NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI  30 OTTOBRE 2019

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/satanismo-messicana-polizia-ha-trovato-piu-42-teschi-217502.htm

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI  30 OTTOBRE 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Un amico a Muzio Scevola: se vuoi, ti do una mano

STEFANO BARTEZZAGHI, Non se ne può più, Mondadori, 201, pag. 224

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

Non ci faranno più votare

La puttanata del “merito”. 1

Magaldi: sta cambiando tutto, e adesso ve ne accorgerete. 1

Unicef Italia: ingerenze sulla politica italiana, Ius Soli e hate speech sui social 1

LA NECESSARIA DENUNCIA DI LUCA RICOLFI – SUL GRASSO CHE COLA   1

Scoperto documento raccapricciante sul commercio dei bambini 1

Il latte: il nuovo simbolo del razzismo nell’America di Donald Trump. 1

SBAVANO GIA’ PER IL RETTILIANO.. 1

Al-Baghdadi, Us Navy, baby-schiavi liberati e guerre stellari 1

Le truppe americane continuano a rimanere in Siria per ‘tenersi il petrolio’ e per questo hanno già ucciso centinaia di persone. 1

Il folle riconosce il mondo, il genio ci mostra com’è davvero. 1 

I globalizzatori pianificano la dittatura e la società schiavista 

Voto agli anziani. Lettera di un prof. furibondo a Grillo

Quelli che «le riforme pagano», ma non vogliono andare in Cile. 1

Clamoroso: l’evasione fiscale in Germania nel 2017 è di 336 miliardi di euro! 1

SATANISMO ALLA MESSICANA.. 1

Fenomenologia di Conte: un ologramma a Palazzo Chigi 1

Greta e il “Deep State” verde. 1

 

 

EDITORIALE

Non ci faranno più votare

Manlio Lo Presti – 30 ottobre 2019

I piani alti del potere aveva lasciato in piedi la democrazia parlamentare in Italia perché considerava – non a torto – il voto come un’arma spuntata grazie alle continue modifiche delle leggi elettorali.

Hanno scoraggiato la volontà partecipativa alla vita politica del Paese mediante la realizzazione a tavolino

di decenni di attentati,

di governi effimeri, di omicidi di Stato,

di mafie teleguidate dalla politica,

di una crisi economica artificiosamente ultradecennale con conseguente progressiva deindustrializzazione,

di depopolazione crescente per infertilità dovuta all’incertezza del futuro,

di emigrazione scientificamente incoraggiata di ragazzi con studi superiori sostituiti con migranti-paganti quasi tutti descolarizzati, ex detenuti, qualche appartenente a forze speciali, molti detenuti e terroristi in crescita …

L’esito delle votazioni in Umbria a favore della compagine di centro destra non ha fatto abbassare le penne alla sinistra mondialista neomaccartista, immigrazionista quadrisex, dalla presunta superiorità morale post-togliattiana, anzi!

La schieratissima dama di una nota trasmissione politica de LA7 continua ad insolentire mentre i suoi corifei parlano di voto a destra da parte di masse di sub-umani ignoranti con basso livello scolastico. Un bel ritorno alle tematiche della eugenetica di stampo culturale e manicheista: con loro o contro di loro. A costoro non viene in mente che stanno applicando comportamenti razziali che poi addebitano agli avversari. È proprio vero che il bue dice cornuto all’asino.

La stessa dama non fa cenno – ovviamente – ai bassissimi titoli di studio di molti componenti del governo attuale!

Ma costoro, onusti dal sole dell’avvenire mondialista neomaccartista antifa quadrisex sono certi che quanto detto da loro sia giusto per definizione e a prescindere dalla cultura accademica in quanto possessori della cosiddetta superiorità morale della sinistra, o presunta tale.

I signori delle minacce, degli insulti, i campioni di servilismo ai poteri anglofrancotedeschiUSA, con parlamentari che prendono incarichi ministeriali ed onori in Francia per “servigi” che possiamo immaginare e punibili per alto tradimento, tenteranno di non far più votare gli italiani.

Devono tirare avanti per gestire la nomina di oltre 400 poltrone economiche e l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Più occupazione del potere di così … con l’arroganza di non nascondere cinicamente simili comportamenti antidemocratici mentre la casa-Italia brucia.

Cosa fare dunque?

Si tira fuori il noto armamentario tric e trac, ben descritto dal politologo Noam Chomsky (*):

  • Aumentare il caos economico, sociale, politico
  • Rendere il caos ingestibile e farlo marcire, accompagnandolo – se necessario – con attentati con migliaia di morti su metropolitane, scuole, ospedali
  • Offrire la soluzione da applicare velocemente perché NON C’È TEMPO.
  • Arrivo “provvidenziale” di un “TECNICO” nominato dal capo dello Stato fra una rosa di “soliti noti” esperti di demolizioni istituzionali, tutti provenienti da noti colossi della riorganizzazione aziendale e di note università USA e inglesi di cui fanno vanto, con mirabile spocchia, nei dibattiti televisivi

Adesso circola il nome dell’ex presidente della Banca Centrale Europea, quindi non sarà lui l’uomo della provvidenza.

Sarà insediato probabilmente uno sconosciuto burocrate ipertecnico dall’alveo dei ridetti centri di pensiero (think thank) di stampo atlantista, perché da quel cerchio la ex-italia non può e non deve uscire!!!!!!

 

P.Q.M.

Avremo la ripetuta fedele applicazione dello schema

FATE PRESTO,

di infausta memoria!

Prepariamoci alla definitiva distruzione del nostro Paese!

 

Ne riparleremo a breve …

 

NOTA

(*) Noam Chomsky, Le dieci leggi del potere, Ponte alle grazie, 2017, Regola n. 8 – TENERE A BADA LA PLEBAGLIA

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

La puttanata del “merito”

24/10/2019 Massimo Bordin

Il merito è stato per anni il mantra valoriale promosso dalle destre. È stato talmente ripetuto e talmente convincente nel ventennio berlusconiano da diventare anche il mantra delle sinistre. Oramai non pare esserci più nessuno disposto a metterlo in discussione.

A tal proposito, ha fatto il giro del web l’ultima uscita del ministro Bellanova, che dal binario morto della Leopolda ha sostenuto che

«Il merito è di sinistra. Lo vogliamo dire a quelli che dicono che tutti possono avere tutto. Il merito è il nostro unico parametro di misura e su questo li sfidiamo». Firmato Teresa Bellanova, ministro delle politiche agricole.

Peccato che sia una sacrosanta puttanata e che può crederci solo un talebano liberista. Un religioso.

Beninteso, le differenze tra gli individui ci sono, eccome se ci sono, ma il merito non è affatto una differenza, bensì una virtù, che solo altri esseri umani possono attribuire ad altri esseri umani.

In altre parole, il merito non è una realtà oggettiva, ma una soggettività legata al tempo storico.

