattimento di un terzo della pena ed è attualmente possibile per tutti i reati – nei procedimenti connessi ad alcuni gravi delitti, in particolare quelli per i quali è prevista la pena dell’ergastolo. L’elenco dei reati esclusi dall’abbreviato vanno dal sequestro di persona all’omicidio connesso a maltrattamenti in famiglia o ad atti persecutori (stalking), la prostituzione minorile, la violenza sessuale, l’omicidio per futili motivi o la tratta di persone e commercio di schiavi. Il provvedimento, il cui iter a Montecitorio era iniziato questa estate, passa ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento.

Giuliani (Pd): passo necessario per «tutelare di più e meglio le vittime»

In Aula, durante le dichiarazioni di voto, la deputata dem Fabrizia Giuliani, ha spiegato che la riforma del Codice di procedura penale sull’inapplicabilità del giudizio abbreviato e sulle circostanze aggravanti ed attenuanti ha l’obiettivo di «tutelare di più e meglio le vittime dei reati». Si tratta, ha sottolineato, «di escludere sconti di pena nei casi di reati di gravissimo allarme sociale, tra i quali rientrano quelli che colpiscono le donne, i femminicidi, così come non ammettere l’applicazione del rito abbreviato per quei delitti puniti con l’ergastolo. Il Pd – ha poi detto – «crede nel valore dei riti alternativi e nei percorsi di riabilitazione che comportano anche l’alleggerimento delle pene ma ritiene che tutto questo non posso essere applicato nei casi di delitti

 

Continua qui: https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-11-28/stop-rito-abbreviato-i-delitti-piu-gravi-camera-approva-205742.shtml?uuid=AEcsjtJD

 

 

 

 

 

La libertà di pensiero, ovvero l’apologia di reato

30 agosto 2018 by Gian Luigi Pepa

 

La libera circolazione delle idee non può e non deve trovare alcun tipo di ostacoli, sono esse espressione della coscienza, conoscenza ed emancipazione dell’essere uomo.

Nel momento in cui dei moralizzatori impongono la propria visione del mondo, ed impediscono la libera espressione delle idee, si arriva ad una deriva culturale, umana e sociale gravissima.

L’unica salvezza, proprio per chi si dice rappresentante dello spirito democratico, è lasciare che le idee, anche se non piaciute, facciano il proprio corso senza subire regressioni prepotenti, di chi vorrebbe assurgere al ruolo di moralizzatore.

La libera circolazione delle idee è, quindi, l’emancipazione dell’uomo, e tutte quelle azioni che tentano di impedirne la libera diffusione, assumono la veste di condotta violenta del potere, o di chi vorrebbe rappresentare l’asserita maggioranza, in una deriva autoritaria dettata dal più rigido e bieco moralismo.

Anche una frase apparentemente dettata da mero paternalismo, cela, in vero, una violenza inedita, per quanto subdola, finalizzata a costringere il libero pensiero.

L’individuo, nel suo complesso, come immerso nel mondo delle idee e del pensiero, forte del motto cartesiano “Cogito ergo sum”, esprime la certezza assoluta che l’uomo ha di se stesso, in quanto soggetto pensante.

Tale locuzione rappresenta l’unica salvezza dell’uomo, dal volere della massa, dallo

Continua qui: http://www.qelsi.it/2018/la-liberta-di-pensiero-ovvero-lapologia-di-reato/

 

LA LINGUA SALVATA

Caudatario

cau-da-tà-rio

Sign Chi regge lo strascico di un alto dignitario ecclesiastico; adulatore, persona servile

derivato del latino cauda ‘coda’.

Gli alti dignitari ecclesiastici, papi, cardinali e vescovi, fino a non molti decenni fa nelle messe solenni vestivano cappe e abiti talari con strascichi distesi straordinariamente lunghi (quelli dei cardinali arrivavano ai dodici metri). Era perciò necessario qualcuno che reggesse queste code immense, e costui era il caudatario. Con Pio XII, che col suo motu proprio del 1952 ‘Valde solliciti‘ ridimensionò molto la ricchezza di questi strascichi, la figura del caudatario ha iniziato a svanire.

