L’IMPERO ELETTROCENTRICO PROSSIMO VENTURO

L’IMPERO ELETTROCENTRICO PROSSIMO VENTURO

di Manlio Lo Presti (scrittore esperto di sistemi finanziari

Oggi 7 dicembre 2020, a ridosso delle imminenti festività, presso un supermercato di Roma nord-est si è verificata una interruzione di corrente, che ha bloccato la funzionalità dei lettori elettronici di carte di credito e bancomat. Ovviamente si è bloccata la fila alle casse. Qualche cliente ha abbandonato la spesa. Altri hanno pagato con i contanti disponibili, e scartando alcuni prodotti. Altri sono andati a caccia di un bancomat per ritirare i tanto demonizzati contanti.
Questo disservizio va interpretato correttamente. Non è solamente un momentaneo ed isolato blocco bancario. A fronte di un crescente consumo elettrico, questi blocchi saranno sempre più frequenti e prolungati non essendoci una sincronizzata politica di potenziamento di erogazione. Le interruzioni provocano un ridotto utilizzo di moltissimi servizi, fra i quali l’uso di mezzi pubblici a trazione elettrica e delle costosissime auto elettriche (che una pubblicità ossessiva induce a comprare). Alcuni rarissimi economisti lo avevano previsto, ma sono stati investiti da una feroce ondata di odio ed irrisione: ed anche con la totale irrilevanza mediatica, nonché con le sperimentate tattiche di esclusione elettronica.
Va aggiunto che la progressiva concentrazione d’erogazione energetica in poche centrali è un indice pericoloso di vulnerabilità ed espone a possibili aggressioni nemiche. Per questo motivo, le centrali sono diventate di recente un bersaglio importante, che ha mutato il dispiegamento dei conflitti di terra. Si può mettere in ginocchio un territorio, e perfino una nazione intera, colpendone metodicamente le centrali. Il loro blocco ha l’effetto di creare sacche di desertificazione funzionale, economica, umanitaria (https://www.ildenaro.it/la-guerra-delle-centrali-nucleari/). Ridurre in macerie le centrali ha lo stesso effetto di una invasione di svariate divisioni di occupazione di terra: riduce il numero di caduti in battaglia ed è più rapido (https://www.qualenergia.it/articoli/vulnerabilita-centrali-nucleari-tempo-guerra/). Le centrali diventano anche un bersaglio politico. Possono essere disabilitate dai governi in carica contro fasce di popolazione all’interno di specifiche zone dove sussistono focolai di resistenza per dissidenza politica e/o luoghi di frequenti manifestazioni.

È nata la “guerra elettrica”

Il flusso informativo filogovernativo nazionale e mondiale nasconde queste implicazioni per non gettare ombre sul paradiso verde ecologico sostenibile prossimo venturo. Ci decanta le lodi della fine – fasulla – della dipendenza dal gas russo per magnificare la giustezza green di dipendere totalmente da poche centrali elettriche. Nessuno sembra accorgersi che stiamo cadendo da una trappola in un’altra ben peggiore.
La lotta al contante rientra nella realizzazione del piano di dipendenza totale della popolazione all’energia elettrica. La disponibilità del denaro nei depositi bancari privati segue le vicende delle interruzioni di potenza elettrica erogata. Il vero scopo della realizzazione del controllo totalitario della popolazione è nascosto dalla scusa della cosiddetta lotta all’evasione fiscale. I giornalisti “dimenticano” che gran parte dell’evasione è causata dallo spostamento delle sedi fiscali delle imprese italiane in Paesi che tassano al tre percento. Ma questo non si può dire, perché rientra nei criteri liberistici, buonisti, inclusivi, globali, sostenibili guidati da linee operative di defiscalizzazione delle maggiori imprese mondiali (https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/articolo/fmi-oltre-600-miliardi-dollari-lelusione-fiscale-globale-ogni-anno)
Il giochino è sempre lo stesso. Vanno incolpate le masse da controllare capillarmente. Una sceneggiata che si ripete con le tematiche dell’inquinamento provocato dalle singole persone e non dalle dissennate e spietate strategie dei colossi chimici, alimentari e di merci prevalentemente angloamericani. Giganti che continuano a deforestare ed eliminare popoli indigeni, come l’etnia Mapuche in Sudamerica estinta da un noto marchio italiano di moda. Intanto, i media televisivi e cartacei continuano a far vedere piccoli specchi di mare dove galleggiano bottigliette vuote e senza contesto. Il luogo, la data della ripresa ed altri riferimenti sono deliberatamente omessi. Viene occultato che l’ottanta percento del pianeta è totalmente disabitato, come ci è stato raccontato in tempi addietro dagli interessanti documentari della Bbc e di Focus e da alcuni notissimi giornalisti scientifici de’ noantri. Oggi non se ne parla più e sono dimenticati. Gli ordini dall’alto devono imporre una percezione deformata della realtà, dove i colpevoli sono sempre e comunque le persone e non i colossi industriali e finanziari. Un mondo dove elettrico è bello, giusto, inclusivo, buonista ma falsamente sostenibile. Sono attentamente occultati i sacrifici umani che vengono perpetrati in nome della favola green-con-le-treccine. Non ci dicono che l’estrazione del “coltan” per le batterie avviene a mani nude da migliaia di bambini, che muoiono come mosche nelle miniere africane a cielo aperto. Non ci dicono che i marchi mondiali di articoli sportivi e della moda hanno inviato le lavorazioni in oriente dove vengono coinvolti milioni di bambini per venti ore al giorno.
Questi effetti distruttivi per la dignità e la salute di milioni di bambini e di umani-schiavi non va detta. L’argomento non tira. È invece giusto e buono parlare di immigrazioni, di genderismo e di eliminazione sistematica del passato i cui contenuti non sono in linea con la visione dem del mondo. Altre ideologie del passato hanno provato a cambiare la realtà considerata sbagliata perché difforme dalle dottrine dominanti, ma il gioco non è riuscito. Non riuscirà nemmeno questa volta! In area letteraria ne ha parlato il grande e visionario Philip K. Dick nel suo libro “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

(https://frafiori.files.wordpress.com/2021/08/ma_gli_androidi_sognano_pecore_elettrich.pdf).
Tuttavia, prepariamoci ad imminenti interruzioni che impediranno a tutti noi di utilizzare le proprie risorse finanziarie, immobiliari, sanitarie impoverendoci a loro piacimento con l’accensione di dispositivi elettronici a distanza. Smettiamo una buona volta di credere al vangelo globalista elettrocentrico.

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