Ad esempio, passare la propria giornata calciando una sfera di cuoio come fa il miliardario Cristiano Ronaldo per molte persone è un merito, ma per altre una sonora perdita di tempo. Nessuno l’avrebbe intesa come un particolare merito, anche solo un secolo fa. E gli esempi di questo tipo, come potete ben immaginare, potrebbero continuare all’infinito. Nella scuola, ad esempio, la cosa è di una evidenza totale: c’è chi si impegna e chi meno; chi è portato per le discipline e chi meno, ma l’assegnazione del merito espressa con la valutazione non è affatto oggettiva, né lo è mai stata. Anzi, per mia esperienza, il 10 in pagella è sovente appannaggio dei leccaculo e dei nozionisti e di rado va a chi apporta veri contributi.

Ma quando si esalta il merito, non è certo alla scuola o al gioco del calcio

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http://micidial.it/2019/10/la-puttanata-del-merito/

 

 

 

 

 

Magaldi: sta cambiando tutto, e adesso ve ne accorgerete

Scritto il 29/10/19

 

Forse adesso anche i più sprovveduti, i teorici della “follia estiva” del Papeete, capiranno perché Salvini ha staccato la spina al governo gialloverde, una volta capito che Conte e Tria gli avrebbero impedito di alleggerire la pressione fiscale e inaugurare una politica finalmente espansiva. Ultimo tradimento, il voto dei grillini per Ursula Von Der Leyen alla Commissione Europea. Ragionamento del leghista: guai se resto al governo, costretto a firmare una manovra che rappresenta l’esatto contrario di quanto promesso. Risultato: Salvini ora fa il pieno alle regionali in Umbria (57,5%), umiliando Zingaretti e in particolare Di Maio, con i 5 Stelle al di sotto dell’8%. «Logico che gli italiani, a partire dall’Umbria, puniscano le forze del Conte-bis e la loro manovra finanziaria deprimente, persino preoccupante», con la crociata contro i mini-evasori e la demonizzazione del contante. Gioele Magaldi canta vittoria: il suo Movimento Roosevelt si è schierato con la Tesei sostenendo “Umbria Civica” del battitore libero Nilo Arcudi: «Non per rieditare l’obsoleto e deludente centrodestra, ma per promuovere un dialogo trasversale coi progressisti del centrosinistra, contro i conservatori di entrambe le coalizioni».

Un esito scontato: «Nel 2018, i gialloverdi avevano promesso un vero cambiamento: assaporato il quale, ora gli elettori non possono digerire l’imbarazzante Conte-bis», sottomesso ai consueti vincoli-capestro imposti da Bruxelles. Per Magaldi, tutto sta insieme: gli elettori umbri premiano il Salvini che si è circondato di economisti post-keynesiani come Bagnai e Rinaldi, contrari alla “teologia” del rigore Ue. Nel frattempo, Giuseppe Conte è sulla graticola: oltre alla débacle umbra, che taglia le gambe alla grottesca alleanza tra il Pd e i grillini che proprio in Umbria li avevano denunciati, facendo cadere la giunta “rossa” di Catiuscia Marini, il premier teme sviluppi dal caso Russiagate, dopo le strane omissioni (segnalate dal “Corriere della Sera”) che rendono incompleta, se non reticente, la sua prima audizione al Coapasir. Il sospetto: Conte avrebbe usato in modo improprio i servizi segreti italiani, mettendoli a disposizione del ministro statunitense William Barr, impegnato a cercare prove contro Joe Biden, rivale di Trump. Non è tutto: proprio mentre Perugia si trasformava nella Caporetto di “Giuseppi”, il “Financial Times” ipotizzava che Conte potrebbe essere accusato di conflitto d’interessi per aver fatto da consulente a un fondo d’investimento di area vaticana, ora accusato di corruzione.

«Me ne compiaccio», dichiara Magaldi, irridente, pensando alla “macchina del fango” scatenata contro Salvini per “Moscopoli”, anche attraverso il servizio di “Report” trasmesso in prossimità dell’audizione di Conte al Copasir e alla vigilia delle elezioni in Umbria. «Segno che tra i cosiddetti “poteri forti” non ci sono soltanto quelli di segno reazionario, che sostengono il Conte-bis, dopo aver sorretto i governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni». Esponente italiano del network massonico progressista internazionale (Grande Oriente Democratico, Rito Europeo Universale), Magaldi annuncia: i massoni progressisti sono impegnati in una controffensiva, in tutto il mondo, dopo i decenni devastanti della globalizzazione neoliberista. Il presidente del Movimento Roosevelt cita la Cina, che ha rimosso la governatrice di Hong Kong contestata dalla popolazione, e segnala anche l’esultanza di Trump per l’annuncio della morte del capo dell’Isis, «il massone reazionario e terrorista Abu Bakr Al-Baghdadi, esponente

 

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https://www.libreidee.org/2019/10/magaldi-sta-cambiando-tutto-e-adesso-ve-ne-accorgerete/

 

 

 

 

 

Unicef Italia: ingerenze sulla politica italiana, Ius Soli e hate speech sui social

Come un social media manager può “affondare” la sede nazionale di un’agenzia delle Nazioni Unite in pochi tweet

Pubblicato 2 anni fa Di Francesca Totolo                     RILETTURA, PER LEGITTIMA DIFESA

 

Unicef è un’agenzia delle Nazioni Unite, fondata nel dicembre del 1946 per sostenere i bambini vittime della Seconda guerra mondiale, con sede a New York, la cui missione è portare assistenza umanitaria ai minori dei paesi in via di sviluppo.

Sono passati 71 anni e nonostante i miliardi di dollari spesi annualmente (parliamo di 5.009.557.471$ nel 2015), i bambini delle zone più povere del mondo continuano quotidianamente a morire per la mancanza di cibo e delle opportune cure medico-sanitarie.

Ha quindi ancora senso che i 147 governi nazionali, le 4 istituzioni intergovernative (tra cui la Commissione Europea), il plotone di fondazioni (non potevano mancare la Open Society Foundations di George Soros, la Oak Foundation e la Rockefeller Foundation)[1] l’esercito di aziende e gli speranzosi privati donatori, sostengano ancora questa agenzia delle Nazioni Unite, che di certo non ha fatto una “rivoluzione umanitaria” là dove c’era e, appunto, c’è ancora bisogno?

Prima di passare alle vicende legate strettamente a Unicef Italia, vediamo chi compare nel direttivo a livello internazionale.