Quella del caudatario è però una figura molto suggestiva, e nonostante se ne parli al passato può ancora dare degli spunti notevoli. Infatti, per estensione, si dicono caudatari anche gli adulatori e i seguaci servili: chi meglio di chi regge lo strascico a

Continua qui: https://unaparolaalgiorno.it/significato/C/caudatario

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Gli effetti della “cura Trump” sul sistema mondiale. Altra deflazione.

Maurizio Blondet 19 settembre 2018

Impressionante la quantità e  qualità tecnologica  dei prodotti che l’America importa dalla Cina (per 507 miliardi di dollari l’anno) e  che ora colpisce con dazi.   Mica riso e soya. Ai primi posti ci sono smartphone,  computer, schermi,  lettori ottici e magnetici, memorie elettroniche, circuiti integrati, microscopi e telescopi.  Seguono stampanti,  elettrodomestici di ogni tipo e complessità,  dall’aspirapolvere al ventilatore.  E ancora:  macchinari meccanici, pistoni per diesel, scatole del cambio e trasmissione, valvole a controllo termostatico,  turbogetti, altre turbine a gas,  refrigeratori da negozio, presse, macchina per forgiare e  laminare metalli….e ovviamente  vestiti, scarpe, auto, pneumatici, qualunque oggetto in plastica, yacht a vela,  giù fino ai pesci d’acquario e  le cosce di rana: tutto per 193  fittissime  pagine in formato pdf.

(Potete farvene un’idea agghiacciante   cliccando sul geniale sito animato qui:

https://qz.com/1232833/explore-all-506-billion-in-goods-that-the-us-imported-from-china-in-2017/)

Un elenco che mostra la misura mostruosa della de-industrializzazione  americana ed occidentale, e l’immane regalo che i globalisti  e finanzieri fecero alla Cina, spalancandole il commercio mondiale  esentasse senza esigere che aprisse agli scambi anche la sua moneta – sicché ha esportato con moneta svalutata, facendo un dumping colossale non solo coi suoi salari bassi ma  con lo yuan a corso forzoso di Stato, mentre sfornava  ogni anno 2 milioni di ingegneri capaci di impadronirsi delle  alte tecnologie nate in Usa ed Europa.

Le misure che adesso prende Trump (ammesso che non torni indietro)  doveva prenderle un presidente americano 30 anni fa, Bill Clinton. Perché i dazi  contro le merci cinesi hanno senso, se  al suo riparo l’America è capace di sviluppare le industrie nazionali di

 

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/gli-effetti-della-cura-trump-sul-sistema-mondiale-altra-deflazione/

 

 

 

Non temete i sovranisti, in quest’Europa fondata sulla paura

Scritto il 20/9/18

Anche in Svezia l’onda sovranista cresce, ma non abbastanza da rovesciare gli assetti di governo. Si ripete lo schema Le Pen, col Front National primo nei consensi ma non in grado di essere maggioranza né in grado di trovare alleati. E a quel punto scatta la coalizione antisovranista, tutti contro uno, e nascono governi stentati su fragili alleanze (come in Germania o in Spagna), con presidenti indesiderati dai due terzi della popolazione (Francia) o coalizioni spurie come da noi. O nascono perfino due, tre partiti “nazionali” che si cannibalizzano a vicenda (caso inglese coi conservatori biforcati più l’Ukip). Il vero problema è che siamo nel mezzo del guado, e dunque la situazione rischia la paralisi tra il non ancora e il non più. Perché poi i governi europeisti tra moderati e progressisti uniscono due debolezze e due declini, trascinano i paesi in coalizioni politiche di mera sopravvivenza, dentro sistemi fatiscenti, subordinati ai potentati economici, lontani dal popolo, dentro un’Europa ridotta a unione monetaria nel nome degli apparati di comando. Ma torniamo alla rappresentazione e alla percezione che ne ha la gente, ne danno i media, ne dà il potere.