Il Direttore Generale di Unicef dal 2010 è Anthony Lake; apprendiamo dalla sua biografia che è attivo da più di 45 anni nel settore pubblico: consigliere per il Comitato Internazionale della Croce Rossa, Direttore del Marshall Legacy Institute, membro del consiglio di amministrazione di Save The Children e dell’Overseas Development Council. E non manca neanche il sostegno a due discussi ex-presidenti americani: nel biennio 2007-2008, Lake è stato consigliere senior per la politica estera della campagna presidenziale di Barack Obama, ruolo che aveva già svolto durante la campagna presidenziale di Bill Clinton del 1991-1992, dove, ad elezione avvenuta, è stato designato come Consigliere per la Sicurezza Nazionale dal 1993 al 1997 e poi come Inviato Speciale del Presidente degli Stati Uniti in Eritrea ed Etiopia, Haiti, Bosnia e Herzegovina, e Irlanda del Nord.[2]

Uno dei Vicedirettori Generali è il britannico Justin Forsyth, che precedentemente è stato amministratore delegato di Save the Children UK e responsabile di Oxfam. Come Anthony Lake, anche Forsyth ha avuto cariche politiche: è stato Special Adviser dei Premier laburisti Gordon Brown e Tony Blair dal 2004 al 2010.[3]

Come esposto, le due suddette figure del direttivo di Unicef evidenziano una marcata politicizzazione di questa agenzia delle Nazioni Unite. È notizia di questi giorni che il Presidente Donald Trump ha deciso di tagliare una parte dei fondi destinati, appunto, all’ONU, perché spesso in contrasto con l’agenda geopolitica americana (ovviamente quella attuale) e ritenuto responsabile di sprechi e di inefficienze. Infatti l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Nikky Haley, ha recentemente affermato: “L’inefficienza e le spese facili dell’Onu sono ben note e noi non consentiremo più che la generosità del popolo americano sia sfruttata”.[4]

Torniamo ora al caso che si è scatenato in Italia dopo il tweet di Unicef Italia, che tratta della mancata approvazione della legge sullo ius soli a causa del forzato rinvio della discussione in Senato al 9 gennaio (probabilmente le Camere saranno già sciolte). Quanto scritto mostra un chiaro orientamento politico dell’agenzia delle Nazioni Unite

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https://www.lucadonadel.it/unicef-italia-ingerenze-politica-italiana-ius-soli/

 

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

LA NECESSARIA DENUNCIA DI LUCA RICOLFI – SUL GRASSO CHE COLA

Maurizio Blondet  28 Ottobre 2019  129 commenti

Il tipico giovane d’oggi non ha che lavori saltuari. Però non si fa mancare le vacanze, non paga affitto perché vive coi genitori, dai  quali erediterà la casa in proprietà  –  ha soldi in tasca per andare in 350 mila  a Modena  al concerto di Vasco Rossi  pagando  70 euro di biglietto, e per alimentare lo spaccio – onnipresente, corpuscolare, immenso  – di cocaina, hashish, eroina a scopo ricreativo. 

Vive in un paese che ha perso il 25% delle sue industrie e dove  ormai  quelli che lavorano in qualche attività  produttiva sono una minoranza, mentre  la maggioranza “non fa niente”,   ossia né   studia né lavora, e nemmeno pensa.  Dove si perdono conoscenze scientifiche e tecnologiche, competenze, qualità della cultura,  ma il giovane tipico – inteso come gruppo sociale  – non si allarma, non si mobilita  per migliorare se stesso e le cose, mettendosi a studiare, a combattere per una società migliore.  Vive di “tempo libero” infinito, deve andare per forza al pub, la discoteca è  il suo mondo.

Come mai?  Perché può permetterselo. Lo spiega l’ultimo saggio  – assolutamente essenziale  – di Luca Ricolfi, “La Società signorile di massa”:  vive consumando il grasso che cola  dai genitori e dai nonni.

Un  grasso spesso, soffice,  apparentemente inesauribile. Un ricchezza patrimoniale accumulata   dai nonni fra conti correnti,   azioni, obbligazioni, casse (prime e seconde) cassette di sicurezza, fondi all’estero  o nel materasso,  valutabile a 11 mila miliardi . Una cifra  superiore a quella di cui dispongono o privati tedeschi inglesi, francesi.  La sola ricchezza strettamente finanziaria (soldi liquidi o liquidabili)   assomma a 4.500 miliardi.

Una cifra astronomica, difficile persino da capire.  Confrontiamola con la spesa pubblica  annua dello Stato:  sugli 800 miliardi.  Non dice ancora niente.  Ricolfi –  il miglior sociologo-economista italiano – fornisce un dato che finalmente ci fa  capire: i giovani italiani hanno “l’aspettativa di eredità” più alta del mondo.  Ogni anno,  250 miliardi del patrimonio vengono ereditati.

Diciamo ancor più semplicemente:  ogni anno, i nonni (o genitori) che muoiono  lasciano ai figli o ai nipoti, un monte complessivo di 250 miliardi l’anno. I nipoti si trovano con questa ricchezza in case e denaro o titoli.  Senza averla guadagnata.

Già  questo dovrebbe mostraci la falsità della”narrativa”  vigente fra i politici di sinistra e fra i grillini, secondo cui  sono i giovani che mantengono i vecchi,   che prendono pensioni eccessive, e quindi “rubano il futuro” ai nipoti.  Questo sarebbe vero se i giovani avessero  veri lavori, ossia pagassero i contributi previdenziali sui loro salari e stipendi. Ma come abbiamo visto, il numero di coloro che lavorano è un minoranza. I più “non fanno niente”,  e  spendono da gran signori.

Oltre alla droga, alla discoteca, ai “concerti”  eccetera,  Ricolfi segnala che la spesa del gioco d’azzardo è passata, dal 2003 ad oggi, dall’1,5%  all’8% del Pil.   In un  Paese    povero e impoverito, gli italiani spendono

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https://www.maurizioblondet.it/la-necessaria-dejnuncia-di-luca-ricolfi-sul-grasso-che-cola/

 

 

 

 

Scoperto documento raccapricciante sul commercio dei bambini

Coinvolta una sezione speciale della #CIA, #TheFinders ovvero i procacciatori di bambini

 

by Lara Maria Ferrara 28 Ottobre 2019

 

 

 

Le indagini si snodano sempre più facendo apparire una vera e propria rete internazionale di questi finders dediti al commercio di bambini.

Il Dipartimento di Giustizia chiede qui ufficialmente che vengano indagate tutte le possibili partecipazioni del sistema di intelligence degli Stati Uniti a questo gruppo di criminali, dediti alla sottrazione

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https://www.paeseroma.it/2019/10/28/scoperto-documento-raccapricciante-sul-commercio-dei-bambini/

 

 

 

 

Il latte: il nuovo simbolo del razzismo nell’America di Donald Trump

Kelly Riddell – 28 Ottobre 2019

 

Questa settimana, nel giornaletto universitario Daily49er, Samantha Diaz, della California State University, ha descritto come il latte sia diventato il nuovo simbolo dell’odio.

Tutti voi, insieme al resto della nazione, siete talmente abituati a sentire decantare i benefici del latte che, probabilmente, non vi sarete nemmeno resi conto del sottile razzismo nascosto nelle nostre abitudini salutistiche,” asserisce la signora Diaz.

Continua poi: “Potrebbe non sorprendervi che gli Stati Uniti sono stati fondati sul razzismo e che ogni istituzione che noi patrociniamo ha radici razziste, che a volte sono difficili da comprendere e ancora più difficili da combattere. Questo fenomeno influisce sulle leggi per l’identificazione degli elettori, sugli esami di stato e, sì, anche sulle linee guida dietetiche federali. Ma come possono le linee guida sulla salute, un sistema basato esclusivamente su fatti scientifici, contenere messaggi razzisti? Dove c’è una tradizione consolidata per sopprimere l’esistenza di un’intera razza, il modo c’è.”

E sì, tutto si riduce al latte.

Il sostegno del governo federale al latte nelle diete americane contribuisce al problema, spingendo in modo acritico la gente a bere latte, nonostante i potenziali effetti avversi che ha sulla salute della gente di colore,” ha scritto la Diaz. “Le attuali normative dietetiche federali esortano le persone a bere tre bicchieri di latte al giorno, come riportato nelle ‘Linee Guida Dietetiche 2015-2020 per gli Americani.‘ Il principale beneficio per la salute derivante dal latte è la protezione dall’osteoporosi, una malattia che indebolisce le ossa, da qui la retorica delle ‘ossa più forti.’ Anche se questo è un evidente effetto positivo sulla salute, l’osteoporosi colpisce gli Africani in una percentuale significativamente inferiore rispetto alla maggior parte degli Americani [non di colore].

Pertanto, il latte può essere utile all’organismo di una persona bianca, ma meno a

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https://comedonchisciotte.org/il-latte-il-nuovo-simbolo-del-razzismo-nellamerica-di-donald-trump/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

SBAVANO GIA’ PER IL RETTILIANO

Maurizio Blondet  25 Ottobre 2019

https://www.maurizioblondet.it/sbavano-gia-per-il-rettiliano/

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Al-Baghdadi, Us Navy, baby-schiavi liberati e guerre stellari

Scritto il 28/10/19

 

Non sono ancora notizie vere e proprie, ma sono teoricamente enormi: difficili persino da commentare. «Vere? Non saprei. Ma, se lo fossero, potremmo assistere – addirittura nei prossimi giorni – a fatti clamorosi e inattesi, a livello geopolitico, per una volta di segno positivo anziché negativo». La “profezia” di Tom Bosco, redattore dell’edizione italiana della rivista australiana “Nexus”, è datata 22 ottobre. Appena cinque giorni dopo, nel mondo è rimbalzata la notizia delle notizie: l’uccisione del capo dell’Isis, Abu Bakr Al-Baghdadi, nei dintorni di Idlib, in una Siria ampiamente liberata dalla poderosa operazione militare avviata a fine 2016 dalla Russia di Putin. Autori dell’accerchiamento finale di Al-Baghdadi: gli Usa, sotto la regia di Trump. E le “notizie enormi” evocate da Bosco appena cinque giorni prima, a “Border Nights”? Devastanti: una raccapricciante, l’altra fantascientifica. La prima: forze della Us Navy – la stessa arma che ha appena ammesso l’esistenza degli Ufo – circa venti giorni fa avrebbero «liberato 2.1000 bambini detenuti in stato di schiavitù in bunker sotterranei, in California». La seconda “notizia”, di fonte tedesca: nei giorni seguenti, precisamente tra il 19 e il 21 ottobre, si sarebbe svolta nei nostri cieli una decisiva battaglia aerospaziale, con astronavi gigantesche. Esito: i “buoni” avrebbero sconfitto i “cattivi”. Di qui la deduzione di Bosco: se queste voci fossero veritiere, potremmo assistere a eventi geopolitici sbalorditivi in senso positivo.

Ed eccoci ad Al-Baghdadi: il capo terrorista più feroce e più ricercato al mondo è morto nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, durante un’operazione militare statunitense nel nord-ovest della Siria. Circondato, si sarebbe fatto esplodere in un tunnel senza uscita nei pressi della città di Barisha, uccidendo se stesso e tre bambini, forse suoi figli. L’annuncio del successo dell’operazione è stato dato dal presidente statunitense Donald Trump durante una inusuale conferenza stampa tenuta domenica alla Casa Bianca. Al-

Baghdadi, ricorda il “Post”, è stato il capo dell’organizzazione terroristica più potente e ricca di sempre: sotto la sua guida, l’Isis ha messo in piedi una specie di Stato (il Califfato Islamico) dotato di proprie istituzioni, che ha “governato” un territorio grande come il Belgio, compiendo anche diversi attentati terroristici in Europa. La “Associated Press” definisce Al-Baghdadi come «uno dei leader jihadisti più violentemente efficaci dei tempi moderni». Lo stratega dell’orrore – vero nome, Ibrahim Awwad Ibrahim al Badri – era nato nel 1971 nella città irachena di Samarra. Laureato a Baghdad, conseguì anche un diploma post-laurea in recitazione coranica. «Le cose cambiarono però nel 2003, con l’invasione statunitense dell’Iraq e la destituzione del regime di Saddam Hussein», ricorda il “Post”.

Al-Baghdadi si unì alla cosiddetta “insurgency”, una rivolta violenta e costante

 

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Le truppe americane continuano a rimanere in Siria per ‘tenersi il petrolio’ e per questo hanno già ucciso centinaia di persone

 

Ben Norton – 27 Ottobre 2019

 

Centinaia di soldati americani rimangono in Siria per occupare le sue riserve di petrolio e privare il governo siriano dalle entrate necessarie per la ricostruzione. Trump lo ha ammesso apertamente: “Vogliamo tenerci il petrolio.”

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rassicurato i suoi sostenitori che sta “riportando a casa i soldati” dalla “infinita” guerra in Siria. Ma non è esattamente così.

Anche se Trump ha ordinato un ritiro parziale del migliaio circa di truppe americane presenti sul territorio siriano (cosa che, ai sensi del diritto internazionale, costituisce di fatto un’occupazione militare illegale) i funzionari statunitensi e il presidente stesso hanno ammesso che alcuni di loro rimarranno in loco. E rimarranno sul suolo siriano non per garantire la sicurezza di qualche gruppo di persone, ma piuttosto per mantenere il controllo dei giacimenti di petrolio e di gas.

L’esercito americano ha già ucciso centinaia di Siriani e, probabilmente, anche alcuni russi, proprio per non lasciarsi sfuggire le riserve petrolifere siriane.

L’ossessione di Washington per il rovesciamento del governo siriano è dura a morire. Gli Stati Uniti continuano a fare di tutto per impedire a Damasco di riprendere il proprio petrolio ed anche la regione con la maggior produzione cerealicola, per privare il governo dei relativi proventi ed impedirgli così il finanziamento delle opere di ricostruzione.