L’Europa di oggi è fondata sulla paura. Paura dello straniero per taluni, paura dei nazionalisti per talatri. Xenofobia e nazionefobia sono le due categorie politiche dominanti, le twin towers dell’Europa. Ma con la paura non si compiono scelte assennate. Fino a ieri nominavi la Svezia, l’Olanda, i paesi scandinavi e i paesi bassi, e spuntavano le immagini del socialismo democratico, della società aperta, permissiva, globale e spregiudicata, della droga libera, dell’eutanasia, delle coppie omosessuali esibite e parificate alle famiglie. Adesso nomini quei paesi e senti dire xenofobia, razzismo, nazionalismo. Fino a oggi appena nomini l’estrema destra ti viene fuori la solita genealogia: l’Austria reazionaria, asburgica e patria di Hitler, la Germania del Terzo Reich, la Francia di Vichy. Più l’aggravante cattolico-tradizionalista. E ora come la mettiamo che pure la permissiva, la protestante, la mai fascista Svezia, si rivolge a quella destra, dopo la Norvegia, l’Olanda e altri paesi nordeuropei?

E come la mettiamo con paesi che hanno subito il nazismo e soprattutto il comunismo e ora si votano al sovranismo, come l’Ungheria, la Polonia, i cechi e gli slovacchi, cioè i paesi di Visegrad? Lasciamo stare i demoni fuori dalla porta, e lasciamo stare le paure. Ragioniamo con realismo. Sgomberiamo subito il campo da un’ossessione. L’antisemitismo e il razzismo non c’entrano con questa ondata populista, sovranista e nazionalista. Se conati antiebraici affiorano in Europa sono legati alla presenza islamica o alla questione palestinese; il resto è marginale periferia, patetico folclore, fuori dalla politica. C’è un tasso preoccupante di xenofobia in Europa? Ma non bisogna ridurla a patologia. Anche perché è paura, non odio razziale; è preoccupazione, non disprezzo etnico. C’è paura, umanissima e giustificatissima paura per l’ignoto e per l’estraneo, per la difficile convivenza, per il disagio sociale, per la criminalità legata a tutti questi fattori di instabilità. Quando la paura colpisce in modo così massiccio popoli maturi e civili non si può gridare al demonio, bisogna porsi il

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/09/non-temete-i-sovranisti-in-questeuropa-fondata-sulla-paura/

 

 

 

POLITICA

Sei democratico, quindi puoi essere golpista, nazista, razzista, reazionario…

Maurizio Blondet 19 settembre 2018

 

Dunque  proviamo a ricapitolare.

Se siete democratico, potete invocare il colpo di stato militare contro questo governo. Se siete democratico,  potete auspicare un   generale Pinochet  italiano (magari un ammiraglio?) perché “ qui siamo di fronte a quelli che ti rubano la casa e ti ammazzano la moglie….siamo in situazione di pre-guerriglia….e sono peggio del fascismo””,    quindi se siete democratico  potete sbavare frasi ultra-fasciste e   augurarvi  che “nessuno andrà a votare perchè le forze armate che sono le sole ad avere le armi interverranno”.

Naturalmente se  foste, poniamo, di Fratelli d’Italia, e  andaste  inveendo questi propositi  in una importante trasmissione televisiva, con la bava alla bocca per di più,  tutti i media e il PD urlerebbero al pericolo fascista,  l’ANPI farebbe manifestazioni  antifasciste, gli ebrei urlerebbero che l’0loché è imminente, la Commissione UE voterebbe sanzioni contro di voi. Ma sei democratico come Giampaolo Pansa, e dunque poi permetterti di essere golpista – restando democratico.