Il Washington Post aveva fatto notare nel 2018 che gli Stati Uniti e i suoi alleati Curdi stavano occupando militarmente una massiccia “fetta del 30% della Siria, dove probabilmente era localizzato il 90% della produzione petrolifera d’anteguerra.

Ora, per la prima volta, Trump ha apertamente confermato gli ulteriori motivi imperialisti dietro al mantenimento di una presenza militare americana in Siria.

Vogliamo tenerci il petrolio,” ha confessato Trump in una riunione di governo del 21 ottobre. “Forse manderemo lì una delle nostre grandi compagnie petrolifere perché faccia le cose nel modo giusto.”

Tre giorni prima, il presidente aveva twittato: “Gli Stati Uniti hanno messo al sicuro il petrolio.

Peccato non averci pensato anni fa. La cosa era stata fatta allora in modo rappezzato e artificiale. C’è buona volontà da entrambe le parti ed esistono ottime possibilità di successo. Gli Stati Uniti hanno messo al sicuro il petrolio e ai combattenti dell’ISIS ci pensano insieme Curdi e Turchi …

– Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 18, 2019

Il New York Times aveva confermato questa strategia il 20 ottobre. Citando un “alto funzionario amministrativo,” il quotidiano aveva riferito:

“Il presidente Trump è favorevole ad un nuovo piano del Pentagono per mantenere un piccolo contingente di truppe americane nella Siria orientale, forse circa 200 uomini [un piano strategico che ricorda quello del Gen. Custer N.D.T.], per combattere lo Stato Islamico e bloccare l’avanzata del governo siriano e delle forze russe nei contesi

 

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CULTURA

Il folle riconosce il mondo, il genio ci mostra com’è davvero

Scritto il 27/10/19

 

Il genio e il folle sono fratelli, forse gemelli. In entrambi il possibile eccede sul reale, ma nel pazzo il possibile sconfina nell’impossibile. Il genio non si accontenta del rapporto tra la realtà e la sua mente; stabilisce nuovi, più arditi contatti. Il pazzo invece ha perso quella relazione e va a ruota libera. Chesterton notava che il pazzo non è colui che ha perso la ragione ma chi ha perso tutto tranne la ragione: ha perso il rapporto col mondo reale. Genio e sregolatezza, si dice. Ma debordare dalle regole è un effetto della genialità, non è la prova del genio. La pazzia è l’emisfero in ombra dell’umanità, il lato b che percorre come una trama a rovescio la storia della civiltà, dell’arte, del pensiero e dei rapporti umani. Il sogno, il gioco, la fiction sono le dosi giornaliere di pazzia dei “savi”; quando la mente va in libera uscita e danza a corpo libero. Osate esser pazzi, esortava Papini. Come in una pulp fiction filosofica, artistica e letteraria scorre la divina pazzia di cui scriveva Platone e le tragedie greche da Eschilo a Euripide; la pazzia vissuta, studiata o narrata di Torquato Tasso ed Erasmo da Rotterdam, Cervantes con don Chisciotte e Shakespeare con Enrico IV, Hölderlin e Nietzsche, van Gogh e Ligabue, Dino Campana ed Ezra Pound, Pirandello e Strindberg, Bukovski e Pessoa, Jaspers e Foucault, Mario Tobino e Alda Merini.

Per Thomas Beckett nasciamo tutti pazzi, alcuni poi lo restano. Il genio mette a frutto la pazzia, cavalca la follia senza esserne dominato. A volte finisce irretito nella sua follia, perché ne è congenitamente predisposto, è ipersensibile o ha preteso l’infinito, l’assoluto. Ma chi è il genio, cosa lo distingue dal resto degli uomini? Dal ’68 in poi serpeggia l’illusione di una genialità di massa, attraverso l’uso estroso della trasgressione: si ritiene che la sregolatezza decreti il genio. Creatività diffusa, fantasia, la vita come capriccio e stravaganza di massa sono i suoi indizi fino al paradosso di sentirsi tutti speciali, fuori dal comune. Si abusa dell’aggettivo geniale. In giro troppi geni estemporanei per autoacclamazione o per esagerazione di chi li ama (ogni scarrafone è genio a mamma sua). Per Arthur Schopenhauer, che visse con la frustrazione del genio incompreso, genio è colui che sa vedere l’assoluto nel particolare, sa andare oltre i fenomeni e trascende la soggettività in una visione più ampia.

Il genio ha una conoscenza intuitiva; vede le cose collegate da una postazione più alta, vede il mondo alla luce del sole, non al lume della sua candela. La fantasia è un suo strumento indispensabile per trascendere il reale nel possibile. Vede il generale nel particolare, a differenza dell’uomo comune e delle donne, nota Schopenhauer. Coglie l’essenza delle cose e supera la natura che invece congiunge intelletto e volontà. Ciò porta il genio a somigliare alla follia: entrambi, notava Pessoa, sono disadattati. Il genio non è mai un moderato o un flemmatico, spiega Schopenhauer, ma è sempre un eccessivo, frutto di un’esaltazione anormale della sua vita neuro-cerebrale. Il genio si dedica all’inutile e i suoi frutti saranno colti nel futuro. Un’opera geniale non è mai utile; è il suo rango, la sua nobiltà, come la fioritura. Il genio non serve al suo tempo, ed eccedendo dalla norma è

 

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https://www.libreidee.org/2019/10/il-folle-riconosce-il-mondo-il-genio-ci-mostra-come-davvero/

 

 

 

 

 

I GLOBALIZZATORI PIANIFICANO LA DITTATURA E LA SOCIETÀ SCHIAVISTA. ECCO LE PROVE

Tratto dal libro:

Trance Formation of America di Cathy O’Brien, Mark Phillips Macroedizioni

– disponibile al sito:
http://www.macroedizioni.it/Libro.cfm?IdLibro=2517

Questo libro è stato scritto grazie a Mark Phillips, un uomo d’affari statunitense, dato il suo lavoro di procacciatore d’affari aveva
studiato tutto il possibile riguardo alle tecniche di persuasione occulta, le aveva perfezionato durante il servizio militare dove era
stato istruito sulle tecniche di manipolazione mentale. Finito il servizio militare si era dedicato alla carriera di venditore nella
quale aveva ottenuto successo fino a quando si era messo in società con Alex Houston, insieme avevano concluso una transazione
commerciale con la Cina dal valore di 31 milioni di dollari. I cinesi oltre a condurre le trattative, tramite i loro servizi segreti
raccolgono tutte le informazioni possibili sul conto degli stranieri che ritengono utile sapere. Nel corso delle trattative d’affari Mark
Phillips viene informato da un ufficiale dei servizi segreti cinesiche cosa essi hanno scoperto sui retroscena della vita di Alex
Houston: secondo l’ufficiale Houston è coinvolto con la CIA, gli stupefacenti, il riciclaggio del denaro sporco, la prostituzione
e … la schiavitù. L’informatore di Phillips, adducendo prove documentarie, disse che Houston era un uomo “veramente malvagio” e
che i suoi crimini coincidevano con quelli della Casa Bianca. I cinesi non intendono proseguire i rapporti con Houston, se Phillips
al contrario intende proseguirli, è meglio che sciolga la società con
Houston, gli spiega l’ufficiale dei servizi segreti cinesi.
Mark Phillips viene così a sapere che la moglie di Hostoun, Cathy e sua figlia Kelly che allora aveva otto anni, erano vittime di un
programma segreto del governo USA che le aveva ridotte in schiavitù e Houstoun fungeva da agente del governo e provvedeva affinché Cathy e Kelly fossero mantenute schiave.
Phillips decise di liberare Cathy e Kelly: prese contatto con un vecchio amico che era stato generale dell’aeronautica nella divisione
dei servizi segreti e aveva mantenuto stretti legami con i loro vertici nazionali e esteri. Il generale gli parlò del commercio degli
schiavi della CIA in tutto il mondo e gli disse che Cathy e Kelly erano state sottoposte al controllo mentale basato sul trauma. Mark
Phillips ricorda:

“Ero come stordito. Le prime parole che mi uscirono dalla bocca furono: “Come si può fare a tirar fuori queste persone” Lui sorrise e
disse: “io non lo farei. Cosa vuoi fame di loro, una volta fuori?” Prima che rispondessi, mi interruppe e disse: “Guarda. Tu sei sempre
il solito, ma anche per lo Zio (gli USA) non cambia nulla. Nel complesso, la CIA, la FBI e la Mafia sono la stessa cosa e si stanno
muovendo in campo militare.”

Phillips insistette di voler tentare un recupero e il suo amico gli diede i codici del controllo mentale (basati su Dio e il
cristianesimo) che avrebbero indotto Cathy a seguirlo. La storia completa e dettagliata viene raccontata nel loro libro che vi
consiglio vivamente di leggere. Phillips le portò in Alaska, dopo aver assicurato alle autorità che non aveva intenzione di svelare la
verità. Disse che le avrebbe portate in Alaska e sarebbe stato muto come

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http://ufocun.tripod.com/globa44.htm

 

 

 

 

DIRITTI UMANI

Voto agli anziani, lettera di un prof furibondo con Grillo

di Nicol Porro – 27 ottobre 2019

Ho ricevuto questa bella riflessione sul diritto di voto agli anziani e ai sedicenni da un professore di Storia e Filosofia che con piacere pubblico.

Platone riteneva che giovani e politica dovessero essere tenuti separati. Perché? Con La Repubblica, Platone attacca la democrazia in cui “i giovani pretendono gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi”. Ma tutto questo, secondo il grande filosofo, sarebbe assurdo e non può funzionare, perché la società finirebbe sotto il controllo di questo gruppo certo energetico e vitale, ma allo stesso tempo privo di esperienza, impulsivo, pronto alla violenza e poco riflessivo (pensiamo a come sono gli adolescenti!) e quindi ci sarebbe il rischio di portare alla rovina la collettività e lo Stato.

Superato questo punto di vista estremo e recuperato il contributo che anche i giovani possono e debbono dare alle decisioni collettive, siamo davvero convinti che estendere il voto ai sedicenni sia una buona idea? Venendo a noi, al nostro tempo mi chiedo: come si fa a confondere una moda superficiale e transitoria (del tipo: andiamo a manifestare per il clima, con finalità generiche e persino ovvie) con una vera capacità e volontà di interessarsi ai problemi collettivi? I ragazzi di oggi, escluse pochissime eccezioni, li sentite mai parlare o interessarsi di politica? Magari hanno anche ragione, la politica che possono vedere fa schifo ma la loro unica reazione è: me ne frego! Ma poi se un minorenne non è pienamente imputabile perché ritenuto non in grado di deliberare in maniera consapevole nemmeno per se stesso e nell’agire personale, lo rendiamo responsabile delle sorti collettive???

Davvero poche idee e pure confuse nei nostri politici, ma come diceva Gaber, quando è moda è moda. Non basta, non c’è limite al peggio. Arriva Grillo e propone di togliere il voto agli anziani. In Europa le legislazioni elettorali si sono per lungo tempo ispirate al principio del suffragio ristretto, stabilendo dei requisiti di reddito o di cultura o ad una combinazione dei due requisiti. Dunque da un punto di vista teorico, la limitazione del suffragio origina dall’idea che il voto non sia un diritto ma una funzione e che pertanto si può decidere chi sia il più idoneo a svolgerla. Ma nella nostra Costituzione

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https://www.nicolaporro.it/voto-agli-anziani-lettera-di-un-prof-furibondo-con-grillo/

 

 

 

 

ECONOMIA

Quelli che «le riforme pagano», ma non vogliono andare in Cile

28/10/2019 Massimo Bordin

“Le buone riforme pagano”; “il sistema pensionistico cileno è salvo”; “riforma delle pensioni? Basta copiare il Cile”. Con queste arroganti esternazioni e titoli roboanti, siti e giornali di orientamento liberista applaudivano fino a pochi mesi fa alla riforma del sistema pensionistico voluto da Jose Pinera e da suo fratello, il Presidente Sebastian Pinera.

Se non ci trovassimo di fronte ad una incredibile tragedia umana, sarebbe da ridere fino a tenersi la pancia di fronte a tale pressapochismo, fanatismo ideologico e incapacità previsionale. Lo scriviamo in faccia allora a questi pseudoeconomisti e scribacchini perditempo (ed in stampatello, e grassettato, visto che sono il più delle volte duri di comprendonio)

I PRODOTTI FINANZIARI HANNO UN ANDAMENTO ALTALENANTE.

QUALCHE VOLTA VANNO SU. QUALCHE VOLTA VANNO GIU’

In alcuni periodi (come avvenuto ad esempio dal 1929 alla fine del 1954) i prezzi dei prodotti finanziari non si sono più ripresi per anni. Nel caso della depressione americana, non si sono ripresi per decenni.

Affidare la previdenza (notare il nome: “previdenza”) in buona parte, o esclusivamente, ad un accumulo di investimenti finanziari, alle assicurazioni private e compagnia cantando fa tornare la civiltà indietro di secoli, perché c’è la discreta probabilità che i corsi calino, le società su cui si è investito falliscano, le rendite non siano in grado di garantire livelli dignitosi nemmeno quando i corsi sono in trend positivo. E questa “possibilità” è meglio traducibile con il termine “rischio” che nel vocabolario dei sinonimi e dei contrari è parola opposta a “protezione”.