Se sei un importante intellettuale democratico e progressista, come Corrado Augias, puoi

 

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Il Pd contro i lager nazisti, ma dimentica i gulag di Stalin e i crimini del comunismo

30 ottobre 2015 by Stefania Elena Carnemolla

 

Quelli del Pd vedono solo quel vogliono vedere, ossessionati, come sono, come ha ricordato Eugenio Cipolla, direttore di Qelsi, nel suo L’ultima del Pd: in galera chi vende le statuette del Duce, solo dai simboli fascisti e nazisti. A sentir loro, nei lager nazisti vi furono rinchiusi solo i parenti stretti, tutti civili. Non gli si dica, ad esempio, che vi finirono prigionieri di guerra italiani, che dopo l’8 settembre 1943 dissero no alla Germania di Hitler. Anzi, è stato l’allora Partito Comunista Italiano a dimenticarli, con una tradizione tramandatasi nel tempo. È stata la storiografia di questa parte politica a far scendere il silenzio su drammi come quello di Cefalonia.

Né si dica a costoro che prigionieri di guerra italiani caduti in mano tedesca, caddero, dopo la liberazione dei lager nazisti, in mano sovietica, finendo nei gulag di Stalin. Qelsi, tempo fa, ha raccolto la testimonianza di Giuseppe Ansaldi, uno di loro: “Ai primi del 1944” si legge nella sua memoria “ancora una volta i tedeschi, ormai alla resa dei conti, ci portarono in Polonia. L’avanzata dei russi li spinse alla ritirata e ci abbandonarono a un più duro destino. Diventammo prigionieri dei russi. Sempre nel 1944 dai russi venni internato nel lager di Tambov nei pressi di Mosca insieme ad altre migliaia di prigionieri. Ricordo che a Tambov c’erano, nel terreno circostante, molti alberi di ghiande. La fame era tanta, pensammo che se le davano ai porci per farli ingrassare, forse a noi potevano saziare un po’ la fame arretrata. Ne raccogliemmo moltissime, facemmo dei buchi in una latta trovata per caso e le abbrustolimmo. Ricordo ne mangiai tante, ma tante, che stetti male per due giorni. Pensai che se non ero morto fucilato, sarei morto sazio di ghiande. Adesso al ricordo mi viene da sorridere,

Continua qui: http://www.qelsi.it/2015/il-pd-contro-i-lager-nazisti-ma-dimentica-i-gulag-di-stalin-e-i-crimini-del-comunismo/

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Possiamo aprire la scatola nera dell’intelligenza artificiale?

22 ottobre 2016 – di Davide Castelvecchi/Nature

 

 

L’intelligenza artificiale è ormai dappertutto, grazie al dilagare delle macchine che sfruttano le capacità di apprendimento profondo. Ma prima che gli scienziati possano fidarsene tanto da usarle nelle loro ricerche, devono comprendere in che modo imparano, ed è un compito tutt’altro che semplice

 

Dean Pomerleau ricorda ancora il suo primo braccio di ferro con il problema della scatola nera. L’anno era il 1991 ed era impegnato in un pionieristico tentativo di raggiungere un risultato che oggi è comune nella ricerca sui veicoli a guida autonoma: insegnare a un computer come guidare.

Il progetto consisteva nel guidare un veicolo militare Humvee appositamente modificato attraverso strade urbane, ricorda Pomerleau, che allora era uno specializzando di robotica alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania. Con lui nell’Humvee c’era un computer che aveva programmato per guardare attraverso una telecamera, interpretare ciò che stava accadendo sulla strada e memorizzare ogni sua (di Pomerleau) azione di  risposta. Alla fine, sperava Pomerleau, la macchina avrebbe avuto a disposizione un numero di associazioni sufficiente per guidare da

 

Continua qui: http://www.lescienze.it/news/2016/10/22/news/apprendimento_profondo_scatola_nera_problemi_spiegazione-3282154/?refresh_ce