I servi della gleba e delle civiltà premoderne avevano un sistema pensionistico a capitalizzazione! Nel senso che un uomo lavoratore della terra, poteva sopravvivere da vecchio solo se aveva prima accumulato qualcosa. Posto che una volta la gran parte delle persone moriva prima della vecchiaia, per quei pochi che diventavano vecchi rimaneva solo la

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http://micidial.it/2019/10/quelli-che-le-riforme-pagano-ma-non-vogliono-andare-in-cile/

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Clamoroso: l’evasione fiscale in Germania nel 2017 è di 336 miliardi di euro!

Circa il 50% maggiore di quella Italiana

Maurizio Blondet  26 Ottobre 2019

di Mitt Dolcino

La Germania ha un’evasione fiscale – valutata nel 2017 – circa il 50% maggiore di quella Italiana, quest’ultima valutata secondo l’Istat per l’anno 2015.

  • Evasione fiscale in Germania (anno 2017) , fonte IAW, Forbes/Statista : 336 mld EUR
  • Evasione fiscale in Italia (anno 2015) , fonte ISTAT : 207 mld EUR

Ma, notate, tale calcolo di evasione tedesca si riferisce appunto al 2017. Quella Italiana ri riferisce invece al 2015, ossia si può ipotizzare visto il trend in discesa che quella italica possa essere nel 2017 attorno ai 200 miliardi di euro o anche meno.

Bisogna  sottolineare che in Germania non c’è tutta la follia mediatica di caccia alle streghe per alzare ulteriormente il livello di tassazione ovvero per perseguire gli evasori con tutti i mezzi possibili: da bravi tedeschi si sa che esiste un livello fisiologico di evasione, anche utile per l’economia in quanto se lo Stato dovesse andare a sindacare su

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https://www.maurizioblondet.it/clamoroso-levasione-fiscale-in-germania-nel-2017-e-di-336-miliardi-di-euro-circa-il-50-maggiore-di-quella-italiana/

 

 

 

 

 

 

SATANISMO ALLA MESSICANA

28 OTT 2019

 

LA POLIZIA HA TROVATO PIÙ 42 TESCHI, UN FETO IN UN BARATTOLO DI VETRO E DOZZINE DI OSSA IN UN RIFUGIO DI SOSPETTI TRAFFICANTI DI DROGA A CITTÀ DEL MESSICO – IN UNO SCANTINATO ERA STATO ALLESTITO UN ALTARE PER RITUALI SATANICI ATTORNO AL QUALE SI RIUNIVANO I NARCOS PER CHIEDERE DI NON ESSERE ARRESTATI E DI EVITARE LE PALLOTTOLE…

VIDEO QUI: https://youtu.be/vCNhiwCJgXw

La polizia ha trovato più di 40 teschi, un feto in un barattolo di vetro e dozzine di ossa accanto a un altare in un rifugio di sospetti trafficanti di droga nel quartiere di Tepito, a Città del Messico, dove martedì la polizia ha arrestato 31 persone.

 

Si ritiene che tutti i sospettati, 26 uomini e cinque donne, appartengano al cartello La Union Tepito. Un giudice ha ora ordinato il rilascio di 27 sospetti.

 

Una foto pubblicata dall’ufficio del procuratore generale di Città del Messico mostra teschi raggruppati attorno all’altare, con una croce alle spalle alla quale era stata appesa una maschera di legno con le corna.

 

A destra dell’altare c’era un quadro con simboli satanici e davanti all’altare

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https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/satanismo-messicana-polizia-ha-trovato-piu-42-teschi-217502.htm

 

 

 

 

POLITICA

Fenomenologia di Conte: un ologramma a Palazzo Chigi

Scritto il 09/10/19

 

Giuseppe Conte non è. Non è un leader, non è un eletto, non è un politico, non è un tecnico, non è nulla. È il Nulla fatto premier. E lo conferma ogni giorno adattandosi come acqua corrente alle superfici che incontra. È la plastica rappresentazione che la Politica, dopo lo Scarso, lo Storto, il Pessimo, ha raggiunto lo Zero, la rappresentazione compiuta del Vuoto. Luogotenente del Niente, Conte è oggi il fenomeno più avanzato della politica dopo i partiti, i movimenti, le ideologie, la politica e l’antipolitica, i tecnici e i populisti, le élite e le plebi. È la svolta avvocatizia della politica che pure è da sempre popolata di avvocati: ma Conte non scende in politica, assume solo da avvocato l’incarico di difendere una causa per ragioni professionali; ma i clienti cambiano e così le cause. Andrebbe studiato nelle università del mondo perché segna un nuovo stadio, anonimo e postumo della politica. Non si può esprimere consenso né dissenso nei suoi confronti perché non c’è un argomento su cui dividersi; lui segna la fine del discorso politico, la fine della decisione, la fine di ogni idea, di ogni fatto. È la somma di tante parole usate nel gergo istituzionale, captate e assemblate in un costrutto artificiale. È lo stadio frattale del moroteismo, il suo dissolversi. Ogni suo discorso è un preambolo a ciò che non accadrà, il suo eloquio è uno starnuto mancato, di cui si avverte lo sforzo fonico e il birignao istituzionale ma non il significato reale. Altri semmai decideranno, lui si limita al preannuncio.

Ogni volta che un Tg apre su di lui, non c’è la notizia, è solo una presenza che denota un’assenza; si spalanca una finestra nel vuoto. I fatti separati dalle opinioni, si diceva; lui è nello spazio intermedio dove non ci sono i fatti e non ci sono le opinioni. Dopo che Conte avrà parlato lascerà solo una scia di silenzi e di buchi nell’acqua. Non darà risposte, sceneggerà un ruolo e dirà lo Zero virgola zero. Nelle sue citazioni saccenti vanifica l’autore citato, lo rende vuoto e banale come lui. Conte non rientra in nessuna categoria conosciuta, eppure abbiamo avuto una variegata fauna di politici al potere. Lui non è di parte, eccetto la sua, è piovuto dal cielo in una sera senza pioggia. Conte è portatore sano di politica e di governo, perché lui ne è esente. È contenitore sterile di ogni contenuto. Non ha una sua idea; quel che dice è frutto del luogo, dell’ora e delle persone che ha di fronte. Parla la Circostanza al suo posto, la Circumstancia, per dirla con Ortega y Gasset; Conte è la somma dell’habitat in cui è immesso, traduce il fruscio ambientale in discorso. Figurante ma senza neanche figurare in un ruolo, è l’ologramma di una figura inesistente, disegnato in piattaforma come un gagà meridionale degli anni 50. Un po’ come Mark Caltagirone, il fidanzato irreale di Pamela Prati; è solo una supposizione.

Trasformista, a questo punto, sarebbe già un elogio, comunque un passo avanti, perché indicherebbe un passaggio da uno stadio a un altro. Conte, invece, è solo la membrana liquida che di volta in volta riveste la situazione, producendo un molesto acufema in forma di eloquio. Conte cambia voltura a ogni utente e rispetto a ogni gestore (non fu un caso nascere a Volturara). Conte è fuoco fatuo, rappresentazione allegorica del niente assoluto in politica, ma a norma

 

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https://www.libreidee.org/2019/10/fenomenologia-di-conte-un-ologramma-a-palazzo-chigi/

 

 

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Greta e il “Deep State” verde

DI DIMITRI ORLOV – 28 ottobre 2019

 

cluborlov.blogspot.com

 

In queste ultime settimane il fenomeno Greta Thunberg – l’attivista di 15 anni che milita per il cambiamento climatico – ha spazzato l’emisfero occidentale per culminare con il suo appassionato discorso davanti all’ONU. Il resto del mondo, compreso il paese che ha la più grande emissione di gas a effetto serra del mondo (la Cina), ha valutato che fosse indegno reagire di fronte a una ragazzina stressata e psichiatricamente anormale che sembra sia stata manipolata da loschi oligarchi che perseguono un programma globalista.
Alcuni sono arrivati a qualificare questo fenomeno come “pedofilia politica” e a chiedere che le persone che l’hanno manipolata siano incriminate. Ma l’occidente, dove attualmente c’è una grande carenza di dignità, ha visto delle grandi manifestazioni di giovani: in 156 città con 100.000 persone che hanno sfilato a Berlino, 60.000 a New York, per un totale complessivo di 4 milioni. Questi manifestanti hanno invitato ad un “Green New Deal” (Nuovo accordo verde -N.d.T.) che eliminerebbe l’uso di tutti i combustibili fossili entro il 2030. Credo che si tratti di una sorta di stupidità che cerca di imporre forzosamente delle soluzioni semplici ed irrealizzabili a problemi complessi e non risolti.

Non so se devo replicare al fenomeno Greta. Dopotutto non è che una ragazzina in una lunga serie di altri che hanno sfilato davanti ai mezzi di comunicazione nel quadro di uno stratagemma politico. C’è stata, per esempio, Severn Cullis- Suzuki, la figlia di David Suzuki che all’età di 12 anni ha parlato del pericolo dei buchi nello strato di ozono nel corso di una conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Rio nel 1992. Da allora lo strato di ozono è rimasto più o meno lo stesso e nessuno può provare che questo abbia qualche cosa che vedere col Protocollo di Montreal (1). Severn ha continuato i suoi studi a Yale, poi ha fatto carriera nell’attivismo ambientale e nel giornalismo, e dunque tutto è bene ciò che finisce bene, nonostante i buchi nell’ozono. Può darsi che anche a Greta andrà tutto bene, a dispetto delle emissioni di anidride carbonica e del riscaldamento climatico. Dopotutto, la sua natìa Svezia è piuttosto ben isolata rispetto alle oscillazioni del clima. L’inizio della prossima Era Glaciale (che deve cominciare all’alba del prossimo millennio) la renderà invivibile per decine di migliaia di anni, ma non è motivo di grandi inquietudini dato che interesserà i pro-pro-pro-pro-nipoti di Greta.

Ma poi ho pensato che non tutto vada veramente bene per Greta, che sembrava sconvolta, per non dire colpita da una turba emotiva, nella sua concentrazione monomaniaca circa un problema che non capisce (perché nessuno lo capisce). Questo tipo di ossessione è contagioso se non è governato e potrebbe far nascere una psicosi di massa tra i giovani. Quelli di noi che hanno raggiunto un minimo di saggezza e di obiettività hanno la responsabilità di parlare ai giovani e di cercare di contrastare le influenze isteriche di quelli che vorrebbero portarli fuori strada per i loro obiettivi politici privati. Ho dunque deciso di scrivere una lettera aperta a Greta (aperta tutti i membri del Club Orlov e ovviamente a Greta, se volesse unirsi a noi).

Cara Greta, complimenti per questa traversata dell’Atlantico a vela. Ho spesso sognato di poterla fare. Ma non ho mai avuto l’opportunità di salire su uno yacht di 4.000.000 € in fibra di carbonio, né mai ho avuto i 40.000 € necessari per comprare la traversata dell’Atlantico (in barca a vela – N.d.T.) e poi i biglietti d’aereo per il mio equipaggio e per me per tornare a casa. (siete tornati in aereo non è vero?). E anche se io avessi avuto tutto ciò, mi sarei preoccupato per tutti i danni ambientali causati dall’enorme quantità di energia fossile contenuta nello scafo in fibra di carbonio, nelle vele in Kevlar e in tutta l’attrezzatura di alta tecnologia di un’imbarcazione come quella. Se lei avesse fatto il conto (lei studia matematica vero?), avrebbe constatato che avrebbe potuto ridurre di molto le emissioni di anidride carbonica ed anche altri danni ambientali se avesse preso l’aereo da Stoccolma a New York e ritorno.

Ma lasciamo da parte per un po’ l’ambiente. Lei ha fatto un viaggio eccezionale vero? Ebbene è una cosa di cui lei può veramente essere riconoscente. Ben pochi ragazzi di 15 anni hanno il diritto di mettersi in viaggio in quel modo. Lei è sulla buona strada e probabilmente farà una carriera illustre nell’attivismo ambientale come ha fatto il suo predecessore Severn Cullis-Suzuki con l’allarme sullo strato di ozono. Lei si dovrebbe divertire come non mai, ma ascoltando il suo discorso all’ONU ho avuto l’impressione che lei sia amareggiata e incollerita piuttosto che felice e spensierata. Conosco un po’ gli Asperger e il disturbo ossessivo-compulsivo.

Le persone che ne sono affette hanno tendenza ad essere serie e sincere, quindi non penso che lei facesse la commedia. Però tutte queste emozioni negative sono veramente insane, e dunque io penso che valga la pena di indagare perché lei è così tanto in collera.

Nel suo discorso all’ONU, lei ha detto “Da più di 30 anni la scienza è chiara come l’acqua di sorgente”. Suppongo che lei parlasse della scienza del clima. Ma 30 anni è veramente un periodo breve per fare una media. Ecco che cos’è il clima: una media su un lungo periodo di tempo. I più grandi cambiamenti climatici sono osservabili su intervalli di tempo molto più lunghi, un secolo e anche di più. Prevedere il clima (futuro – N.d.T.), è un po’ come fare le Previsioni del tempo, ma è molto più difficile! E come ha potuto decidere lei che la scienza sia stata “limpida” per un periodo più lungo di quello in cui lei è stata in vita? Io sono vivo da molto più tempo, e mi ricordo di un’epoca, nel corso degli ultimi 30 anni, in cui i climatologi si occupavano dell’indebolimento della Corrente del Golfo e predicevano che sarebbe cominciata un’altra era glaciale. Ma la moda scientifica è cambiata

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