 

 

STORIA

XX settembre 1870: quando a Porta Pia abbiamo unito e diviso l’Italia

di Luca Troiano (sito)venerdì 20 settembre 2013

La presa di Roma, nota anche come Breccia di Porta Pia, non fu soltanto l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia, di cui sarebbe divenuta capitale l’anno seguente e che decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
Scriveva l’ambasciatore Sergio Romano sulle pagine del Corriere nel 2000:

La data del «XX settembre», rigorosamente scritta in numeri romani, dovrebbe essere ricordata e celebrata come la maggiore data europea dell’Ottocento. Segna la conclusione di un grande fenomeno politico: la nascita della nazione italiana. È il più evidente simbolo del principio di nazionalità. Mette termine a una lunghissima fase storica durante la quale il Pontefice romano ha regnato, come un qualsiasi sovrano temporale, su uno Stato europeo di media grandezza. È l’inizio di una nuova fase in cui la Chiesa cattolica può esercitare più liberamente la sua missione spirituale nel mondo. Non sarebbe illogico quindi sperare che domani, a Porta Pia, si riunissero per celebrare quell’avvenimento i rappresentanti dello Stato italiano, della Santa Sede, dell’Unione europea, dell’Onu: tutti, per diversi aspetti, beneficiari della storica spallata con cui i bersaglieri del generale Cadorna entrarono nella città eterna il 20 settembre del 1870. Ma, a

Continua qui: https://www.agoravox.it/XX-settembre-1870-quando-a-Porta.html

 

 

20 settembre 1870: la ”breccia” di Porta Pia e le sue bugie

Pubblicato Venerdì, 20 Settembre 2013 – Scritto da Fabrizio Giusti

ROMASecondo la propaganda dei Savoia fu una battaglia eroica. Con gli anni si è scoperto qualcosa di diverso, tra fotomontaggi e racconti frutto della fantasia monarchica

ilmamilio.it – contenuto esclusivo

Il 20 settembre del 1870, secondo la storiografia ufficiale, avvenne qualcosa di straordinario: la Breccia di Porta Pia, ovvero la presa di Roma da parte degli italiani o, se vogliamo dirla con la precisione dei ”revisionisti”, dell’esercito piemontese. I bersaglieri che passano le linee nemiche, i soldati pontifici sconfitti: è questo l’inizio di una nuova storia, dell’Unità nazionale, della grande vittoria contro le ”forze oscurantiste dell’oppressione”. In verità – secondo le ultime versioni – i fatti andarono diversamente.

Ad esempio chi credeva che il Papa andasse via da Roma e fosse conquistato anche il Vaticano si dovette ricredere in fretta. Vittorio Emanuele II era cattolico. La Santa Sede si chiuse nel suo guscio, ma garantita e salvaguardata nella sua integrità. Spetterà un giorno all’ex ”mangiapreti” Benito Mussolini di concludere una ”guerra fredda” tutta interna ai nostri confini nazionali con la firma dei Patti Lateranensi.

Prima però c’è quella data, il 20 settembre 1870. Un segno della storia che non nasce per caso. Già l’11 settembre, alle cinque del pomeriggio, 65.000 soldati piemontesi avevano passato la frontiera tra il Regno d’Italia e quello dello Stato Pontificio senza dichiarazione di guerra. Non una nota, non una comunicazione. Come dieci anni prima con Cialdini, i piemontesi erano entrati dentro uno Stato straniero. E si sa che nessuna guerra è da considerarsi tale senza un atto formale. Altrimenti è un’aggressione. Una delle motivazioni prese in prestito a posteriori per giustificare il movimento dei

 

Continua qui: https://www.ilmamilio.it/m/it/attualita/attualita-notizie/16978-20-settembre-1870-la-breccia-di-porta-pia-e-le-sue-bugie.html

 

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